Vedere le stelle
Feb. 26th, 2020 11:43 pmCowt 10
prompt: mecha
Spiegazione: c'è il robot.
Vedere le stelle
- Trattieni il respiro! – esclamò Lucia con un sorriso perfido che le decorava il viso.
- Sicura che non mi farà male? –
- Nah. –
E l’armatura esplose.
Galo si ritrovò catapultato dall’altra parte della stanza e per un attimo vide le stelle. Quando si mise seduto, Lucia gli rivolse uno sguardo innocente.
- Ops. – soffiò.
- Ma perché devi ancora fare esperimenti? Gli incendi sono drasticamente calati. –
Lucia tornò a armeggiare con i rottami del robot – Sì, ma abbiamo avuto un invasione aliena e un un quasi viaggio interspaziale, direi che armarsi non è mai una brutta idea. –
- Mi pare giusto. – Galo si alzò, la sua pelle nuda non aveva nemmeno un graffio.
Perfetto. Invincibile come sempre.
- A quante esplosione siete arrivati? Cinquantasei? – una voce indispettita attirò la loro attenzione.
Dall’altra parte della sala, impettito nonostante la sua bassa statura c’era Lio con un sopracciglio alzato.
- Hai sentito le fiamme? – domandò Lucia con occhi brillanti – Ti è rimasto un certo senso, vero? –
Lio scrollò le spalle e alzò gli occhi su Galo che gli sorrise ampiamente.
- Nemmeno un graffio! – esclamò battendosi la pancia a prova – Immortale. –
- Non so davvero di cosa sei fatto. – replicò Lio – Forse è questo che dovresti studiare, Lucia. –
- nah, non è un mistero.- scrollò le spalle lei – è talmente stupido che la sua pelle si scorda le biologia più basica. –
- ehi! –
- Questo spiega molte cose. –
Galo li raggiunse, rosso in viso – Il mio ardore è solo più ardente delle fiamme stesse, non è difficile da capire. –
- Vedi? Biologia portami via. – fece Lucia tornando alla sua attrezzatura.
Lio ridacchiò sotto i baffi cosa che indispettì Galo che lo afferrò per la collottola per portarlo via.
- Che ci fai qui? – domandò allora.
Lio scrollò le spalle – Ti sono venuto a prendere. Ci metti una vita ultimamente a tornare a casa. –
Galo fu colto sul vivo. C’era un motivo molto semplice del perché temporeggiava nel tornare a casa presto: il suo coinquilino.
Il suo coinquilino che faceva ribollire i suoi bollenti spiriti.
Era da quando si era ritrovato il corpo nudo dell’altro davanti dopo he si era fatto la doccia che aveva sentito la sua di fiamma avvampare.
Quella era una scottatura che non ne volea sapere di andarsene.
Aveva una cotta per lui ormai da più tempo di quanto riuscisse a contare con le dita, che era anche l'unico modo in cui sapeva contare.
Lio alzò un sopracciglio e gli disse semplicemente - Preparati che andiamo. -
tornarono in silenzio a casa, quel silenzio scottava sulla pelle. Lio non sembrava particolarmente a disagio e questo lo lasciava ancora di più sui carboni ardenti.
Una volta a casa, si tolse la giacca e Galo non poté non nostare la lindea del suo collo sottile svanire dietro una maglietta troppo larga per il suo gracile corpo e desieriò con tutte sé stesso riuscire a seguirla oltre quel bordo.
Sentì l'eccitazione farsi strada in lui, per quel semplice piccolo dettaglio. Era davvero patetico.
- Devi iniziare a sottrarti alle idea di Lucia. E se un giorno ti facessi davvero male? -
- Figurati se succede! La mia fiamma è immortale! -
Lio fece un sorriso un po' mesto e Galo sentì il senso di colpa avanzare: quando avevano rispedito nello loro dimensione il promare, c'era una cosa che non aveva considerato: chi era rimasto.
Loro due erano parte di una generazione che non aveva conosciuto altro, per Lio, le fiamme erano state una parte di lui per l'intera vita.
A volte, aveva l'impressione che si sentisse incompleto.
Quando succedeva, Galo provava l'impulso di stringerlo così forte da fargli il proprio calore e scaldarlo. Nelle sue fantasia, ovviamente, finiva a farlo in modo carnale e selvaggio.
Ma cosa gli prendeva? Non era mai successo che desiderasse così intensamente qualcuno. A volte, aveva paura di perdere il controllo, come un incendio incapace di domare.
- Sei arrabbiato con me? - lo affrontò Lio girandosi - vuoi che me ne vada? -
- Cosa? no! -
- E allora perché mi stai evitando? -
Galo ingiò il rospo. Si grattò la testa, fortemente a disagio, poi decise che se le cose dovevano continuare così era meglio essere sincero.
Si sedette sul divano e sprofondò nella sua testa enlal ricerca delle parole adatta:
- Tu e io... facciamo scintille. - disse.
Lio lo guardò con un espressione confusa.
- Cioè... il tuo corpo... e il mio. - non sapeva nememno più cosa stava dicendo - Cioè, è come se ci fosse il Promare dentro di me, quando sono con te. -
- non ti seguo. - replicò Lio, sempre più confuso.
Galo prese un profondo respiro - Se tu mi guardi... io vado a fuoco. - insisette - Perché mi piaci troppo. -
Lio non replicò per un lungo momento, poi alzò nuovamente un sopracciglio - Beh hai un modo molto vivace di... - cercò la parola - tenere a qualcuno. - si alzò - Mi rendo conto che la nostra amicizia sia nata in modo atipico, ma mi piaci anche tu. - scrollò le spalle - Ora sei più tranquillo? -
No, non era tranquillo, perché Lio non aveva capito un bel niente!
Lio si alzò per andare a preparare qualcosa da mangiare, ma Galo lo afferrò e lo costrinse a cadere seduto sulle sue ginocchia. Poi gli prese il viso con una mano e lo guidò sul suo.
Il bacio, fu come una scintilla. Veloce e lucente.
Lio si staccò da lui, gli occhi spalancati e vicini a lui, così vicini, che gli sembrava di vederli pulsare.
Non era la prima volta che quelle labbra si toccavano.
Ora che non era questione di vita o di morte, quelle labbra gli parvero morbide e piene di vita.
Lio chiuse gli occhi e fu tutto quello che Galo riuscì a vedere prima di sentire di nuovo le labbra sulle sue, poi si sentì spingere contro il divano. Si staccarono solo per riprnedere fiato.
- In questo senso, indendevi. - disse a mo' di conferma.
Galo annuì, tre metri sopra il firmamento dalla felicità.
- Beh, allora... - le labbra si tirarono in un sorriso pericoloso e predatorio - Se mi guardi, vado a fuoco anche io. - soffiò - Con la differenza che a me piace giocare col fuoco. -
Galo non sapeva nemmeno come era potuto succedere, ma erano arrivati a letto e ci erano arrivati nudi.
Un po' gli dispiacque, avrebbe voluto spogliarlo con calma, baciarlo seguendo la linea di quel collo lungo, fino trovare ritondità nuove e perfette.
Perché lo erano, decisamente. Ora che finalmente poteva stringerle tra le mani, le sentì così belle, piene e morbide sui suoi palmi.
Lio fece un piccolo gemito che gl i vibrò in goma quando sentì il primo dito avanzare nella sua carne.
Pronunciò il suo nome e Galo quasi venne.
Così non era giusto.
Quel corpo doveva essere illegale. Era così slanciato e magro che riusciva a sentire il battito del suo cuore solo poggiando le labbra sul petto. Ne approfittò anche per succhiargli un capezzolo.
La temperatura iniziò a salire tra loro ad ogni attimo, mentre le dita diventavano due e le lingua si divertiva a giocare con i capezzoli alternatamente.
Lio gemette ancora, e quel gemito rimbomcò per la stanza.
ancora il suo nome.
- così rischio di fotterti senza prepararti bene. - lo ammonì.
Lio gli strattonò i capelli per tirarlo via dai suoi capezzoli - Sono più forte di quanto credi. - replicò con el guance rosse.
- Mi stai dando il permesso? -
- Direi più un ordine. - disse Lio tornando a baciare con audacia le sue labbra e mrodere delicatamnte quella inferiore.
Galo per un attimo vide completamene bianco, sentì solo il fioco che avvampava dentro di lui.
Forse anche lui aveva del promare dentro di sé, uno che poteva essere acceso solo con Lio come miccia.
Insieme, comsumavano l'aria attorno, la rendevano irrespirabile.
Fuoco vivo e un pompiere, che coppia che erano. Perché lo erano, pensò mentre lo spingeva steso sul materasso e lo guadava dall'altro: erano una coppia.
... o no?
- Noi stiamo insieme, giusto? - chiese conferma.
Lio alzò gli occhi al cielo e per un attimo sembrò volerdlo picchiare - Dipenderà da quanto sarai bravo. - scherzò - Se mi fai tornare tra le stelle... posso farci un pensierino. -
Galo quasi rise, mentre la sfida si faceva strada assieme alla passione.
- Facciamo esplodere questa supernova. -
Gli aprì le gambe e godette di quella vista: Lio con il viso arrossato, le gambe spalacante, il sesso duro e l'ano che stringeva le sue dita.
non aveva mai visto nulla di più bello, e nulla di più caldo.
questo fuoco, rischiava davvero di scottarlo.
Però questa volta non gli sarebbe spiaciuto.
tolse le dita e osservò con avidità l'ano che si contraeva pronto ad accoglierlo. Si prese l'uccello e lo guido a quella porta del paradiso godendosi per piccolo risucchio prima di spingere.
Il calore gli dette alla testa. La pressione, gliela fece del tutto perdere.
Si ritrovò a spingere con più forza e disperazione di quanto avesse mai creduto possibile. Dimenticò il suo stesso nome o perfino come si respirava, in favore di godersi la frizione in quell'ano stretto.
Cielo, aprì gli occhi per vedre il viso di Lio che però era coperto dalle sue mani, come aveva fatto a convivecerci senza estinguere l'incendio che lo animava ogni volta che i suoi occhi sfioravano la sua figura.
Il pensiero che nasondesse il viso per nascondere in realtà il dolore, lo colse come un estintore. Galo rallentò i fianchi fino a fermarli, e si sforzò di mettere due neuroni isnieme per prendere la sua mano e toglierla.
Ma Lio sembrava compeltamente assorto, rosso completamente in viso, le labbra socchiuse nei sospiri.
- Ti sta piancendo? - cercò conferma, ansando.
Lio serrò gli occhi e si morse un labbro - Continua. -
- Se ti faccio male... -
- Continua. - sembrò un ordine perché lo era.
Galo si sentì rassicurato, ma stavolta quando riprense a muoversi lo fece con meno foga. Era ancora soggetto al desiderio di spingersi senza pietà, ma l'andarci pieno gli offrì la più ammirevole sensazione di godersi il giro attimo per attimo.
Non stava più correndo per arrivare al traguardo, ma si stava godendo la vista.
E Lio era una bellissima vista.
Si sedette sui talloni e afferrò i fianchi dell'altro per tirarli su. Iniziò a spingersi più in profondità di prima, metre Lio si faceva manovrare come una maionetta a cui avevano tagliato i fili.
Ma il piacere era troppo per entrambi, Lio assecondò le spinte, si aggrappò al letto mentre i suoi occhi diventavano per un secondo completamente bianchi, come luca pura.
L'aria già calda si infiammo attorno a loro e Galo avvertì il familiare formicolio sulla pelle del calore che lasciava il fuoco indomito.
Lio inarcò la schiena cosa che lo elevò completamente dal letto.
Il suo corpo solo all'apparenza graciel sembrava un agisce fuscello mentre l'orgasmo avanzava in lui, vibrava attraverso la pelle.
L'orgasmo per lui era un vero e prorpio indomito incendio che consumava ogni ragione e lasciava solo cenere.
Lio crollò, senza più energia, il seme che scivolava dal petto. Galo uscì da lui, e si toccò quel poco che bastava per godere fino all'ultimo di una vista così paradisiaca.
di una cosa era certo: non avrebbe mai più temporeggiato a lavoro.
Probiabilemtne non ci sarebbe più nemmeno voluto tornare a lavoro.
Voleva stare con lui, fare l'amore con lui, consumarlo.
Lio aveva avuto materialmente del fuoco che scorreva nelle sue vene, ma lui...
oh il suo era genuinamente umano ed era di quel biondino che ansimava spossato dal più potente orgasmo che avesse mai avuto.
Lio era crollato addormentato poco dopo, cosa che aveva lasciato a Galo l'arduo compito di pulirlo. Dopo di ché, si infilò accanto a lui sotto le coperte e lo guardò dormire.
qeulla mattina non avrebbe mai creduto che sarebbero finiti insieme, credeva che quell'amore fosse a senso unico. Ora, invece, non poteva fare altro che sorridere tra sé e sé.
Si addormento con il profumo di loro che accompagnava i suoi sogni.
Si risvegliò il mattino dopo con un calcio di Lio.
- Devi andare a lavoro! -
Galo si mise seduto e per un attimo gli parve che la notte prima fosse stata solo un sogno. Ma non lo era, perché l suo nuovo fidanzato stava preparando la colazione... completamente nudo.
Cosa che fece diventare Galo immediatamente duro.
- Stai cercando di sedurmi di prima mattina? -
Lio fece un mezzo sorriso - Come un ex-fuoco vivo ammetto di non esser mai stato davvero avvezzo ai vestiti. Il fatto che tu ora voglia scoparmi, mi aiuta a non portarli senza problemi. -
Galo si alzò e lo raggiunse, abbracciandolo da dietro. Lasciò che il sesso duro si adagiasse tranquillamente sulla base della schiena, pronto a scivolare nelle natiche sode e posò un bacio sul collo.
- Dovrai vestirti invece, o non mi limiterò a guardarti. -
Lio spense il fuoco e si appoggiò alla credenza - Chi ha mai parlato di guardare. -
- Come ho fatto a vivere con te per mesi senza fotterti? -
- Abbiamo assodato che l'intelligenza non è una delle tue qualità. - replicò - Tuttavia, ne hai... farmi vedere le stelle è una di queste. -
Galo ridacchiò e si posizionò pronto per entrargli dentro - Stiamo isnieme, giusto? - soffiò.
Lio scrollò le spalle - Stiamo ovunque ti pare se serve a farti entrare dentro di me. -
- Staimo insieme. - confermò allora.
Provò a entrare, lio gli dette un calcio al volo con uno stinco - Ieri hai passato due ore a preparamri e ora vuoi passare direttamente al sodo? -
- Scusa...? - farfugliò Galo, colpevole.
Galo meditò su come prepararlo in fretta. Certo poteva infilare le dita e aspettare che l'eccitazione facesse il suo corso, ma era già così duro e pronto ad esplodere che non poteva spettare molto.
Si mise in ginocchio gli aprì le natiche, limitandosi a infilare la lingua e scoparlo co la stessa.
Funzionò anche fin tropp bene.
E, prima di colazione, lo scopò di nuovo.
Lucia soffiò sul computer con aria seccata. Galo e Lio non si facevano vedere da giorni e lei doveva provare la sua nuova arma speciale: un mecha alto tre metri, armato di ogni confort.
Era simile a quello del professore, ma anziché funzionare con il fuoco attivo di un possessore di Promare, funzionava con l'energia residua.
Alla fine, l corpo di Lio era cresciuto con un alieno dentro di sé, credere che fosse semplicemente totnrato umano era molto stupido.
Così, potevano e dovevano imbrigliare quelle qualità.
O Galo sarebbe esploso un altro po' nel tentativo.