Fratello curioso
Feb. 22nd, 2020 03:12 pmEra una notte piena di stelle ad Asgard. Loki era un principe sedicenne che si era trasformato in piccolo serpente che si confondeva con la mobilia e se ne stava acquattato nell’angolo della stanza, mascherato dai pesanti addobbi, in attesa.
Suo fratello Thor era appena entrato, spavaldo e tronfio come un piccolo bulletto felice e saltellava per la stanza con un sorriso così largo che sembrava comprire tutta la faccia.
Aspettò, quieto, finché non lo vide accorgersi del pacco verde lasciato sul suo letto. Il sorriso gli si accentuò.
Era quasi il suo compleanno e Loki aveva regalato un regalo perfetto per lui, qualcosa che poteva tenerlo occupato a lungo.
Con poca delicatezza, spaccò il pacco in due e scoprì cosa c’era all’interno. Loki, sorrise trionfante alla sua faccia confusa.
Sapeva che avrebbe avuto difficoltà a capire cosa fosse, per questo aveva aggiunto un piccolo, ma chiaro disegnino.
Nel disegno c’era lui, biondo e pompato come il sole, che si scopava quell’oggetto tubolare e faceva il segno della vittoria terrestre con le dita.
C’era anche una semplice animazioni, roba da nulla per lui.
Il messaggio citava: magari questo ti terrà lontano dai guai.
Loki sentì le scaglie fremere dal divertimento, mentre gli occhi azzurri di Thor diventavano curiosi e brillanti.
Per la prossima parte del suo piano, doveva tornare nella sua stanza.
Loki si stese nel letto tra le lenzuola di sera e osservò il soffitto intarsiato per un lungo attimo.
Poi incominciò.
Aveva imparato questo trucco da anni ormai, i suoi poteri gli avevano dato possibilità il cui limite era la sua semplice immaginazioni.
La sua immaginazione, tuttavia, era di un ragazzo in pietà età puberale.
Si era fatto donne, si era trasformato in donne per farsi uomini, si era anche semplicemente fatto uomini, ma tutti continuavano costantemente a paragonarlo al suo dannato perfetto fratello.
Così, la curiosità si era fatta strada in lui.
La curiosità, era poi diventata ossessione.
Quanto era grande? Quanto era largo? Sarebbe stato capace di prenderlo tutto o avrebbe dovuto fare qualche piccola magia per riuscirci?
Era davvero come lo osannavano?
Beh, suo fratello non brillava di intelligenza, ma decisamente era ben dotato, e non stentava a credere che lo fosse anche in posti non visibili.
Aveva passato la tempo la fase in cui credeva che sentirsi incuriosito da quel corpo statuario fosse sbagliato, si era detto che lui era il demone dell’inganno, tanto valeva usare i suoi poter per togliersi quello sfizio una volta per tutte.
Oh.
Eccolo.
Loki prese un profondo respiro, metre avvertiva un primo timido dito apprestarsi alla morbida apertura posto alla cime del tubo.
Aveva fatto un ottimo lavoro a ricreare un ano, che fosse il suo, e che fosse collegato al suo, non era una cosa che Thor doveva sapere.
Eccolo che entrava. Loki s’umettò le labbra, divertito che ci fosse cascato.
Lo sentì affondare nella cavità, come se cercasse di capire cosa ci fosse infondo, o se ci fosse un pericolo. Non ne trovò, ma provò a cercare ancora, non si sapeva mai.
Loki sentì il proprio corpo, setnirsi violato da due possenti dita e si ritrovò a boccheggiare mentre il piaceva si faceva strada in lui.
L’oggetto era magico, si lubrificava non appena si sentiva pronto, e Loki non era da meno.
Dopo minuti che sembravano ore, fu quasi sul punto di implorare suo fratello si sbrigarsi a affondare il cazzo in quel magico oggetto.
Si ritrovò a sussurrare il suo nome poco prima di sentire la punta premese sulla cavità.
Oh, finalmente, pensò oh, cazzo, pensò subito dopo.
Decisamente le voci non erano menzogna, l’oggetto faticava a prenderlo tutto e, con esso, Loki si sentiva spalancato come un ostrica.
Boccheggiò, quasi timoroso che l’oggetto non reggesse e che lui stesso non reggesse. Poi sentì la punta attraversare l’anello.
Prese un profodo respiro. Era ancora grande e lungo, ma almeno quella grandezza poteva gestirla. Sì, poteva…
Oh, no, non poteva.
Thor era così enorme che il corpo di Loki si sentì penetrato fino a posti che mai nessuno amante aveva mai raggiunto. Posto oscuri, posti…
Fottutamente piacevoli.
Thor si fece indietro e Loki si sentì quasi abbandonato da quella presenza così imponente, ma quando la sentì tornare in un’unica nuova spinta la testa gli girò dal piacere.
Poi tutto precipitò.
Thor ci stava prendendo la mano, era perfino diventato più eccitato.
Non credeva che avrebbe potuto sentirlo più di così ma era diventato ancora più grande e era finito ancora più in profondità in lui.
Loki stava perdendo sé stesso in quella penetrazione che stava diventando sempre più scoordinata e selvaggia.
Il suo corpo si arrese a quel piacere come la sconfitta in una battaglia, Loki si lasciò andare sul letto, aspettando che quel piacere lo divorasse per sempre.
Perché, oltre ad essere davvero dotato, era anhe duraturo.
La genetica lo aveva decisamente favorito.
Se non era il Dio del Tuono, era decisamente in grado di far vedere il Valhalla. Scopare con lui, stava dicenvando una battaglia dove sarebbe stato bello e onorevole morire.
Loki sentì montare tuttavia una nuova sensazione dentro di lui. La sentì crescere, mentre le spinte si susseguivano, la sentì avanzare come uno tsunami.
La parola piacere, non sembrava adatta a spiegarla, ma la parola follia, sembrava più che lecita.
Si ritrovò, solo nella sua stanza, con ancora perfino i vestiti addosso, a alzare il bacino nel disperato tentativo di andare incontro a spinte invisibili, mentre stringeva le dita tra le lenzuola di seta dorata.
Venne, con un urlo che gli graffiò la gola e il tempo che si fermò ad aspettare che godesse in un attimo di puro piacere infinito.
Poi crollò, senza fiato, con la testa ovattata e il cuore che martellava nel petto, ma non riuscì a smettere di provare ancora quella sensazione.
Lui si stava ancora spingendo in lui.
Faceva quasi male, sentire quell’orgasmo protrarsi così tanto.
Un male dannatamente piacevole.
Aprì le gambe, arreso all’idea che fosse su un bilico di un precipizio e che vedeva l’abisso di una dipendenza come se fosse inevitabile caderci.
Chiuse gli occhi e si lasciò precipitare.
Thor aveva preso il suo nuovo giocattolo molto sul serio. Ogni volta che svaniva, Loki sapeva di dover correre via, perché non era proprio il caso che altri lo vedessero avere un orgasmo dal nulla.
Più di uno, se si controllava la statistica.
Aveva smesso ormai da più di una settimana di dormire una notte intera, se l’ombra della pubertà aveva colto lui, aveva del tutto schiacciato Thor.
Anche se, con sua enorme sorpresa, si masturbava davvero tanto per essere colui che aveva praticamente chiuqneu ai suoi piedi.
Perfino il suo stesso fratello.
Loki ogni tanto veniva colto dal senso di colpa. Non che avessero reali contatti tra loro, ma veniva schiacciato dal semplice fatto che non aveva nuessuna intenzione di togliere l’incanto al giocattolo, benché meno di smettere di sentirsi fottuto fino in gola da una persona per cui non avrebbe mai dovuto sentirsi attratto.
Era troppo bello per rinunciare, anche se era così profondamente sbagliato.
Cosa c’era in lui che non andava?
Quel giorno, suo padre l’aveva voluto al suo fianco, durante una piccola festa con una mangiata di nobili. Thor si era così tante volte rifiutato di presenziare che era stato costretto a scegliere lui.
Se ne stava in piedi alla destra del trono, mentre nobili di ogni genere ponevano i loro omaggi e affrontavano tematiche che gli stavano a cuore: quasi sempre il desiderio di avere più soldi.
Non c’era limite all’ingordizia di certe persone.
Con la coda dell’occhio vide sulla balconata una chioma dorata e si ritrovò a seguirla con lo sguardo.
Incrociò gli occhi di suo fratello che se ne stava seduto con un sorrisetto di schermo a guardare lui e il loro padre dall’alto.
Certo, pensò, si era tolto dall’impiccio di presenziare ma poi se ne stava lì a gdersi lo spettacolo.
Alzò un sopracciglio, come a rimproverarlo. Del resto, era lui l’erede al trono.
Ma Thor alzò la mano, rivelando tenere tra le mani il loro tubo preferito e Loki avvertì il colore abbandonare il suo corpo.
C’era una consapevolezza nello sguardo di Thor, come se … sapesse.
Suo padre, i nobili, il palazzo, Asgard stessa scomparve dietro la prospettiva che suo fratello potesse davvero esser a conoscenza di quel segreto.
Poi lo sentì, un dito entragli dentro, senza grazia e senza pietà.
Singhiozzò più dalla sorpresa che da dolore, poi si sforzò di tornare calmo, di respirare.
- Stai bene? – fece il padre, con un’occhiata veloce.
- Benissimo. – disse, senza fiato.
Alzò gli occhi e thor acentuò il sorriso tronfio. Stavolta, sentì anche il secondo dito.
Si stava divertendo, pensò. Il pensiero che fosse arrabbiato, che ne fosse disgustato glissò in fretta nelal sua metne dal momento che in realtà, thor era più che intendo a approfittare della situazione.
Cielo, era così stupido da non vedere l’orrore e la malizia che c’era dietro il godersi l’idea e la consistenza del cazzo del proprio fratello maggiore dentro di lui?
Beh, era Thor. Non un pozzo di intelligenza.
Decisamente i gettoni evoluzione, li aveva usati per il corpo e Loki ne era stato molto, molto felice.
Ma dovette concentrarsi, mantenere il viso serio, annuire se il padre parlava, il tutto mentre suo fratello di stava divertendo a fotterlo con le dita attraverso un giocattolo.
Per fortuna, i vestiti erano abbastanza larghi da non far notare a tutti i nobili l’erezione che gli era venuta, ma non poteva fingere ancora a lungo.
Thor si stava solo scaldando.
Tentò di resistere, più stoico che mai, ma il suo corpo era assuefatto a quel tocco, ne era dipendente.
Sentì le gambe inziiare a cedere, ma si poteva ancora reggere in piedi.
Poi vide Thor missersi più comodo sulla sedia, fu preso dalla curiosità solo per un attimo prima di rendersi conto di quello che stava per accadere.
Ma accadde.
E si resse in piedi solo per miracolo.
Era di nuovo dentro di lui, nel suo enorme spendore, era stretto nella morda della carne. Era come se fosse lì, dietro di lui, a scoparlo davanti a tutti.
In un certo senso, era così.
Loki si rese condo di essere già venuto davanti a tutti, sentiva le mutande impregnate del suo seme.
Doveva andare via da lì, non avrebbe resistito in piedi un attimo di più. Si scusò con il padre e, ignorando le sue repliche, scivolò via.
Perse il controllo delle gambe alla prima svolta del corridoio e crollò in ginocchio, i palmi per terra.
Era come se suo fratello fosse esattamente dietro di lui, a fotterlo senza riguardi.
E, Odino, era stupendo.
Il secondo orgasmo lo colse montando lentamente. Se qualcuno lo avesse visto lì, riverso per terra, in preda al piacere, non gli sarebbe importato.
Non era sicuro di quanto tempo fosse passato, ma di certo non era lo stesso posto dove si era accasciato e aveva riposato un attimo gli occhi.
Conosceva bene quella stanza, era la stanza di suo fratello.
Si mise seduto di slancio e si rese condo che la stoffa aderiva perfettamente al suo corpo.
Thor comparve con una birra e gliela passò, il sorriso non gli aveva lasciato il viso nemmeno un attimo.
- … perché? - domandò Loki fissando il boccale come se contenesse veleno.
Thor era stupido, ma non così stupido da credere che quella domanda fosse solo relegata al liquore che gli stava passando.
- Lo so, scusa, non ho resistito.- sogghignò – Hai visto al faccia di nostro padre? Impagabile! –
Rise da solo, prendendo un enorme sorso.
Loki però non aveva sete.
- questo coso… - alzò l’oggetto tubolare e lo agitò con entusiasmo – è fantastico, grazie del regalo. –
Loki sentì la gola secca, quindi bevve un sorso di birra – Spero ti sia piaciuto anche a te. –
Fin troppo.
- Come faceva a saperlo? –
- Chi altro avrebbe potuto regalarmi una cosa simile? – lo prese in giro – Per quanto riguarda il resto… - fece scivolare lo sguardo lungo il suo corpo e per la prima volta, Loki ebbe l’impressione di notare un barlume di desiderio – Per quale altro motivo avrebbe dovuto regalarmenlo? Non sei animato da buoni sentimenti, dovevi per forza avere un tornaconto. –
Bevve ancora. Per non morire di imbarazzo.
- In ogni caso, ora non mi serve più.- aprì un cassetto e ce lo buttò.
Loki tentò di nascondere la delusione.
Ma aveva senso. Nonostante il fatto che Thor era così scemo da accettare che suo fratello avesse provato piacere nel sensirsi scopato, aveva senso mettere anche la parola fine.
Se solo non fosse stato così formidabile e dotato…
Thor gli prese la brocca di birra e gliela poggiò sul comodino poi poggiò una mano sulla spalla e lo spinse delicatamente steso.
- Ora ho te. – esultò.
- C-come? –
Thor lo baciò e loki snetì il proprio cuore perdere un battito.
Quando thor si separò da lui, i suoi occhi brillarono come se avesse scartata un nuovo gioco, un gioco di cui non si sarebbe stancato così facilmente.
- Preparati. – soffiò a mo’ di sfida – Dal vivo sarà ancora meglio. –
Fu meglio.
Fu decisamente meglio.