Copriti, se sei pallido
Feb. 16th, 2021 10:59 pmIniziativa: cowt11
Prompt: il coperchio del mare
Parole: 7055
Copriti, se sei pallido
La cosa più fastidiosa di tutto erano le smancerie. Ron e Pansy erano i più appiccicosi, mentre Hermionen e Blaise passavano ore a guardarsi negli occhi.
Era snervante essere gli ultimi due single del sestetto e essere costantemente al loro seguito dal momento che altrimenti sarebbero stati loro due, da soli.
Harry lanciò un’occhiata a Draco Malfoy, seduto sulla sdraio come se fosse un trono reale, la schiena così dritta che annullava di fatto l’utilità di una maledetta sdraio. I duoi occhi scrutavano l’orizzonte come se cercasse di vedere la curvatura della terra e così confutare che la terra era davvero sferica.
- E’ tetraedrica. – gli venne incontro con un sorriso affabile.
Gli occhi grigi del serverde si spostarono su quella nuova interferenza nel suo lungo pensare e lo guardarono come se un suddito della più bassa estrazione sociale gli avesse appena rivolto una parola.
Si massaggiò il collo, sentento già la testa volare via.
- di tetraedrico c’è solo il tuo cervello, Potter. – replicò con una cadenza seccata – renditi utile e vanni a prendere uno di quei cosi cremosi che vi piace tanto. –
- Avete i gelati anche nel mondo dei maghi, dovresti sapere cosa sono. –
- Abbiamo i freddogusti, e sono mille volte meglio. Ma mi accontenterò. –
- C’è un gusto particolare che vuoi? –
- Sei ancora qui? – replicò seccato, finalmente abbassando la schiena per sdraiarsi – Se ti sbrighi magari ti potrei concedere la libertà, mio piccolo elfo domestico. Mi eviterebbe di doverti vedere. –
Harry osservò il corpo del ragazzo e si ritrovò a sorridere sotto i baffi. Draco non doveva aver collegato che per liberare un elfo serviva un indumento e l’unico che al momento possedeva addosso era un costume da bagno.
Doveva ammetterlo, per essere liberato, sarebbe volentieri corso fino al bar per tornare con un succulento gelato.
A quel punto le due cose si potevano tranquillamente accumulare insieme.
Accantonò il pensiero. Se era vero che nonostante i loro amici facessero ormai coppia fissa, tra loro era un altro paio di maniche.
Harry trovava Draco Malfoy sexy da morire? Assolutamente.
quando lo aveva visto in costume da bagno aveva rischiato l’erezione istantanea? Senza dubbio.
Lo irritava da morire e allo stesso tempo lo portava ai matti non zittirlo con il proprio cazzo giù per la gola? Decisamente.
Aveva una mezza possibilità di consumarlo fino alle primi luci dell’alba? Non in quella vita.
Così si alzò e, lanciando un’ultima occhiata alle altre due coppie che non si erano nemmeno resi conto che lui e Draco erano effettivamente lì, si diresse verso il bar.
Una volta lì si prese qualche attimo di tempo per bersi una bella bibita ghiacciata non desiderando tornare con così tanta fretta a sedere sotto un ombrellone con due coppie che facevano i piccioncini e un ragazzo che odiava la sua sola presenza ma che era uno schianto in costume da bagno.
Ormai andava a farsi una nuotatina al mare solo per raffreddare isuoi bollenti spiriti. Quando lo avevano costretto a fare quella vacanza non aveva considerato questo fattore.
Quando tornò all’ombrellone, il sole era girato abbastanza che l’ombra era scivolava via dal corpo del suo sogno proibito. Finalmente, con la schiena appoggiata alla sdraio, sembrava essersi un po’ rilassato al sole e sperò che questo lo tenesse un po’ docile con gli occhi chiusi affinché potesse godersi la vista senza che fosse un’occhiata veloce e discreta.
Ma la rilassatezza post pranzo avvolse anche lui come un guanto e si ritrovò addormentato sul suo lettino quasi subito.
Erano ormai passate ore quando Ron lo svegliò scuotendolo malamente.
- Harry, svegliati. Dobbiamo andare –
- mh? – si destò dal suo sonno e si mise seduto. In tempo per sentire un gemito molto sofferto. Si girò verso il resto dei suoi amici. Blaise era chino sulla sdraio di Draco mentre Pansy tentava di non ridere ma lo sforzo le aveva colorato le guancie di rosso. L’unica che sembrva sinceramente preoccupata era Hermione.
Draco era ancora sulla sdraio ma non riusciva a vederlo per via della barriera umana che gli si era creata attorno.
- Dobbiamo tornare in albergo. – disse Ron, gravemente – Malfoy non sta bene. –
- come? – si alzò di slancio e afferrò le spalle di Blause e Hermione per discostarli e così aprirsi la visuale sulla persona sdraita.
Solo che quella non era più una persona. Era un aragosta lessata al sole.
Pansy puntò il dito sul braccio e premette con orgoglio così da causare nel servperese un ulteriore gemito di dolore che stavolta la portò a ridacchiare esplicitamente.
- Ti avevo detto di metterti la pozione protettiva! – lo rimproverò Hermione – Hai la pelle delicata. –
- Io non prendo ordine da nessun grifondoro! – tentò di replicare con minacciosità Draco, cosa che gli risultava impossibile con il corpo completamente ustionato e gli occhi rossi per le lacrime.
Seguirono diversi minuti sul da farsi, prima che Hermione annunciasse che dovevano tornare in albergo e che lì avrebbe preparato una pozione per ripristinare in fretta la pelle del biondino.
L’albergo non era lontano, ma ogni passo per Draco fu una vera e propria tortura.
- il crucis fa meno male… - bofonchiò dopo che era stava adagiato sul letto con quanta delicatezza poteva. E ne poteva usare davvero poca.
Hermione scomparve nella sua stanza a preparare la pozione. Blaise e Ron iniziarono a bofonchiare tra loro con aria concentrata mentre Draco tentava di fissare il soffitto con l’aria di chi sperava gli cadesse addosso per porre fine alle sue sofferenze. Purtroppo per lui, non accadde.
Cosa c’era che non andava in lui per trovarlo estremamente sezxy anche così?
- E quindi direi che è la soluzione migliore. Non trovi, Potter? –
Cadde dalle nuvole girandosi verso i suoi amici. – come? –
- Contiamo su di te. – insistette Blaise con una pacca sulle spalle – Sono sicuro che lo farai sopravvivere questa notte. –
- eh? –
- Grazie di esserti offerto così altruisticamente. Ti dobbiamo un favore. –
- cosa? –
- Allora, diciamo a hermione di portarti la pozione e ci vediamo domattina. –
Andarno via senza dare a Harry tempo di capire cosa fosse davvero successo ma la realizzazione lo colpì quando la porta si chiuse con un BAN e lui si ritrovò solo nella stanza con un Draco Malfoy dolorante, mezzo nudo di cui prendersi cura tutta la notte.
Non era la situazione in cui avrebbe voluto trovasi. Almeno non così.
Tanto per cambiare avrebbe voluto renderlo lui dolorante. A seguito della notte in questione.
- Portami l’acqua! – sbraitò il ragazzo, dolorante.
Immagino che doveva prendere ciò che il destino gli dava.
Per le seguenti due ore, Harry sopportò ogni capriccio, ogni insulto, ogni lamento con pazienza infinita. C’erano dei momenti in cui Draco fissava il soffitto, perso nei suoi pensieri, ed erano un piccolo angolo di pace in tutto quell’incubo.
Alla fine di quelle due faticose ore, Hermione comparve nella stanza e gli mise in mano tre flaconi di crema.
- Gli farà ricrescere la pelle ustionata, risanando tutto. – confermò – Auguri –
- Cosa? –
- Bhe, non posso certo mettergliela io. Sarebbe sconvieniete. –
- E per me non lo sarebbe?! – quasi sbottò esasperato.
Hermione s’umettò le labbra – Certo. Ma tu lo gradirai pure un po’ quindi… divertiti. – gli fece un piccolo occhiolino e anche lei prese il via.
Harry si ritrovò quindi con tre flaconi giganti tra le braccia, aguardare il corpo seminudo di Malfoy che avrebbe dobuto presto massaggiare.
Osservò l’entita delle ustioni e notò con un eccitante orrorem che le ustioni andavano fino alla estremità dell’elastico del costume da bagno.
Sembravano essere davvero dappertutto.
Prese un profondo respiro: sarebbe andato tutto bene. A differenza di Malfoy lui era vestito. E non poteva abbassare la testa per vedergli protuberanze strane.
Tutto sommato da questa situazione poteva venirne qualcosa di buono fuori.
- Che aspetti, ptter, un invito scritto? –
- Assolutamente. –
- Non scocciare e mettermi la pozione! –
Harry si avvicinò al letto e poggiò un paio di flaconi lontano dalla sua portata mentre l’ultimo glielo sventolò sotto il naso.
- E’ questo che vuoi? –
Gli occhi di Draco erano rossi sia per il dolore, che iniettati di sangue, osservò prima lui, poi il flacone.
- Potter… - soffiò, minacciosamente.
- Vuoi che ti sparga per tutto il corpo questa pozione giusto? –
- Non fare il coglione. – le guance dovevano essersi tirate tanto che una smorfia di dolore gli sfuggì sul viso – Ne ho bisogno. –
- lo so. – soffiò Harry divertito – devi solo chiedrmelo. Gentilmente. –
Gli occhi grigi lo trafissero nuovamente, e gli ingranaggi del cervello iniziarono ad incepparsi – Potter. – disse ancora. Nel suo vocabolario avrebbe dovuto essere una cosa a metà tra una minaccia e una richiesta gentile.
- anzi, no. – fece Harry divertito – Implorami. –
Per un attimo ebbe paura di aver tirato troppo la corda, ma Draco si limitava a fissarlo in silenzio. Provò ancora un po’ a tirare la corda, era troppo divertente.
- Ti aiuto, prova con “ti prego, Harry” –
Draco abbassò gli occhi sul suo corpo, come se soppesasse il danno e quanto era disposto a concedere.
- Se mi aiuti, ti riempio di soldi. –
- “ti prego, aiutami” –
- Dammela, me la metto da solo! –
Provò ad alzare il braccio ma il dolore lo colse come un avada kadavra e dopo un urletto poco rivile lo lasciò cadere. Due lacrime gli solcarono il viso, cosa che fece sentire in colpa il grifone.
Stava per arrendersi e iniziare, quando sentì Draco Malfoy pigolare.
- Ti prego, aiutami. – e, stradinariamente, sembrò perfino sincero.
Non fu divertente come sperava.
Si sedette accanto a lui e si spruzzò un po’ di pozione sulla mano per poi iniziare dal viso. Massaggiò con più delicatezza poteva la fronte, le guence e la liena del mento. Era la prima volta che poteva toccarlo con così tanta intimità, forse sarebbe stata l’ultima.
Decise di prenderla molto con calma.
Massaggiò ogni parte del suo viso, passo le dita pure sulle labbra screpolate e gli occhi di Draco si addolcirono un poco.
La pelle iniziò a stare bene quasi immediatamente, il rossore iniziò gradualmente a diminuire e il viso iniziò a rilassarsi.
Dopo il viso, che lasciò con rammarico, passò al collo, le scapole, le spalle…e il petto.
Era così concentrato in quel minuzioso lavoro che non si era reso conto di trattenere il respiro ogni volta che toccava la sua pelle.
In parte era perché fosse concentrato in non fargli assolutamente male, in parte perché respirare rubava attenzione ad ogni forma, avvallamento, tocco che poteva rubare.
Con il viso in via di guarigione, ma ancora il corpo dolorante, Draco ora aveva un espressione sofferta e sfinita ma anche rilassata.
Era quello il suo viso dopo aver avuto un orgasmo?
Come avrebbe voluto scoprirlo!
Il palmo impomatato scorse lungo il braccio arrossato con delicatezza e una volta che il rossore diminuiva, iniziava leggerente a massaggiare per far penetrare la pozione più in profondità. Gli occhi di Draco qualche volta si socchiudevano dal sollievo e Harry era contento di stargli facendo del bene tutto sommato.
Passò minuziosamente la pozione sull’avambraccio, sulle mani, tra le dita, così via anche con l’altro braccio. L vide provare a muoversi quadi volesse testare la sua nuova mobilità ritrovata, ma una smorfia spuntò nuovamente sul suo viso.
Stava guarendo, ma le ustioni erano chiaramente profonde e ci voleva del tempo.
Solo la parte superiore aveva consumato la prima boccetta, quindi prese la seconda e ne versò una generosa quantità sul petto. Poggiò la mano delicatamente sullo sterno e iniziò a massaggiargli i pettorali arrossati. Per un secondo, evitò i capezzoli, come se toccarli avrebbe potuto mettere i manifesti sulla sua sitazione, ma poi si disse che se c’era un occasione di poter godere della loro consistenza sotto le dita, era quella.
Era un’occasione più unica che rara.
Con un’esitazione e un profondo respiro, passò delicatamente le dita sull’aureola. Cercò di non farlo vedere come un obbiettivo, ma come un passaggio obbligato. Quando finalmente il suo indice premette sul capezzolo dentro, si ritrovò a trattenere il repsiro.
E Draco pigolò piano.
- Ti ho fatto male? – domandò.
- Sì. – fu la sua risposta lapidaria.
Mise altra pozione e insistette sulla zona nuovamente, e si premunì di usare l’altra mano per occuparsi anche dell’altro capezzolo rimasto finora ignorato.
Draco sviò lo sguardo, probabilmente imbarazzato. E Harry si godette ogni secondo di quella tortura, li massaggiò, li premette come bottoncini, li sentì indurirsi, li avvertì ingrandirsi.
E gli divenne duro all’istante.
Draco bofonchiò quella che poteva essere solo un’imprecazione e tornò a guardare il soffitto come se cercasse una distrazione, una qualsiasi.
Per un secondo, l’istinto più primordiale di prendere tra le labbra quei bottoni lo accolse come una fiammata alimentata dall’alcool, ma cercò di aggrapparsi ad ogni suo più piccolo neurone per tornare in sé.
- basta così, appena guariranno le braccia al resto ci penso io. –
- Possono volerci ora. –
- ho detto… -
Harry gli toccò la pancia ancora arrossata a draco sobbalzò con un urlettò che gli uscì dalle labbra. Un sorriso malvagio decirò il video di Harry.
- Dicevi? –
L’altro tacque.
Non avrebbe rinunciato all’idea di toccarlo nemmeno sotto tortura. Aveva avuto il suo corpo mezzo nudo davanti per tutto il giorno, non potendo quasi nemmeno guardarlo senza rendere le sue attenzioni evidenti, ora aveva perfino la scusa di guardare e toccare? Non ci pensava nemmeno a rinunciare.
Abbassò le sue attenzioni sugli addominali, e il solo pensiero di toccarli il suo sesso ebbe un fremito.
Ormai passata il tempo tra l’apnea e il sentire il cavallo dei pantaloni soffocare, e tutto ciò che il suo corpo riusciva a fare era toccarlo, massaggiarlo, desiderare ogni centimetro.
Alzò gli occhi brevemente su di lui trovandolo con la testa girata e lo sguardo più lontano che mai.
Lasciò scivolare la mano unta più in basso, giusto un paio di centrimetri, ma lasciò quasi intendere l’idea di valicare l’elastico del costume e proseguire per parte dove il sole non aveva fatto danni.
Merlino solo sapeva se non ne ebbe un vero istinto di farlo.
Nella sua mente, doveva essere una cosa semplice, un giocre un altro po’. Era riuscito a fargli indurire i capezzoli che svettavano ancora nella loro bellezza sul petto del biondino, ma dubitava di riuscire in altro.
Una punta dell medio quasi valicò l’elastico, si fermò giusto in tempo per non farlo davvero, quasi a simulare una carezza solo più generosa delle altre.
Cioè che lo sorprese, fu vedere Draco schudere le labbra appena per poi serrarle. Le se guance erano all’impovviso divnetare di nuovo rosse o la pozione doveva ancora funzionare?
Era così assorto nel guardare il suo viso imbarazzato e rosso che il pensiero che le sue attenzioni potessero far indurire altro più dei capezzoli non l’aveva nemmeno sfiorato.
Abbassò gli occhi e Draco tentò di impedirglielo dicendo – Ora posso fare da solo, posso muovermi, guarda!-
Provò a piegare un braccio e l’urlo di graffiò la gola.
Ricadde, ansante e l’odio per sé stesso che irradiare da ogni centimetro di pelle solo apparentemente risanato.
Era duro.
Harry non riusciva a distogliere lo sguardo da quel bozzo che era si era creato nel costume, impossibile da nascondere o dissimulare.
Draco era diventato duro ed era mezzo nudo e impossibilitato a muoversi.
E lui voleva scoparlo.
Un pensiero malvagio si affacciò nella mente di Harry, un pensiero così crudele e che avrebbe dovto spaventarlo.
Avrebbe potuto prenderlo, fotterlo, per ore. E dRaco non avrebbe potuto dire e fare nulla per fermarlo. Assolutamente nulla.
Venne un po’ nei suois tessi pantaloni al solo pensiero, ma si aggrappò ad una ragione che non sapeva nemmeno di aver ancora.
Prese un lungo e profondo respiro, cercando di ignorare quella durezza che se ne stava lì, come un gelato ghiacciato nell’afa estiva.
Sfidando ogni logica, decise di continuare a curargli le scottature. Fingendo di non aver visto l’evidente erezione, si spostò sulla parte inferiore del suo corpo, scendendo dal letto e iniziando con i piedi.
Per fortuna qui la bruciatura era strettamente legata alla parte inferiore delle gambe, complice ancora un po’ d’ombra rimasta si era salvata. Ma c’erano le cosce che sembravano aver bisogno pozione immediatamente.
La sua mente, già perversa per ovvie ragioni, si chiese quanto gli avrebbero fatto male, mentre si spingeva in lui.
La sua mente doveva assolutamente oriarlo, per continuare a rimandare nella sua mente immagini del genere.
Prese, infine, la terza e ultima boccettina.
Continuò dalle ginocchia, massaggio delicatamente centimetro dopo centimetro. Sentì la saliva azzerarsi in bocca mentre avanzava verso l’alto e diventava sempre più difficile ignorare quella presenza. Cosa che divenne impossibile non appena fu così vicino da quasi sentire la meta sotto i palmi.
Tentò di regolarizzare il respiro, mentre, con una misticità unica, fece scivolare il palmo nell’interno coscia e sentirlo sobbalzare nel momento che le nocche si ritrovarono a urtare un testicolo.
Oh porco merlino, voleva aprire la mano e afferrargli tutto, voleva sentire quell’ennesivo avvallamento sotto le dita.
Ma si sforzò di razionalizzare ciò che stava succedendo: Draco non era eccitato dalle sue carezze. Era semplice biologia, le endorfine date dal sollievo della fine di un dolore lancinante dovevano averlo stimolato abbastanza da renderlo completamente duro.
Ma era una cazzo di erezione sull’uomo che si sognava la notte, cazzo.
- Hai finito? – sbottò ancora Draco, ormai i suoi occhi sembravano fissi sul muro, incapaci di sostenere il suo sguardo – Se hai finito, vattene. –
Si rese conto di muoversi solo quando Draco provò a fermarlo ritrovandosi a gemere dal dolore.
Anche se la pelle era tornata rosa e sana, le ferite in profondirà erano ancora in riparazione.
Tutto perché aveva fatto scivolare un dito dentro l’elastico dei suoi boxer.
- e questa? – domandò, con una piccola nota divertita nella voce – Non vuoi che ti aiuti anche con questa? –
Tutto il corpo di Draco era bollente per il sole pres, ma il calore dei suoi genitari era così invitante da sfidare il caldo dell’afa estiva.
- Fanculo, Potter. –
- E’ un invito? –
Ridacchiò, per non mostrare il vero desiderio che c’era dietro quelle parole,
Draco tacque, ma lo vide stringere e dita sulle lenzuola come se cercasse di far fronte a un improvviso dolore.
- Non potrai muoverti per altre ore, prima che tu possa darti sollievo, inizierà a farti molto, molto male. –
La salivazione iniziò ad aumentargli nella bocca.
I testicoli erano di una perfezione incredibile, sembravano avere la perfetta misura per finire nella sua bocca. Il suo sesso, oh quello, completava il coronamento, sembrava perfetto per la sua mano, lungo da godere di ogni carezza, e avrebbe dato ogni cosa per affondarselo in gola.
Desiderò di tirare via il resto del costume, di osservare l’anello di carne, si chiedeva se fosse anch’esso bianco come lui, o magari più rosato. Desiderò saggiarlo con le dita, affondare in quell’antro…
Qualcosa nel suo sguardo doveva averlo tradito, perché Draco lo riportò alla realtà dicndo.
- smettila di sbavare Potter. –
- parla quello che ce l’ha dueo solo perché l’ho accarezzato un poco. – replicò lui, divertito.
- è una reazione fisiologica, - rispose piccato - dopo tanto dolore il sollievo porta a queste conseguenze. –
Un sorriso si aprì sul viso di Harry – E dimmi, Malfoy, riesci già a muoverti? Perché altrimenti finché tu non riesci dovrai restare così… - lasciò scivolare una mano lungo la coscia – entro quanto inizierà a farti male? Non sei stanco di provare dolore, oggi? –
Lo sguardo di strafottenza si incrinò un poco, ma mantenne il suo sguardo, provò a muoversi, alzò il braccio si dieci centrimti prima di rifarlo cadere con poco onore sul materasso. Socchiuse gli occhi, indispettito.
Quello era un momento di vitale importanza. Ogni parola, ogni tono, perfino ogni singolo movimento del suo corpo doveva essere perfetto per rendere quella paradossale situazione, e accettare il suo aiuto, l’unica alternativa.
Con il cuore in gola e la voglia di fargli cose davvero deprecabili repressa, disse ancora – Posso aiutarti. – avrebbe voluto che la sua voce fosse uscita chiara, limpida, sicura, ma gli era venuta rauca.
Maledetta eccitazione.
Tentò di schiarirsi la gola prima di continuare – Resterebbe tra noi. –
Draco era rigido come un tronco, e non si riferisva solo alla sua durezza. Il suo viso era così teso e ostinato a guardare altrove da sembrava una statua di sale.
Aveva l’impressione di poter vedere la fatica fisica di formulare, creare e unite le parole affinché non fossero risultate un’implorazione.
Decise di venirgli incontro – Facciamo così, - soffiò – Mi fermerò solo se dirai “no”. –
Non aspettò nessun cenno, si limitò a concentrarsi su ciò che stava per fare. Dovette reprimere il sorrido a trentadue denti che smaniava di essere mostrato.
Poteva farlo. Stava per farlo!
Osservò il suo trofeo come se fosse la vetta dell’himalaya.
Non lo afferrò immediatamente. Nonostante fosse tutto ciò che voleva fare, nonostante voleva sentirlo caldo e pulsante tra le dita, non voleva spaventarlo.
Così si limitò a inginocchiarsi tra le sue gambe aperte e iniziò con una mano leggera sul grembo, e lasciò scivolare le dita lentamente verso il basso.
Pregò che quel “no” non arrivasse e quando sentì la peluria sotto i polpastrelli, il cuore gli salvò il gola.
Cercava di non guardarlo in faccia. Aveva posto l’intera situazione come se fosse un “favore” mettersi a guardare ogni sua espressione avrebbe potuto tradire la propria.
Così, lasciò scorrere la peluria tra le dita e lo toccò. Gentilmente. I polpestrelloi percorsero dalla punta verso il basso l’intera lunghezza, saggiandone il calore e ogni forma.
Poi lo avvolse con il palmo e quella forma sembrò perfetta per la sua mano.
Se c’era un momento, uno qualsasi in cui avrebbe potuto tirarsi indietro era stato l’attimo prima di prenderlgielo tra le mani.
Dopodiché Harry realizzò che Draco era immobilizzato e completamente alle sua mercé e che c’era qualcosa di profondamente sbagliato nel piacere che questo gli stava causando.
Alzò gli occhi e si beò del rossore delle sue guance, degli occhi lucidi e delle labbra che volevano schiudersi senza però averne il prmesso.
Era eccitato eppure insisteva nel voler mantenere un’espressione orgogliosa.
Non vedeva l’ora di distruggergliela tra i gemiti.
Iniziò ad accarezzarlo, frustantemente piano, e quando vide il suo braccio scattare come a provarci lui stesso e il gemito di dolore lo costrinse a desidere, il cuore gli saltò un battito.
Era suo. Almeno per le prossime ore.
I capezzoli erano ancora duri e… soli. Ricordava con piacere com’era averli sotto le sue dita, e la sua bocca ne chiese un assaggio.
Si issò su di lui e con la punta delle lingue ne cercò la forma, quando la trovò Draco sobbalzò a mo’ di singhiozzo.
Avrebbe voluto tormentare anche l’altro bottoncino di carne, ma con una mano impegnata a godersi quel calore sul palco e l’altra a reggerlo mentre succhiava, mordeva e torturava il primo capezzolo, era impossibilitato.
Essere un essere umano con solo due braccia certe volte era frustrante.
Si chiese se ci fosse una qualche pozione o magia che poteva fargli crescere un nuovo arto. Se ci fosse staot, lo avrebbe usato unicamente per torturare quel corpo immobile sotto di lui.
Il suo capezzolo aveva un po’ il sapore della crema, ma non gli dava fastidio. Sapeva di conquista e opportunità.
Sentì il primo sospiro, fu come una sirena che cantava ai marinai per farli naufragare. Un po’ com’era naufragato il suo autocontrollo.
Iniziò a strofinare la sua pelle con più energia, il piacere iniziò a montare, lo sentì diventare più grande e più duro ad ogni carezza, riusciva quasi a sentire sotto la pelle l’arrivo dell’orgasmo.
D sicuro, sentiva il proprio.
Era ad un passo dal venire senza essersi nemmeno toccato, da quanto tempo non gli succedeva?
Draco serrò gli occhi e un gemito pigolio esplose dalla sua gola. Eccolo, stava per venire.
E il gioco sarebbe finita lì.
Quel pensiero fu devastante, e si ritrovò ad allontanarsi dal corpo di Draco come lo strappo di un cerotto.
Si sentì eprfino un po’ in colpa mentre lo sguardo assassino dell’altro lo colpiva come uno schiaffo.
- Potter … che cazzo… - ansimò, frstrato.
Harry si ritrovò in ginocchio tra le sue gambe, a fissare il suo sogno proibito duro che aveva il viso in fiamme, tutto ciò che poeva diventargli duro di marmo e abbandonato sotto di lui.
Lo desiderò come non l’aveva mai desiderato.
Se Draco doveva venire, non doveva essere per una semplice sega.
Osservò il membro implorante e arrossato e decise che se doveva venire, doveva essere nella sua bocca.
Tornò su di lui, restò per un attimo sospeso sul suo corpo, come a chiedere il permesso. Lo avrebbe fatto comunque, ma quel patto restava: solo un “no” lo avrebbe fermato.
Anche se, mentre si chinava a baciargli l pube con un letto tocco e umido che anticipava ciò che sarebbe presto arrivato, a quel punto non era sicurissimo nemmeno si esserne più in grado.
Voleva affondare quel sesso nella sua bocca. Voleva sentie il suo sapore, voleva assaggiare il suo nettare e ingoiarlo.
Voleva un sacco di cose che quella mattina era solo sogni bagnati.
Gli baciò la punta e Draco inarcò il bacino per spingerso su quel tocco, incapace di controllars, anche se lo fece ricadere mordendosi un labbro dal dolore.
Anche se in apparenza la sua pelle era guarita, doveva essere stata veramente terribile l’ustione.
Schiuse però le gambe, come a dargli il permesso, e lo fece senza alcuna smorfia, dolore o perfino esitazione.
Voleva venire. Non gli importava come.
Era fortunato che Harry fosse dello stesso avviso.
Il primo tocco di lingua fece ansimare entrambi, Harry stesso era già perfino un po’ venuto solo a sentire quel sapore, ma qunaod iniziò a scorrere la lunghezza, quel momento sembrò scivolare via, come il resto della sua ragione.
Lo leccò, lo succhiò, lo divorò. Non per torturarlo, ma perché voleva che la sua intera bocca gustasse quella durezza.
Voleva che DRaco si masturbasse al solo ricordo di quel momento per il resto dei suoi giorni, voleva assaporare quell’attimo con ogni fibra del suo essere.
Finché non ce la fece più. Il desiderio di sentirlo più in profondità possiible dentro la sua bocca divenne vitale come respirare, appoggiò le labbra sulla punta e le schiuse, godendosi quella durezza affondargli dentro.
Draco scattò nuovamente con i fianchi in alto, affondando in luoghi dove non era mai stato nessuno, ricadde e li rialzò, con la foga di chi voleva solo scopargli la bocca e fregandosene se provava o meno dolore.
Sent’ l’orgasmo esplodergli sul palato, e poi lungo la gola, quasi soffocandolo.
Lo adoro come non aveva mai adorato nulla.
Il proprio divenne parte di quel momento, lo sentì scorrere sotto le vene, dilatarsi dentro di lui fino a invadere ogni angolo della sua pelle di piacere.
Si ritrasse a fatica e controvoglia e si appoggiò sui talloni. Aveva il respiro affaticato da tutto quello che rea successo e gli tremvavano le gambe, ma non era nulla rispetto a come Draco se ne stava completamente disfatt sul letto, gli occhi chiusi, le labbra gonfie dai morsi che si era dato per tacere i gemiti. Il suo sesso, era ancora straordinariamente duro per l’orgasmo che aveva avuto ma non stentava a credere che presto sarebbe tornato a riposo.
Quindi… era finita lì.
Ed era giusto così.
Si alzò a fatica. Doveva andare in bagno e eliminare le prove del proprio coinvolgimento cercando di non mostrarlo al serpeverde, ma la voce di Draco lo colse di sorpresa.
- Harry… -
Tonrò a guardarlo. Draco aveva smesso di ostentare freddezza o orgoglio, ora i suoi occhi arrossati erano fissi nei suoi ed erano bellissimi. Lo trovò più bello che mai, così tanto che ebbe quasi la sensazione di sentire il proprio sesso urlare per tornare duro.
Draco schiuse le labbra e sussurrò - Non posso muovermi. –
Non fu la frase in sé a fargli scorrere un brivido lungo la schiena, ma la voce rauca con cui l’aveva detto. C’era un bisogno così denso in quelle tre semplici parole che il sesso gli tornò duro, in un istante.
Mille e una idea gli si affollarono nella mente che seguivano quell’affermazione, una di queste gli fece scorrere il suo corpo fino a ossrvare tra le sue gambe, in zone più buie e inesplorate.
Non ptoeva muoversi. Non poteva… ribellarsi.
Quel pensiero lo infuocò come un fiamma fatua e sentì ogni molecola della sua pelle venire attratta di nuovo dal letto e ancor di più da quel corpo inerte.
Draco sostenne il suo sguardo mentre diceva ciò che meno si sarebbe aspettato – Non ti fermerai nemmeno se ti imploro. –
Un moto animale lo invase e si ritrovò sul letto, una mano aggrappata alla sua coscia, la seconda a reggerlo dal non cadergli addosso, i denti volenterosi di affondare nel primo pezzo di carne disponibile.
Era stato eccitato nella sua vita, era stato sedotto, era stato infuocato, ma non si era mai sentito così vorace per qualcuno. Mai.
Draco non sembrò né spaventato, né impressionato, ma tentato sì. Come se fosse soddisfatto che avesse capito.
Tra tutti gli istinti che aveva provato nell’ultima mezzora, quello di baciarlo fu quasi tenero quanto discordante.
Ma lo fece lo stesso. Anche se non ptoeva essere fdefinito un vero e prpprio bacio quello.
Divorò le sue labbra, dandogli appena il tempo di replicare. Probabilmente era un bacio orribile, ma l’istinto era diventato parte di lui a livello molecolare.
Tentò di recuperare un po di controllo, di mitigare la foga, mentre la mano lentamente abbandonava la presa sulla coscia per salire.
Si prese un po’ di tempo per sentire le rughette sulle dita, per assaporare davver ciò che stava per accadere. Indilò il polpastrello, solo per dargli un anticipazione di ciò che stava per succedere. Lo sentì trattenere il respiro ma sforzarsi di respirare. Fece più pressione e il dito gli entrò dentro a metà. Questa volta fu lui a smettere di respirare.
Era tornato duro nuovamente solo al pensiero di sentire presto quella pressione sul suo sesso.
Quella mattina si era limitato a fissarlo mezzo nudo nuotare nell’acqua del mare, cercando di immaginare quanto salata sarebbe stata la sua pelle da leccare, e ora era letteralmente con un dito dentro di lui e il sapore del suo seme che ancora perdurava nella sua bocca.
Tentò di calmare i battiti forsennati del suo cuore mentre provava a scoparlo con quell’unico dito, per testare quanto fosse pronto per il secondo.
Draco alzò la testa e cercò ancora le sue labbra. Fu una sorpresa, ma la accolse con piacere.
Questo bacio fu più dolce, concentrato com’era nell’avvrtire ogni mutamento del suo anello stretto per prepararlo decentemente non si era reso conto che il desiderio animalesco era mutato in una volontà di adorarlo.
Incredibile, perfino quando era completamente assoggettato al suo volere, riusciva a tenere il controllo su di lui.
Eccitato e impaziente, forzò un poco il secondo dito.
Draco alzò una mano, all’apparenza senza che gli causasse dolore il movimento, e le dita strinsero la stoffa della sua camicia con delicatezza.
- ti faccio male? –
Draco socchiuse gli occhi e lo guardò dal basso. Le pupille erano dilatate e ad ogni movimento delle dita dentro di lui le palpebre avevano un lieve fremito.
- Neance se ti imploro… - ripeté.
Non era importante se gli faceva male. Draco lo voleva dentro di sé, voleva essere preso, voleva essere consumato.
Si strappò da lui come un cerotto e si mise seduto sui talloni. Gli aprì le gambe maggiormente, e osservò il corpo dell’altro con una nuova prospettiva.
L’anello di carne si contraeva, come se accusasse l’assenza delle dita. Non avrebbe agonizzato ancora a lui.
Presto, quel corpo sarebbe stato soddisfatto.
Si prese il sesso e meditò sul come entrare. Non c’era grande possibilità di farlo, ora che lo aveva preparato a metà e senza alcun lubrificante.
Draco sembrò intuire i suoi pesieri e, senza la minima smorfia, si allungo a prendere cò che restava della pozione. Harry la prese senza esitazione.
Era chiaro che ormai la sua pelle stesse bene.
Era chiaro che voleva essere scopato.
Chi era lui per rimarcarlo, beffarsi di ciò e rischiare di non fottersi quel sedere sodo? Nemmeno essere Harry Potter lo avrebbe salvato da uel fato.
Spremette ogni più microscopico grammo di crema ancora nel tubetto sulla mano e si concesse un paio di generose carezze.
Nonostante non fosse ustionato come lo era stato il suo amante, un’ondata di freschezza gli invase le parti basse, piuttosto piacevole doveva dire.
S’umettò le labbra per non sorridere.
Quando sentì sulla punta del suo uccello il calore dell’ano entrmbi ebbenro un sussulto. Draco serrò gli occhi e Harry spinse.
Si aprì a lui con una gentilezza che non si aspettava. Era stretto senza dubbio, era bellissimo senza dubbio, ma era anche morbido e caldo, e stava perdendo di nuovo la testa.
Gli afferrò le coscie e si tirò il bacino dell’altro a sé, affondando in lui con più forza. Draco irrigirì le nocche sulle lenzuola e si lasciò andare in un gemito.
Era di dolore?
Non gli importava poi molto.
Avrebbe eseguito gli ordini: anche se imploraa non si sarebbe fermato.
Cercò comunque di ritarsi gentilmente e riaffondare in lui con più calma poteva. I suoi buoni propositi durarono la bellezza di quattro spinte.
Alla quindi, desiderò essere completamente dentro di lui e si spinse con quanta forza fu necessaria.
Draco gli si contorse attorno con così tanta forza da rischiare di farlo venire e il respiro era diventato corto.
Restò immobile, cercando di non venire, perché c’era la concreta possibilità di venirgli dentro ad una minima frazione. Il fatto che Draco si stringesse attorno a lui, pulsando, non aiutava affatto.
Prese un profondo respiro e iniziò a muoversi, lo fece dapprima lentamente, poi aumentò le spinte. Aprì gli occhi e si sforzò di guardarlo.
Si rese conto solo in quel momento che Draco era tornato di marmo e che le sue mani erano sul suo petto, con le dita strette sui capezzoli.
Chi l’avrebe mai detto che fossero davvero una sua zona erotica!
Forza, era iniziato tutto da lì.
Tentò di non ridere come uno scemo, mentre si chinava su di lui a cercare di nuovo le sue labbra, mentre faceva aderire i loro corpi e rendere quella scopata più intima che poteva.
Si rese conto di aver perso il controllo della situazione, mentre lo schiacciava sotto di lui per assecondare il suo più basico istinto: possederlo.
Facevano male perfino a lui i fianchi, per la foga di fotterlo, ma non gli importava. Doveva fotterlo. Doveva consumarlo, doveva….
Venne con un singhiozzo affondando il viso nella sua spalla e il piacere sembrò durare in eterno, soprattutto perché quel culo continuava a pulsare attorno a lui come se volesse strutorarlo.
Si aizò dopo un lungo minuto, non perché fosse pronto, ma solo per non continuare a schiacciarlo. Sentiva sotto la sua pancia il sesso di draco e un umidità sospetta tra di loro, quindi non fu sorpreso di vedere la schiazza di seme adagiato sul suo grembo allontanandosi. Ciò che lo soprese fu lo sguardo lontano di Draco, come se non fosse davvero nememno lì.
Chiuse a riaprì le palpebre lentamente prima di far scivolare gli occhi su di lui. Il petto si muoveva con i suoi ansiti, mentre lo guardava come se non riuscisse a metterlo a fuoco.
Uscì da lui, causandogli una smorgia di disappunto e gli si stese accanto con a fissare lo stesso punto del soffitto.
Cercò qualcosa da dire, solo perché seniva che doveva essere detto qualcosa, ma tutto ciò che il cervello riusc’ a suggerirgli fu “sei pronto per un altro roud?”
Non lo trovò molto indicato.
Draco si mosse dopo un po’, provando ad alzarsi ma ricadde con un imprecazione sulel labba.
- Fa ancora male? –
- tu che dici? –
- mi era sembrato… - lasciò che quella frase restasse inconclusa. Mentre Draco si portava le mani alla faccia, come se improvvisamente si vergognasse di tutto ciò che gli era successo.
Prese un profondo respiro e si girò a guardarlo come se ponderasse se ucciderlo ora o aspettare di potersi muovere per davvero.
- Puliscimi. – gli ordinò.
Harry avrebbe voluto protestare, ma era anche colui che si era divertito con il suo corpo e gli era venuto nel culo quindi decidette che tutto sommato dargli una pulita non era una cosa così sbagliata.
Andò in bagno, prese una spugna e magicamente la rese perennemente bagnata. La passò con dolcezza sul suo collo, e sulle braccia, sul petto….
Ancor auna volta era alle prese con l’accarezzare quel corpo.
Inghiottì a vuoto.
Non era possibile che sentisse già l’eccitazione tornare. Era già venuto due volte e non era più nemmeno tanto giovane!
Eppure nel momento in cui passò la spugna sui bottoncini di canre che avevano dato via alla magia proibita che si era consumata quella sera, il suo corpo gli ricordò che quella poteva essere la loro unica volta e che doveva sfuttarla più che poteva.
Spstò la spugna lungo tutto il corpo, pulì la macchia di sperma che si era ormai asciugata e poi iniziò a passare la spunga sul sesso rilassato, con la stessa intensità di un insistenza carezza.
Draco si rese conto di ciò che stava facendo Harry quasi subito, ma si limitò a piegare la testa di lato incuriosito.
Mentre lo masturbava con la spugna, sentendo quasi subito un certo irrigidimento, un rivolo di sperma fuoriuscì dall’ano e di istinto, ne prese un poco con le dita e glielo risponde dentro.
- lo sai che non posso rimanere incinta, vero? – quasi rise Draco sentendo quelle dita di nuovo dentro di sé seppur con una voce un po’ rauca.
- Sfida accettata. –
Quando gl tornò dentro fino alla base, Harry realizzò che quella notte non avrebbe dormito. Non importava se Draco lo avrebbe rifiutato ad un certo punto.
Aveva l suo permesso.
Non avrebbe accettato nessun “no”.
Il “no” avvenne dopo la quinta volta. Draco a quel punto era gattoni, i glutei arrossati dalle mani di Harry che li stringevano per dargli vedere meglio il punto in cui affondava in lui.
Peccato che non fosse nemmeno lentamente convincente.
Continuò a dirgli di “no”, ma lo fece emntre veniva, e lo fece mentre lo stringeva a sé e, ancora, mentre spingeva i fianchi contro i suoi per sentirlo più in profondità.
Harry non era nemmeno più tanto sicuro di quanto il proprio corpo avrebbe retto ancora. Ogni volta che venivano, raggiungere un altro orgasmo diventava sempre più difficile e il viaggio per arrivarsi sempre più lento e dolce.
L’ultimo orgasmo, lo raggiunsero a mala pena muovendosi, quasi solo baciandosi.
Non era corretto definirlo “il giorno dopo” dal momento che era ormai l’alba quando Harry realizzò che presto sarebbero arrivati in stanza i loro amici per sincerarsi delle condizioni del biondino o se erano ancora vivi.
Draco sembrava del tutto ristabilito ormai dalla bruciatura, ma non dalla nottata brava. Per arrivare al bagno arrancò.
Stette lì per oltre mezzora e quando ne uscì il suo visto era pallido e infastidito.
- Dovevi venirmi dentro tutte le volte?! – quasi urlò.
Harry gli sorrise innocentemente.
Draco provò a piegarsi per prendere dei vestiti nel cassetto, ma fitte di dolore lo attraversarono. Si massaggiò debolmente una spalla mentre bofonchiava qualcosa.
- Vuoi che ti aiuti? –
- Direi che ne ho abuto abbastanza del tuo aiuto. –
Harry si mise seduto e lo guardò affaccendarsi. C’era una strana, nuova atmosfera tra loro, non era un imbarazzante post scopate multple dove si vergongnavano di ciò che era accaduto. No… spaeva di quotidianità.
- No, non è vero. – si rittrovò a replicare.
Draco finì di mettersi i pantaloni e lo inchiosò con i suoi profondi occhi grigi.
Non disse nulla così, Harry continuò – Non ne hai avuto abbastanza. – sorrise, un sorriso divertito ma non derisorio – ti fotterò ancora e non smetterò di farlo. – si sistemò meglio gli oacchiali che era molto sorpreso fossero ancora addosso dopo quello che avevano fatto – Nemmeno se mi implori. –
Quel tipo di strafottenza solo il giorno prima avrebbe scatenato un crucio contro tutti i santi, ma c’era un enorme differenza quella volta. Draco aveva scoperto le sue carte, era stato costretto ad ammettere il suo punto debole: il piacere di essere dominato, forse perfino forzato.
Sapeva che ormai la sua perversione era allo scoperto, così non si disturbò nemmeno a negarlo. Finì di vestirsi, forse per prendere tempo. Poi tornò da Harry con i suoi stracci e glieli lanciò.
- fuori dal letto però comando io. – soffiò.
Harry sogghignò e raccolse ciò che Draco gli aveva lanciato. Non poteva andare meglio di così. Il fatto che Draco lo trattasse con tanta sufficienza lo aveva sempre eccitato, il fatto che si trasformasse in una puttana passiva tra le coperte, lo aveva letteralmente mandato alle stelle.
Era la relazione più incredibile che potesse mai desiderare.
- Ai tuoi ordini. –
La vacanza finì fin troppo in fretta. Scesero a fare colazione, e tutti si sincerarono di come stesse Draco, fecero commenti sulle sue occhiaie e sul fatto che entrambi non sembravano aver dormito tantissimo quella notte.
Non avevano tutti i torti.
Ciò che soprese Harry fu sentire Draco dire – Ma non mi sento ancora bene, non credo sia il caso di stare sotto il sole per me. –
I quattro amici annuirono pensierosi.
- Resto in albergo con te. – propose Pansy subito, cosa che sembrò rattristare Ron che magari stava pregustando una bella giornata con la sua ragazza.
- Tranquilla, penso io a lui. – intervenne subito Harry – Ormai è più o meno il mio compito. –
Dal sorriso che spuntò sul viso di Draco capì di aver colto la giusta palla al balzo.
- Sei… sicuro? – domandò lei, altalenando gli occhi tra i due.
- ehi, Herm. Hai ancora un po’ di quella pozione? Mi è stata molto utile. – soffiò Draco. Era una frase normale, ma alle orecchie di Harry parve la cosa più indecente che avesse mai sentito.
Hermione annuì e prese dalla sua borsa il flacone – Ne avevo preparata di più in caso. –
- Perfetto. – Draco si alzò – Potter. Ti aspetto in camera. –
Non dovette aspettare molto, perché scattò in piedi all’istante.
- Bhe allora buona giornata!- gli urlò correndo via.
I quatto amici si guardarono.
Hermione patté le mani – Era ora che si mettesero insieme! –
Concordarono tutti.