Feb. 22nd, 2020

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Era una notte piena di stelle ad Asgard. Loki era un principe sedicenne che si era trasformato in piccolo serpente che si confondeva con la mobilia e se ne stava acquattato nell’angolo della stanza, mascherato dai pesanti addobbi, in attesa.
Suo fratello Thor era appena entrato, spavaldo e tronfio come un piccolo bulletto felice e saltellava per la stanza con un sorriso così largo che sembrava comprire tutta la faccia.
Aspettò, quieto, finché non lo vide accorgersi del pacco verde lasciato sul suo letto. Il sorriso gli si accentuò.
Era quasi il suo compleanno e Loki aveva regalato un regalo perfetto per lui, qualcosa che poteva tenerlo occupato a lungo.
Con poca delicatezza, spaccò il pacco in due e scoprì cosa c’era all’interno. Loki, sorrise trionfante alla sua faccia confusa.
Sapeva che avrebbe avuto difficoltà a capire cosa fosse, per questo aveva aggiunto un piccolo, ma chiaro disegnino.
Nel disegno c’era lui, biondo e pompato come il sole, che si scopava quell’oggetto tubolare e faceva il segno della vittoria terrestre con le dita.
C’era anche una semplice animazioni, roba da nulla per lui.
Il messaggio citava: magari questo ti terrà lontano dai guai.
Loki sentì le scaglie fremere dal divertimento, mentre gli occhi azzurri di Thor diventavano curiosi e brillanti.
Per la prossima parte del suo piano, doveva tornare nella sua stanza.

Loki si stese nel letto tra le lenzuola di sera e osservò il soffitto intarsiato per un lungo attimo.
Poi incominciò.
Aveva imparato questo trucco da anni ormai, i suoi poteri gli avevano dato possibilità il cui limite era la sua semplice immaginazioni.
La sua immaginazione, tuttavia, era di un ragazzo in pietà età puberale.
Si era fatto donne, si era trasformato in donne per farsi uomini, si era anche semplicemente fatto uomini, ma tutti continuavano costantemente a paragonarlo al suo dannato perfetto fratello.
Così, la curiosità si era fatta strada in lui.
La curiosità, era poi diventata ossessione.
Quanto era grande? Quanto era largo? Sarebbe stato capace di prenderlo tutto o avrebbe dovuto fare qualche piccola magia per riuscirci?
Era davvero come lo osannavano?
Beh, suo fratello non brillava di intelligenza, ma decisamente era ben dotato, e non stentava a credere che lo fosse anche in posti non visibili.
Aveva passato la tempo la fase in cui credeva che sentirsi incuriosito da quel corpo statuario fosse sbagliato, si era detto che lui era il demone dell’inganno, tanto valeva usare i suoi poter per togliersi quello sfizio una volta per tutte.
Oh.
Eccolo.
Loki prese un profondo respiro, metre avvertiva un primo timido dito apprestarsi alla morbida apertura posto alla cime del tubo.
Aveva fatto un ottimo lavoro a ricreare un ano, che fosse il suo, e che fosse collegato al suo, non era una cosa che Thor doveva sapere.
Eccolo che entrava. Loki s’umettò le labbra, divertito che ci fosse cascato.
Lo sentì affondare nella cavità, come se cercasse di capire cosa ci fosse infondo, o se ci fosse un pericolo. Non ne trovò, ma provò a cercare ancora, non si sapeva mai.
Loki sentì il proprio corpo, setnirsi violato da due possenti dita e si ritrovò a boccheggiare mentre il piaceva si faceva strada in lui.
L’oggetto era magico, si lubrificava non appena si sentiva pronto, e Loki non era da meno.
Dopo minuti che sembravano ore, fu quasi sul punto di implorare suo fratello si sbrigarsi a affondare il cazzo in quel magico oggetto.
Si ritrovò a sussurrare il suo nome poco prima di sentire la punta premese sulla cavità.
Oh, finalmente, pensò oh, cazzo, pensò subito dopo.
Decisamente le voci non erano menzogna, l’oggetto faticava a prenderlo tutto e, con esso, Loki si sentiva spalancato come un ostrica.
Boccheggiò, quasi timoroso che l’oggetto non reggesse e che lui stesso non reggesse. Poi sentì la punta attraversare l’anello.
Prese un profodo respiro. Era ancora grande e lungo, ma almeno quella grandezza poteva gestirla. Sì, poteva…
Oh, no, non poteva.
Thor era così enorme che il corpo di Loki si sentì penetrato fino a posti che mai nessuno amante aveva mai raggiunto. Posto oscuri, posti…
Fottutamente piacevoli.
Thor si fece indietro e Loki si sentì quasi abbandonato da quella presenza così imponente, ma quando la sentì tornare in un’unica nuova spinta la testa gli girò dal piacere.
Poi tutto precipitò.
Thor ci stava prendendo la mano, era perfino diventato più eccitato.
Non credeva che avrebbe potuto sentirlo più di così ma era diventato ancora più grande e era finito ancora più in profondità in lui.
Loki stava perdendo sé stesso in quella penetrazione che stava diventando sempre più scoordinata e selvaggia.
Il suo corpo si arrese a quel piacere come la sconfitta in una battaglia, Loki si lasciò andare sul letto, aspettando che quel piacere lo divorasse per sempre.
Perché, oltre ad essere davvero dotato, era anhe duraturo.
La genetica lo aveva decisamente favorito.
Se non era il Dio del Tuono, era decisamente in grado di far vedere il Valhalla. Scopare con lui, stava dicenvando una battaglia dove sarebbe stato bello e onorevole morire.
Loki sentì montare tuttavia una nuova sensazione dentro di lui. La sentì crescere, mentre le spinte si susseguivano, la sentì avanzare come uno tsunami.
La parola piacere, non sembrava adatta a spiegarla, ma la parola follia, sembrava più che lecita.
Si ritrovò, solo nella sua stanza, con ancora perfino i vestiti addosso, a alzare il bacino nel disperato tentativo di andare incontro a spinte invisibili, mentre stringeva le dita tra le lenzuola di seta dorata.
Venne, con un urlo che gli graffiò la gola e il tempo che si fermò ad aspettare che godesse in un attimo di puro piacere infinito.
Poi crollò, senza fiato, con la testa ovattata e il cuore che martellava nel petto, ma non riuscì a smettere di provare ancora quella sensazione.
Lui si stava ancora spingendo in lui.
Faceva quasi male, sentire quell’orgasmo protrarsi così tanto.
Un male dannatamente piacevole.
Aprì le gambe, arreso all’idea che fosse su un bilico di un precipizio e che vedeva l’abisso di una dipendenza come se fosse inevitabile caderci.
Chiuse gli occhi e si lasciò precipitare.

Thor aveva preso il suo nuovo giocattolo molto sul serio. Ogni volta che svaniva, Loki sapeva di dover correre via, perché non era proprio il caso che altri lo vedessero avere un orgasmo dal nulla.
Più di uno, se si controllava la statistica.
Aveva smesso ormai da più di una settimana di dormire una notte intera, se l’ombra della pubertà aveva colto lui, aveva del tutto schiacciato Thor.
Anche se, con sua enorme sorpresa, si masturbava davvero tanto per essere colui che aveva praticamente chiuqneu ai suoi piedi.
Perfino il suo stesso fratello.
Loki ogni tanto veniva colto dal senso di colpa. Non che avessero reali contatti tra loro, ma veniva schiacciato dal semplice fatto che non aveva nuessuna intenzione di togliere l’incanto al giocattolo, benché meno di smettere di sentirsi fottuto fino in gola da una persona per cui non avrebbe mai dovuto sentirsi attratto.
Era troppo bello per rinunciare, anche se era così profondamente sbagliato.
Cosa c’era in lui che non andava?

Quel giorno, suo padre l’aveva voluto al suo fianco, durante una piccola festa con una mangiata di nobili. Thor si era così tante volte rifiutato di presenziare che era stato costretto a scegliere lui.
Se ne stava in piedi alla destra del trono, mentre nobili di ogni genere ponevano i loro omaggi e affrontavano tematiche che gli stavano a cuore: quasi sempre il desiderio di avere più soldi.
Non c’era limite all’ingordizia di certe persone.
Con la coda dell’occhio vide sulla balconata una chioma dorata e si ritrovò a seguirla con lo sguardo.
Incrociò gli occhi di suo fratello che se ne stava seduto con un sorrisetto di schermo a guardare lui e il loro padre dall’alto.
Certo, pensò, si era tolto dall’impiccio di presenziare ma poi se ne stava lì a gdersi lo spettacolo.
Alzò un sopracciglio, come a rimproverarlo. Del resto, era lui l’erede al trono.
Ma Thor alzò la mano, rivelando tenere tra le mani il loro tubo preferito e Loki avvertì il colore abbandonare il suo corpo.
C’era una consapevolezza nello sguardo di Thor, come se … sapesse.
Suo padre, i nobili, il palazzo, Asgard stessa scomparve dietro la prospettiva che suo fratello potesse davvero esser a conoscenza di quel segreto.
Poi lo sentì, un dito entragli dentro, senza grazia e senza pietà.
Singhiozzò più dalla sorpresa che da dolore, poi si sforzò di tornare calmo, di respirare.
- Stai bene? – fece il padre, con un’occhiata veloce.
- Benissimo. – disse, senza fiato.
Alzò gli occhi e thor acentuò il sorriso tronfio. Stavolta, sentì anche il secondo dito.
Si stava divertendo, pensò. Il pensiero che fosse arrabbiato, che ne fosse disgustato glissò in fretta nelal sua metne dal momento che in realtà, thor era più che intendo a approfittare della situazione.
Cielo, era così stupido da non vedere l’orrore e la malizia che c’era dietro il godersi l’idea e la consistenza del cazzo del proprio fratello maggiore dentro di lui?
Beh, era Thor. Non un pozzo di intelligenza.
Decisamente i gettoni evoluzione, li aveva usati per il corpo e Loki ne era stato molto, molto felice.
Ma dovette concentrarsi, mantenere il viso serio, annuire se il padre parlava, il tutto mentre suo fratello di stava divertendo a fotterlo con le dita attraverso un giocattolo.
Per fortuna, i vestiti erano abbastanza larghi da non far notare a tutti i nobili l’erezione che gli era venuta, ma non poteva fingere ancora a lungo.
Thor si stava solo scaldando.
Tentò di resistere, più stoico che mai, ma il suo corpo era assuefatto a quel tocco, ne era dipendente.
Sentì le gambe inziiare a cedere, ma si poteva ancora reggere in piedi.
Poi vide Thor missersi più comodo sulla sedia, fu preso dalla curiosità solo per un attimo prima di rendersi conto di quello che stava per accadere.
Ma accadde.
E si resse in piedi solo per miracolo.
Era di nuovo dentro di lui, nel suo enorme spendore, era stretto nella morda della carne. Era come se fosse lì, dietro di lui, a scoparlo davanti a tutti.
In un certo senso, era così.
Loki si rese condo di essere già venuto davanti a tutti, sentiva le mutande impregnate del suo seme.
Doveva andare via da lì, non avrebbe resistito in piedi un attimo di più. Si scusò con il padre e, ignorando le sue repliche, scivolò via.
Perse il controllo delle gambe alla prima svolta del corridoio e crollò in ginocchio, i palmi per terra.
Era come se suo fratello fosse esattamente dietro di lui, a fotterlo senza riguardi.
E, Odino, era stupendo.
Il secondo orgasmo lo colse montando lentamente. Se qualcuno lo avesse visto lì, riverso per terra, in preda al piacere, non gli sarebbe importato.

Non era sicuro di quanto tempo fosse passato, ma di certo non era lo stesso posto dove si era accasciato e aveva riposato un attimo gli occhi.
Conosceva bene quella stanza, era la stanza di suo fratello.
Si mise seduto di slancio e si rese condo che la stoffa aderiva perfettamente al suo corpo.
Thor comparve con una birra e gliela passò, il sorriso non gli aveva lasciato il viso nemmeno un attimo.
- … perché? - domandò Loki fissando il boccale come se contenesse veleno.
Thor era stupido, ma non così stupido da credere che quella domanda fosse solo relegata al liquore che gli stava passando.
- Lo so, scusa, non ho resistito.- sogghignò – Hai visto al faccia di nostro padre? Impagabile! –
Rise da solo, prendendo un enorme sorso.
Loki però non aveva sete.
- questo coso… - alzò l’oggetto tubolare e lo agitò con entusiasmo – è fantastico, grazie del regalo. –
Loki sentì la gola secca, quindi bevve un sorso di birra – Spero ti sia piaciuto anche a te. –
Fin troppo.
- Come faceva a saperlo? –
- Chi altro avrebbe potuto regalarmi una cosa simile? – lo prese in giro – Per quanto riguarda il resto… - fece scivolare lo sguardo lungo il suo corpo e per la prima volta, Loki ebbe l’impressione di notare un barlume di desiderio – Per quale altro motivo avrebbe dovuto regalarmenlo? Non sei animato da buoni sentimenti, dovevi per forza avere un tornaconto. –
Bevve ancora. Per non morire di imbarazzo.
- In ogni caso, ora non mi serve più.- aprì un cassetto e ce lo buttò.
Loki tentò di nascondere la delusione.
Ma aveva senso. Nonostante il fatto che Thor era così scemo da accettare che suo fratello avesse provato piacere nel sensirsi scopato, aveva senso mettere anche la parola fine.
Se solo non fosse stato così formidabile e dotato…
Thor gli prese la brocca di birra e gliela poggiò sul comodino poi poggiò una mano sulla spalla e lo spinse delicatamente steso.
- Ora ho te. – esultò.
- C-come? –
Thor lo baciò e loki snetì il proprio cuore perdere un battito.
Quando thor si separò da lui, i suoi occhi brillarono come se avesse scartata un nuovo gioco, un gioco di cui non si sarebbe stancato così facilmente.
- Preparati. – soffiò a mo’ di sfida – Dal vivo sarà ancora meglio. –
Fu meglio.
Fu decisamente meglio.




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C’era riuscito. Era davvero lì.
Loki guardava il volto del fratello tra un bacio e l’altro e non poteva fare a meno di sorridere.
La sua illusione era stata magistrale.
Qualche giorno prima Thor si era divertito a prenderlo in giro, aveva millantato di essere sempre in grado di notare le sue illusioni, di smascherarle.
Loki l’aveva presa sul personale.
Aveva aspettato qualche giorno, così che il fratello non esattamente sveglio diventicasse quella discussione, poi aveva messo in moto il suo piano.
Si era trasformato nella più bella donna che avesse mai immaginato, l’aveva fatta bionda, con i capelli lunghi, gli occhi verde come il mare, gli zigomi alti, le gambe lunghe. Il prototopo della donna perfetta per suo fratello.
Bella, di una bellezza spettacolare, ma elegante perché era per sempre lui ad interpretarla.
Era stato perfino troppo facile ingannarlo; niente moine, ma nemmeno troppa durezza. Era stato divertente fare la difficile per poi invitarlo con un semplice, penetrante sguardo.
Thor era caduto ai suoi piedi come un cucciolo. L’aveva rincorsa e seguita in una stanza sfarzosa con i soffitti a cassettoni e il letto a baldacchino.
Aveva prenotato la stanza in previsione e aveva anche preparato un ologramma per catturare perfettamente l’espressione del fratello quando si sarebbe rivelato essere lui sotto le mentite spoglie.
Thor si avvicinò a lui, mise le mani grandi sui fianchi e avvicinò le labbra all’orecchio.
- Finalmente ti ho preso. – sussurrò.
Loki quasi rise, mentre si girava e gli abbracciava il collo – Sì? Cosa te lo fa pensare? – sussurrò.
- Ti ho letteralmente tra le mie mani. – confermò Thor come se quella logica fosse innegabile.
Loki, sotto l’aspetto di una giovane avvenente, rise e passò lentamente un polpastrello sulle sue labbra – E allora, mio dio del tuono, ora che mi hai preso… cosa vuoi farmi? – lo guardò direttamente negli occhi e vide gli ingranaggi del suo piccolo cervello muoversi.
Era carino, suo fratello, quando ci si impegnava.
- Ti sbatto sul letto, intanto. – asserì.
- E poi? – domandò ancora, poggiando una mano sul petto sodo per poi lasciarla scivolare più in basso – Cosa mi farai? –
Era tutto parte del suo piano: fargli descrivere cosa farebbe a quella sua improvvisata partner, farlo eccitare, farlo cadere ancra di più in quelle sabbie mobili di vergogna che sarebbe presto diventata la rivelazione.
Thor non sembrò però apprezzare quel gioco, prese la giovane e se la mise in spalla per trascinarla al letto e buttarcela.
Il maggiore restò in piedi, con un ginocchio piegato sul materasso, sovrastando la sua futura vittima. Gli occhi scrutavano con desiderio la figura che Loki aveva creato appositamente per essere attraente.
- E’ molto semplice quello che farò – disse thor con voce bassa e profonda – Ti sarò dentro tutta la notte. –
Loki sentì il proprio corpo reagire a quella promessa.
Non che fosse sorpreso, non era una persona schizzinosa con i suoi amanti, non era nuovo al farlo con uomini, ma in quel momento, con thor sopra di lui i cuoi occhi sembravano volerlo divorare, con la sua voce che gli prometteva di consumarlo…
Se fosse stato in versione uomo, sarebbe diventato duro.
Da donna, sentì il corpo diventare più caldo e desideroso.
Thor si fece avanti, cercò le sue labbra e per un lungo attimo il pensiero di mantenere quella illusione gli balenò nel cervello.
E se…
Se non si rivelava affatto? Se restava quella donna e si lasciava andare? Quanto sarebbe stato sbagliato indugiare su una cosa simile?
Per un fatale attimo, che durò la presenza della lingua di suo fratello nella sua bocca, parve possibile.
Parve perfino inevitabile.
Ma pian piano la ragione si fece strada tra gli ormoni e il desiderio, complice anche il fatto che Thor aveva alzato il suo vestito e gli aveva tolto le mutande.
Svelarsi in quel momento, divenne inevitabile.
Fermò Thor dal baciarlo di nuovo e si sforzò di ridere.
- Sei davvero così scemo? – sogghignò Alzandosi sui gomiti – Ci sei cascato. –
In un battito di ciglia Loki riprese la sua forma. Fu un po’ umiliante che il vestito che indossava da donna continuasse a entrargli perfettamente.
- Visto che ti ho ingannato, fratello? – gli dette una piccola schicchera sulla fronte – I miei inganni sono perfetti. –
Si aspettò di vedere il disgusto negli occhi di Thor, perfino della rabbia, si aspetto… qualcosa.
Ma Thor roteò gli occhi e prese la mano che lo aveva appena colpito per sbatterla sul ciscino. Loki si rese conto appena che intrecciò le dita alle sue prima di rendersi conto che quella pressione che sentiva ora era la punta del sesso dl fratello premere sull’univa apertura che gli era rimasta.
Abbassò gli occhi, sgranandoli e ebbe apepna il tempo di vedere i eprfetti addominali del fratello contrarsi mentre il sesso affondava in lui.
Inarcò la schiena, sorpreso e Thor ne approfittò per afferrargli di fianchi e spingeselo addosso, permettendo al sesso di entrargli tanto in pofondità da farlo boccheggiare.
- che… cosa… - farfugliò Loki - … fermati! –
Thor fece un sorriso predatorio e uscì da lui sol per rispngersi di nuovo in profodintà che nessuno dei suoi amanti aveva mai raggiunto.
- Sei… matto?! – tentò ancora Loki di ribattere, ma ogni altra replica fu bloccata da un bacio.
Cazzo.
Beh, sì, era esattamente quello che lo stava fottendo, e non era questo il problema.
Il problema era che stava sotto suo fratello che se lo stava sbattendo come se non ci fossero secoli di morale e genetica a frenarlo.
E che lo stava scopando pure bene.
Loki cercò davero di restare aggrappato al senno, tentò di sembrarne ed esserne disgustato, di soportarlo, ma Thor si impose su di lui e dentro di lui, in modi che nessuno aveva mai osato.
Se ne sentì compltamente inghiottito, sentì il prprio corpo volerne di più, ancora di più, fino a esplodere.
Sentì l’orgasmo espandersi in lui come un uragano, crollò come un castello di carte sul cuscino. Ebbe appena il tempo di rendersi conto di essere venuto, che Thor gli alzò una gamba sulla spalla e spinse più in profondità.
Fu allora che Loki si accorse che non non sarebbe finita così semplicemente, che Thor era ancora duro dentro di sé, ancora pimpante e divertito dalla situazione.
Provò a protestare, senza convinzione, ma alla fine affondò il viso nel cuscino e si limitò a godersela.
Ormai erano lì, tanto valeva venire fin quanto poteva.
Thor venne in lui dopo quella che sembrò un’eternità di piacere sconfinato.
Loki era venuto altre due altre due volte, orgasmi secchi e devastanti, ma che Thor non aveva nemmeno notato.
Quando uscì da lui, lo fece con una mano pronta a masturbarsi e spremere fino all’ultima goccia sull’ano gonfio.
Venne in ultimo, con un sorriso tronfio.
Poi restarono lì, ansanti, stanchi, soddisfatti come non mai.
Loki cercò qualcosa da dire, ma tutto il suo corpo era così soddisfatto che pensò di trasformarsi in un felino solo per fare le fusa.
Aveva goduto come non mai, per il cazzo del suo stesso fratello.
Quello era davvero il colmo.
Dopo un po’, cercò di capire di che umore fosse Thor. Okay, lui aveva dato il via al tutto trasformandosi in prim luogo, ma non avrebbe esistato a rovesciare la situazione e puntualizzare che lo aveva scopato lo stesso, se fosse stato necessario.
Thor gli afferrò una coscia e gliela spalancò, con le lenziola iniziò grossolamentanete a pulire il liquido che ancora golava dal suo ano.
Sarebbe dovuto essere un attimo drammatico, di confusione, ma Loki riscopriva sentirsi completamente a suo agio.
Forse, i tre orgasmi di cui due anali avevano aiutato.
- Ti ho ingannato, almeno per un po’, vero? – domandò.
Thor finì di pulirlo poi infinò due dita di nuovo dentro di lui – Devo pulirti anche dentro. – disse, a mo’ di giustificazione.
- Posso farlo da solo. –
- Visto che ci sono. – fece spallucce.
Non aveva risposto alla domanda e quelle dita non lo stavano pulendo.
Loki fece finta di non accorgersene, ma il suo corpo sapeva esattamente che quelle dita si stavano muovendo dentro di lui in modi più che sospetti.
Un sopracciglio si alzò sul viso del minore – Credo di essere pulito ora. – soffiò.
- sono molto grande.- replic thor – potrei essereti venuto molto in profondità. –
Beh, decisamente suo fratello non era poi così scemo. Certo, non che sospettava fosse davvero convinto che ci sarebbe cascato, ma di certo non era così idiota da prendersi sul serio.
Loki però a quel punto sentiva già l’eccitazione tornare più potente che mai. La rassegnazione che avrebbero continuato a fare sesso, ormai era una seconda pelle.
Fanculo la morale, quel cazzo era troppo eprfetto per essere lasciato senza il cuo culo attorno.
- Prova col tuo cazzo.- propose – Sono sicuro che lui ci arrivi meglio. –
Il sorriso trionfante di thor, era prezioso.
Si avventò in lui, come un bambino su un nuovo giocattolo scartato a Natale.

Non parlarono molto durante quelle ore, se non per spronarsi a eccitarsi ancora. Thor svutò ogni sua energia dentro il fratello, non fece nemmeno finta di uscire più.
Tranne quando Loki desiderò succhiargli il cazzo e Thor desiderò venirgli sul viso. Quella fu un’eccezione.
All’alba, loki era umido, appiccicoso e pieno. Fosse rimasto una donna, probabilmente sarebbe rimasto incinto di ventitre gemelli biondi.
Non dormì che pochi attimi, stremato, ma quando aprì gli occhi si era alzato a fatica e aveva lanciato un’occhiata al fratello disteso con il cuscino abbracciato, completamente nudo e il viso aveva indugiato sul suo visino statuario, poi sulla protuberanza che lo aveva scopato per ore e ora, distesa di lato, come un guerriero a riposo.
La salutò, consapevole che quella notte era stata una perversa eccezione e che non potevano semplicemente continuare.
Scappò via, senza svegliarlo.

Lui e thor non ne fecero più parola, ma mentre raccontava ai suoi amici di lui ora affermava con orgoglio che suo fratello era il mago della trasformazione, che poteva ingannare letteralmente chiunque.
Tranne lui, sussurrava sempre la sua testa e aleggiava tra loro.
Mentre ripensava a quella sera, in ogni minuti che ripercorreva, aveva capito che Thor aveva sempre saputo chi fosse davvero e che non aveva avuto nessuna intenzione di fermarsi.
Forse, Loki non era stato l’unico a desiderare quel contatto.
Forse… tra loro c’era qualcosa di più. Qualcosa di imperdonabile.
Ma andava bene così.
Quella notte sarebbe rimasta preziosa e immutabile. Un ricordo speciale, solo loro.
Il loro segreto.



O almeno così pensava.
Thor lo afferrò dal nulla qualche giorno dopo e lo trascinò nella sua stanza. Non aspettò nememno che Loki protestasse, che gli aveva già spinto giù i pnataloni e aveva affondato la lingua nel suo ano.
Ebbe appena il tempo di rendersi conto di star godendo che Thor lo scopò senza troppi riguardi.
La volta dopo, lo toccò solo, durante una cena di famiglia. I suoi erano così intenti a prlare di politica che non si accorsero nemmeno che la mano di Thor era letteralmente nelle sue mutande.
Usò il suo potere per creare un’illusione di loro due a tavola, per poter sgattaiolare via. Lo fecero in corridoio, in ginocchio, con Thor che gli divorava il collo a morsi.
Continuò ad accadere, quasi come se loro avessero…
Non osò pensare nemmeno la parola relazione.
- Basta…! – faticò a esclamare Loki un giorno sulla sua spalla.
Aveva incontrato suo fratello per caso dopo un allenamento e thor aveva approfittato del fatto che non ci fosse nessuno in giro.
Sospettava che avesse dato ordine ai domestici di sparire ogni volta che li vedevano.
- No. – Fece Thor, schiacciandolo ancora di più contro il muro e spingendosi ancora di più dentro di lui.
- p-possono scoprirci. – farfugliò.
- E tu ti trasformi in una donna. – replicò thor divertito.
Aumentò le spinte e Loki fu disorientato dal paicere – N-non possiamo continuare…- insistette – Devi smetterla di scoparmi in ogni angolo del castello. –
Thor affondò finalmente completamente in lui e gli prese i capelli per strattogliarglieli e così costringerlo a guardarlo in faccia.
Questa volta, un’ombra aleggiava sul viso, era pericolosa ed era… vera.
Se non fosse stato così innamorato di lui, ne avrebbe avuto paura.
- Finalmente ti ho preso.- soffiò, rimarcando le parole che gli aveva detto quella fatidica prima notte e finalmente Loki capì che erano un dato di fatto.
Non ne sarebbero usciti, thor non aveva avuto intenzione di lasciarlo andare, né di smettere, di permettergli di essere di chiunque altro.
Era solo suo.
Quela consapevolezza cambiò qualcosa in lui, come se nonostante si fosse lasciato andare continuamente a quelle pinte, una parte del suo corpo non voleva concedersi di lasciarsi andare completamente.
Fino a quel momento. Fu come se anche l’ultima piccola barriera venne a mancare e il piacere più totale divenne sangue nelle sue vene e gli faceva esplodere il cuore.
No. Quello non era amore, pensò mentre l’orgasmo più potete della sua vita lo rendeva poltiglia, era qualcosa al limite del possesso e dell’ossessione e loki capì di essere intrappolato.
E che non avrebbe voluto liberarsi nemmeno volendo.
Thor uscì da lui e si spinse dentro, schiacciandolo in una nuova, fatale morsa, quella che portava il suo corpo all’ennesimo devastante orgasmo.
- Ti ho letteralmente tra le mie mani.- soffiò ancora.
E non lo avrebbe più lasciato andare.
Era una logica innegabile.










Vi

Feb. 22nd, 2020 05:20 pm
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- Sta dormendo? –
- Sì. –
Harry allora gli allungò un bicchiere di vino e sogghignò – Siamo un ottima squadra. –
Era vero. Avevano fatto addormentare quel bambino in un attimo.
Fino a una settimana prima Draco Malfoy non si sarebbe mai nemmeno immaginato che si sarebbe trovato a casa di Harry Potter dopo aver fatto da babysitter improvvisato al suo figlioccio.
Si erano incontrati nel nottetempo per caso, essendo cresciuti insieme, nonostante i loro problemi, avevano inziiato a parlare e Draco era rimasto sorpreso di vedere il goldn boy tenere tra le braccia un adorabile pargoletto.
Ancora di più, vederlo tenere la mano verso di suoi capelli e poi vedere i suoi diventare di un biondo uguale al suo.
- Ora che ci penso, in qualche modo lui è tuo parente.- sorrise Harry divertito – Teddy, lui è tuo… cugino? Zio? Il tuo albero genealogico mi ha sempre confuso.-
Draco alzò gli occhi al cielo e scoppiò a ridere, poi passò una mano sui capelli biondi del bimbo per tirarli all’indietro e soppesare la somiglianza – Sì, decisamente. – confermò – Dai, dammelo. Ora è mio! –
Harry glielo mise perfino in braccio e giocarono tutti e tre insieme per tutto il tragitto. Draco fece finta perfino di perdere la sua, tanto si stava divertendo.
Quel giorno, Harry lo aveva invitato a pranzo e da allora, non c’era giorno che non si vedessero.
Non sapeva dire con certezza come ci si era ritrovato in quella situazione, era come se un po’ l’avessero rapito, ma quando quel bimbo sorrideva ogni volta che lo vedeva, si sentiva come parte di un qualcosa più grande di lui.
Harry e lui parlavano molto quando dormiva, avevano ripercorso i loro ricordi, li avevano metabolizzati, si erano chiariti su cosa di cui non avevano mai sospettato di doversi chiarire.
- Nessuno accetta che voglio prendermi cura di lui.- gli aveva detto Harry – E un po’ non so se lo sto facendo perché voglio o perché sento di doverlo fare. –
- Deve essere difficile. –
Harry bevve il suo unico sorso di vino. A lui glielo versava sempre Harry era abbastanza responsabile da concedersene solo un unico sorso.
Anche se Teddy non era davvero suo figlio, era comuque suo padre.
- suo nonna non ha l’età per prendersene cura. – insistette – Non potevo permettere che finisse chissà dove. –
- Per quel che ho visto, sei un ottimo padre. –
Harry gli sorrise a metà, mentre allontanava il bicchiere di vino. Qualcosa nei suoi occhi ora era lontana. Draco avrebbe dovuto sentirsi come in intruso in quella casa, nei suoi pensieri, ma non esitò nemmeno un secondo a domandare – vuoi che mi occupi di lui, mentre fai una dormita? –
Harry scosse la testa – Ti soprenderà, ma ti invito perché mi diverte stare con te, non per importi Teddy. – gli versò un altro po’ di vino.
- Lo vedo, cerchi di ubriacarmi. –
- Ne ho una cantina piena e non posso berlo. - confermò Harry – Sei forse l’unico che conosco con un palato adatto a gustarlo. –
- probabilmente è così. – confermò.
Risero e tornarono a chiacchierare. Teddy si svegliò e lo curarono.

DRaco fu invitato a pranzi e cene, con o senza i Weasley.
Una parte di lui si chiedeva se Harry ormai lo pensava suo amico. Certo capitava che per qualche giorno non riuscissero a organizzarsi, ma appena avevano un minuto libero, entrambi si cercavano.
Un giorno Teddy afferrò la sua mano e lo tirò verso Harry per afferrare la sua. Sorrise, come se avesse fatto un impresa eroica.
Tenere le mani delle due persone che più adorava al mondo.
Draco si sentì in colpa a sentire il proprio cuore battere in quel momento. Anche se probabilmente quel bimbo faceva parte del suo complicato albero genealogico, non ne era davvero un familiare e forse, nemmeno un amico di famiglia.
- Provo a farlo addormentare. – soffiò Harry prendendolo in braccio.
Svanì nell’altra stanza e Draco aspettò paziente il suo ritorno. Dopo mezzora il pensiero che probabilmente si era addormentato anche Harry lo coprisse con un sorriso.
Doveva essere così stancante fare il papà.
Si affacciò solo per esserne sicuro e trovò Harry steso sul divano, il bombo sul grembo che lo usava come cuscino.
Entrambi, erano nel mondo dei sogni.
Evocò una coperta e li coprì entrambi dolcemente.
Taddy aprì gli occhi e fece per muoversi, ma Draco lo prese dolcemente e sperò di non svegliare Harry. Pian piano, tenendolo tra le braccia lo portò in cucina, dove gli preparò il biberon e gli detta da mangiare.
Fu strano essere in qualla casa fino a due sttimane prima totalmente sconosciuta, con una persona che non aveva mai davvero frequentato pur conosendola da anni, con un bambino che adorava tra le braccia.
- Sono proprio nei guai, Teddy. – sussurrò – Mi sto innamorando di voi e non posso pemettermelo.- dette un piccolo bacio sulla fronte – Dovevi proprio essere così adorabile? –

Draco aveva cercato di prendere le distanze gradualmente.
Doveva proteggere non solo il suo cuore ma anche quello dei piccolino e l’unico modo che aveva era rendere il distacco graduale.
Lo doveva a Harry, la cui lontananza ormai gli spezzava il cuore, ma era un padre e sapeva che dovevano esserci dei limiti alla sua presenza.
Non che li sopportasse.
A provarci ci provò davvero. Si imponeva di non contattarli tutti i giorni, di rendere più sporadiche le visite, ma quando divenne ovvio che la mancanza di loro due lo schiacciava fino a togliergli il respiro, decise di assecondarla.
Si presentò da loro con le ciambelle e il caffè e una scusa masticata.
Harry avsva alzato il sopracciglio e lo aveva fatto entrare, per poi tornare in cucina dove un bimbo pretendeva la sua pappa con rabbia.
Si illuminò, non appena lo vide, letteralmente si tinse di luce.
- Sono felice anche io di vederti, teddy.- replicò Draco con una carezza.
- Iniiavo a pensare di aver solo sognato la nostra amicizia. – replicò Harry con un finto sorriso per poterlo sgridare senza che il bimbo notasse la tesione – O forse non mi sbagliavo? –
Draco strinse le labbra, poggiò il caffè e la ciambelle e soffiò – ti devo una spiegazione. –
Harry finì di dare da mangiare al bimbo e gli accese l’apparecchio strano con dentro immagini e suoni. Tb o qualcosa di simile. Quella scatola attirava Teddy un orsetto al miele, si divertiva troppo a cambiare a seconda del programma che vedeva.
Harry fece cenno a draco si seguirlo e una volta nell’altra stanza, iniziò a peigade dei panni messi alla rinfusa sul divano.
- Mi dispiace. – soffiò Draco, mesto.
- Non devi frequentarci se non vuoi, Draco. – recplicò – Francamente sono sorpeso che tu sia durato tanto. Sono stato sciocco a credere che ci fosse dell’amicizia tra noi, evidentemente. Forse è colpa mia, alla fine. Forse… - la sua voce sfumò.
Draco strinse le labbra – Posso spiegarti, davvero.- insistette.
- Non mi serve. – replicò Harry – sono stanco, draco. Mi prendo cura di un bambino, non voglio stare a sentire cazzate. Se non ci vuoi nella tua vita, non servono scuse.-
- Ma io vi voglio nella mia vita!- quasi urlò Draco.
Harry strinse le labbra, abbassò le braccia e alzò gli occhi su di lui – Ascolta, non ho davvero tempo per questo.- scrollò le spalle – Ci eravamo avvicinati, poi ti sei allontanto. Ha senso del resto, chi vorrebbe essere amico di uno che fa il padre a tempo pieno? – quasi rise – non devi sentirti in colpa per questo. Davvero. – lanciò un’occhiata verso la cucina dove Teddy guardava una bimba tormentare un orso e i suoi capelli divennero di un rosa acceso – Non so nemmeno perché sono tanto ferito.- confessò e qualcosa nella fragilità della sua voce colì Draco come uno schiaffo.
Draco sentì il cuore fare male, si avvicinò piano e si sedette sul divano.
- Ho una perfetta spiegazione sul perché sono sparito e ti garantismo che dopo averla sentita mi caccerai di casa e non vorrai più vedermi. –
Harry alzò gli occhi al cielo e riprese a piegare i panni del piccoo – Certo, ti inventerai chiss cosa e poi sarò io il cattivo.- replicò.
- Scommettiamo? –
- Scomettiamo. –
Draco prese un profondo repsiro – Mi sono innmorato di voi. –
La mano di Harry esitò su un giacchettino bianco.
- Non nel senso che siete carini e volevo far parte di una adorabile famiglia e sentirmene parte frequentandola. – insistette – Nel senso che vorrei stare con te e prendermi cura di Teddy come se fosse nostro anziché tuo. –
A dirlo ad alta voce, quelle parole sembrarono più vere che mai. Tanto vere da fare male.
- So di non poter essere parte della vostra famiglia fino a quel punto e starci a metà faceva male. – continuò stringendo i pugni.
Harry poggiò la giacchetta e si sedette sul divano. I suoi occhi erano distanti come se scandagliassero i ricordi dei loro momenti insieme per cercare indizi.
- Non mi basta. – disse tornando a guardarlo, Draco aggrottò le sopracciglia, senza capire.
- Per quanto Teddy sia mio figlio e metterò sempre il suo bene sopra di ogni altra cosa, non voglio essere amato da qualcuno perché ho lui, o perché siamo una graziosa famiglia felice.- mormorò e c’era una ferita profonda in quelle parole, una ferita che Draco non capiva come aveva inferto – Forse sono egoista,- soffiò ancora – Ma vorrei che tu amassi me, prima di noi. –

Mi sono innamorato di voi.

Harry non era ferito perché Draco aveva lasciato che i suoi sentimenti prevalessero nella loro amicizia, era ferito perché aveva dichiarato qell’amore, associato a quella famiglia.
Ma Harry mertiava di essere amato, Teddy o meno. Lui era un adorabile e inevitabile valore aggiunto.
Il che voleva dire, contro ogni ragione, che Harry voleva essere amato… da lui.
Draco gli rpese le mani, gliele strinse csì forte che temette di avergli fatto male.
- sono innamorato di te.- si corresse allora – così tanto che non so cosa fare del resto della mia vita se non sei con me. –
- Draco… - soffiò, come a chiedergli di smetterla.
- Sono sempre stato innarmoato di te. – confessò – Per questo ho accettato di venire a pranzo, per qeusto ho accettato tutti gli altri pranzi e le cene e gli incontri. Ancora non so perché continuassi a invitarmi, non oso sperare, ma quello che sapevo era che mi stava bene tutto, anche addormentare un bambino, se lo facevo con te.-
Gli occhi di Harry si alzarono e si persero ne suoi. Queste parole, lo avevano finalmente raggiunto.
- Ti amo.- disse, cercando di imprimere tutto il suo amore in quelle due uniche parole. Erano state create apposta – E voglio stare con te, e fare da padre a Teddy con te. Fare ogni cosa per il resto della mia vita… con te. –
Ebbe appena il tempo di vedere una lacrima scivolare lungo il viso di Harry prima di sentire il sapore salato sulle labbra nel bacio che seguì.
Si baciarono grossolanamente e scomodi ma era così perfetto che quando Teddy comparve tra loro nemmeno se ne accorsero.
Tirò a entrambi i capelli.
Risero e Draco prese in braccio il bimbo.


Illusioni

Feb. 22nd, 2020 11:37 pm
macci: (Default)
- Sei ingrassato un poco? –
Loki osservò il fratello con la coda dell’occhio e il nervosismo che virava nelel vene.
Non era colpa sua se era così scemo, ma di certo non apprezzava quei commenti. Con un po’ di magia riuscì a nascondere l’abbozzo di pancia e si alzò pronto a rivestirsi.
- Dove vai? –
- In camera mia, abbiamo finito. – replicò chiudendosi la vestaglia.
Thor fece una smofia e si lasciò andare sulle coperte – Ma io voglio farlo di nuovo.- protestò – Ultimamente non lo facciamo abbastanza. –
- Abbastanza? – gli fece il verso Loki – Cos’è ti ha ordinato il dottore di scopare? –
- Dovrebbe. E’ un ottimo toccasana. –
- Trovati una bella fanciulla, fratello. –
- a che mi serve una fanciulla? Ho te. – gli cinguettò divertito – In più, se volessi una qualsiasi fanciulla tu potresti trasformarti in lei.-
A volte, era veramente troppo stupido.
Loki alzò gli occhi al cielo e masticò un – Buona notte.- ma Thor gli afferrò la cinta della vestaglia e lo tirò indietro. Cadde seduto tra le sue gambe e il maggiore ne approfittò per avvolgerlo in una abbraccio impacciato.
- Non volevo offenderti. – soffiò con una voce suadente e dolce.
Maledetto.
Pasò una mano sul grembo e la lasciò scivoalre in basso, pronto ad afferrare cose che Loki aveva molto care e che solo al pensiero si stavano già risvegliando.
- Abbiamo finito. – disse, con severità.
Thor sbuffò e lo lasciò andare.
- Sei una guastafeste. –
- Lo so. –
- Ci vediamo domani? –
Loki gli lanciò un’icchiata dall’altro – A domani. – gli concesse.

Il loro rapporto era sempre stato molto unito, ma ad un certo punto qualcosa era profondmente cambiato tra loro.
Gli ormoni? Le prime erezioni? Non sapeva nemmeno com’era iniziata davvero. Saepva solo che era iniziato con la curiosità ed era finita in una relazione stabile.
Bhe, un surrogato di relazione.
Non era normale, era totalmente sbagliato, soprattutto non si erano scambiati promesse, o confessioni.
Semplicemente non passavano quasi mai la notte da soli nei loro letti, e non passavano mai davvero la notte addormentati da anni ormai.
Anche se Thor aveva frequentato altre ragazze, anche se Loki aveva frequentanto… molte altre persone, alla fine, durante la notte, sgattaiolavano in una delle loro due stanze per divertirsi.
All’inizio era solo toccarsi, poi succhiarsi e infine, Thor lo aveva spinto sul letto e lo aveva scopato.
Era stato doloroso e confuso, ma dopo un po’ avevano provato nuovi meditori per continuare a farlo. Non avevano più smesso.
Tuttavia, ultimaente qualcosa era cambiato.
Loki si guardò allo specchio e lasciò scivolare via l’illusione. Si toccò l’addome rigonfio e il gelo scorse nelle sue vene ad ogni respiro
Lo aveva sentito muoversi qualche giorno prima, da allora, non era più stato possibile negare quella realtà.
Loki non era sicuro come fosse successo, o meglio, non era sicuro che quella cosa potesse essere davvero possibile. C’erto era a conoscenza su come si facessero quella cosa… i figli… ma era anche piuttosto convinto che lui e Thor essendo due uomini non sarebbero dovuto essere in grado di averne.
Eppure, Loki non poteva guardare al suo addome se non con una matematica certezza che ci fosse una vita che vi cresceva.
Non sapeva nemmeno a chi chiedere aiuto…
Non poteva certo dire in giro che lui e thor giocavano in modo che non sarebbero dovuti essere concessi, era pure spaventato dall’idea di dover ammettere ad alta voce che pensava di essere icninto.
Era una situazione davvero, davvero complicata.
Aveva il sospetto che fosse per via della sua natura magica, il suo essere un camalonete, il dio delle illusioni. Poteva mutare forma, diventare una donna o animale, non era così sicuro quindi esattamente come i suoi poteri e lil suo corpo funzionassero. Era anche l’unico in famiglia ad avere queste abilità quindi non era nemmeno sicuro di a chi chiedere consiglio.
Ma era anche l’unica cosa che lo differenziava e l’unico motivo valido di poter ammettere che c’era quella vita dentro di lui.
A quanto pareva, era in grado di concepire figli e aspettava il figlio di suo fratello.

Nel tempo iniziò a negarsi a Thor, che diventava sempre più insistente.
- Va a cercare qualcun altro! – gli urlò un giorno disperato. Dovevano essere gli ormoni.
Thor lo aveva guardato come avetsse tre teste, e aveva borbottato qualcosa prima di andarsene.
Per Loki, nascondere la pancia con la magia, mentre era in preda a preoccupazione e ormini stava diventando sempre più difficile.
Ad un certo punto, però, arrivarono le voglie.
Non si trattava solo del cibo, come principe di Asgard non ci metteva molto a chiedere uno dei più improbabili manicaretti che la sua mente vogliosa poteva immaginare e farselo arrivare.
La voglia che era più difficile da affrontare era la frustrazione.
Aveva scacciato Thor per non mostrargli il suo corpo, ma nel farlo, doveva fare i conti con anni e anni di sfogo sessuale che veniva imrpovvismente sopito e alimentato da ormoni.
Liki, ammise con rabbia, sentiva la mancanza del sesso.
E, in un angolo della sua anima, sentiva la mancaza di Thor.
C’era qualcosa di particolare in loro, non era solo quel segreto che condividevano, era un rapporto unico che solo due fratelli potevano avere. Era il loro modo di interagire, di cercarsi, di stare insieme.
Si odiavano un poco, si stimavano tanto, si amavano…
Beh, Loki non era sicuro di cosa fosse davvero l’amore ma era più che convinto di provare qualcosa per Thor.
Bhe, era letteralmente il padre del suo bambino.
Cielo, pensò con le lacrime che riempivano i suoi occhi, stava per avere un bambino!

Una sera, la mancanza divenne insopportabile. Scagliò l’inganno sul suo addome e cercò suo fratello, lo afferrò e lo trascinò via, due attimi dopo era in ginocchio, a armeggiare con i tuoi pantaloni.
- Credevo che non dovessimo più farlo… - mormorò Thor confuso.
- Ho cambiato idea. –
Riuscì asbottonare la patta e finalmente ebbe la visuale della sua meta. Gli era mancato tantissimo anche lui.
Iniziò a leccarlo senza alcun indugio, quel sapore salato e quell’odore pungente lo inebriarono fin qusi a farlo venire.
Perfino semplicemente succhiarglielo, era dannatamente eccitante.
Thor non protestò per nulla, non cercò di scacciarlo, ma anzi, gli afferrò la testa e strinse i capelli per tenerlo esattamene dov’era senza dargli la possibilità di ristrarsi alll’ultimo.
Affondò fino alla sua gola e venne con un grugnito. Loki venne con lui, senza nemmeno essersi toccato.

Non era lontanamente abbastanza, ma doveva esserlo. Così, nonostante le gambe che gli tremavano si alzò per andare via. Thor però lo afferrò e lo trascinò via.
Nonostante le proteste lo scaraventò sul primo letto che riuscì a trovare e si impose su di lui con uno sguardo famelico e un po’ minaccioso.
Sembrava così affamato che Loki arrivò a chiedersi da quanto non sfogava la sua libido. Non erano mai davvero stati monogami.
- Ehi, calmati. –
- Sei di genio epr la prima volta dopo mesi,- soffiò Thor prima di afferrargli il pantalone e letteralmente strapparglielo con una manata – col cavolo che mi calmo. –
- Thor, cosa…-
Infilò le dita in lui senza troppi riguardi. L’impazienza e la determinazione nell’essergli dentro era talmente palpabile che bastò quella a far sentire l’intero corpo di Loki percorso dal desiderio.
Cielo, voleva essere fotutto. Voleva esssere fottuto adesso.
Aprì le gambe, sussurrò il suo nome. Tanto bastò.
Thor gli entrò dentro in un'unica spinta e il sosprio di sollievo e piacere fu unanime.
Si erano mancati, ad un livello di intimità e completezza che non erano nemmeno sicuro di comprendere.
Mentre Thor si aggrappava ad ogni cosa, per darsi più spinta possibile, Loki sperò con tutte le sue forze che l’illusione non scemasse, che Thor non vedesse il suo addome gonfio.
Preso dal terrore, decise che c’era slo un modo per evitare che lui potesse notarlo.
Lo fermò come poteva e si girò per mettersi carponi, Con uan mano si aprì le natiche, a mo’ di ivnito.
Tanto bastava.
Thor tornò dentro di lui e Loki fu percorso dal più totale dei pianceri.
Cazzo se gli era mancato!
Non appena quel pargolo sarebbe venuto al mondo, avrebbe trovato un modo per evitare che riaccadesse… e non aveva mai più intenzione di lasciare il letto.
Cavolo, avrebbe cavalcato il suo sesso per il resto dei suoi giorni.
Non voleva che altri lo avessero, non voleva che thor fosse di nessun altro.
Non era amore però, era una becera, profonda e inevitabile ossessione.
Amava Thor come suo frtello, amava il sesso con lui come una dipendenza.
Le ondate divennero sempre più possenti, Loki iniziò a perdere il senso della realtà e il controllo di ogni briciola del suo corpo.
Urlò perfino, fargiglio incoraggiamenti, masticò il suo nome.
Era ormai senza pià alcun controllo della logica.
- Non negarti a me mai più. – gli sussurrò Thor all’orecchio – Non sarò più così paziente. –
- Mai più.- promise, in preda al piacere.
L’orgasmo che seguì, fu il più potente della sua intera esistenza.

Non sapeva come avrebbe potuto davvero partorire. ILa logica gli suggerì di tramutarsi in donna non appena avvertì i primi dolori.
Lo fece da solo e fu completamente spaentoso.
Il bimbo era corvino ma aveva suoi bellissimi occhi azzurri.
Era bellissimo… ed era loro.
Ma nessuno doveva sapere della sua esistenza.
Tornò uomo, incontrò una donna che aveva assoldato per prendersene cura.
Lo spacciò per un orfano che aveva trovato, promise alla donna di pagarle ogni cosa che il bimbo necessitava.
Spacciò suo figlio, per un opera di carità.
Lo fece cl cuore spezzato.
Quando aveva preso quel bambino tra le braccia, il nome di quel sentimento che provava e che non aveva mai avuto il coraggio di indagare era sfuggito dalle sue labbra con una semplicità assoluta.
Li amava.
Amava suo fratello e amava loro figlio.
E non potevano continuare così…

Questa volta, quando disse a Thor che era finita, lo era davvero.
Ma Thoer era un idiota e non lo accettò mai.
Restarono insieme, fine alla fine del modo piccolo e magico mondo.



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