Lucky Lemon (capitolo 8)
Mar. 8th, 2019 02:58 pmTitolo: Lucky Lemon(capitolo 8)
Cow-t 9, Quarta settimana, M2.
Prompt: Cadere e farsi (molto) male.
Numero parole: 6107
Rating: Rosso
Fandom: Harry Potter
Lucky Lemon (Capitolo 8)
La casa che condividevano Draco Malfoy e Jamie Jonson era un piccolo appartamento che si estendeva più il altezza che in larghezza. All’entrata si trovava la cucina sulla destra, il salottino con il divano sulla sinistra. Tutto il resto era sopra, una stanza, un bagno e lo sgabuzzino per la passione del castano.
Era perfetta per due persone, piccola e intima quanto bastava. In quelle mura avevano fatto l’amore per anni, condividendo le piccole cose quotidiane che, tassello dopo tassello, creavano una vita insieme.
Harry lì si sentiva come in un museo.
Quando varcava quella soglia i ricordi di cui era pregno lo aggredivano come uno schiaffo. Riusciva a respirarlo, era così soffocante che lo avvertiva come un veleno insidioso che gli scivolava dentro silenzioso e letale.
Era più doloroso che vederli scambiarsi quegli sguardi complici, sentire i racconti di dov’erano nell’esatto instante in cui avevano ricevuto una buona notizia, o avevano deciso che quella sarebbe stata la loro casa, era più doloroso che guardare le fotografia in giro che documentavano quei due anni.
L’idea della loro intimità lo rendeva inquieto.
Ma non era nulla, nulla, rispetto al tornare a casa sua e sentirsi strangolare dalla totale assenza di quell’aria. Dal calore di quelle pareti, dai racconti di una vita felice, dal affetto che traspariva dalle foto.
Tornare a casa e realizzare quanto fosse miserabilmente geloso di loro e quando volesse possederli fino a impedirgli anche solo di concepire una vita senza di lui… era peggio. Semplicemente peggio.
Per stare con loro, per assimilare anche solo un granello di quella famigliarità che li univa, era disposto anche a dormire sul divano. Ad imporsi. Non importava quanto mortificante fosse e quanto la notte stesse sveglio a osservare gli occhi delle foto osservarlo con giudizio come se stessero tentando di dirgli: “che che ci fai qui?”
Non importava. Doveva restare lì.
Poi tutto era successo, e loro erano diventati suoi. E quel nido d’amore solo loro era diventato un ricordo, perché si erano trasferiti da lui.
Non ci fu bisogno di far spazio, bastò aprire la porta dopo una luna di miele stupenda e quella casa si riempì in un secondo d’amore.
La carta da parati verde sporco sembrò acquistare una diversa tonalità, più luminosa, più calda. La foto della loro dichiarazione sul molo era stata appesa in camera da letto e, insieme a quelle di Jamie e Draco da soli, erano state affiancate quelle con lui.
Gli sembrò che tutto acquistasse finalmente un senso, che tutto avesse un proprio posto. Che tutti i suoi sforzi, avevano avuto finalmente frutto.
Perfino se Draco avesse deciso di avere un elefante in giardino gli sarebbe stato bene e l’avrebbe fatto sentire a casa.
Harry concepì la felicità una sera. Una semplice sera come tante in cui scoprì di aver dimenticato le chiavi a casa. Suonò alla porta e Draco gli aprì con un grembiule addosso e un residuo di farina sul viso. Gli fece un sorriso sghembo con gli occhi che gli brillavano. Jamie era seduto sul divano, le gambe distese e il telecomando in mano alzò un sopracciglio come a dire “è questa l’ora di tornare?”
Nell’aria vagava un profumo di crostata di mele. Nel suo cuore, la sensazione che quella fosse la normalità.
Quella sera c’era stata la prima nevicata dell’anno. Il freddo pungente lo aveva quasi ucciso durante il suo giro e quando tornò a casa desiderò solo buttarsi sotto una doccia calda e sopra uno dei suoi due mariti.
Suoni di fornelli accesi e i movimenti delle stoviglie provenivano dalla cucina così non fu difficile indovinare chi fosse in casa.
Si poggiò sullo stipite della porta e osservò il suo biondo marito essere così preso dal cucinare qualcosa da non essersi accorto nemmeno del suo ritorno. Riusciva a scorgere il fiocchetto di un grembiule che gli decorava la schiena, cosa che talaltro permetteva alla maglia che portava di essere un po’ più rialzata e di mostrare un bel paio di belle prelibatezze.
Harry sorrise pensando che fino ad un anno prima non era mai stato in grado di vedere un corpo maschile ed eccitarsi, ma invece eccolo lì. A desiderare di riempire i suoi palmi con quelle natiche e stringerle forte.
E sorrise anche al pensiero di molto altro.
Meditò su se stesso, in quel momento. Come se finora non avesse avuto tempo di farlo ed ora in attesa di essere considerato fosse un momento adatto.
Meditò su quanto fosse stato facile per lui cambiare gusti, su quanto fosse facile per lui desiderare un legame non solo mentale con Draco Malfoy.
Perché poi era tutto lì, no? Se la loro relazione fosse rimasta platonica, nulla sarebbe accaduto.
Ma era stato impossibile non bramare completamente il ragazzo seduto dall’altra parte che con un sorriso indulgente ascoltava la sua vita e condivideva attimi della propria.
Per Harry era stato impossibile non associare la voglia di non lasciarlo tornare a lavoro, all’idea di non permettergli di respirare con una serie di baci uno più profondo dell’altro.
Farlo smettere di parlare, anche se l’avrebbe ascoltato per ore.
Draco Malfoy, lo stesso Draco Malfoy che per anni era stata una vera spina nel fianco. E invece eccoli lì. E trovava veramente semplice, quasi ovvio, desiderare di monopolizzare quell’uomo anima e corpo.
Lasciò che il proprio sguardo risalisse lungo la schiena accarezzandola centimetro dopo centimetro. Lo vide irrigidirsi le spalle come se avesse avuto sentore di quella carezza mentale.
Harry ridacchiò e Draco si girò di scattò puntando un mestolo verso di lui come se fosse una bacchetta.
- Harry, per la barba di merlino! - sbottò – Da quando sei lì?!-
Il moretto s’inumidì le labbra prima di alzare un sopracciglio – Da un po’.-
Draco assottigliò lo sguardo – Era così difficile annunciarti?-
Harry si alzò dallo stipite e drizzò la schiena – Signori e signore ecco a voi, l’unico, l’inimitabile nonché bravo a letto…- fece una paura teatrale e si piegò in un inchino pronunciato – Harry Potter. Al tuo servizio.-
L’unica risposta che ottenne fu un alzata d’occhi al cielo, ma Draco non riuscì a dissimulare del tutto il sorriso divertito.
- Spaccone!- lo apostrofò rigirandosi verso i fornelli – Avresti dovuto avvisarmi che tornavi prima.-
- Ma questo è il mio solito orario di ritorno!-
- Non nell’ultimo mese.- gli rinfacciò allora Draco con una nota critica nella voce.
Harry ridacchiò dirigendosi verso di lui – Sì, hai ragione. Ma il caso che stiamo seguendo è veramente importante. Se riesco a risolverlo potrebbero darmi una promozione.-
Draco gli lanciò un occhiata accusatoria prima di girare la testa quanto bastava da permettere ad Harry di rubargli un bacio a stampo.
- E cos’altro vorresti conquistare? Hai salvato una pietra filosolare, una lenticchia di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza, il mondo magico e non, me, e infine perfino Jamie.- gli rinfacciò – Sai che la tua sete di potere non ti porterà a nulla?-
Harry alzò un sopracciglio – Mi ha portato con due bellissimi ragazzi nel mio letto. E tu dici nulla?-
Draco girò il contenuto della padella con il mestolo prima di prenderle una cucchiaiata ed assaggiarla. Poi tese l’asticella di legno verso il marito.
- Assaggia, dici che manca del sale?-
Harry prese un sorso di sugo.
- Ma è…- esordì sorpreso – E’ buonissimo!-
- Perché ne sei così sorpreso?- borbottò offeso l’altro.
- No, è che sapevo che sapevi fare dolci strepitosi, ma…-
- Se tu fossi stato a casa nell’ultimo mese e mezzo avresti saputo questo mio grandissimo, misterioso, segreto.- alzò le spalle.
- Non dubiterò mai più di te, promesso.-
Draco finalmente gli sorrise e fece un passo di lato per appoggiarsi con la spalla sul petto di Harry. Pur non lasciando mestolo e padella si accomodò con la testa nell’incavo del collo e gli rubò un bacetto sulla clavicola.
Harry avvolse le sue spalle in un abbraccio.
- Prometto di tornare a casa più presto.- mormorò.
- E il caso?-
- Non importa. Ho cose più importanti ora, no?-
Draco sogghignò e si districò dall’abbraccio - Allora? Il sale? Manca?-
Harry scosse la testa – No, è perfetto così.-
- Alla faccia tua, Gorgon Ramsey! – esclamò fiero di sé.
- Tu conosci Gordon Ramsey?!-
Draco discorse lo sguardo – Jamie lavora alle sue foto e tu rincasi tardi, qualcosa devo pur fare!-
Harry aggrottò le sopracciglia come se si fosse accorto improvvisamente che qualcosa stonava – A proposito – soffiò – Che fine ha fatto Jam?-
L’altro ammiccò verso la finestra – Prima neve. Pensi che poteva resistere?-
- Fuori fa un freddo cane!-
- Gliel’ho fatto notare si.-
- e…?-
- è stato come parlare al muro.-
Harry sospirò – Beh i muri parlano, mica ascoltano.-
- Come?-
- Niente.- Harry trattenne una risata e guardò la mistura che ribolliva silenziosa nella padella – Secondo te…- esordì – Jam in che casa sarebbe finito ad Hogwarts?-
Draco si immobilizzò nell’atto di prendere il sale. Strinse la labbra con sguardo attento ad un calcolo infinitesimale delle ipotesi.
- Spero non tassorosso.- mormorò infine mentre afferrava la boccettina della preziosa spezia e ne aggiungeva un pizzico al sugo – Sarebbe drammatico se fossi sposato ad un tassorosso. Già che lo sia di un Grifondoro la dice lunga sulla mia sanità mentale! -
- Ehi!-
- Sai cosa intendo.- gli fece un sorriso ironico.
- Sei pessimo. Sul serio.-
- Lo sapevi quando mi hai sposato!-
Già. Harry lo sapeva. Sapeva di aver sposato un uomo che era cresciuto nella bambagia e nel razzismo. Un uomo che ne era uscito facendo uno dei lavori più umili che il suo status sociale poteva aberrare.
Sapeva che si era innamorato di un uomo dal cuore così grande da accogliere anche lui, un uomo che non aveva tradito senza rimorso o per gioco. Un uomo che aveva visto crollare sotto il peso delle sue colpe.
Un uomo a cui doveva tutta la sua felicità.
- Sei fantastico.- soffiò dolcemente mentre si avvicinava a lui. Gli sfiorò delicatamente la schiena e si chinò a baciare dolcemente il collo.
Draco piegò di poco la testa per dargli più spazio, restando in silenzio. L’altro lo intraprese come un tacito permesso.
Gli baciò la delicata zona sotto l’orecchio, poi una guancia, il desiderio di avventarsi sulla labbra divenne impellente. Ma le sfiorò appena, con delicatezza.
- Quindi…- sussurrò Draco con voce flebile senza togliere lo sguardo dalla mistura - …mi ami?-
Harry avvolse i fianchi dell’amato e sorrise sulla sua guancia dopo un altro bacio – Chissà.- sussurrò – Potrei averti sposato solo per i tuoi soldi.-
Draco non poté fare a meno che scoppiare a ridere e dargli una spallata provocatoria – Attento.- soffiò – Ho un mestolo in mano e so come usarlo.-
Harry ridacchiò – oh che paura!- soffiò baciandogli una tempia – Se faccio il bravo e ti lascio cucinare come mi dai in cambio?-
- la cena?-
- E…?-
Alzare gli occhi al cielo contornato da un sorrisetto affatto seccato fu semplice – E tutto quello che vuoi.- dichiarò.
- Anche se fosse cambiare i ruoli?- scherzò.
- Ancora questo discorso?- sbuffò Draco spegnendo il fuoco – Se insisti potrei accogliere la tua richiesta, attento.- gli sorrise innocentemente.
Harry s’inumidì le labbra e si allontanò quanto bastava per permettere a Draco si muoversi nella piccola cucina. Si appoggiò al mobile e incrociò le braccia restando a fissarlo, con attenzione.
- Com’è stata la prima vostra prima volta?- domandò.
Draco si bloccò nell’atto di prendere una pentola - …come?-
- La prima volta tua e di Jamie. Com’è stata?-
Le guance del biondino presero fuoco – Perché dovrei dirtelo?-
Harry alzò un sopracciglio – E perché non dovresti?-
- Pensavo avessi superato la fase del “com’è con lui”. Pensavo che non volevi pensarsi e goderti il presente.-
Harry piegò la testa di lato – come mai questo mistero?-
- Non è un mistero!- sbottò prendendo la pentola e posizionandola sul fuoco.- Cioè vuoi che ti faccia un racconto dettagliato di quello che abbiamo fatto?- lo guardò alzando il sopracciglio, poi un sorriso mordace si fece strada sul suo viso - Non preferiresti vederne una riproduzione dal vivo?-
Harry rise, poi si morse un labbro – E’ che ci sono ancora così tante cose che non so di voi…- soffiò – Di prima, intendo.-
L’altro fissò il fondo della pentola, pensieroso – E non ti da fastidio saperlo?- soffiò – Cioè…pensare a me e Jamie “prima”.-
Harry sembrò rifletterci – La curiosità vince.- tagliò corto – Dimmelo.-
Rilassò le spalle prese un profondo respiro – Cosa vuoi sapere esattamente?- si arrese.
Il sorriso dell’auror si allargò, trionfante – Tutto.-
- Tutto?-
- Tutto.-
Mentre Draco riempiva la pentola d’acqua si tuffò nei suoi ricordi – Era il nostro secondo appuntamento.- esordì.
- Dopo il secondo appuntamento? Non siete arrivati nemmeno al provvidenziale terzo?-
Draco s’inumidì le labbra – No. Era quello il secondo appuntamento.- ridacchiò – E’ una storia lunga.-
- Abbiamo tempo.-
- Tu e la tua curiosità. Non lo sai che la curiosità uccide il gatto?-
Harry alzò un sopracciglio intimidatorio – Racconta dall’inizio allora.-
- Dovrei partire da quando siamo usciti la prima volta.-
- Che abbiamo tempo l’abbiamo già chiarito.-
Draco sospirò e accese il fuoco sotto la pentola. Poi si allontanò dai fornelli e si appoggiò alla cucina di fronte ad Harry.
- Ok.- sbotto – Ti ho raccontato come ci siamo “dichiarati?”-
Harry scosse la testa.
- Beh lui si dichiarò mostrandomi le foto che mi aveva fatto e io baciandolo subito dopo. Il punto era che quella sera stessa uscimmo e fu…- strinse le labbra – la parola “disastro” non rende bene l’idea.-
- Un disastro? Sul serio?-
Draco fece spallucce – Lo portai ad un ristorante sofisticato, volevo mettermi in mostra, cercare di fargli vedere la parte migliore di me.- la voce si spense – Il risultato fu che per tutta la serata non riuscimmo quasi a parlare, eravamo tesi. Ed era strano visto che mentre lavoravamo eravamo così affiatati, parlavamo di tutto, per ore. Ma in quel momento…niente! Silenzio totale, siamo tornati a ognuno alle proprie case con un senso di sconfitta e l’idea che tra noi non funzionasse affatto.-
Harry aggrottò le sopracciglia – E poi avete fatto sesso?-
Le guance di Draco punsero di imbarazzo – Dopo qualche giorno di disagio eravamo tutti e due demoralizzati, perché volevamo ritentare, ma avevamo paura. Era una situazione molto…opprimente.-
- E come avete fatto?-
Draco sorrise, imbarazzato – Come al solito fu Jamie a risolvere tutto.- si grattò nervosamente un braccio – Avevamo appena finito di lavorare e dal nulla, come se fosse la cosa più naturale del mondo mi ha baciato e… non so… è stato come se tutta la tensione di quei giorni scivolasse via. Non parlammo affatto, non serviva. Lui mi portò al suo appartamento ed è stato….- rifletté sulle parole da usare – Magico.-
Un rossore si diffuse sulle sue guance, assieme ad un emozione nuova nella voce.- Poi abbiamo parlato per ore, come se dovessimo recuperare quei giorni che avevamo trascorso senza parlarci. – Draco improvvisamente esitò come se si fosse ricordato qualcosa improvvisamente – Oh diamine!- sbottò – E’ stata anche la prima volta che ti ha nominato.-
-C.come?!- scattò Harry agitato – Come mi ha nominato?!-
- Beh…- Draco sbuffò – Gli stavo parlando degli anni della scuola e mi è sfuggito il tuo nome. Si è illuminato e ha iniziato a chiedermi tutto di te.- strinse le labbra - … maledetto te.-
La risata del moretto riempì la cucina – Cioè la prima chiacchierata post sesso è stata su di me?!- continuò a ridere piegandosi perfino su se stesso – Wow…- arrancò tra le risate – Ero destinato a intromettermi tra voi, praticamente!-
Draco lo fulminò con lo sguardo – Non c’è da andarne fieri. Il ragazzo che mi piaceva aveva una cotta per te e nemmeno ti aveva mai visto! Non è servito a nulla insistere su quanto fossi brutto, antipatico, megalomane e qualsiasi cosa mi venisse in mente. Non c’era verso di fargli cambiare idea!-
Harry continuò a ridere mentre si gonfiava il petto – Senti chi parla! Quello che poi mi ha conquistato!-
- Ah io non ho fatto nulla!- replicò l’altro – Sei tu che sei entrato nel negozio, nella mia vita e hai mandato all’aria tutti i miei piani!-
- E certo! Tutta colpa mia, eh?-
- Mi pare ovvio!- Draco assottigliò lo sguardo – Sei anche entrato in casa mia senza bussare e mi sei saltato addosso.-
- Ehi, parliamoci chiaro!- Harry drizzò la schiena – Sei tu che mi guardavi come a dirmi “saltami addosso. Ora!”-
- Non ho fatto nulla di simile!- replicò sulla difensiva. Harry alzò un sopracciglio di sfida, l’altro accusò il colpo.
- Ok, ammetto che non è proprio tutta colpa tua. Ma gran parte.-
- Certo, perché ho detto io a Jamie di volere una relazione con entrambi.-
- Sbaglio o sei tu che l’hai pedinato in un bar per fargli la ramanzina del “in tre è bello?”-
Tacquero, guardandosi con i sopraccigli alzati a voler puntualizzare la loro posizione.
Un tossire riempì l’aria e i due si girarono verso la nuova presenza. Jamie se ne stava in piedi viso e mani arrossati, e i vestiti pieni di neve.
- Se volete scopare fatelo.- sbottò – Non serve fare così tanti preliminari.-
Draco e Harry scoppiarono a ridere e Jamie aveva troppo freddo per seguirli.
**
Draco scivolò nella camera da letto mentre si massaggiava le mani. Lo faceva sempre prima di dormire. Era convinto che saper cucinare significava dover avere anche bellissime mani.
Harry pensava che fosse solo vanità, ma erano quei piccoli gesti a rederlo…lui.
- Jamie?-
- Al computer, sta modificando le foto che ha fatto oggi. Conoscendolo non si schioderà di lì finché non le riterrà perfette.-
- Quindi siamo soli.- soffiò, un leggero sorriso ad increspargli le labbra.
Draco rallentò il movimento della mani come se la cosa lo avesse colto di sorpresa. – A quanto pare.-
Per un po’ restarono in silenzio, mentre Draco prendeva dei vestiti da un cassetto. Poi si fermò e guardò Harry che lo osservava attraverso lo specchio.
- Mi stai fissando.- sbottò alzando un sopracciglio.
Harry sorrise – Non posso fissare il mio bellissimo marito?-
Gli occhi di Draco mascherarono la lusinga, prima di mostrare ironia – Che c’è? Vuoi scopare?-
Harry alzò gli occhi al cielo – E addio romanticismo.- brontolò drizzando la schiena e continuando a fissare l’amato oltre lo specchio – Dovremmo averne di più.- dichiarò.
- Di romanticismo?- rimbeccò Draco.
- A volte ho la sensazione che ci siamo persi qualche passo, sai. Abbiamo passato i primi mesi della nostra relazione a struggerci invece che a goderci la reciproca compagnia.-
Gli occhi del biondo si estraniarono pensierosi – Ma poi è stato bello.-
- E poi di nuovo drammi.-
- E poi di nuovo bello.-
Si guardarono in silenzio, poi Draco si arrese – Vero, ci siamo persi qualche passaggio.- ne convenne, ma c’era qualcosa nella sua voce che non piacque al compagno.
Harry alzò un sopracciglio e discostò la coperta a mo’ di invito – Quindi vuoi raggiungermi a letto o devo costringerti io?-
Le labbra dell’altro si tirarono in un sorriso – Vediamo se indovini quale mi metterebbe dell’umore di farti passare la notte in bianco.-
Harry quasi rise mentre discostava le coperte e si alzava per raggiungere Draco che non perse tempo per usare le mani appena curate per aggrapparsi al suo collo.
Si fissarono un altro po’, il tempo di realizzare quella nuova vicinanza. Poi fu Harry a baciarlo.
Poggiò le labbra piano, le mosse con dolcezza su quelle dell’altro, fino a staccarsi con uno schiocco. Nemmeno il tempo di respirare e tornarono a baciarsi, con sempre più intensità, fino a che qualcosa non si scivolò via, facendo crollare ogni difesa.
Si sentirono cadere in un abisso di calore e labbra, mentre continuavano a lambirsi avidamente.
Era come se non si baciassero da secoli. Come se si fossero mancati.
Una insolita fame li avvolse e iniziarono a baciarsi con più foga di quella necessaria. Harry si staccò ansante e si rispecchio negli occhi dell’altro.
Bastò un attimo di sconcerto, una piccola esitazione, come se testassero il cammino, ma finì in un battito di ciglia. Ripresero a baciarci e due attimi dopo furono sul letto.
Harry non riconobbe le sue dita mentre tentava disperatamente di strappare i vestiti di Draco.
Questi lo aiutò a liberarsi della maglia, ma pretese di far volare via anche quella del compagno. Liberarsi dei pantaloni fu stranamente più facile.
Mentre tornava a baciarlo, il cuore nuovamente perse un battito.
Si staccò da lui. Lo guardò. Ed aggrottò le sopracciglia.
- … hai messo qualche afrodisiaco nella cena?- mormorò divertito.
Draco sbatté le palpebre, confuso – No.-
- è solo che…-
Già, c’era… qualcosa.
Qualcosa era diverso in quel momento. La fame, il desiderio, l’avidità di voler avere Draco lì, in quel momento, subito. Era un fuoco che avanzava senza tregua lungo tutto il suo corpo.
La mano sfiorò il corpo perfetto del compagno. Sembrò vivere di vita propria, sembrò desiderare di avere altro, molto di più. Desiderò avere la possibilità di poter immergere le dita sotto la pelle dell’amato, quasi fosse fatto di cera fusa. Quel desiderio fu strano e sconcertante e alzò lo sguardo sul viso di Draco che lo fissava desideroso e accigliato.
- …Harry?- mormorò.
Era abituato alla passione. Con due mariti era un passo obbligato, non avrebbe resistito un giorno se non fosse stato consumato dal fatto di desiderarli.
Però in quel momento, qualcosa era diverso dal solito.
- Io ti amo.- gli sfuggì, in un sussurrò. Lo realizzò a voce alta. Come se lo scoprisse per la prima volta.
Draco non alzò gli occhi al cielo, invitandolo a smetterla di blaterale e usare le labbra per altro. Ma sembrò capire la portare di quelle tre parole.
C’era ancora eccitazione nell’aria, la voglia di perdesi l’un nell’altro. Ma per qualche ragione restarono immobili a fissarsi.
Draco lasciò scivolare le dita tra i capelli nel compagno – Dillo di nuovo.- disse.
- Ti amo.- ripeté Harry cercando di imprimere in quelle parole l’emozione stessa.
Fu quasi come lanciare un incantesimo, ma non era magia. Non quella di un mago.
Era solo…
- Ancora.- mormorò Draco fissandolo, poi gli strattonò due ciocche – Baciami e dimmelo ancora.-
Il bacio che seguì non fu vorace. Si sfiorarono le labbra piano, assaporandole, quasi riscoprendole.
L’eccitazione aleggiava tra loro, ma era sotto controllo, in gabbia, ma pericolosa e pronta ad uscire. Ma per qualche strana ragione continuarono a baciarsi, piano, dolcemente.
Si separarono con uno schiocco e si guardarono negli occhi.
Harry sentì prepotente un nuovo “ti amo” tentare di sfuggirgli dalla labbra. Ma lo fermò, perché ricordò quando si era sentito così.
Rivangare i ricordi. Rivangare il momento che avevano fatto l’amore quella prima volta. Guardò il viso di Draco, come i capelli erano scompigliati sul cuscino, le labbra gonfie, gli occhi pieni di desiderio.
Aveva già visto quello sguardo. Era la loro prima volta, era lo sguardo disperato di quanto la sola idea che il loro amore non fosse vero sembrava poter disintegrare quel ragazzo.
Perché quel dejà vu ora? Draco era suo, Jamie era suo…
Allora perché si sentiva come se dirgli che lo amava era l’unica cosa che poteva tenere insieme pezzi di lui?
- Lo sai, vero?- mormorò – Lo sai che ti amo?-
Si aspettava derisione, uno sguardo ironico, qualcosa…
Ma vide l’ombra nei suoi occhi, era come se fosse diventare densa e palpabile, come se potesse toccarla solo allungando la mano.
- è così?- domandò Draco in un flebile sussurro.
Se era così…?
Se Harry era innamorato di lui? Dopo tutto quello che avevano passato? Dopo quello che avevano condiviso?
Dopo che era lui a struggersi per Jamie mentre lui era stato per mesi impotente davanti quell’amore?
Ricordare il passato quel giorno gli aveva fatto male. Quel “ti amo” aveva fatto male.
Il bacio che seguì fu vorace, rabbioso. Harry desiderò distruggere quell’ombra. Pretese di annientarla o annientare Draco stesso.
Quando finalmente lo prese, se ne appropriò, lo rimarcò senza tregua, senza dargli tempo di pensare nemmeno a pronunciare il suo nome. Consumò e saziò la sua fame. Annientò la sua paura, annientando ogni ragione.
Crollarono con un tonfo sul letto, esausti, Draco non sembrava in grado di muovere un solo muscolo. Harry inghiottì a vuoto, mentre raccoglieva le sue ultime energie per allungare una mano ad intercettare quella dell’amato.
La strinse, pretese che l’altro sciogliesse le dita per lasciarci intrufolare le sue.
Si guardarono in silenzio, condividendo un momento solo loro.
**
Harry lasciò scivolare le dita tra i capelli lisci del marito.
Una volta asciugato il sudore diventavano leggermente più soffici eppure avevano la straordinaria capacità di restare perfetti. Quei pochi capelli che sfuggivano al maniacale ordine li metteva in ordine lui sistemandoli con le dita. Osservò il viso di Draco attentamente mentre respirava piano, rilassato.
Non dormiva, riusciva a percepirlo, ma era molto vicino a farlo.
Draco però aprì gli occhi e Harry si ritrovò a tuffarsi in quelle iridi color nubi invernali che istoriavano giornate pigre, a coccolarsi, a baciarsi per ore.
Aveva occhi veramente belli il suo Draco.
- Ehi.- soffiò.
- Mi stai fissando di nuovo.- disse il ragazzo con un mezzo sorriso.
- Ed è inquietante?-
- So di essere bellissimo. Continua pure.-
Quasi rise, mentre tornava a far scivolare le dita tra i soffici capelli.
- Così mi addormento…- soffiò l’altro chiudendo gli occhi per un secondo. Harry increspò le labbra in un sorriso – Per una volta allora faremo dormire Jamie di lato. Ne sarà felice.-
Draco alzò un sopracciglio – …Se torna a dormire. - mormorò- Adora la neve, avrà fatto almeno mille foto.-
- Dovrebbe fare una mostra, non credi che sia ora?-
La serpe arricciò il naso – Buona fortuna a convincerlo.-
- Non vuole?-
Draco fece spallucce – L’ultima volta che ho provato a convincerlo è andato del tutto in panico. Nessuna foto è all’altezza di un simile onore secondo lui.-
Harry lanciò un’occhiata al soffitto – Ma se sono splendide.-
- Noi siamo profani.- ironizzò Draco – che ne capiamo noi di fotografia in fondo? Non siamo certo critici della gazzetta o qualcosa di così snob.-
- Ah, in quanto a snobberia non ti batte nessuno.-
Draco pizzicò il fianco di Harry che sussultò.
- Ahi!
- Modera il linguaggio, plebeo.- ribatté divertito – O potrei decidere di non offrirti il mio bellissimo corpo mai più.-
- Taccio. Giuro.-
E tacquero per un po’ mentre Harry continuava a scorrere le dita tra i capelli del compagno e questi se ne stava mollemente disteso al suo fianco.
- Però…- riprese Harry dopo un po’ – Hermione ha contatti, potrebbe…-
- Stai sul serio suggerendo che la tua amica che approva a stento la nostra storia aiuti uno di noi a realizzare il sogno che coltiva da una vita?- sbottò Draco ormai del tutto sveglio.
- Perché no?-
- Perché ci odia, magari?-
Harry si accigliò e si spostò per guardarlo meglio – Non vi odia.-
Draco sostenne il suo sguardo – Hai ragione. – soffio - Rettifico. Odia me.-
Harry fermò strinse due ciocche tra le dita - Diciamo che non è una tua fan.-
– Eufemismo, direi.-
- Non vi avrebbe invitati ad una cena a casa sua se vi odiasse davvero. È che non capisce, e lei odia non capire le cose. È fatta così.- s’imbronciò all’alzata di spalle del marito - A proposito della cena, quando avete intenzione di andarci?-
Draco alzò un sopracciglio - Non abbiamo temporeggiato abbastanza per far annullare l’invito?- mormorò poi speranzoso.
- No. Ron continua a chiedermi quando verrete.-
- Vogliono avvelenarci allora.- sentenziò Draco mettendosi supino –
- Non essere ridicolo.-
- Siamo a malapena riusciti a sopravvivere ad una cena “di famiglia”, direi che una volta l’anno basta e avanza.-
- Quello era diverso.-
- Ti rendi conto che nostra suocera fa meno paura della tua migliore amica? E lei è una suocera.-
- Tu hai manie di persecuzione.- sentenziò Harry in un sospiro – E la madre di Jamie aveva tutti i motivi per comportarsi in quel modo.-
- Sarà, ma quella cena mi ha già provocato un infarto. Non muoio dalla voglia di viverne un'altra simile. Che poi come ci sei finito a cena quella sera da Emily?-
Nell’aria colorata di dolcezza apparvero punti più scuri. Harry li vide uno ad uno formarsi davanti ai suoi occhi mentre un brivido gli attraversava il corpo. Strinse le labbra – Prometti di non arrabbiarti?- mormorò.
Draco alzò la testa per guardarlo – In che senso?- nei suoi occhi vibrò l’innocenza dell’inconsapevolezza. Harry sentì un macigno pesargli alla bocca dello stomaco.
- Quando mi hai detto che saresti andato a cena da Emily ho voluto controllare. Lei mi ha trovato a girovagare da quelle parti e mi ha riconosciuto, così mi ha invitato. Tutto qui.-
Sperò che la cosa cadesse lì, ma un’ombra di incertezza colorò le iridi del marito – Perché avresti dovuto controllare?- soffiò con un filo di voce.
Harry sentì l’aria farsi ancora più pesante. Strinse le labbra, colpevole.
– Non puoi certo biasimarmi, non sarebbe la prima volta che usi questa scusa per uscire solo con Jamie.-
Non appena finì la frase l’aria che sembrava essersi appesantiva diventò densa, irrespirabile. Ebbe l’istinto di ispirare a fondo, pronto a trattenere il respiro.
Come sulla cima delle montagne russe.
Vide Draco, i suoi occhi metallici vibrare di una nuova, terribile verità.
Poi, come se una scarica elettrica lo avesse attraversato, scattò seduto.
- Non posso crederci.- sussurrò così piano che Harry appena lo sentì.
Harry annaspò nel panico – Draco, non intendevo dire nulla di male, era solo…-
Draco si alzò in piedi ed iniziò a raccogliere i suoi vestiti.
L’aria pesante era così carica di elettricità che Harry iniziò ad avvertire un strano nervosismo - Draco, ti prego.- grugnì – Non fare così.-
Lo sguardo che gli restituì l’altro lo raggelò – Dimmi, Harry.- esordì, la rabbia appena velata - Perché avrei dovuto mentirti? Cosa ti ha fatto pensare che potessi inventarmi questa scusa per stare da solo con Jamie? Che motivo avrei?-
Ah questa poi! Che motivo? Era serio?
Harry sentì il fastidio pungere, irritante – Non puoi biasimarmi per avere avuto un sospetto. Ci sono dei precedenti. E non è che la prima volta ci fossero stati dei segnali rivelatori.- tagliò corto.
Draco s’irrigidì visibilmente - Cosa ho fatto di male?- sibilò rigiro – Quella volta volevo solo stare un po’ solo con Jamie perché ne aveva passate tante, e sì, ti ho mentito, wow, uccidiamo chiunque dica una piccola bugia!- si girò iniziando a vestirsi.
Harry alzò gli occhi al cielo, nervoso come non mai - Le piccole bugie hanno conseguenze, Draco.-
Draco lo fulminò - È stata una cazzata, Harry. Sul serio. Per una cazzata simile non ti fidi più di me?-
Una cazzata simile?
- Non ho detto che non mi fido di te.- disse, ma sputò le parole come se fossero sbagliate e bruciassero la gola.
- Ah davvero?- gli occhi di Draco dardeggiavano – Credevi ti avessi mentito e sei venuto a controllare. Se non è mancanza di fiducia questa!-
Stava accadendo davvero? Harry era incredulo.
Draco aveva appena definito una cazzata tutto ciò che era accaduto. Ciò che ne era conseguito? Il dolore, la separazione, quel mese così nero e la mancanza… tutto una cazzata?
Fu troppo. Semplicemente troppo.
Un’onda di sentimenti che Harry aveva fatto di tutto per sopprimere gli si riversarono dentro come uno tsunami. E fu devastante.
Quasi boccheggiò alla ricerca di mettere in ordini i pensieri mentre la rabbia si faceva strada tra la confusione.
Sul serio Draco pensava di essere nel giusto? Come poteva porsi ad innocente dopo quello che aveva combinato? Si erano lasciati per colpa sua, per il suo egocentrismo. Lui li aveva lasciati.
- E perché dovrei fidarmi di te?- soffiò e quelle parole ebbero il sapore amaro sulla lingua, gli provocarono la nausea, ma non riuscì a fermarsi. Non più. – Sul serio. Vuoi parlarne? Va bene.- strinse i denti – Ho tutto il diritto di dubitare perché quella bugia ha avuto conseguenze ben peggiori!-
Draco si strinse nelle spalle – Non avrei potuto prevederlo, lo sai.-
Harry si alzò e raggiunse Draco. Lo affrontò con il dolore negli occhi.
- Non avresti dovuto.- sembrò una minaccia – Mentirmi, fare di testa tua. Ci siamo insieme in questa storia, se volevi stare solo con lui vi avrei lasciato soli.-
L’aria era densa come melassa.
– Ho fatto un errore, Harry. – soffiò Draco serio in volto – Un singolo, stupido, errore.- sviò lo sguardo, poi tornò su di lui e Harry notò il lieve rossore – Che vuoi che ti dica? Ho sbagliato. Ma quante volte mi sono già scusato? Pensavo l’avessimo superata.-
L’aveva davvero superata? La verità vibrò dentro di lui distruggendo ogni illusione che si era creata.
Erano avvelenati. Lui e Draco, erano come infettati dal loro passato, dalle cose non dette, dalle cose lasciate perdere.
Quando lo aveva stretto poche ore prima aveva avuto la sensazione che si fossero mancati e in quel momento quella realtà lo stava schiacciando sotto un pesante fardello che avevano ignorato.
Si era mancati perché si erano allontanati.
Ma quando era successo? Dopo la lontananza? Dopo la luna di miele?
Si erano mai riavvicinati o si erano solo illusi di averlo fatto?
Si erano mancati perché non si erano mai davvero ritrovati.
Ed ora quel Ti amo ripetuto ossessivamente, chiesto ossessivamente aveva un altro colore, un'altra sfumatura.
La verità si era nascosta appena sotto uno strato della sabbia ed era bastata una lieve folata di vento, una semplice domanda per riportarla a galla. Risvegliando un rancore che Harry si era sforzato di mettere a tacere, di ignorare.
Ed ora, in quel momento, avrebbe dovuto farlo di nuovo. Insabbiare tutto. Scusarsi, baciare Draco e fare pace.
Avrebbe dovuto solo mettere ancora, per l’ennesima volta, da parte i suoi sentimenti e tacere, nasconderli.
Era per il loro bene, per stare con loro.
Si era annullato per stare con loro.
Per reggere gli sguardi delle foto che li ritraevano assieme che sembravano accusarlo.
Tu che ci fai qui?
- Hai rinunciato a noi, Draco.- soffiò, incapace di tacere.- Una parte di me non te lo perdonerà mai.-
Fece male guardare Draco negli occhi. Vide le pupille dilatarsi. Gli occhi già rossi divennero lucidi in un attimo, fino a che una lacrima non sfuggì.
Avrebbe voluto tendere la mano per raccoglierla. Avrebbe voluto abbracciare Draco e dirgli che andava tutto bene.
Ma non lo fece.
Draco schiuse le labbra piano, come se cercasse di parlare - Non mi ami più?- chiese a stento.
Harry avvertì una fitta di dolore al petto– Se non ti amassi…- soffiò stringendo i pugni – Se non ti amassi non sarei qui.-
- Se non ci fosse Jemie non saresti qui.- lo sentì rimbeccare. Non era una domanda.
Questa poi.- Non è così.- ringhiò.
- Ah no?- altre lacrime scivolarono sulle sue guance, Draco le asciugò nervosamente con la mano – Quando siamo insieme non parli che di lui.-
- Anche tu.-
- Lo svegli per fare l’amore con me vicino, Harry. Credevi davvero che non mi sarei svegliato?-
La voce si incrinò lievemente da un singhiozzò Harry ebbe l’impulso di controbattere quando Draco scosse la testa.
- Non dire nulla, va bene? Sei deluso da me, una parte di te mi odia e se è anche vero che mi ami ancora non puoi negare una semplice verità…- lo guardò dritto negli occhi, un’altra verità che giaceva sotto la sabbia che stava per essere rivelata. Harry ebbe l’impulso di posargli una mano sulle labbra per farlo tacere. Ma non si mosse.
– Ami lui più di me.-
Fu come un interruttore. Fece click ed Harry sentì le forza abbandonarlo, scivolare via. Cercò dentro di sé la risposta, ma non ottenne che silenzio dalla sua mente.
Guardò Draco piangere in silenzio, mentre affrontavano verità che si erano negate.
Verità che ora erano incapaci di restare nascoste.
Stavano cadendo, e il suolo si avvicinava ad una velocità esorbitante. L’impatto era inevitabile.
- Forse.- ammise piano abbassando gli occhi.
Furono colpiti, e fece male.
Draco non aggiunse altro. Prima che Harry riuscisse ad alzare gli occhi, raccolse i suoi vestiti e si infilò in bagno.
Mentre Jamie era rinchiuso nel suo sgabuzzino buio, inconsapevole del disastro che era appena accaduto.
Cow-t 9, Quarta settimana, M2.
Prompt: Cadere e farsi (molto) male.
Numero parole: 6107
Rating: Rosso
Fandom: Harry Potter
Lucky Lemon (Capitolo 8)
La casa che condividevano Draco Malfoy e Jamie Jonson era un piccolo appartamento che si estendeva più il altezza che in larghezza. All’entrata si trovava la cucina sulla destra, il salottino con il divano sulla sinistra. Tutto il resto era sopra, una stanza, un bagno e lo sgabuzzino per la passione del castano.
Era perfetta per due persone, piccola e intima quanto bastava. In quelle mura avevano fatto l’amore per anni, condividendo le piccole cose quotidiane che, tassello dopo tassello, creavano una vita insieme.
Harry lì si sentiva come in un museo.
Quando varcava quella soglia i ricordi di cui era pregno lo aggredivano come uno schiaffo. Riusciva a respirarlo, era così soffocante che lo avvertiva come un veleno insidioso che gli scivolava dentro silenzioso e letale.
Era più doloroso che vederli scambiarsi quegli sguardi complici, sentire i racconti di dov’erano nell’esatto instante in cui avevano ricevuto una buona notizia, o avevano deciso che quella sarebbe stata la loro casa, era più doloroso che guardare le fotografia in giro che documentavano quei due anni.
L’idea della loro intimità lo rendeva inquieto.
Ma non era nulla, nulla, rispetto al tornare a casa sua e sentirsi strangolare dalla totale assenza di quell’aria. Dal calore di quelle pareti, dai racconti di una vita felice, dal affetto che traspariva dalle foto.
Tornare a casa e realizzare quanto fosse miserabilmente geloso di loro e quando volesse possederli fino a impedirgli anche solo di concepire una vita senza di lui… era peggio. Semplicemente peggio.
Per stare con loro, per assimilare anche solo un granello di quella famigliarità che li univa, era disposto anche a dormire sul divano. Ad imporsi. Non importava quanto mortificante fosse e quanto la notte stesse sveglio a osservare gli occhi delle foto osservarlo con giudizio come se stessero tentando di dirgli: “che che ci fai qui?”
Non importava. Doveva restare lì.
Poi tutto era successo, e loro erano diventati suoi. E quel nido d’amore solo loro era diventato un ricordo, perché si erano trasferiti da lui.
Non ci fu bisogno di far spazio, bastò aprire la porta dopo una luna di miele stupenda e quella casa si riempì in un secondo d’amore.
La carta da parati verde sporco sembrò acquistare una diversa tonalità, più luminosa, più calda. La foto della loro dichiarazione sul molo era stata appesa in camera da letto e, insieme a quelle di Jamie e Draco da soli, erano state affiancate quelle con lui.
Gli sembrò che tutto acquistasse finalmente un senso, che tutto avesse un proprio posto. Che tutti i suoi sforzi, avevano avuto finalmente frutto.
Perfino se Draco avesse deciso di avere un elefante in giardino gli sarebbe stato bene e l’avrebbe fatto sentire a casa.
Harry concepì la felicità una sera. Una semplice sera come tante in cui scoprì di aver dimenticato le chiavi a casa. Suonò alla porta e Draco gli aprì con un grembiule addosso e un residuo di farina sul viso. Gli fece un sorriso sghembo con gli occhi che gli brillavano. Jamie era seduto sul divano, le gambe distese e il telecomando in mano alzò un sopracciglio come a dire “è questa l’ora di tornare?”
Nell’aria vagava un profumo di crostata di mele. Nel suo cuore, la sensazione che quella fosse la normalità.
Quella sera c’era stata la prima nevicata dell’anno. Il freddo pungente lo aveva quasi ucciso durante il suo giro e quando tornò a casa desiderò solo buttarsi sotto una doccia calda e sopra uno dei suoi due mariti.
Suoni di fornelli accesi e i movimenti delle stoviglie provenivano dalla cucina così non fu difficile indovinare chi fosse in casa.
Si poggiò sullo stipite della porta e osservò il suo biondo marito essere così preso dal cucinare qualcosa da non essersi accorto nemmeno del suo ritorno. Riusciva a scorgere il fiocchetto di un grembiule che gli decorava la schiena, cosa che talaltro permetteva alla maglia che portava di essere un po’ più rialzata e di mostrare un bel paio di belle prelibatezze.
Harry sorrise pensando che fino ad un anno prima non era mai stato in grado di vedere un corpo maschile ed eccitarsi, ma invece eccolo lì. A desiderare di riempire i suoi palmi con quelle natiche e stringerle forte.
E sorrise anche al pensiero di molto altro.
Meditò su se stesso, in quel momento. Come se finora non avesse avuto tempo di farlo ed ora in attesa di essere considerato fosse un momento adatto.
Meditò su quanto fosse stato facile per lui cambiare gusti, su quanto fosse facile per lui desiderare un legame non solo mentale con Draco Malfoy.
Perché poi era tutto lì, no? Se la loro relazione fosse rimasta platonica, nulla sarebbe accaduto.
Ma era stato impossibile non bramare completamente il ragazzo seduto dall’altra parte che con un sorriso indulgente ascoltava la sua vita e condivideva attimi della propria.
Per Harry era stato impossibile non associare la voglia di non lasciarlo tornare a lavoro, all’idea di non permettergli di respirare con una serie di baci uno più profondo dell’altro.
Farlo smettere di parlare, anche se l’avrebbe ascoltato per ore.
Draco Malfoy, lo stesso Draco Malfoy che per anni era stata una vera spina nel fianco. E invece eccoli lì. E trovava veramente semplice, quasi ovvio, desiderare di monopolizzare quell’uomo anima e corpo.
Lasciò che il proprio sguardo risalisse lungo la schiena accarezzandola centimetro dopo centimetro. Lo vide irrigidirsi le spalle come se avesse avuto sentore di quella carezza mentale.
Harry ridacchiò e Draco si girò di scattò puntando un mestolo verso di lui come se fosse una bacchetta.
- Harry, per la barba di merlino! - sbottò – Da quando sei lì?!-
Il moretto s’inumidì le labbra prima di alzare un sopracciglio – Da un po’.-
Draco assottigliò lo sguardo – Era così difficile annunciarti?-
Harry si alzò dallo stipite e drizzò la schiena – Signori e signore ecco a voi, l’unico, l’inimitabile nonché bravo a letto…- fece una paura teatrale e si piegò in un inchino pronunciato – Harry Potter. Al tuo servizio.-
L’unica risposta che ottenne fu un alzata d’occhi al cielo, ma Draco non riuscì a dissimulare del tutto il sorriso divertito.
- Spaccone!- lo apostrofò rigirandosi verso i fornelli – Avresti dovuto avvisarmi che tornavi prima.-
- Ma questo è il mio solito orario di ritorno!-
- Non nell’ultimo mese.- gli rinfacciò allora Draco con una nota critica nella voce.
Harry ridacchiò dirigendosi verso di lui – Sì, hai ragione. Ma il caso che stiamo seguendo è veramente importante. Se riesco a risolverlo potrebbero darmi una promozione.-
Draco gli lanciò un occhiata accusatoria prima di girare la testa quanto bastava da permettere ad Harry di rubargli un bacio a stampo.
- E cos’altro vorresti conquistare? Hai salvato una pietra filosolare, una lenticchia di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza, il mondo magico e non, me, e infine perfino Jamie.- gli rinfacciò – Sai che la tua sete di potere non ti porterà a nulla?-
Harry alzò un sopracciglio – Mi ha portato con due bellissimi ragazzi nel mio letto. E tu dici nulla?-
Draco girò il contenuto della padella con il mestolo prima di prenderle una cucchiaiata ed assaggiarla. Poi tese l’asticella di legno verso il marito.
- Assaggia, dici che manca del sale?-
Harry prese un sorso di sugo.
- Ma è…- esordì sorpreso – E’ buonissimo!-
- Perché ne sei così sorpreso?- borbottò offeso l’altro.
- No, è che sapevo che sapevi fare dolci strepitosi, ma…-
- Se tu fossi stato a casa nell’ultimo mese e mezzo avresti saputo questo mio grandissimo, misterioso, segreto.- alzò le spalle.
- Non dubiterò mai più di te, promesso.-
Draco finalmente gli sorrise e fece un passo di lato per appoggiarsi con la spalla sul petto di Harry. Pur non lasciando mestolo e padella si accomodò con la testa nell’incavo del collo e gli rubò un bacetto sulla clavicola.
Harry avvolse le sue spalle in un abbraccio.
- Prometto di tornare a casa più presto.- mormorò.
- E il caso?-
- Non importa. Ho cose più importanti ora, no?-
Draco sogghignò e si districò dall’abbraccio - Allora? Il sale? Manca?-
Harry scosse la testa – No, è perfetto così.-
- Alla faccia tua, Gorgon Ramsey! – esclamò fiero di sé.
- Tu conosci Gordon Ramsey?!-
Draco discorse lo sguardo – Jamie lavora alle sue foto e tu rincasi tardi, qualcosa devo pur fare!-
Harry aggrottò le sopracciglia come se si fosse accorto improvvisamente che qualcosa stonava – A proposito – soffiò – Che fine ha fatto Jam?-
L’altro ammiccò verso la finestra – Prima neve. Pensi che poteva resistere?-
- Fuori fa un freddo cane!-
- Gliel’ho fatto notare si.-
- e…?-
- è stato come parlare al muro.-
Harry sospirò – Beh i muri parlano, mica ascoltano.-
- Come?-
- Niente.- Harry trattenne una risata e guardò la mistura che ribolliva silenziosa nella padella – Secondo te…- esordì – Jam in che casa sarebbe finito ad Hogwarts?-
Draco si immobilizzò nell’atto di prendere il sale. Strinse la labbra con sguardo attento ad un calcolo infinitesimale delle ipotesi.
- Spero non tassorosso.- mormorò infine mentre afferrava la boccettina della preziosa spezia e ne aggiungeva un pizzico al sugo – Sarebbe drammatico se fossi sposato ad un tassorosso. Già che lo sia di un Grifondoro la dice lunga sulla mia sanità mentale! -
- Ehi!-
- Sai cosa intendo.- gli fece un sorriso ironico.
- Sei pessimo. Sul serio.-
- Lo sapevi quando mi hai sposato!-
Già. Harry lo sapeva. Sapeva di aver sposato un uomo che era cresciuto nella bambagia e nel razzismo. Un uomo che ne era uscito facendo uno dei lavori più umili che il suo status sociale poteva aberrare.
Sapeva che si era innamorato di un uomo dal cuore così grande da accogliere anche lui, un uomo che non aveva tradito senza rimorso o per gioco. Un uomo che aveva visto crollare sotto il peso delle sue colpe.
Un uomo a cui doveva tutta la sua felicità.
- Sei fantastico.- soffiò dolcemente mentre si avvicinava a lui. Gli sfiorò delicatamente la schiena e si chinò a baciare dolcemente il collo.
Draco piegò di poco la testa per dargli più spazio, restando in silenzio. L’altro lo intraprese come un tacito permesso.
Gli baciò la delicata zona sotto l’orecchio, poi una guancia, il desiderio di avventarsi sulla labbra divenne impellente. Ma le sfiorò appena, con delicatezza.
- Quindi…- sussurrò Draco con voce flebile senza togliere lo sguardo dalla mistura - …mi ami?-
Harry avvolse i fianchi dell’amato e sorrise sulla sua guancia dopo un altro bacio – Chissà.- sussurrò – Potrei averti sposato solo per i tuoi soldi.-
Draco non poté fare a meno che scoppiare a ridere e dargli una spallata provocatoria – Attento.- soffiò – Ho un mestolo in mano e so come usarlo.-
Harry ridacchiò – oh che paura!- soffiò baciandogli una tempia – Se faccio il bravo e ti lascio cucinare come mi dai in cambio?-
- la cena?-
- E…?-
Alzare gli occhi al cielo contornato da un sorrisetto affatto seccato fu semplice – E tutto quello che vuoi.- dichiarò.
- Anche se fosse cambiare i ruoli?- scherzò.
- Ancora questo discorso?- sbuffò Draco spegnendo il fuoco – Se insisti potrei accogliere la tua richiesta, attento.- gli sorrise innocentemente.
Harry s’inumidì le labbra e si allontanò quanto bastava per permettere a Draco si muoversi nella piccola cucina. Si appoggiò al mobile e incrociò le braccia restando a fissarlo, con attenzione.
- Com’è stata la prima vostra prima volta?- domandò.
Draco si bloccò nell’atto di prendere una pentola - …come?-
- La prima volta tua e di Jamie. Com’è stata?-
Le guance del biondino presero fuoco – Perché dovrei dirtelo?-
Harry alzò un sopracciglio – E perché non dovresti?-
- Pensavo avessi superato la fase del “com’è con lui”. Pensavo che non volevi pensarsi e goderti il presente.-
Harry piegò la testa di lato – come mai questo mistero?-
- Non è un mistero!- sbottò prendendo la pentola e posizionandola sul fuoco.- Cioè vuoi che ti faccia un racconto dettagliato di quello che abbiamo fatto?- lo guardò alzando il sopracciglio, poi un sorriso mordace si fece strada sul suo viso - Non preferiresti vederne una riproduzione dal vivo?-
Harry rise, poi si morse un labbro – E’ che ci sono ancora così tante cose che non so di voi…- soffiò – Di prima, intendo.-
L’altro fissò il fondo della pentola, pensieroso – E non ti da fastidio saperlo?- soffiò – Cioè…pensare a me e Jamie “prima”.-
Harry sembrò rifletterci – La curiosità vince.- tagliò corto – Dimmelo.-
Rilassò le spalle prese un profondo respiro – Cosa vuoi sapere esattamente?- si arrese.
Il sorriso dell’auror si allargò, trionfante – Tutto.-
- Tutto?-
- Tutto.-
Mentre Draco riempiva la pentola d’acqua si tuffò nei suoi ricordi – Era il nostro secondo appuntamento.- esordì.
- Dopo il secondo appuntamento? Non siete arrivati nemmeno al provvidenziale terzo?-
Draco s’inumidì le labbra – No. Era quello il secondo appuntamento.- ridacchiò – E’ una storia lunga.-
- Abbiamo tempo.-
- Tu e la tua curiosità. Non lo sai che la curiosità uccide il gatto?-
Harry alzò un sopracciglio intimidatorio – Racconta dall’inizio allora.-
- Dovrei partire da quando siamo usciti la prima volta.-
- Che abbiamo tempo l’abbiamo già chiarito.-
Draco sospirò e accese il fuoco sotto la pentola. Poi si allontanò dai fornelli e si appoggiò alla cucina di fronte ad Harry.
- Ok.- sbotto – Ti ho raccontato come ci siamo “dichiarati?”-
Harry scosse la testa.
- Beh lui si dichiarò mostrandomi le foto che mi aveva fatto e io baciandolo subito dopo. Il punto era che quella sera stessa uscimmo e fu…- strinse le labbra – la parola “disastro” non rende bene l’idea.-
- Un disastro? Sul serio?-
Draco fece spallucce – Lo portai ad un ristorante sofisticato, volevo mettermi in mostra, cercare di fargli vedere la parte migliore di me.- la voce si spense – Il risultato fu che per tutta la serata non riuscimmo quasi a parlare, eravamo tesi. Ed era strano visto che mentre lavoravamo eravamo così affiatati, parlavamo di tutto, per ore. Ma in quel momento…niente! Silenzio totale, siamo tornati a ognuno alle proprie case con un senso di sconfitta e l’idea che tra noi non funzionasse affatto.-
Harry aggrottò le sopracciglia – E poi avete fatto sesso?-
Le guance di Draco punsero di imbarazzo – Dopo qualche giorno di disagio eravamo tutti e due demoralizzati, perché volevamo ritentare, ma avevamo paura. Era una situazione molto…opprimente.-
- E come avete fatto?-
Draco sorrise, imbarazzato – Come al solito fu Jamie a risolvere tutto.- si grattò nervosamente un braccio – Avevamo appena finito di lavorare e dal nulla, come se fosse la cosa più naturale del mondo mi ha baciato e… non so… è stato come se tutta la tensione di quei giorni scivolasse via. Non parlammo affatto, non serviva. Lui mi portò al suo appartamento ed è stato….- rifletté sulle parole da usare – Magico.-
Un rossore si diffuse sulle sue guance, assieme ad un emozione nuova nella voce.- Poi abbiamo parlato per ore, come se dovessimo recuperare quei giorni che avevamo trascorso senza parlarci. – Draco improvvisamente esitò come se si fosse ricordato qualcosa improvvisamente – Oh diamine!- sbottò – E’ stata anche la prima volta che ti ha nominato.-
-C.come?!- scattò Harry agitato – Come mi ha nominato?!-
- Beh…- Draco sbuffò – Gli stavo parlando degli anni della scuola e mi è sfuggito il tuo nome. Si è illuminato e ha iniziato a chiedermi tutto di te.- strinse le labbra - … maledetto te.-
La risata del moretto riempì la cucina – Cioè la prima chiacchierata post sesso è stata su di me?!- continuò a ridere piegandosi perfino su se stesso – Wow…- arrancò tra le risate – Ero destinato a intromettermi tra voi, praticamente!-
Draco lo fulminò con lo sguardo – Non c’è da andarne fieri. Il ragazzo che mi piaceva aveva una cotta per te e nemmeno ti aveva mai visto! Non è servito a nulla insistere su quanto fossi brutto, antipatico, megalomane e qualsiasi cosa mi venisse in mente. Non c’era verso di fargli cambiare idea!-
Harry continuò a ridere mentre si gonfiava il petto – Senti chi parla! Quello che poi mi ha conquistato!-
- Ah io non ho fatto nulla!- replicò l’altro – Sei tu che sei entrato nel negozio, nella mia vita e hai mandato all’aria tutti i miei piani!-
- E certo! Tutta colpa mia, eh?-
- Mi pare ovvio!- Draco assottigliò lo sguardo – Sei anche entrato in casa mia senza bussare e mi sei saltato addosso.-
- Ehi, parliamoci chiaro!- Harry drizzò la schiena – Sei tu che mi guardavi come a dirmi “saltami addosso. Ora!”-
- Non ho fatto nulla di simile!- replicò sulla difensiva. Harry alzò un sopracciglio di sfida, l’altro accusò il colpo.
- Ok, ammetto che non è proprio tutta colpa tua. Ma gran parte.-
- Certo, perché ho detto io a Jamie di volere una relazione con entrambi.-
- Sbaglio o sei tu che l’hai pedinato in un bar per fargli la ramanzina del “in tre è bello?”-
Tacquero, guardandosi con i sopraccigli alzati a voler puntualizzare la loro posizione.
Un tossire riempì l’aria e i due si girarono verso la nuova presenza. Jamie se ne stava in piedi viso e mani arrossati, e i vestiti pieni di neve.
- Se volete scopare fatelo.- sbottò – Non serve fare così tanti preliminari.-
Draco e Harry scoppiarono a ridere e Jamie aveva troppo freddo per seguirli.
**
Draco scivolò nella camera da letto mentre si massaggiava le mani. Lo faceva sempre prima di dormire. Era convinto che saper cucinare significava dover avere anche bellissime mani.
Harry pensava che fosse solo vanità, ma erano quei piccoli gesti a rederlo…lui.
- Jamie?-
- Al computer, sta modificando le foto che ha fatto oggi. Conoscendolo non si schioderà di lì finché non le riterrà perfette.-
- Quindi siamo soli.- soffiò, un leggero sorriso ad increspargli le labbra.
Draco rallentò il movimento della mani come se la cosa lo avesse colto di sorpresa. – A quanto pare.-
Per un po’ restarono in silenzio, mentre Draco prendeva dei vestiti da un cassetto. Poi si fermò e guardò Harry che lo osservava attraverso lo specchio.
- Mi stai fissando.- sbottò alzando un sopracciglio.
Harry sorrise – Non posso fissare il mio bellissimo marito?-
Gli occhi di Draco mascherarono la lusinga, prima di mostrare ironia – Che c’è? Vuoi scopare?-
Harry alzò gli occhi al cielo – E addio romanticismo.- brontolò drizzando la schiena e continuando a fissare l’amato oltre lo specchio – Dovremmo averne di più.- dichiarò.
- Di romanticismo?- rimbeccò Draco.
- A volte ho la sensazione che ci siamo persi qualche passo, sai. Abbiamo passato i primi mesi della nostra relazione a struggerci invece che a goderci la reciproca compagnia.-
Gli occhi del biondo si estraniarono pensierosi – Ma poi è stato bello.-
- E poi di nuovo drammi.-
- E poi di nuovo bello.-
Si guardarono in silenzio, poi Draco si arrese – Vero, ci siamo persi qualche passaggio.- ne convenne, ma c’era qualcosa nella sua voce che non piacque al compagno.
Harry alzò un sopracciglio e discostò la coperta a mo’ di invito – Quindi vuoi raggiungermi a letto o devo costringerti io?-
Le labbra dell’altro si tirarono in un sorriso – Vediamo se indovini quale mi metterebbe dell’umore di farti passare la notte in bianco.-
Harry quasi rise mentre discostava le coperte e si alzava per raggiungere Draco che non perse tempo per usare le mani appena curate per aggrapparsi al suo collo.
Si fissarono un altro po’, il tempo di realizzare quella nuova vicinanza. Poi fu Harry a baciarlo.
Poggiò le labbra piano, le mosse con dolcezza su quelle dell’altro, fino a staccarsi con uno schiocco. Nemmeno il tempo di respirare e tornarono a baciarsi, con sempre più intensità, fino a che qualcosa non si scivolò via, facendo crollare ogni difesa.
Si sentirono cadere in un abisso di calore e labbra, mentre continuavano a lambirsi avidamente.
Era come se non si baciassero da secoli. Come se si fossero mancati.
Una insolita fame li avvolse e iniziarono a baciarsi con più foga di quella necessaria. Harry si staccò ansante e si rispecchio negli occhi dell’altro.
Bastò un attimo di sconcerto, una piccola esitazione, come se testassero il cammino, ma finì in un battito di ciglia. Ripresero a baciarci e due attimi dopo furono sul letto.
Harry non riconobbe le sue dita mentre tentava disperatamente di strappare i vestiti di Draco.
Questi lo aiutò a liberarsi della maglia, ma pretese di far volare via anche quella del compagno. Liberarsi dei pantaloni fu stranamente più facile.
Mentre tornava a baciarlo, il cuore nuovamente perse un battito.
Si staccò da lui. Lo guardò. Ed aggrottò le sopracciglia.
- … hai messo qualche afrodisiaco nella cena?- mormorò divertito.
Draco sbatté le palpebre, confuso – No.-
- è solo che…-
Già, c’era… qualcosa.
Qualcosa era diverso in quel momento. La fame, il desiderio, l’avidità di voler avere Draco lì, in quel momento, subito. Era un fuoco che avanzava senza tregua lungo tutto il suo corpo.
La mano sfiorò il corpo perfetto del compagno. Sembrò vivere di vita propria, sembrò desiderare di avere altro, molto di più. Desiderò avere la possibilità di poter immergere le dita sotto la pelle dell’amato, quasi fosse fatto di cera fusa. Quel desiderio fu strano e sconcertante e alzò lo sguardo sul viso di Draco che lo fissava desideroso e accigliato.
- …Harry?- mormorò.
Era abituato alla passione. Con due mariti era un passo obbligato, non avrebbe resistito un giorno se non fosse stato consumato dal fatto di desiderarli.
Però in quel momento, qualcosa era diverso dal solito.
- Io ti amo.- gli sfuggì, in un sussurrò. Lo realizzò a voce alta. Come se lo scoprisse per la prima volta.
Draco non alzò gli occhi al cielo, invitandolo a smetterla di blaterale e usare le labbra per altro. Ma sembrò capire la portare di quelle tre parole.
C’era ancora eccitazione nell’aria, la voglia di perdesi l’un nell’altro. Ma per qualche ragione restarono immobili a fissarsi.
Draco lasciò scivolare le dita tra i capelli nel compagno – Dillo di nuovo.- disse.
- Ti amo.- ripeté Harry cercando di imprimere in quelle parole l’emozione stessa.
Fu quasi come lanciare un incantesimo, ma non era magia. Non quella di un mago.
Era solo…
- Ancora.- mormorò Draco fissandolo, poi gli strattonò due ciocche – Baciami e dimmelo ancora.-
Il bacio che seguì non fu vorace. Si sfiorarono le labbra piano, assaporandole, quasi riscoprendole.
L’eccitazione aleggiava tra loro, ma era sotto controllo, in gabbia, ma pericolosa e pronta ad uscire. Ma per qualche strana ragione continuarono a baciarsi, piano, dolcemente.
Si separarono con uno schiocco e si guardarono negli occhi.
Harry sentì prepotente un nuovo “ti amo” tentare di sfuggirgli dalla labbra. Ma lo fermò, perché ricordò quando si era sentito così.
Rivangare i ricordi. Rivangare il momento che avevano fatto l’amore quella prima volta. Guardò il viso di Draco, come i capelli erano scompigliati sul cuscino, le labbra gonfie, gli occhi pieni di desiderio.
Aveva già visto quello sguardo. Era la loro prima volta, era lo sguardo disperato di quanto la sola idea che il loro amore non fosse vero sembrava poter disintegrare quel ragazzo.
Perché quel dejà vu ora? Draco era suo, Jamie era suo…
Allora perché si sentiva come se dirgli che lo amava era l’unica cosa che poteva tenere insieme pezzi di lui?
- Lo sai, vero?- mormorò – Lo sai che ti amo?-
Si aspettava derisione, uno sguardo ironico, qualcosa…
Ma vide l’ombra nei suoi occhi, era come se fosse diventare densa e palpabile, come se potesse toccarla solo allungando la mano.
- è così?- domandò Draco in un flebile sussurro.
Se era così…?
Se Harry era innamorato di lui? Dopo tutto quello che avevano passato? Dopo quello che avevano condiviso?
Dopo che era lui a struggersi per Jamie mentre lui era stato per mesi impotente davanti quell’amore?
Ricordare il passato quel giorno gli aveva fatto male. Quel “ti amo” aveva fatto male.
Il bacio che seguì fu vorace, rabbioso. Harry desiderò distruggere quell’ombra. Pretese di annientarla o annientare Draco stesso.
Quando finalmente lo prese, se ne appropriò, lo rimarcò senza tregua, senza dargli tempo di pensare nemmeno a pronunciare il suo nome. Consumò e saziò la sua fame. Annientò la sua paura, annientando ogni ragione.
Crollarono con un tonfo sul letto, esausti, Draco non sembrava in grado di muovere un solo muscolo. Harry inghiottì a vuoto, mentre raccoglieva le sue ultime energie per allungare una mano ad intercettare quella dell’amato.
La strinse, pretese che l’altro sciogliesse le dita per lasciarci intrufolare le sue.
Si guardarono in silenzio, condividendo un momento solo loro.
**
Harry lasciò scivolare le dita tra i capelli lisci del marito.
Una volta asciugato il sudore diventavano leggermente più soffici eppure avevano la straordinaria capacità di restare perfetti. Quei pochi capelli che sfuggivano al maniacale ordine li metteva in ordine lui sistemandoli con le dita. Osservò il viso di Draco attentamente mentre respirava piano, rilassato.
Non dormiva, riusciva a percepirlo, ma era molto vicino a farlo.
Draco però aprì gli occhi e Harry si ritrovò a tuffarsi in quelle iridi color nubi invernali che istoriavano giornate pigre, a coccolarsi, a baciarsi per ore.
Aveva occhi veramente belli il suo Draco.
- Ehi.- soffiò.
- Mi stai fissando di nuovo.- disse il ragazzo con un mezzo sorriso.
- Ed è inquietante?-
- So di essere bellissimo. Continua pure.-
Quasi rise, mentre tornava a far scivolare le dita tra i soffici capelli.
- Così mi addormento…- soffiò l’altro chiudendo gli occhi per un secondo. Harry increspò le labbra in un sorriso – Per una volta allora faremo dormire Jamie di lato. Ne sarà felice.-
Draco alzò un sopracciglio – …Se torna a dormire. - mormorò- Adora la neve, avrà fatto almeno mille foto.-
- Dovrebbe fare una mostra, non credi che sia ora?-
La serpe arricciò il naso – Buona fortuna a convincerlo.-
- Non vuole?-
Draco fece spallucce – L’ultima volta che ho provato a convincerlo è andato del tutto in panico. Nessuna foto è all’altezza di un simile onore secondo lui.-
Harry lanciò un’occhiata al soffitto – Ma se sono splendide.-
- Noi siamo profani.- ironizzò Draco – che ne capiamo noi di fotografia in fondo? Non siamo certo critici della gazzetta o qualcosa di così snob.-
- Ah, in quanto a snobberia non ti batte nessuno.-
Draco pizzicò il fianco di Harry che sussultò.
- Ahi!
- Modera il linguaggio, plebeo.- ribatté divertito – O potrei decidere di non offrirti il mio bellissimo corpo mai più.-
- Taccio. Giuro.-
E tacquero per un po’ mentre Harry continuava a scorrere le dita tra i capelli del compagno e questi se ne stava mollemente disteso al suo fianco.
- Però…- riprese Harry dopo un po’ – Hermione ha contatti, potrebbe…-
- Stai sul serio suggerendo che la tua amica che approva a stento la nostra storia aiuti uno di noi a realizzare il sogno che coltiva da una vita?- sbottò Draco ormai del tutto sveglio.
- Perché no?-
- Perché ci odia, magari?-
Harry si accigliò e si spostò per guardarlo meglio – Non vi odia.-
Draco sostenne il suo sguardo – Hai ragione. – soffio - Rettifico. Odia me.-
Harry fermò strinse due ciocche tra le dita - Diciamo che non è una tua fan.-
– Eufemismo, direi.-
- Non vi avrebbe invitati ad una cena a casa sua se vi odiasse davvero. È che non capisce, e lei odia non capire le cose. È fatta così.- s’imbronciò all’alzata di spalle del marito - A proposito della cena, quando avete intenzione di andarci?-
Draco alzò un sopracciglio - Non abbiamo temporeggiato abbastanza per far annullare l’invito?- mormorò poi speranzoso.
- No. Ron continua a chiedermi quando verrete.-
- Vogliono avvelenarci allora.- sentenziò Draco mettendosi supino –
- Non essere ridicolo.-
- Siamo a malapena riusciti a sopravvivere ad una cena “di famiglia”, direi che una volta l’anno basta e avanza.-
- Quello era diverso.-
- Ti rendi conto che nostra suocera fa meno paura della tua migliore amica? E lei è una suocera.-
- Tu hai manie di persecuzione.- sentenziò Harry in un sospiro – E la madre di Jamie aveva tutti i motivi per comportarsi in quel modo.-
- Sarà, ma quella cena mi ha già provocato un infarto. Non muoio dalla voglia di viverne un'altra simile. Che poi come ci sei finito a cena quella sera da Emily?-
Nell’aria colorata di dolcezza apparvero punti più scuri. Harry li vide uno ad uno formarsi davanti ai suoi occhi mentre un brivido gli attraversava il corpo. Strinse le labbra – Prometti di non arrabbiarti?- mormorò.
Draco alzò la testa per guardarlo – In che senso?- nei suoi occhi vibrò l’innocenza dell’inconsapevolezza. Harry sentì un macigno pesargli alla bocca dello stomaco.
- Quando mi hai detto che saresti andato a cena da Emily ho voluto controllare. Lei mi ha trovato a girovagare da quelle parti e mi ha riconosciuto, così mi ha invitato. Tutto qui.-
Sperò che la cosa cadesse lì, ma un’ombra di incertezza colorò le iridi del marito – Perché avresti dovuto controllare?- soffiò con un filo di voce.
Harry sentì l’aria farsi ancora più pesante. Strinse le labbra, colpevole.
– Non puoi certo biasimarmi, non sarebbe la prima volta che usi questa scusa per uscire solo con Jamie.-
Non appena finì la frase l’aria che sembrava essersi appesantiva diventò densa, irrespirabile. Ebbe l’istinto di ispirare a fondo, pronto a trattenere il respiro.
Come sulla cima delle montagne russe.
Vide Draco, i suoi occhi metallici vibrare di una nuova, terribile verità.
Poi, come se una scarica elettrica lo avesse attraversato, scattò seduto.
- Non posso crederci.- sussurrò così piano che Harry appena lo sentì.
Harry annaspò nel panico – Draco, non intendevo dire nulla di male, era solo…-
Draco si alzò in piedi ed iniziò a raccogliere i suoi vestiti.
L’aria pesante era così carica di elettricità che Harry iniziò ad avvertire un strano nervosismo - Draco, ti prego.- grugnì – Non fare così.-
Lo sguardo che gli restituì l’altro lo raggelò – Dimmi, Harry.- esordì, la rabbia appena velata - Perché avrei dovuto mentirti? Cosa ti ha fatto pensare che potessi inventarmi questa scusa per stare da solo con Jamie? Che motivo avrei?-
Ah questa poi! Che motivo? Era serio?
Harry sentì il fastidio pungere, irritante – Non puoi biasimarmi per avere avuto un sospetto. Ci sono dei precedenti. E non è che la prima volta ci fossero stati dei segnali rivelatori.- tagliò corto.
Draco s’irrigidì visibilmente - Cosa ho fatto di male?- sibilò rigiro – Quella volta volevo solo stare un po’ solo con Jamie perché ne aveva passate tante, e sì, ti ho mentito, wow, uccidiamo chiunque dica una piccola bugia!- si girò iniziando a vestirsi.
Harry alzò gli occhi al cielo, nervoso come non mai - Le piccole bugie hanno conseguenze, Draco.-
Draco lo fulminò - È stata una cazzata, Harry. Sul serio. Per una cazzata simile non ti fidi più di me?-
Una cazzata simile?
- Non ho detto che non mi fido di te.- disse, ma sputò le parole come se fossero sbagliate e bruciassero la gola.
- Ah davvero?- gli occhi di Draco dardeggiavano – Credevi ti avessi mentito e sei venuto a controllare. Se non è mancanza di fiducia questa!-
Stava accadendo davvero? Harry era incredulo.
Draco aveva appena definito una cazzata tutto ciò che era accaduto. Ciò che ne era conseguito? Il dolore, la separazione, quel mese così nero e la mancanza… tutto una cazzata?
Fu troppo. Semplicemente troppo.
Un’onda di sentimenti che Harry aveva fatto di tutto per sopprimere gli si riversarono dentro come uno tsunami. E fu devastante.
Quasi boccheggiò alla ricerca di mettere in ordini i pensieri mentre la rabbia si faceva strada tra la confusione.
Sul serio Draco pensava di essere nel giusto? Come poteva porsi ad innocente dopo quello che aveva combinato? Si erano lasciati per colpa sua, per il suo egocentrismo. Lui li aveva lasciati.
- E perché dovrei fidarmi di te?- soffiò e quelle parole ebbero il sapore amaro sulla lingua, gli provocarono la nausea, ma non riuscì a fermarsi. Non più. – Sul serio. Vuoi parlarne? Va bene.- strinse i denti – Ho tutto il diritto di dubitare perché quella bugia ha avuto conseguenze ben peggiori!-
Draco si strinse nelle spalle – Non avrei potuto prevederlo, lo sai.-
Harry si alzò e raggiunse Draco. Lo affrontò con il dolore negli occhi.
- Non avresti dovuto.- sembrò una minaccia – Mentirmi, fare di testa tua. Ci siamo insieme in questa storia, se volevi stare solo con lui vi avrei lasciato soli.-
L’aria era densa come melassa.
– Ho fatto un errore, Harry. – soffiò Draco serio in volto – Un singolo, stupido, errore.- sviò lo sguardo, poi tornò su di lui e Harry notò il lieve rossore – Che vuoi che ti dica? Ho sbagliato. Ma quante volte mi sono già scusato? Pensavo l’avessimo superata.-
L’aveva davvero superata? La verità vibrò dentro di lui distruggendo ogni illusione che si era creata.
Erano avvelenati. Lui e Draco, erano come infettati dal loro passato, dalle cose non dette, dalle cose lasciate perdere.
Quando lo aveva stretto poche ore prima aveva avuto la sensazione che si fossero mancati e in quel momento quella realtà lo stava schiacciando sotto un pesante fardello che avevano ignorato.
Si era mancati perché si erano allontanati.
Ma quando era successo? Dopo la lontananza? Dopo la luna di miele?
Si erano mai riavvicinati o si erano solo illusi di averlo fatto?
Si erano mancati perché non si erano mai davvero ritrovati.
Ed ora quel Ti amo ripetuto ossessivamente, chiesto ossessivamente aveva un altro colore, un'altra sfumatura.
La verità si era nascosta appena sotto uno strato della sabbia ed era bastata una lieve folata di vento, una semplice domanda per riportarla a galla. Risvegliando un rancore che Harry si era sforzato di mettere a tacere, di ignorare.
Ed ora, in quel momento, avrebbe dovuto farlo di nuovo. Insabbiare tutto. Scusarsi, baciare Draco e fare pace.
Avrebbe dovuto solo mettere ancora, per l’ennesima volta, da parte i suoi sentimenti e tacere, nasconderli.
Era per il loro bene, per stare con loro.
Si era annullato per stare con loro.
Per reggere gli sguardi delle foto che li ritraevano assieme che sembravano accusarlo.
Tu che ci fai qui?
- Hai rinunciato a noi, Draco.- soffiò, incapace di tacere.- Una parte di me non te lo perdonerà mai.-
Fece male guardare Draco negli occhi. Vide le pupille dilatarsi. Gli occhi già rossi divennero lucidi in un attimo, fino a che una lacrima non sfuggì.
Avrebbe voluto tendere la mano per raccoglierla. Avrebbe voluto abbracciare Draco e dirgli che andava tutto bene.
Ma non lo fece.
Draco schiuse le labbra piano, come se cercasse di parlare - Non mi ami più?- chiese a stento.
Harry avvertì una fitta di dolore al petto– Se non ti amassi…- soffiò stringendo i pugni – Se non ti amassi non sarei qui.-
- Se non ci fosse Jemie non saresti qui.- lo sentì rimbeccare. Non era una domanda.
Questa poi.- Non è così.- ringhiò.
- Ah no?- altre lacrime scivolarono sulle sue guance, Draco le asciugò nervosamente con la mano – Quando siamo insieme non parli che di lui.-
- Anche tu.-
- Lo svegli per fare l’amore con me vicino, Harry. Credevi davvero che non mi sarei svegliato?-
La voce si incrinò lievemente da un singhiozzò Harry ebbe l’impulso di controbattere quando Draco scosse la testa.
- Non dire nulla, va bene? Sei deluso da me, una parte di te mi odia e se è anche vero che mi ami ancora non puoi negare una semplice verità…- lo guardò dritto negli occhi, un’altra verità che giaceva sotto la sabbia che stava per essere rivelata. Harry ebbe l’impulso di posargli una mano sulle labbra per farlo tacere. Ma non si mosse.
– Ami lui più di me.-
Fu come un interruttore. Fece click ed Harry sentì le forza abbandonarlo, scivolare via. Cercò dentro di sé la risposta, ma non ottenne che silenzio dalla sua mente.
Guardò Draco piangere in silenzio, mentre affrontavano verità che si erano negate.
Verità che ora erano incapaci di restare nascoste.
Stavano cadendo, e il suolo si avvicinava ad una velocità esorbitante. L’impatto era inevitabile.
- Forse.- ammise piano abbassando gli occhi.
Furono colpiti, e fece male.
Draco non aggiunse altro. Prima che Harry riuscisse ad alzare gli occhi, raccolse i suoi vestiti e si infilò in bagno.
Mentre Jamie era rinchiuso nel suo sgabuzzino buio, inconsapevole del disastro che era appena accaduto.