Titolo: Ciò che resta del nostro lieto fine (capitolo 1)
Cow-t 9, Quarta settimana, M2.
Prompt: Addormentarsi e Sognare
Numero parole: 1160
Rating: Verde
Fandom: Harry Potter
Ciò che resta del nostro lieto fine (capitolo 1)
Era fatta. Aveva vinto.
Lì, sul campo di battaglia, con il respiro che gli graffiava la gola, le ovazioni e i silenzi, tutto era diventato confuso.
Tutto aveva perso senso.
Così, mentre si raccoglievano le proprie forze e i propri morti, Harry si era allontanato in silenzio e da solo.
Non era corso a festeggiare in piazza, non aveva ascoltato le approvazioni dei suoi alleati superstiti né accettato le varie congratulazioni, non era mai stato da lui.
Tutto ciò che Harry Potter voleva era dormire.
Da quando era iniziato l’assedio delle guerra, infatti, il suo riposo era sempre stato guardingo, sempre timoroso di un attacco, sempre ansioso.
Era così stanco che avrebbe potuto svenire, ma aveva i nervi così tesi che non riusciva a chiudere occhio davvero.
Così, quando il corpo di Tom Riddle si era accasciato a terra, quando aveva realizzato di essere libero, di essere in salvo, la stanchezza gli era ricaduta addosso con un velo di piombo. Non era più in grado nemmeno di reggersi in piedi.
Perciò si era invece materializzato in quella che considerava più simile ad una casa propria, quella del padrino, e si era lasciato cadere sul divano. Aveva poi osservato per alcuni minuti il soffitto, prima di scivolare in un profondo sonno.
Era così esausto che una parte di lui credeva non avesse senso sognare, tuttavia nella sua mente iniziarono a prendere forma delle immagini precise: sua madre e suo padre orgogliosi, il professore Silente che gli donava un ghiacciolo al limone…
Erano tutti così felici.
Così… felici.
Si era svegliato qualche ora dopo, intontito e confuso, ma finalmente riposato. Per qualche attimo ancora aveva fissato il soffitto che non era cambiato molto in quelle ore, e aveva respirato profondamente contemplando la pace completa ed assoluta che percepiva, quasi come se l’intera aria del pianeta fosse cambiata diventando improvvisamente respirabile. Poi si era messo seduto dopo un tempo che gli era parso infinito e solo in quel momento si era accorto della nuova presenza.
Draco Malfoy era su una poltrona davanti al suo divano, era lì, fermo e lo guardava.
- Che ci fai qui?- gli fece piano, ancora intontito dal sonno pensante, quasi certo che stesse ancora sognando.
L’altro restò fermo per un po’guardandolo con occhi inespressivi e intensi, poi si alzo lentamente ma deciso, gli si avvicino e si chinò accanto al divano inginocchiandosi vicino al moretto.
Gli prese le mani con una delicatezza quasi mistica e gliele contemplò in maniera reverenziale. Poi gliele baciò in un gesto di remissione e gratitudine che mozzò il fiato del moretto e lo sorprese sopra ogni misura. Dopo sentì pronunciare da lui una sola parola, che era destinata a restare nella sua testa per un tempo indefinito.
- Grazie.-
Harry si ritrovò a piangere senza nemmeno rendersene conto, strinse le sue mani e trovò la forza di dire a sua volta.
- Prego.-
***
La vita era poi finalmente ripresa, quasi non fosse accaduto nulla, ma tutti erano profondamente cambiati.
Hermione e Ron si accingevano a fare i primi passi per essere una coppia, le lezioni erano diventare superflue mirate solo al conseguimento dei M.A.G.O.,
Primi tra tutti, Draco Malfoy e Harry Potter si erano avvicinati.
Harry non avrebbe potuto definirlo diversamente; era stato lento e graduale, un cenno, poi un ciao, poi una serie di chiacchierate tra una lezione e l’altra e prima che se ne rendevano conto si era ricreata una nuova intesa, simile successivamente ad una reale amicizia. Ben presto, frequentarsi divenne un’abitudine sia loro che delle loro case dove si era venuta a creare una collaborazione senza precedenti.
- Sei felice?- gli aveva chiesto un giorno Draco Malfoy una sera mentre se ne stavano seduti sul divano esausti dopo una partita di Quidditch e festa al seguito. Harry non aveva risposto, ma era sicuro che quell’attimo in cui tutti erano intenti a divertirsi e lui era seduto con il suo ex acerrimo nemico sul divano a chiacchierare e confidarsi era il momento più bello della sua vita. Sorrise, e Draco intuì la risposta.
Fu la mattina dopo che il loro rapporto che la loro amicizia cambiò in modo inevitabile. Si erano risvegliati spalla contro spalla, respiro contro respiro, avvolti da un tepore che scaldava l’anima. Harry aveva alzato gli occhi e li aveva incrociati a quelli del suo nuovo amico e vi aveva trovato un universo sconosciuto dentro, un universo che aveva potuto solo scorgere quel primo giorno dopo la fine della guerra. Ma ora, mentre Draco Malfoy lo guardava, se ne sentiva completamente soggiogato, come un buco nero che lo attraeva a sé.
Lo sguardo di Draco era diverso da quello di sempre, e allo stesso tempo simile. Era come se svegliarsi con lui accanto avesse permesso a qualcosa che di solito sapeva dissimulare bene, di mostrarsi senza remore.
Era una dolcezza e un sentimento che avevano radici così profonde che al solo guardarle a Harry mancava il respiro.
Avevano già gli occhi socchiusi e le labbra dischiuse pronte ad accogliere quelle dell’altro quando Ron giunse in sala a chiamare Harry.
Si separarono immediatamente, come se la stessa aria scottasse all’improvviso. Boccheggiando in cerca di una spiegazione più per convincere loro stessi che Ron che sembrava non capire il perché di quella reazione istintiva.
Si allontanarono senza dirsi una parola e senza più guardarsi.
Si erano quasi baciati e quella realtà era così ovvia e così schiacciante che al solo pensiero gli mancava il respiro. Il ricordo tormentava Harry come una nenia fastidiosa nella mente.
Ricordava, percepiva, sentiva, bruciargli ancora addosso quella sensazione di inevitabile che lo aveva catturato in quel momento.
Si era sentito un burattino nelle mani del fato, assolutamente sottomesso dal impeto del suo cuore.
Avrebbe voluto provare repulsione, avrebbe voluto scacciare quel pensiero, ma quando lo guardava…Voleva baciarlo. Voleva sentire quelle labbra sulle sue, sempre e probabilmente in eterno.
Ma perché si sentiva così? Cosa albergava nel suo cuore?
E, cosa più importante, cosa provava Draco verso di lui?
Glissò i dubbi dietro la facciata della realtà crudele che lo voleva un sognatore.
Era impossibile del resto che una cosa simile accadesse.
Chissà forse nel dormiveglia Draco l’aveva scambiato per qualcun altro.
S’illudeva, pur sapendo la verità.
Ci volle una settimana perché Draco Malfoy barricasse Harry in un aula stanco di aspettarlo e passasse al contrattacco.
Harry osservava il suo viso contrito in una smorfia di sofferenza avvicinarsi cautamente come se fosse su un campo minato.
Ricordava i movimenti lenti, le mani che gli si avvicinavano al viso con dolcezza, il suono dello schiocco delle labbra che si schiudevano per apprestarsi a baciarlo... ed il suo respiro.
Poi tutto era scomparso dietro una nuvola di confusione e passione. La ragione restò annebbiata finché Draco non si staccò da lui a corto d’aria.
Si guardarono in silenzio sorpresi e confusi dall’intensità dei loro sentimenti.
Poi Harry annuì. Non ci fu bisogno di parole.
E così Draco Malfoy e Harry Potter erano diventati una coppia.
Cow-t 9, Quarta settimana, M2.
Prompt: Addormentarsi e Sognare
Numero parole: 1160
Rating: Verde
Fandom: Harry Potter
Ciò che resta del nostro lieto fine (capitolo 1)
Era fatta. Aveva vinto.
Lì, sul campo di battaglia, con il respiro che gli graffiava la gola, le ovazioni e i silenzi, tutto era diventato confuso.
Tutto aveva perso senso.
Così, mentre si raccoglievano le proprie forze e i propri morti, Harry si era allontanato in silenzio e da solo.
Non era corso a festeggiare in piazza, non aveva ascoltato le approvazioni dei suoi alleati superstiti né accettato le varie congratulazioni, non era mai stato da lui.
Tutto ciò che Harry Potter voleva era dormire.
Da quando era iniziato l’assedio delle guerra, infatti, il suo riposo era sempre stato guardingo, sempre timoroso di un attacco, sempre ansioso.
Era così stanco che avrebbe potuto svenire, ma aveva i nervi così tesi che non riusciva a chiudere occhio davvero.
Così, quando il corpo di Tom Riddle si era accasciato a terra, quando aveva realizzato di essere libero, di essere in salvo, la stanchezza gli era ricaduta addosso con un velo di piombo. Non era più in grado nemmeno di reggersi in piedi.
Perciò si era invece materializzato in quella che considerava più simile ad una casa propria, quella del padrino, e si era lasciato cadere sul divano. Aveva poi osservato per alcuni minuti il soffitto, prima di scivolare in un profondo sonno.
Era così esausto che una parte di lui credeva non avesse senso sognare, tuttavia nella sua mente iniziarono a prendere forma delle immagini precise: sua madre e suo padre orgogliosi, il professore Silente che gli donava un ghiacciolo al limone…
Erano tutti così felici.
Così… felici.
Si era svegliato qualche ora dopo, intontito e confuso, ma finalmente riposato. Per qualche attimo ancora aveva fissato il soffitto che non era cambiato molto in quelle ore, e aveva respirato profondamente contemplando la pace completa ed assoluta che percepiva, quasi come se l’intera aria del pianeta fosse cambiata diventando improvvisamente respirabile. Poi si era messo seduto dopo un tempo che gli era parso infinito e solo in quel momento si era accorto della nuova presenza.
Draco Malfoy era su una poltrona davanti al suo divano, era lì, fermo e lo guardava.
- Che ci fai qui?- gli fece piano, ancora intontito dal sonno pensante, quasi certo che stesse ancora sognando.
L’altro restò fermo per un po’guardandolo con occhi inespressivi e intensi, poi si alzo lentamente ma deciso, gli si avvicino e si chinò accanto al divano inginocchiandosi vicino al moretto.
Gli prese le mani con una delicatezza quasi mistica e gliele contemplò in maniera reverenziale. Poi gliele baciò in un gesto di remissione e gratitudine che mozzò il fiato del moretto e lo sorprese sopra ogni misura. Dopo sentì pronunciare da lui una sola parola, che era destinata a restare nella sua testa per un tempo indefinito.
- Grazie.-
Harry si ritrovò a piangere senza nemmeno rendersene conto, strinse le sue mani e trovò la forza di dire a sua volta.
- Prego.-
***
La vita era poi finalmente ripresa, quasi non fosse accaduto nulla, ma tutti erano profondamente cambiati.
Hermione e Ron si accingevano a fare i primi passi per essere una coppia, le lezioni erano diventare superflue mirate solo al conseguimento dei M.A.G.O.,
Primi tra tutti, Draco Malfoy e Harry Potter si erano avvicinati.
Harry non avrebbe potuto definirlo diversamente; era stato lento e graduale, un cenno, poi un ciao, poi una serie di chiacchierate tra una lezione e l’altra e prima che se ne rendevano conto si era ricreata una nuova intesa, simile successivamente ad una reale amicizia. Ben presto, frequentarsi divenne un’abitudine sia loro che delle loro case dove si era venuta a creare una collaborazione senza precedenti.
- Sei felice?- gli aveva chiesto un giorno Draco Malfoy una sera mentre se ne stavano seduti sul divano esausti dopo una partita di Quidditch e festa al seguito. Harry non aveva risposto, ma era sicuro che quell’attimo in cui tutti erano intenti a divertirsi e lui era seduto con il suo ex acerrimo nemico sul divano a chiacchierare e confidarsi era il momento più bello della sua vita. Sorrise, e Draco intuì la risposta.
Fu la mattina dopo che il loro rapporto che la loro amicizia cambiò in modo inevitabile. Si erano risvegliati spalla contro spalla, respiro contro respiro, avvolti da un tepore che scaldava l’anima. Harry aveva alzato gli occhi e li aveva incrociati a quelli del suo nuovo amico e vi aveva trovato un universo sconosciuto dentro, un universo che aveva potuto solo scorgere quel primo giorno dopo la fine della guerra. Ma ora, mentre Draco Malfoy lo guardava, se ne sentiva completamente soggiogato, come un buco nero che lo attraeva a sé.
Lo sguardo di Draco era diverso da quello di sempre, e allo stesso tempo simile. Era come se svegliarsi con lui accanto avesse permesso a qualcosa che di solito sapeva dissimulare bene, di mostrarsi senza remore.
Era una dolcezza e un sentimento che avevano radici così profonde che al solo guardarle a Harry mancava il respiro.
Avevano già gli occhi socchiusi e le labbra dischiuse pronte ad accogliere quelle dell’altro quando Ron giunse in sala a chiamare Harry.
Si separarono immediatamente, come se la stessa aria scottasse all’improvviso. Boccheggiando in cerca di una spiegazione più per convincere loro stessi che Ron che sembrava non capire il perché di quella reazione istintiva.
Si allontanarono senza dirsi una parola e senza più guardarsi.
Si erano quasi baciati e quella realtà era così ovvia e così schiacciante che al solo pensiero gli mancava il respiro. Il ricordo tormentava Harry come una nenia fastidiosa nella mente.
Ricordava, percepiva, sentiva, bruciargli ancora addosso quella sensazione di inevitabile che lo aveva catturato in quel momento.
Si era sentito un burattino nelle mani del fato, assolutamente sottomesso dal impeto del suo cuore.
Avrebbe voluto provare repulsione, avrebbe voluto scacciare quel pensiero, ma quando lo guardava…Voleva baciarlo. Voleva sentire quelle labbra sulle sue, sempre e probabilmente in eterno.
Ma perché si sentiva così? Cosa albergava nel suo cuore?
E, cosa più importante, cosa provava Draco verso di lui?
Glissò i dubbi dietro la facciata della realtà crudele che lo voleva un sognatore.
Era impossibile del resto che una cosa simile accadesse.
Chissà forse nel dormiveglia Draco l’aveva scambiato per qualcun altro.
S’illudeva, pur sapendo la verità.
Ci volle una settimana perché Draco Malfoy barricasse Harry in un aula stanco di aspettarlo e passasse al contrattacco.
Harry osservava il suo viso contrito in una smorfia di sofferenza avvicinarsi cautamente come se fosse su un campo minato.
Ricordava i movimenti lenti, le mani che gli si avvicinavano al viso con dolcezza, il suono dello schiocco delle labbra che si schiudevano per apprestarsi a baciarlo... ed il suo respiro.
Poi tutto era scomparso dietro una nuvola di confusione e passione. La ragione restò annebbiata finché Draco non si staccò da lui a corto d’aria.
Si guardarono in silenzio sorpresi e confusi dall’intensità dei loro sentimenti.
Poi Harry annuì. Non ci fu bisogno di parole.
E così Draco Malfoy e Harry Potter erano diventati una coppia.