Mar. 9th, 2019

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Titolo: Ciò che resta del nostro lieto fine (capitolo 1)
Cow-t 9, Quarta settimana, M2.
Prompt: Addormentarsi e Sognare
Numero parole: 1160
Rating: Verde
Fandom: Harry Potter

Ciò che resta del nostro lieto fine (capitolo 1)

Era fatta. Aveva vinto.
Lì, sul campo di battaglia, con il respiro che gli graffiava la gola, le ovazioni e i silenzi, tutto era diventato confuso.
Tutto aveva perso senso.
Così, mentre si raccoglievano le proprie forze e i propri morti, Harry si era allontanato in silenzio e da solo.
Non era corso a festeggiare in piazza, non aveva ascoltato le approvazioni dei suoi alleati superstiti né accettato le varie congratulazioni, non era mai stato da lui.
Tutto ciò che Harry Potter voleva era dormire.
Da quando era iniziato l’assedio delle guerra, infatti, il suo riposo era sempre stato guardingo, sempre timoroso di un attacco, sempre ansioso.
Era così stanco che avrebbe potuto svenire, ma aveva i nervi così tesi che non riusciva a chiudere occhio davvero.
Così, quando il corpo di Tom Riddle si era accasciato a terra, quando aveva realizzato di essere libero, di essere in salvo, la stanchezza gli era ricaduta addosso con un velo di piombo. Non era più in grado nemmeno di reggersi in piedi.
Perciò si era invece materializzato in quella che considerava più simile ad una casa propria, quella del padrino, e si era lasciato cadere sul divano. Aveva poi osservato per alcuni minuti il soffitto, prima di scivolare in un profondo sonno.
Era così esausto che una parte di lui credeva non avesse senso sognare, tuttavia nella sua mente iniziarono a prendere forma delle immagini precise: sua madre e suo padre orgogliosi, il professore Silente che gli donava un ghiacciolo al limone…
Erano tutti così felici.
Così… felici.
Si era svegliato qualche ora dopo, intontito e confuso, ma finalmente riposato. Per qualche attimo ancora aveva fissato il soffitto che non era cambiato molto in quelle ore, e aveva respirato profondamente contemplando la pace completa ed assoluta che percepiva, quasi come se l’intera aria del pianeta fosse cambiata diventando improvvisamente respirabile. Poi si era messo seduto dopo un tempo che gli era parso infinito e solo in quel momento si era accorto della nuova presenza.
Draco Malfoy era su una poltrona davanti al suo divano, era lì, fermo e lo guardava.
- Che ci fai qui?- gli fece piano, ancora intontito dal sonno pensante, quasi certo che stesse ancora sognando.
L’altro restò fermo per un po’guardandolo con occhi inespressivi e intensi, poi si alzo lentamente ma deciso, gli si avvicino e si chinò accanto al divano inginocchiandosi vicino al moretto.
Gli prese le mani con una delicatezza quasi mistica e gliele contemplò in maniera reverenziale. Poi gliele baciò in un gesto di remissione e gratitudine che mozzò il fiato del moretto e lo sorprese sopra ogni misura. Dopo sentì pronunciare da lui una sola parola, che era destinata a restare nella sua testa per un tempo indefinito.
- Grazie.-
Harry si ritrovò a piangere senza nemmeno rendersene conto, strinse le sue mani e trovò la forza di dire a sua volta.
- Prego.-
***

La vita era poi finalmente ripresa, quasi non fosse accaduto nulla, ma tutti erano profondamente cambiati.
Hermione e Ron si accingevano a fare i primi passi per essere una coppia, le lezioni erano diventare superflue mirate solo al conseguimento dei M.A.G.O.,
Primi tra tutti, Draco Malfoy e Harry Potter si erano avvicinati.
Harry non avrebbe potuto definirlo diversamente; era stato lento e graduale, un cenno, poi un ciao, poi una serie di chiacchierate tra una lezione e l’altra e prima che se ne rendevano conto si era ricreata una nuova intesa, simile successivamente ad una reale amicizia. Ben presto, frequentarsi divenne un’abitudine sia loro che delle loro case dove si era venuta a creare una collaborazione senza precedenti.
- Sei felice?- gli aveva chiesto un giorno Draco Malfoy una sera mentre se ne stavano seduti sul divano esausti dopo una partita di Quidditch e festa al seguito. Harry non aveva risposto, ma era sicuro che quell’attimo in cui tutti erano intenti a divertirsi e lui era seduto con il suo ex acerrimo nemico sul divano a chiacchierare e confidarsi era il momento più bello della sua vita. Sorrise, e Draco intuì la risposta.

Fu la mattina dopo che il loro rapporto che la loro amicizia cambiò in modo inevitabile. Si erano risvegliati spalla contro spalla, respiro contro respiro, avvolti da un tepore che scaldava l’anima. Harry aveva alzato gli occhi e li aveva incrociati a quelli del suo nuovo amico e vi aveva trovato un universo sconosciuto dentro, un universo che aveva potuto solo scorgere quel primo giorno dopo la fine della guerra. Ma ora, mentre Draco Malfoy lo guardava, se ne sentiva completamente soggiogato, come un buco nero che lo attraeva a sé.
Lo sguardo di Draco era diverso da quello di sempre, e allo stesso tempo simile. Era come se svegliarsi con lui accanto avesse permesso a qualcosa che di solito sapeva dissimulare bene, di mostrarsi senza remore.
Era una dolcezza e un sentimento che avevano radici così profonde che al solo guardarle a Harry mancava il respiro.
Avevano già gli occhi socchiusi e le labbra dischiuse pronte ad accogliere quelle dell’altro quando Ron giunse in sala a chiamare Harry.
Si separarono immediatamente, come se la stessa aria scottasse all’improvviso. Boccheggiando in cerca di una spiegazione più per convincere loro stessi che Ron che sembrava non capire il perché di quella reazione istintiva.
Si allontanarono senza dirsi una parola e senza più guardarsi.

Si erano quasi baciati e quella realtà era così ovvia e così schiacciante che al solo pensiero gli mancava il respiro. Il ricordo tormentava Harry come una nenia fastidiosa nella mente.
Ricordava, percepiva, sentiva, bruciargli ancora addosso quella sensazione di inevitabile che lo aveva catturato in quel momento.
Si era sentito un burattino nelle mani del fato, assolutamente sottomesso dal impeto del suo cuore.
Avrebbe voluto provare repulsione, avrebbe voluto scacciare quel pensiero, ma quando lo guardava…Voleva baciarlo. Voleva sentire quelle labbra sulle sue, sempre e probabilmente in eterno.
Ma perché si sentiva così? Cosa albergava nel suo cuore?
E, cosa più importante, cosa provava Draco verso di lui?
Glissò i dubbi dietro la facciata della realtà crudele che lo voleva un sognatore.
Era impossibile del resto che una cosa simile accadesse.
Chissà forse nel dormiveglia Draco l’aveva scambiato per qualcun altro.
S’illudeva, pur sapendo la verità.
Ci volle una settimana perché Draco Malfoy barricasse Harry in un aula stanco di aspettarlo e passasse al contrattacco.
Harry osservava il suo viso contrito in una smorfia di sofferenza avvicinarsi cautamente come se fosse su un campo minato.
Ricordava i movimenti lenti, le mani che gli si avvicinavano al viso con dolcezza, il suono dello schiocco delle labbra che si schiudevano per apprestarsi a baciarlo... ed il suo respiro.
Poi tutto era scomparso dietro una nuvola di confusione e passione. La ragione restò annebbiata finché Draco non si staccò da lui a corto d’aria.
Si guardarono in silenzio sorpresi e confusi dall’intensità dei loro sentimenti.
Poi Harry annuì. Non ci fu bisogno di parole.
E così Draco Malfoy e Harry Potter erano diventati una coppia.


 
 
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Una paralisi provvidenziale

- Cosa? –
Harry sbucò nella conversazione di due ragazze con un espressione sopresa e interessata. La più giovane, dopo un attimo di esitazione, rispose:
- Malfoy si è fatto male a pozioni.- lo informò – E’ caduto e si è rovesciato addosso una pozione paralizzante.-
- Paralizzante?- echeggiò Harry – Nel senso che non può muoversi?-
Le due ragazze annuiscono – In più si è fatto male a una mano. E’ letteralmente allettato.-
Era… fantastico!
Harry cercò di non mostrare tutta la sua felicità, gli uscì di conseguenza una smorfia tra lo psicopatico e il divertito che spaventò un po’ le due ragazze che si affrettarono a salutarlo e scappare via.
Doveva andare da Malfoy. Ora!
Attraversò i corridoi cercando di non mettersi a correre, arrivò davanti all’infermeria e cercò di mettere a tacere il lieve affanno.
Entrò solo quando si fu ricomposto.
Dall’altra parte della stanza, coperto a stento, c’era un Draco Malfoy immobile. Erano riusciti a metterlo disteso, ma dalla frenesia con cui i suoi occhi si muovevano era evidente che muoversi non rientrava nella sua possibilità. Si avvicinò quasi saltellando.
- Guarda, guarda.- disse.
Poteva muovere le sopracciglia, perché le aggrottò in una chiara espressione interrogativa, così Harry si avvicinò, entrando nel suo campo visivo. Sorrise, divertito.
Se avesse potuto, Draco avrebbe tremato.
Harry allargò il sorriso e posò una mano sul viso morbido nonostante la totale immobilità, ne saggiò la freschezza con le dita.
- Me la rendi perfino troppo semplice.- soffiò, allegro.
Draco provò a fulminarlo con gli occhi, Harry s’umettò le labbra.
- E’ un mese che ti fai vedere.- lo rimproverò – Devo aspettare che ti paralizzi per poterti vedere, ma ti pare?-
Stavolta roteò gli occhi e il grifone continuò, divertito – sono o no il tuo ragazzo?-
Anche se non ci fu alcun movimento nella sua espressione, Harry riuscì a percepire il cambio d’umore. Draco si stava arrabbiando e lui lo stava adorando.
Del resto, il loro rapporto non era fatto di smancerie, per mesi si erano limitati a litigare e scopare, litigare ancora e scopare ancora di più, finché una giornata Harry non aveva voluto mettere un punto alla situazione affrontando la grande domanda: stiamo insieme?
Draco aveva risposto lanciandogli una scarpa e dicendo che se non lo fossero stati Harry non avrebbe potuto toccarlo nemmeno con un dito da giorno zero.
Tuttavia, era un mese che in nome dello studio si negava. Era un mese che Harry aspettava con ansia che recuperasse le materie per poi tornare da lui.
Ma Draco era indietro in molte materie e voci di corridoio dicevano che fosse perché la persona con cui si vedeva l’aveva monopolizzato.
Mere calunnie, Harry non lo aveva monopolizzato; aveva preteso di recuperare gli anni che avevano passato a litigare e…basta.
Avevano avuto molto da recuperare.
Miss Poppy apparve con aria contrita e una boccettina in mano, si fermò non appena vide lui.
- Signor Potter!- esclamò – Siete qui per…- guardò il povero ragazzo allettato e poi di nuovo lui.
Harry scrollò le spalle – Quello è l’antidoto?-
- Sì…- fece guardinga.
Harry allargò il sorriso e la raggiunse – Ci penso io.- soffiò – Lei vada pure a pranzo fuori.-
- Ma…- li guardò.
- Stiamo insieme, è il mio ragazzo.- la informò con naturalezza – Mi prenderò io cura di lui. Tranquilla.-
Il viso le si rilassò – Allora è lei il ragazzo leggendario!- esclamò – Avevo sentito alcune voci ma…-
- Tutto vero. Siamo innamoratissimi.-
Ora il suo viso divenne divertito e un po’ trasognante. Consegnò la fiala a Harry Potter e si impegnò a lasciarli soli uscendo poco dopo.
Dal canto suo, una volta solo con il suo ragazzo, tornò al suo capezzale e gli accarezzò i capelli con dolcezza.
- Certo potrei dartela…- soffiò.
Draco lo guardò, un po’ intimidito dall’essere immobile e incapace di difendersi, Harry bevve un sorso di pozione prima di baciarlo e lasciarlo scivolare nellla bocca dell’altro.
Anche una volta che fu inghiottita sino all’ultima goccia, Harry continuò a muovere stoicamente le labbra sulle sue finché non avvertì una timida replica.
Si staccò da lui e si ritrovò a fare i conti con un Draco ancora incazzato nero, ma nettamente più addolcito.
Il suo timore, ora che aveva bevuto la pozione, era diventata curiosità.
Provo a parlare, e le labbra fecero un po’ di movimento, ma nulla che riuscisse a mettere insieme una parola.
Harry guardò l’etichetta, impensierito – Dice che in presenza di un esposizione eccessiva, ci mette da mezzora a un’ora a fare l’effetto.- lo informò.
Il serpeverde riuscì a chiudere gli occhi, esasperato dalla situazione. Harry gli sorrise.
- Non è colpa mia se ti sei rovesciato addosso un intero calderone.-
Stavolta riuscì a stringere le labbra, con disappunto. Evidentemente le espressioni facciali erano diventate più semplici, ma il resto del corpo era ancora del tutto immobilizzato e la pozione ci avrebbe messo un po’ a fare effetto.
Significava che per quel “ po’ ” Draco era tutto suo.
Avrebbe potuto divertirsi a scrivergli qualcosa in faccia, magari “io amo Potter”. Al solo pensiero, fu colpa da una risata isterica.
Draco alzò un sopracciglio, come a chiedergli cosa avesse da ridere.
Con un bacio leggero, si calmò.
- Merlino, se mi sei mancato.- soffiò.
Gli occhi grigi dell’altro si puntarono su di lui e lo fissarono come se cercasse dentro di sé il modo di replicare a quella cosa, decise con un sorriso beffardo. Bastò per prenderlo in giro e beffarsi del suo essere tutto sommato piuttosto aperto nei suoi sentimenti.
- Non ti farebbe male ammettere che ti sono mancato anche io.- replicò Harry tranquillamente. Del resto, sapeva benissimo che era così: un paio di volte in quel mese non ce l’aveva fatta a restarsene in disparte e si era recato col mantello dell’invisibilità da Draco anche solo per vederlo.
E aveva visto, oh se aveva visto. Lo aveva visto scrivere il suo nome ai lati dei libri, toccarsi con il suo nome sulle labbra…
Draco Malfoy era più innamorato di quanto voleva dare a vedere, per questo essere lì a prenderlo in giro per essersi reso una statua di sale, era solo un modo come un altro per stare insieme.
Gli accarezzò gentilmente i capelli prima di rubargli un altro bacio. Stavolta le labbra replicarono così prontamente che il grifone dovette staccarsi come lo strappo di un cerotto per non accusare l’inevitabile eccitazione.
Ci provò a evitarla. Davvero. Non era lì certo per fargli cose sconvenienti solo perché era immobile e alla sua mercé…
Ma Draco lo guardò come se l’aver interrotto il bacio fosse un affronto personale e lui non resistesse oltre.
Riprese a baciarlo, si godette quel contatto che gli mancava da un mese e le man non poterono fare a meno di volerlo toccare.
Le dita accarezzarono il collo come prima cosa, poi si spostarono sulla clavicola, poi trovarono la loro strana nella camicia la cui resistenza venne meno con un poco di forza. Draco provò a mordergli un labbro, per punirlo per ciò che stava facendo, anche perché quando trovò il capezzolo scattò con troppa facilità agli attenti per non essere reciproca la voglia.
Draco lo fulminò con lo sguardo, come ad ammonirlo di togliersi dalla testa qualsiasi idea balzana, ma dal momento che il polpastrello toccò quel piccolo bottoncino di carne, sapeva che sarebbe finita male.
Molto male. Male quando un mese di astinenza poteva portare.
Con le labbra scese a baciargli il collo, in zone che aveva leccato e baciato con così tanta insistenza da renderle più sensibili di quanto non fossero. Conosceva ormai il suo corpo, lo aveva vezzeggiato, lo aveva educato a lui.
Non solo sapeva dove farlo impazzire, aveva letteralmente reso ogni centimetro di quella pelle sensibile a lui.
Mai nella sua vita, si sarebbe creduto in grado di far impazzire così qualcuno, ma quando aveva tenuto lui tra le braccia, soggiogarlo gli era uscito non solo naturale, ma un comando imperativo.
Draco non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, ovviamente, non riusciva nemmeno a dirgli che era pazzo di lui, ma il suo corpo che si stringeva attorno al suo sesso, il venire senza essere nemmeno toccato, il divenire duro alle volte solo all’idea che lo avrebbe presto toccato…
Era impossibile per Draco Malfoy fingere di essere completamente suo, ma Harry gli lasciava credere di avere ancora voce in capitolo nella loro relazione.
Draco singhiozzò, mentre Harry stringeva il piccolo bottoncino di carne tra le dita. Si accorse finalmente che la pozione si stava facendo strada nelle sue vene, quando anche una parte più bassa del suo corpo saltò a gli attenti.
Soddisfatto, Harry si allontanò quanto bastava per salire sul letto e posizionarsi tra le sue gambe. Non lo avrebbe scopato, per quanto lo voleva.
Non sarebbe certo arrivato a tanto. Ma gliel’avrebbe fatta pagare per averlo lasciato a stecchetto ricordandogli cosa si era perso, quello sì.
Iniziò con un breve tocco sulla nuova erezione, iniziò a massaggiarla con le nocche, ignorando totalmente lo sguardo infuocato dalla rabbia del suo ragazzo. Sguardo che divenne presto altalenante tra il desideroso e il furioso.
Era maledettamente divertente vederlo cedere, sfregamento dopo sfregamento, ad un sempre più incessante desiderio.
Quando la stoffa era diventata così tesa da essere un chiaro segno di una completa e dolorosa erezione, si prodigò per liberarla.
Il gemito frustrato di Draco riempì l’aria e non poté fare a meno adorare quel suono. Gli era mancato quel suono, come anche il calore del suo sesso tra le mani.
Leggermente preso dalla situazione, iniziò a dimenticare i suoi buoni propositi di torturarlo per puro gusto di farlo, e iniziò a d accarezzarlo con l’intenzione di godersi quel desiderio tra le dita.
Affondò le dita nella peluria bionda, massaggio con una mano i testicoli delicatamente mentre con l’altra percorreva interamente la lunghezza.
- Ti sono mancato?- domandò, mentre altalenava movimenti dolci con altri più frenetici. Il pomo d’Adamo del suo ragazzo saltellava lungo la gola nella disperata ricerca d’aria mentre diventata un tutt’uno col piacere.
Ma se Harry era frustrato da un mese di astinenza, Draco non era certo da meno. Vederlo venire così presto, lasciò al moretto un senso sia di orgoglio che di delusione.
Draco socchiuse gli occhi e lo guardò, già esausto. Harry continuò ad accarezzarlo dolcemente lasciandogli godere fino all’ultimo scossa di orgasmo.
Ciò che non si aspettò e Draco che provò a scuotere la testa per dirgli di no, prima che fosse troppo tardi. Harry si rese conto d’un tratto che, nonostante l’orgasmo, il sesso riprese in fretta ad indurirsi.
- Ti sono mancato davvero tanto!- esultò, continuando a giocare con la pelle sensibile. L’altro sembrò appuntare mentalmente di ucciderlo.
Essendo già venuto una volta, accarezzarlo nuovamente divenne una lenta e frustrante tortura di cui Harry riuscì a godersi ogni attimo.
Draco faticava a venire ora, come non poteva fare a meno di essere di pietra perché era alla sua mercé.
Perché era suo. Oh, se era suo.
Dalla sua espressione però, quella nuova erezione stava diventando dolorosa. Un po’ come la propria, costretta dai boxer e ignorata da tutto il tempo.
Se solo fossero stati nella sala delle necessità a quest’ora lo avrebbe fottuto per bene, ma non era importante. La verità era che, se Draco fosse stato libero dall’incantesimo e consenziente, si sarebbe spinto in lui senza remora anche in sala grande.
Draco schiuse le labbra, e un gemito nuovo riempì l’aria insieme ad un piccolo inevitabile affanno. Le dita ebbero un fremito, riuscì a chiuderle e riaprirle. Stava iniziando a fare sempre più effetto l’antidoto, così come la sua nuova espressività stava rendendo chiaro quanto fosse provato dalla mancanza del nuovo orgasmo.
Draco sudò nello sforzarsi a muovere, con uno scattò riuscì a avvolgere le proprie dita sul polso di Harry.
Una richiesta di fermarsi.
Harry strinse le labbra e lo fece.
Si sentì come se lo avessero sgridato di rimettere a posto i giochi. Non che avesse mai avuto dei giochi da bambino con cui comparare la sensazione.
Tremante e sempre più provato, Draco chiuse gli occhi per respirare profondamente, quando li riaprì Harry ci lesse qualcosa che non si aspettava.
Implorazione.
Aveva visto troppe volte quello sguardo per non riconoscerlo. Di solito, però, quegli occhi erano accompagnati da una semplice parole: scopami.
Pur non parlando, quelle iridi lo trafissero come lame.
- Merlino, non guardarmi così.- lo rimproverò – O ti fotterò, ‘sti cazzi chi viene.-
Draco inghiottì a vuoto, e fece un unico faticoso momento: annuì.
Una scarica di adrenalina lo invase, si avventò sulle sue labbra, adorò sentirlo rispondere, adorò perfino sentirlo spingersi su di lui, inarcandosi come poteva.
- Merlino se mi sei mancato!- esclamò disperatamente sulle sue labbra, prima di affondare le mani sulla sua cintura e spogliarlo.
Quando affondò le dita in lui, Harry dovette appellarsi ad ogni sua stella in cielo, per non venire. Quella magnifica pressione la conosceva bene, la sola idea di sentire presto il proprio sesso in quella morsa riuscì di farlo semplicemente impazzire.
Quando lo sentì leggermente cedere, non poté più trattenersi.
Era consapevole che aveva passato poco tempo a prepararlo, ma la sua pazienza era del tutto venuta meno. Si posizionò tra le sue gambe, gli afferrò un ginocchio e glielo piegò per avere maggiore spazio e maggiore presa e due attimi dopo, si spinse dentro di lui.
Venne un poco, ma riuscì a trattenersi quanto bastava per continuare a fotterlo. Tuttavia era semplicemente meraviglioso essere tornato dentro di lui.
Chiuse gli occhi godendosi la frizione delle prime spinti, poi li riaprì e guardò in basso, beandosi della visione che lo aveva stregato fino a innamorasi perdutamente dell’altro: Draco aveva gli occhi lucidi, un po’ trasognanti, ma si sforzavano di guardarlo, come se il vederlo spingersi in lui completasse le spinte.
Mai più, pensò mentre si spingeva in lui con sempre più impeto, al diavolo lo studio, al diavolo ogni altra cosa!
Non avrebbe passato nemmeno più una settimana senza toccarlo.
Il letto fu messo a dura prova dalle spinte, l’incantesimo dal desiderio di draco di muoversi. Tra una spinta e l’altra, Harry si rese conto a stento, delle braccia di Draco che si tendevano verso di lui, come si rese conto a stento di avergli lasciato il ginocchio per correre tra quelle braccia.
Sentì le mani di Draco accompagnare le sue spinte sulla sua schiena, lo senti inacare il bacino verso di lui.
In fine, con più di un asito, sentì la cosa più bella di tutto: il suo nome sussurrato tra i gemiti.
L’orgasmo li colse così prepotentemente che ogni altro senso fu spento.
Vedere, sentire, perfino respirare, era diventato superfluo.
Solo il piacere esisteva, il piacere e il calore della sua pelle.
Crollarono distesi, esausti più che mai. Harry cercò di mettersi accanto a lui per non schiacciarlo mentre l’altro si sforzò di fargli spazio nonostante non ce ne fosse molto su quel lettino.
Il serpeverde alzò gli occhi e lo guardò, ancora leggermente confuso da gli eventi, poi la lucidità si fece strada in lui – Sei un coglione.- soffiò senza fiato.
Era arrivato il momento, sorrise Harry addolcito, il momento che seguiva il meraviglioso sesso che facevano, quello in cui Draco tentava di recuperare la faccia fingendo di non essere completamente dipendente da lui.
- E tu hai una faccia da cazzo, ci completiamo.- sorride.
Draco sembrò volerlo spintonare per farlo cadere dal letto – Potrei denunciarti.-
- Per cosa? Per orgasmo doloso?-
Draco si accertò di potersi muovere anche se a fatica. Quando le dita dei suoi piedi fecero la Ola si rilassò.
- Mi ero appena disintossicato.- si lagnò.
- Ah, ecco perché mi hai tenuto lontano in mese.- mormorò – Devo pensare male? Vuoi lasciarmi?-
Lo disse per scherzo, ma il solo pensiero lo mise di cattivo umore, cosa che odiò dopo essere finalmente riuscito di nuovo ad essere felice tra le sue braccia. Cercando di non dimostrare il panico, domandò ancora - … non vuoi farlo, vero?-
Draco lo guardò per un lungo minuto come se ponderasse bene cosa dire, cosa che fede sentire Harry sempre più a disagio. Poi sbuffò.
- Volevo fare una battuta, ma insicuro come sei potresti pensare male.- disse prima di roteare gli occhi – No. Non ti lascio.- lo informò.
Harry però non ne era soddisfatto. Gli toccò la guancia solo per dargli fastidio.
- Perché mi ami, giusto?- instette.
- Beh, se non amo te, di sicuro amo una parte di te.- fece un sorriso innocente prima di spingere una nocca sul sul sesso ancora un po’ duro nonostante l’orgasmo. Harry sentì un guizzo nuovo di eccitazione.
- Attento, o ti scopo di nuovo.- lo avvisò – Magari potrei scoparti fino a farti dire che mi ami.-
Metà labbro del suo meraviglioso ragazzo scattò brevemente in un sorriso di trionfo – Sfida accettata.- soffiò.
Harry si chinò a rubargli un bacio che voleva essere passionale, ma che con ancora il relax post orgasmo fu solo dolce.
Non che dolce gli dispiacesse.
Draco passò una mano tra i suoi capelli prima di aprire gli occhi – Mi scopi lo stesso anche se te lo dico?- sussurrò sottovoce.
- Non mi serve una scusa per volerti.- replicò dolcemente – Hai detto di esserti voluto disintossicare e ora mi dici di fotterti fino a farti perdere completamente la ragione. Dovresti decisamente deciderti.-
- Non è stata facile nemmeno per me.- replicò Draco colpito – Non riesco a essere lucido quando mi tocchi. – mise il broncio. Per davvero – E volevo essere lucido, per dirti che ti amo.-
Harry sbatté tre volte le palpebre comprendendo l’altro aveva appena detto.
- Hai appena…-
Draco sviò lo sguardo – Non farne un affare di stato.-
- Ma tu hai appena…-
- E tu no. Come la mettiamo?-
Harry fu colpito alla sprovvista. Adorò vedere le sue guancie arrossire. Gli rubò un altro paio di baci prima di dire – Ti amo anche io.-
Il baciò che seguì, fu di nuovo passionale e seducente.
Draco si morse un labbro, delicatamente, assaporando quel contatto con intensità - … verrò bocciato.- affermò.
L’altro sorrise, mentre riprendeva posto tra le sue gambe, pronto a riprende dove si erano interrotti – No, verrai solo scopato.- affermò.
Per il resto della tua esistenza tuonò nelle loro menti come una condanna… e una promessa.






 
 
 
 
 
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