Feb. 19th, 2019

macci: (Default)


Titolo: Iglù: istruzioni per l'uso.
Cow-t 9, Seconda settimana, M2.
Prompt: Neve
Numero parole: 7112
Rating: Rosso
Fandom: Harry Potter


Harry era sicuro di due cose nella vita, una era che finire nella foresta incantata per uno scherzo crudele non era altamente stupido come lo era farlo durante una delle nevicate più abbondanti dell’anno e che limitavano di molto l’orientamento…
E l’altra era che perdersi inseguendo Draco Malfoy per una sfida a palle di neve finita male era stata un’altra cosa altamente stupida.
Harry cercò di guardarsi attorno, ma la foresta era talmente fitta che non riusciva nemmeno a vedere il sole oltre le alte cine degli alberi. Non che avrebbe potuto vederlo nemmeno ad avere una visuale libera da rami e arbusti, dal momento che il cielo da giorni restava di un neutro colore bianco.
Una pallina di neve lo colpì in testa e Harry imprecò.
- ehi, Malfoy!- lo chiamò – Hai mezza idea di dove siamo?-
Dopo un mezzo minuto di incertezza da dietro un enorme albero la figura slanciata e pallida del suo arcinemico sbucò come un folletto del malaugurio. Si appoggiò al tronco, con fare noncurante.
- Che c’è? ti sei perso, Potter?- soffiò e sorrise con i suoi perfetti denti bianchi.
Come sempre, da un po’ di tempo a questa parte, Draco Malfoy, impegnato nel semplice gesto di sorridere con arroganza, lo rendeva debole ad un certo batticuore.
Era anche il motivo del perché in quella infantile faida, lui avesse scelto specificatamente il suo obbiettivo.
- Non possiamo esserci allontanati tanto.- meditò cercando di guardarsi attorno – Non stiamo correndo da molto.-
Draco alzò il polso con eleganza e osservò il suo costoso orologio con occhio critico, da qualche parte nel suo cervello sembrò convertire tempo speso a rincorrersi come scemi in chilometri percorsi. Storse le labbra.
- Temo di sì. Corriamo da almeno quattro ore.-
- Quattro ore?!- la voce che Harry tuonò tra gli alberi – impossibile.-
Draco alzò gli occhi al cielo e poi tornò su di Harry. Si alzò e scivolò giù dalla collinetta dove si era rintanato.
- Possiamo tornare indietro, certo.- ipotizzò – Ma se scegliamo la direzione sbagliata potremmo allontanarci di più.-
- quindi nemmeno tu sai dove siamo?-
Un piccolo spasmo al lato della bocca di Draco rivelò un nervosismo finora celato – Diciamo che sono diversamente consapevole di dove siamo.-
- Ci siamo persi.-
- Non per colpa mia.- lo accusò pacato – Ho capito che mi odi, ma c’era davvero bisogno di mitragliarmi con della neve appallottolata?-
Harry strinse le labbra – io non ti odio.- replicò.
- Sì, certo.- soffiò ancora Draco – Dillo al mio mantello, morirò assiderato prima di te perché sono strapieno di neve.-
- Anche tu hai assestato bei colpi.-
- Legittima difesa.-
- vogliamo continuare a litigare o decidiamo come sopravvivere alla notte?-
Di tutta risposta, il serpeverde si strofinò le mani dal freddo. Poi prese la bacchetta dalla tasca e la puntò in alto. Poi si fermò.
- Che c’è?- fece Harry.
Osservando il fitto soffitto creato tra gli arbusti Draco ammise – Se lanciassi un incantesimo rischierei di incendiare la foresta.-
- Almeno farebbe caldo.- scherzò su Harry.
Di tutta risposta l’altro gli lanciò un’occhiata poco divertita e fece un alpiò cerchi con la mano. In due attimi, i loro mantelli iniziarono a riscaldarsi magicamente. Harry trovò stranamente gentile il fatto che avesse pensato anche a lui, ma forse, pensandoci, far morire nella foresta il bambino sopravvissuto non gli sembrava poi così saggio.
- Cerchiamo un riparo.- propose Harry.
- Vuoi davvero passare la notte fuori?-
- Abbiamo altra scelta?-
Vide gli occhi color nuvola brillare di confusione e forse un poco di paura, di sicuro nella sua testa stava cercando di pensare febbrilmente a una soluzione, una qualsiasi altra soluzione che non fosse passare la notte con Harry Potter all’addiaccio.
- Vorrei che ci fosse - ammise – Ma non me ne viene nemmeno una.-
- Sì ma anche cercare un riparo è rischioso.- insistette Harry – potremmo finire chissà dove e si sta facendo buio.-
- Non serve che insisti sui problemi, cerchiamo di concentrarci sulle soluzioni, che ne dici?- propose Malfoy di rimando.
Harry si guardò attorno pensieroso; dovevano sopravvivere. Le priorità erano un rifugio e non affidare totalmente alla magia la loro temperatura corporea.
- Beh, prima di tutto, dobbiamo raccogliere della legna per accendere un fuoco.-
- Non serve, il mio incantesimo funziona benissimo.-
- Non durerà in eterno, e potremmo essere troppo stanchi per continuare a usare la magia.-
Il principe delle serpi fece una piccola smorfia di disgusto – Io non raccolgo roba dal terreno, se sei così avido si sporcarti le mani, accomodati.-
Harry alzò gli occhi al cielo e iniziò a cercare rami di ogni genere per fare una piccola raccolta, cercò rami piccoli, più secchi possibili. Il fatto che fossero bagnati era solo un minimo problema, potevano asciugarli magicamente, ma dovevano comunque essere predisposti. Dopo una buona mezzora di ricerca, Harry aveva fatto una bella pila e per poerne prendere più possibile iniziò a farla lievitare.
Draco restò in silenzio per tutto il lavoro, ma non si allontanò da lui quasi avesse paura di perderlo.
- Sei consapevole che se ci troviamo così è tutta colpa tua?-
- Sì.-
- Perché mi hai preso di mira?- domandò, e non sembrò una provocazione come era sicuro era originariamente pensata.
Harry poggiò in terra in uno spazio il legname con un gesto della bacchetta e prese qualche attimo per rifletterci.
- Volevo coinvolgerti.-
- Come?-
L’incantesimo di Draco stava svanendo, ogni attimo che passava il mantello si stava lentamente raffreddando. Si strinse nelle spalle prima di ribattere.
- Da quando sei tornato te ne stai sulle tue, non parli con nessuno. Forse non l’hai notato, ma ho cercato di farti uscire dal guscio.-
- Non sono in nessun guscio.- replicò Draco, confuso.
- Un guscio metaforico.-
Il serpeverde aggrottò le sopracciglia mentre meditava su quella risposta – Non ti è venuto il dubbio che magari io volessi stare da solo?-
- Nessuno lo vorrebbe.- replicò il grifone.
Draco alzò le spalle – Voglio solo frequentare le lezioni, prendere i miei M.A.G.O e farmi una vita lontano da qui. Non voglio fare comunella o altro.-
Harry iniziò a sistemare i rametti più piccoli in circolo, poi prese la bacchetta e accese il fuoco.
- Ma ti stavi divertendo.- disse – Fino a un’ora fa ridevi, correvi e ti divertitivi. E non dirmi che non era così, perché l’ho visto.-
Quell’accusa colpì l’altro dritto in faccia, abbassò lo sguardo e si limitò a mettersi più vicino al fuoco. Restarono in silenzio per almeno dieci minuti prima che il serpeverde si degnasse di riprendere a parlare.
- Sono sicuro che ti stanno cercando. Vedrai non dovremo passare la notte qui.-
Qualcosa in quella frase fece sentire Harry a disagio. Era quel “ti”, come se lui non fosse parte di quella ricerca, di quella preoccupazione, come se non credesse davvero che qualcuno aprisse delle ricerche per trovarlo.
- Ci stanno cercando.- soffiò, duro – Nessuno professore lascerebbe uno studente al freddo, Harry Potter o no.-
Draco gli lanciò una lunga occhiata, come se lui non fosse in grado di capire, poi tornò a fissare il fuoco.
Si era alzato un vento gelido da qualche minuto, fuoco e incantesimi non poteva nulla con la semplice fisica degli spifferi.
- Ci serve un riparo.- meditò Harry alzandosi. Studiò attentamente ciò che lo circondava, ma non c’era altro che neve, neve e ancora neve.
- ho trovato!- esclamò trionfante.
- Cosa?-
Gli fece cenno di aspettare, poi prese la bacchetta e fece una piccola danza. Dal nulla manciate di neve iniziarono a condensarsi in blocchi e volare in circolo attorno a loro creando preso una piccola cupola fatta di cubi di neve.
- … ci hai circondato con la neve?!- quasi urlò Draco.
- Si chiama iglù. Lo usano al polo nord come case.-
Draco alzò gli occhi e vide il buco nel soffitto della cupola – E quello?-
- Serve per far uscire il fumo del fuoco.-
- Sì, ma è neve, si scioglierà! Ci hai circondato di qualcosa di freddo e che durerà poco!-
- Vuoi avere un po’ di fede in me, per favore?-
Draco strinse le labbra e si raggomitolò per terra, nel piccolo iglù, sembrò non essere a suo agio con la bassezza.
- Non potevi farlo più grande?-
- Più piccolo è, più calore resta.-
- Come fai a saperlo?-
Harry ripensò ad un tempo in cui un sottoscala era il suo intero mondo e sognare di andare in un qualsiasi altro posto, un posto lontano, più isolato possibile lontano dai perfidi zii, era un sogno irrealizzabile.
Non era arrivato fino al polo nord, ma Hogwatrs si era difesa bene.
- Ci sono cose che non sai di me.- soffiò.
Per qualche motivo la cosa sembrò ferirlo - Né tu di me.- replicò duro – Quindi non rifilarmi ancora la manfrina in cui credi di capirmi e mi vuoi coinvolgere.-
Stavolta fu Harry ad accusare il colpo. Nel piccolo iglù il viso pallido di Draco era illuminato solo dalla luce del fuoco e per un secondo gli parve di intravedere della tristezza. Ma poteva essere solo un impressione.
Del resto era vero, per quanti anni avessero passato insieme, per quante avventure e disavventure, nonostante l’essersi salvati a vicenda durante una guerra… nessuno dei due aveva idea di cosa provasse l’altro dentro di sé.
- Ti chiedi mai…- soffiò Harry d’un tratto – Se avessi preso la tua mano il primo anno che tipo di amici saremmo stati?-
L’altro tacque per un lungo minuto, poi soffiò – dopo un po’ ti saresti stancato di me.- disse.
- Perché dici questo?-
- Ero un bullo con degli scagnozzi, Potter. Non hai mai amato i soprusi, mentre per me erano l’ordine del giorno. Col tempo, avresti capito che chiunque altro sarebbe stato un migliore amico di me. -
- Può darsi.- ammise l’altro – O forse tu saresti stato una persona migliore.-
- pensi che avresti potuto cambiarmi?- un nuovo sorriso divertito spuntò sul viso – Sei leggermente delirante o sbaglio?- poi il sorriso si spense – Perché insisti con me? Vuoi coinvolgermi, pensi che sarei potuto essere migliore, tutte queste cazzate. Potter, hai per caso qualche strana sindrome? –
- Sono San Potter, no? Credo che credere nelle persone sia un requisito della sentitudine.-
Draco fece un altro mezzo sorriso – Sì, ma temo che con me sia alquanto sprecata.- tese le mani al fuoco per riscaldarsi di più – Non puoi fare miracoli su qualcuno che non li vuole.-
- E’ una sfida?-
- E anche se lo fosse?- rimbeccò Draco – Come pensi di attuarlo? Palle di neve? Una bella burro birra? Quidditch?-
- non sono cattive idee, sai? Quando torneremo ti va una bella burro birra dopo una bella partita di Quidditch?-
Draco alzò gli occhi al cielo e gli dette un piccolo calciotto – Per una volta, sono serio. – replicò – Faresti meglio a lasciarmi in pace. Dovresti studiare per gli esami.-
- Perché non vuoi che ti aiuti?-
- Perché non mi serve aiuto.- replicò Draco con una naturalezza unica – e francamente mi ferisce che tu creda che io abbia problemi solo perché me ne sto sulle mie. Per esperienza, tutti i problemi mi sono piovuti addosso solo quando mi sono lasciato coinvolgere. Credimi. Stare da solo, è davvero una liberazione. -
Aveva senso. Voler vivere pacificamente era un desiderio che Harry poteva comprendere e condividere. Alla luce di queste parole, il suo sembrava puro egoismo, ma quella rivelazione poteva essere colta solo da qualcuno che non ne era già pienamente consapevole.
Non si era svegliato una mattina e aveva visto Malfoy tutto solo decidendo di volerlo aiutare, ma si era svegliato una mattina e lo aveva trovato… carino.
In qualche modo, era peggio.
Non aveva voluto aiutarlo perché lo pensava solo e bisognoso di amici, aveva voluto aiutarlo perché voleva stargli vicino, testare il terreno con un amicizia prima di capire se poteva ottenere altro.
Draco Malfoy aveva scambiato per pietà e altruismo una cosa che in realtà rendeva il salvatore del mondo un manipolatore egoista.
Per un po’ restarono in silenzio, assorti nei loro pensieri. Anche se si sforzava di fissare le fiamme, non appena veniva distratto dai pensieri, i suoi occhi scivolavano sulla figura dell’altro che riusciva ad essere elegante e perfetta anche se rannicchiato in un ambiente stretto.
Due ore prima l’aveva visto ridere, immerso nella neve, brillare con essa, i suoi occhi grigi che sembravano cristalli. Quel pomeriggio, la curiosità di Harry si era trasformata in una devastante cotta.
E quella nuova vulnerabilità che avevano appena condiviso, aveva trasformato quella cotta era diventata amore.
- Mi dispiace.- disse Harry – Non volevo crearti disagio.-
- Scuse accettate.-
- Ma mi piacerebbe davvero prendere una burro birra con te.- insistette.
Draco gli lanciò un’occhiata – perché dovresti volerlo?-
- Per brindare al fatto di essere sopravvissuti magari.-
- Prima sopravviviamo, poi si vedrà.-
Harry sospirò volutamente in modo esagerato – sei davvero impossibile lo sai? Il mio è un genuino interesse nei tuoi confronti, mica ti ho chiesto di sposarmi! –
Draco s’umettò le labbra che con freddo iniziavano ed essere leggermente screpolate. Si strinse tra le spalle, e Harry d’istinto si fece più vicino.
- Sto cercando solo di scaldarci.- si giustificò subito.
- Almeno questo iglù sta aiutando.- concesse studiandolo – Sono sicuro che faccia molto più caldo che all’esterno.-
- Io non ho freddo, ma tu sembra stia gelando.- meditò Harry ad alta voce – Stai bene?-
- No, che non sto bene.- replicò Draco immediatamente – Ho freddo!-
Harry inghiottì a vuoto e, guardando con nonchalance il buco nel soffitto, lasciò passare un braccio intorno alle spalle di Draco e si fece così vicino che sentì finalmente i loro corpi toccarsi.
Se invece che avere le chiappe a congelare, fossero stati davanti ad un film in un cinema, quella sarebbe stata un gol di un ipotetico appuntamento.
Draco, contrariamente a quanto si sarebbe aspettato, restò inerte e silenzioso, forse godendosi quello strano nuovo calore. Si rilassò perfino un poco fino a rilassare le spalle irrigidite dal freddo.
Ormai fuori era diventato completamente buio. Draco osservò l’orologio e sembrò contrariato.
- Beh, direi che passeremo la notte qui.- decretò.
- Merlino, ma quanto ci siamo allontanati? –
- Troveremo la strada. Non morirò in una foresta di freddo in compagnia di Harry Potter.-
- Hai un contorto modo di darmi coraggio.-
Draco si fece leggermente più vicino, così tanto che se Harry non lo avesse pensato impossibile, la sua testa sembrava posizionata in modo da sembrare che si posse appoggiato alla sua spalla…
Come se quello fosse un abbraccio vero.
- Vedrai non lasceranno morire il loro eroe.-
- Non lasceranno morire due studenti.- gli rinfacciò – In più sono sopravvissuto un anno in giro per boschi e nascondigli. –
- Avevi una tenda? –
- Sì.-
- E un’amica che faceva tutto il lavoro di incantesimo di protezione.-
Harry accusò il colpo – Li so fare anche io.- masticò, offeso.
Draco iniziò a vibrare e fu strano capire che era perché stava ridacchiando. Fu bello sentirlo completamente rilassato in quello che poteva essere solo definito un abbraccio.
- Beh, se saremo costretti a vivere per sempre nella foresta, sia messo a gli atti che farai tu il lavoro grosso; caccerai, cucinerai e ti prenderai cura di me.-
Harry sorrise, tutto sommato divertito – E cosa ottengo in cambio?-
- Di farmi sopravvivere, ovvio. –
- Cioè io farò i lavori forzati e quando torno a casa, non potrò nemmeno godere del piacere carnale della mia mogliettina?-
Per un secondo, temette di aver osato troppo a scherzare su un loro possibile rapporto fisico, ma Draco scrollò le spalle, che sotto il braccio di Harry sembrò quasi un mettersi più comodo.
- Dipende da ciò che mi porti da mangiare. Se è qualcosa di veramente buono potresti avere fortuna.-
Stava scherzando con lui. Su una loro possibile relazione.
- Buono a sapersi allora. – soffiò – Mi impegnerò nella caccia e così non avrai altra scelta che rendere il tuo maritino felice.-
Non riusciva a vedere il viso di Draco, ma ebbe la sensazione che stesse sorridendo dal momento che, attorno a loro, l’aria era diventata più leggera.
Restarono in silenzio per un lungo minuto, poi un brivido colse Draco.
- Hai ancora freddo?-
- A metà.- rispose – Sei un ottimo calorifero, ma la parte che non ti è attaccata soffre.-
- vieni tra le mie gambe, allora.-
Draco drizzò la schiena e lo guardò come se gli chiedesse se fosse serio, Harry fece pat pat al terreno davanti a lui.
- Ti abbraccio. Così ti copro, come fossi una pelliccia.-
- Una pelliccia?-
- Una pelliccia.-
- Sei matto?-
- Hai altra scelta?-
Quella risposta, colse Draco alla sprovvista. Esitò solo due secondi prima di sospirare e posizionarsi seduto tra le gambe di Harry e poggiarsi con la schiena al suo petto. Appoggiò la testa di nuovo in quello che era diventato il suo incavo del collo preferito e si lasciò avvolgere da Harry senza alcune remora.
Tutta quella fiducia colpì Harry come un pugno. Aveva proposto quella posizione non soltanto per riscaldarlo meglio, ma per poterlo stringere.
Da cos vicino, riusciva a sentire il suo odore. Era delicato nonostante la corsa per giocare a palle di neve, ed era maledettamente buono.
Doveva concentrarsi però, non poteva eccitarsi mentre aveva la persona che gli piaceva tra le gambe. Anche se il problema era esattamente quello.
- Sei comodo.- soffiò Draco dopo un po’. Dopo un primo momento di tensione si era gradualmente rilassato – Caccia, cibo e letto.- soffiò – Sei davvero multi uso come marito di Neanderthal.-
Harry non poté fare a meno di ridere anche se tentò di contenersi, per non disturbare la serenità della sua mogliettina adorata.
Tornò il silenzio. Rispetto a tutti gli altri, sembrò naturale conseguenza di una strana quiete.
- Avresti mai creduto che saremmo finiti avvinghiati così?- soffiò Draco dopo un po’.
Harry strinse le labbra per non rispondere di averlo sognato spesso. Si limitò a dire – Perché, tu?-
- durante la guerra ti ho sognato spesso.- confessò – Venivi a salvarmi… a pprtarmi via. – fece un piccolo sbuffo di risata – Ero davvero patetico.-
- Perché dici così?-
- Sei solo un ragazzo, Harry. Non sei un supereroe.-
- Beh, ho sconfitto il cattivo.- replicò Harry.
Draco osservava le fiamme, forse perché erano letteralmente l’unica cosa da guardare – Questo non ha aiutato.- mormorò Draco.
- A far cosa?-
- A umanizzarti.-
Harry non riusciva a capire il flusso dei pensieri dell’altro, ma era stranamente lusingato che stessero parlando senza insultarsi. Sembrava che il principe della serpi stesse cercando di parlar e lui aveva tutta l’intenzione di assecondarlo.
- Non mi vuoi come eroe?-
Draco si mise leggermente più comodo, o forse si mosse per prendere tempo - non voglio idealizzarti. Mi sforzo di vedere i tuoi difetti, di concentrarmi su quelli. Devo. –
- Perché?-
Draco tacque, completamente rilassato nel suo abbraccio. Poi si allontanò da lui, come lo strappo d un cerotto.
- Dove vai?-
Draco scrollò le spalle – Sto meglio. Va bene così.-
Fece per andarsene, quando Harry d’istinto lo avvolse nuovamente, stringendoselo addosso – Hai freddo.- soffiò.
- Lasciami.-
- No.-
- Smettila di salvarmi, harry. Non puoi continuare ad essere il mio eroe.-
Harry affondò il viso nei suoi capelli, erano così sottili e morbidi che sembravano capelli di un angelo.
- Lo sarò, fin quanto ne avrai bisogno. – disse – ti riscalderò stanotte, e se vivremo per sempre nella foresta mi prenderò cura di te. –
Harry si rese conto di quello che aveva fatto e, poco dopo, di quello che aveva detto. Tutta l’intera conversazione era surreale, eppure sembrava essere la cosa più sincera che si fossero mai detto.
Draco stavolta si allontanò lentamente e Harry si arrese a lasciarlo andare, ma tutto ciò che fece Draco fu mettersi seduto dritto, per poi girarsi verso di lui.
Per la prima volta, dopo ore, erano di nuovo faccia a faccia, e forse, più vicini che mai.
- Tu non capisci.- mormorò – devi smetterla di essere gentile con me.-
C’era qualcosa di così serio nei suoi occhi, qualcosa che gli impediva di distogliere lo sguardo. Draco era troppo vicino, così vicino che ogni fibra del suo corpo desiderò baciarlo.
Se ora si fosse spinto in avanti, se avesse premuto le labbra sulle sue, assecondando quella inevitabile volontà, quella notte sarebbe potuta diventare un incubo, e il suo cuore sarebbe potuto rimanere spezzato.
Ma poteva rispondere – Mai.- e crederlo davvero.
Draco alzò le mani e le poggiò sul suo collo, le dita erano fredde ma non ci fece caso. Lo stava toccando come non l’aveva mai fatto, con intimità e gentilezza, che faceva a botte con la tristezza che improvvisamente vedeva nei suoi occhi.
Gli tolse una ciocca dalla fronte, solo per poterlo toccare a sua volta e tutto sembrò diventare più piccolo di quell’iglù.
Il bacio accadde come una naturale conseguenza dell’essere in un loro microscopico mondo, come se semplicemente lo spazio vitale per il loro corpo si fosse rimpioccolino respiro dopo respiro.
Al grifone mancò il suo rendendosi conto che si stava baciando.
Dimenticò il freddò, dimenticò dov’erano, dimenticò ogni sua esitazione.
Afferrò i suoi fianchi e se lo strinse addosso. Non importava che fosse scomodo, il corpo di draco doveva essere sul suo, doveva sentirlo, doveva…
Si staccarono.
- Avresti dovuto respingermi.- soffiò Draco a un centimetro da lui. Tutto lo spazio che Harry gli lasciava per allontanarsi.
Fu naturale per Harry rispondere - Mai.-
Il secondo bacio più meno dolce, pian piano divenne un impellente bisogno di divorarsi, cercarsi, toccarsi.
Harry si rese conto si essere stato spogliando quando sentì le dita gelide di Draco sull’addome. I muscoli si contrassero per la sorpresa e Draco fece un piccolo gemito.
Era forse… piacere?
- Ti piacciono i miei addominali?- domandò, un po’ divertito.
Draco piegò metà labbra in un sorriso divertito – Mi piaci tu. Addominali comporesi.-
Harry sostenne il suo sguardo – Sei consapevole di esserti appena dichiarato a me?- soffiò.
- Pensavo che il bacio avesse già chiarito quel punto.-
- Da quando?-
Draco alzò un sopracciglio, con una mano strattonò Harry vicno a sé dalla nuca – Magari non è vero.- soffiò – Magari ho solo freddo e voglio riscaldarmi.- lgi rubò un altro famelico bacio.
Harry lo approfondì, la lingua divenne una naturale conseguenza.
Qualche minuto dopo, staccarsi divenne inevitabile.
- Dovrò sacrificarmi per la causa, allora.- mormorò.
Harry fece scivolare la mani sulla sua schiena, e cercò la pelle oltre gli stati di stoffa. Non appena i polpastrelli la toccarono, Harry si sentì in grado di conquistare il mondo, al suo solo comando.
Era sua, pensò, era solo suo.
Lo fece scivolare indietro, steso al suolo gelido. Draco rabbrivid’ e Harry mormorò – Scusa.- prima di baciarlo, poi scese sul collo, sulla clavicola…
Draco tese il collo dando più spazio di maovra possibile al grifone, cosa che era pittusto impossibile con tutte glieli strati di induementi.
Ma spogliarsi non era fattibile.
- Harry…- mormorò Draco e il suono del suo nome fu più intimo di un bacio. Il grifone si alzò sui palmi, soprastando l’altro e lo guardò dall’alto con avidità.
- Sia chiaro,- farfugliò cercando di mettere insieme due pensieri coerenti – Ora stiamo insieme.-
L’altro alzò le sopracciglia come se non potesse credere alle sue orecchie. Forse era così.
- Come vuoi, Potter.- quasi rise – Se la pianti di metterti a pensare a queste minchiate e pensi invece a riscaldarmi, per me possiamo anche sposarci.-
- Promesso?-
Harry alzò una mano e alzò il mignolino. Draco sbarrò gli occhi, più esasperato che confuso. – Dovrei prometterti di sposarti? – quasi urlò.
Harry sapeva che la situazione era ridicola, ma nel sorriso che gli spuntò sul viso non c’era alcuna allegria – Devi promettermi di non spezzarmi il cuore.- soffiò – Io voglio stare con te, Draco.-
Il biondino lo guardò dal basso, con un espressione indecifrabile, poi alzò il braccio e legò il migliorino al suo. A contrato, il colore della loro pelle era così marcato che Harry si chiese se Draco fosse fatto di neve egli stesso.
- Non spezzarmi nemmeno il mio, di cuore.- soffiò.
Fu come il suggello di una promessa.
Tornarono a baciarsi, con una nuova passione. Draco si aggrappò a lui come se fosse l’unica cosa stabile in mezzo a una tempesta.
Harry fece scivolare una mano lungo il corpp di draco, i polpastrelli sfiorarono delicatamente le pelle esposta, fino a raggiungere l’ombelico. Lì si fermò, sentendolo sussultare.
Si guardarono, come a chiedere il permesso, e Draco glielo concesse come un sopracciglio alzato come a rimproverarlo di avere così tante premure invece di farlo e basta.
Forse era così.
Non appena la mano raggiunse il sesso del serpeverde la prima cosa di cui si sorprese fu di trovarlo duro. Non che il suo fosse ancora a risposo, ma in qualche modo nei suoi osgni, aveva sempre desiderato coccolarlo, fino a sentirlo indurirsi nel suo palmo.
Poco male, pensò, per quello c’era tutto il tempo del mondo.
Iniziò a accarezzarlo dolcemente, Draco gli rubò un piccolo bacio, condito da un gemito frustrato. Così, non gli restò altro che aumentare il ritmo.
C’era qualcosa di mistico nel fissare il suo viso contrito dal piacere. Harry non era mai stato un tipo artistico, i quadri del castello erano fin troppo chiacchieroni e seccanti per poter essere apprezzati, ma mentre Draco serrava gli occhi in preda al piacere, mentre le labbra si schiudevano in gemiti, Harry avrebbe voluto ritrarlo.
Forse lo stava facendo, ogni carezza era una pennellata. Stava plasmando il suo viso affinché risultasse di una bellezza spettacolare.
- Aspetta…- soffiò Draco dopo un po’, afferrandogli il braccio con forza – …Sto per venire.-
- E allora? -
Aprendo gli occhi, nelle iridi lesse la risposta. Il desiderio era così radicato in uno solcatura delle sue iridi che Harry rischiò di venire a sua volta, solo per aver contemplato l’idea.
Era strano non averla contemplata a tutti gli effetti. La sua erezione era dura, quasi a livello da far male, ma tutto quello a cui era riuscito a pensare era quanto Draco fosse bello, sull’orlo di un orgasmo causato da lui.
Harry lo baciò, e Draco faticò a reggerlo, senza fiato e al limite.
- Vieni.- soffiò sulle sue labbra – Perché non ci fermeremo solo a questo.-
Il corpo di Draco su scosso da un brivido e Harry sentì la sua mano impregnarsi del suo seme.
Nonostante la tenuta dell’iglù fosse stabile, quel guizzo di calore sulla mano lo accolse con un certo piacere.
Aspettò che Draco recuperasse fiato, rilassandosi, poi ritirò la mano e guardò il liquido bianco.
Era una prova. Era davvero successo.
Attraverso le dita sporche, mise a fuoco Draco che lo guardava con una certa curiosità.
- Sai cos’è. So per certo che ti sei masturbato, perché sei troppo bravo a farlo.- provò a scherzare.
Harry quasi rise, mentre cercava come pulirsi. Draco raccolse un poco di neve e gliela offfrì – Puoi scioglierla e farne un po’ d’acqua.- propose.
Mentre si puliva con la neve sopra un angolo del fuoco Draco si mise seduto su un fianco ad osservarlo.
- … tu non ne hai… bisogno?- domandò.
Harry arrossì – Certo che ne ho bisogno.-
- Sembri così calmo.-
- Cerco di farmi bello ai tuoi occhi.- gli fece l’occhiolino. L’altro però non raccolse quella provocazione. I suoi occhi scivolarono incuriositi sul cavallo e cercarono di intravedere il bozzo oltre la stoffa.
- Voglio vederlo.- sentì la sua voce pigolare. Harry arrossì ulteriormente ma non si mosse e Draco prese l’iniziativa. Si mise in ginocchio e sbottonò la patta con una naturalezza disarmante. Gli abbassò i boxer e Harry si ritrovò a stringere i denti. Il freddo sulla pelle tesa e sensibile sembrò graffiarlo.
Gli occhi di Draco restano fissi sulla meta, un luccichio nuovo spuntò nei suoi occhi. Con una mano spintonò delicatamente il compagno che cadde mezzo steso per terra. Draco fece un semi sorriso di scuse.
- Visto che non puoi metterti in piedi…- si giustificò – io non posso mettermi in ginocchio.-
Capire fu devastante per la sua erezione. Restò impotente a osservare il suo nuovo ragazzo stendersi davanti a lui, incastrasi perfettamente tra le sue gambe e cercare il suo sesso con la punta della lingua.
Il calore anche solo di quel piccolo lembo fu devastante.
Nonostante il freddo, era più duro che mai, nonostante la frustrazione, voleva solo durare il più possibile per godere di ciò che stava per arrivare.
Non era la prima volta che qualcuno si succhiava l’uccello, ma era la prima volta che la sola idea lo mandava letteralmente alla follia.
Draco baciò la masse, poi fece scivolare della punta della lingue sui testicoli, mentre la mano percorreva l’intera lunghezza.
Le sue palpebre si chiusero per via dell’ondata di piacere che lo invase, ma si sforzò di riaprire gli occhi. Aveva sognato così tanto un simile momento e non avrebbe permesso a nulla di impedirgli di guardare.
Draco lasciò i suoi testicoli e risalì l’intera lunghezza con ampie leccate contornate da piccoli tocchi di labbra e, infine, arrivò alla cima.
La punta della lingue stuzzicò il glande e Harry dovette stringere la neve per non urlare di piacere.
Il cuore gli martellava nel petto, non poteva credere a nulla di quello che stava succedendo, ma non importava.
Draco che apriva la bocca e lasciava scivolare quanto poveva dentro di sé, era un altro quadro che Harry avrebbe volentieri ritratto per la sua collezione personale.
Il rampollo della famiglia Malfoy generalmente era bellissimo, di una bellezza inumana ed eterea, ma mentre aveva gli occhi lucidi e la bocca sul suo cazzo era a dir poco divino.
Cielo, pensò, sul punto di venire.
Non voleva tornare al castello, voleva restare lì, a scoparlo, o morire assiderato provandoci.
In fondo, cosa li aspettava al castello? Non certo solitudine, non certo intimità e non certo sesso.
Venne invocando il suo nome, mentre si faceva indietro così da venirmi in bocca ma non soffocarlo.
Draco si mise seduto e Harry lo vide portarsi una mano alle labbra per decidee cosa fare del seme.
- S-sputalo.- disse, senza fiato.
Draco di tutta risposta, aprì la bocca con un espressione malandrina e mostrò il suo trofeo, poi alzò la lingue a mostrò a Harry il seme che scivolava lungo la gola, mentre veniva ingoiato.
- Merlino…- mormorò Harry, affascinato e attratto più che mai.
Draco sorrise e si appoggiò ad una parete dell’iglù, visibilmente un po’ provato dall’esperienza.
- Cinque minuti.- disse massaggiandosi il collo.
Harry tentò di non scoppiare a ridere, ma non riuscì a farne a meno. Buttò la testa all’indietro e si calmò, aprendo gli occhi a fissando il cielo nero oltre la cima dell’ iglù. Dopo un attimo, aggiunse legna al fuoco giusto per fare qualcosa, cercò la mano dell’altro.
- Sei un tipo… romantico.- fece il principino osservando le mani unite, ma senza ritrarla.
- Ti dispiace?-
- Devo abituarmi.- confessò.
Harry scrollò le spalle – Tenterò di contenermi, promesso.-
- Allora… come sarà d’ora in poi?- soffiò.
- Ah, siamo arrivati al “discorso”?-
- Dobbiamo pure far qualcosa mentre aspettiamo di essere pronti per farlo di nuovo.- lo disse come se fosse una cosa naturale.
Beh, era giusto che fosse così. Stavano insieme.
- Dirlo agli altri. Si, no, forse?-
- Decisamente no.-
- Perché no?- mormorò Harry.
Draco alzò un sopracciglio – I tuoi amici mi odiano.-
- Un po’. Forse.- ammise – Non molto a dire il vero, altrimenti non avrebbero aiutato a inventare una gara a palle di neve per permettermi di inseguirti.-
- Quindi è tutta colpa tua se ci troviamo in questa situazione!-
- Se la punizione comprende essere sculacciato, me ne farò una ragione.- sorrise.
- Loro…- soffiò Draco piano – cosa sanno?-
- Della cotta che ho per te? Circa… tutto?-
L’altro sbarrò gli occhi mentre le guance si coloravano ancora di più di rosso di quanto già non fossero – Ma sei scemo?-
- Un po’.- soffiò – Quindi, i miei amici non ti odiano ma anzi hanno tifato affinché ti conquistassi, quindi resta la domanda; vuoi che la gente lo sappia?-
- Odio che debba essere una cosa da decidere.- quasi ringhiò tra i denti l’altro – Dovrei poter stare con te senza mettere i manifesti.-
- Quindi è un no?-
Esitò, a disagio nel suo piccolo angolo dell’iglù – No… per ora?-
- Per ora, mi basta.- scrollò le spalle il grifondoro – Mi sarebbe andato bene anche mettere i manifesti o passare il resto dell’anno sotto il mantello dell’invisibilità. Avrei accettato tutto.-
- Merlino, è inquietante.- soffiò guardandosi attorno come se all’improvviso non risucisse più a credere dove fosse – Ma dimmi la verità, è un incubo vero? Nei miei sogni, non sei certo così…-
Harry fece spallucce – sdolcinato?-
- Sì.- ammise.
- Beh, volevi dei difetti. – scrollò le spalle – Sono abbastanza umanizzato ora per te? – rinsaldò la presa alla mano e lo tirò gentilmente verso di lui per convincerlo a tornare a riprendere attività molto più interessanti con la bocca che dargli dello sdolcinato.
Draco non solo assecondo il movimento ma finì seduto sulle sue ginocchia. Il bacio fu invitabile.
- umano.- confermò, prima di iniziare a sbottonare i bottoni più in basso della camicia di Harry e lasciare intravedere la perfetta muscolatura creata in grazie al quidditch e a un anno di fuga e lotte. I suoi occhi vibrarono di aspettativa – Come questo ti renda più sexy davvero non lo so. Ho evidenti problemi.-
Harry lo coinvolse in un nuovo bacio. L’altro rispose dapprima con calma, per poi sciogliersi. Si staccarono senza fiato.
- Non ho nulla per prepararti.- mormorò come fosse un segreto inconfessabile.
Draco tirò le labbra in un sorriso malizioso – Conosco un incantesimo.-
- E’ strano che la cosa mi ecciti.-
- Se non ti eccitasse, sarei nei casini.- mormorò prima di rubargli un bacetto leggero, per poi sussurrare al suo orecchio l’incantesimo in questione. Non potendo spogliarsi per evidenti problemi logistici, Harry affondò le dita tra le natiche di Draco attraverso i pantaloni, eppure, fu stranamente osceno.
Quando sfiorò l’ano, il suo ragazzo s’irrigidì.
- E’ la prima volta che…?-
- Fa freddo.- replicò – Continua.-
Massaggiò per un poco l’anello di carne, cercando di trovare egli stesso il coraggio di proseguire. Non perché non voleva immergersi in quell’antro che da quanto sentiva poteva rasentare il paradiso, ma perché aveva paura di fargli del male.
Dopo un po’, gli strattonò i capelli, a mo’ di sollecitazione.
Il primo dito, fece irrigidire Draco di più, ma lo avvertì sforzarsi di rilassarsi. Contando i secondi, Harry si sforzò di studiare ogni spasmo pur di capire esattamente quanto sarebbe stato il momento giusto.
Draco schiuse le labbra, gemendo piano, e il secondo dito raggiunse il primo.
Quando Draco inarcò la schiena, come se avesse toccato un punto particolarmente interessante, provò col terzo, ma con i pantaloni addosso non c’era oggettivo spazio di manovra.
Draco sembrò intuire il flusso dei suoi pensieri, quindi si alzò sulle ginocchia per abbassarci i pantaloni fino alle cosce. D’un tratto Harry si ritrovò con letteralmente le mani avvolte attorno alle natiche calde e sode e la mezza erezione che era rimasta buona per via della concentrazione nel tentare disperatamente di non fargli male, divenne completa in due attimi.
Il tempo di capire che presto sarebbe stata sommersa nel corpo del suo sogno proibito.
Draco non attese il terzo dito, l’impazienza si poteva notare dal respiro corto e gli occhi sempre più lucidi. Si sedette sull’erezione gentilmente e dondolò, in un chiaro invito a usarla come di dovere.
- Merlino…- mormorò Harry mentre affondava il viso sul collo dell’altro per aggrapparsi a qualcosa per non perdere la testa – Nemmeno ti sono dentro, e già sto impazzendo.-
Draco gli prese il viso e lo costrinse a guardarlo. Con determinazione soffiò – Ti voglio dentro di me.-
Era un ordine. Un ordine impossibile da ignorare.
Quando la punta toccò l’ano Harry trattenne il respiro, fu Draco a scendere su di lui, tentando di rilassare i muscoli. Lentamente, ma inesorabilmente, i due si ritrovarono a metà strada verso il paradiso.
Con un altro paio di respiri, finalmente affondò completamente in lui.
E restarono lì, a comprendere che finalmente era successo, che i sogni bagnati, che i sogni ad occhi aperti, che i desideri celati avevano finalmente raggiunto compimento.
Draco Malfoy era di Harry Potter, completamente.
Fu solo una pausa, nel mezzo di un tornato, ben presto muoversi divenne impellente, ma sbattere l’un l’altro senza alcune remora divenne totale necessità, in modo scoordinato.
Draco dondolò, annaspò, lo baciò, lo morse perfino mentre il piacere montava e Harry era semplicemente in balia di quei meravigliosi eventi.
L’orgasmo li cose quasi alla sprovvista, come se il giro in giostra fosse finito troppo in fretta.
Draco crollò su di Harry e l’altro si sforzò di sorreggerlo come poteva mentre tentava di non liquefarsi dal piacere.
Crollarono stesi, uno sopra l’altro, mentre i respiri restavano corti e scoordinati.
L’avevano fatto pensarono. Era davvero successo.
Quando il freddo si fece di nuovo strada tra di loro, si sforzarono di rivestirsi, di rimettersi in sesto. Draco si mise dal lato dell’iglù lontano da Harry quasi temesse di saltargli ancora addosso se si avvicinava ancora.
Forse era così. Di sicuro lo era per Harry.
- Non mi hai ancora detto da quando provi qualcosa per me.- esordì il grifone dopo un po’, rimpiangendo il calore del corpo dell’altro vicino, non solo per il freddo.
L’altro alzò un sopracciglio – I miei sentimenti non dovrebbero essere una sorpresa per te, i tuo d’altro canto…- sostenne il suo sguardo – Perché?-
Non lo disse come una curiosità di come e quando erano iniziati quei sentimenti, ma come una sincera perplessità sul perché, quasi come se lasciasse intendere che non li meritava.
Nonostante il fastidio di quella insinuazione, Harry tentò di rispondere come poteva, perché se il suo ragazzo era insicuro era il suo compito aiutarlo.
E poi era stupendo definirlo “il suo ragazzo”.
- Dopo la guerra, sono potuto tornare un ragazzo normale. Per quanto possibile.- soffiò – Ho iniziato a guardarmi attorno, a scoprire lati di me che non avevo mai avuto il coraggio di comprendere. Ho capito di essere attratto anche dai ragazzi, per dirne una.-
Draco si strinse nelle spalle per il freddo, e Harry si avvicinò a lui nonostante il successivo sguardo d’ammonimento.
- Ti ho trovato bello, all’inizio.- soffiò – Cioè sei bello, non sono all’inizio. Sempre. Ma un giorno ti ho guardato e mi sono detto che se mai ci avessi provato con un ragazzo saresti stato tu.-
- Quindi sono bello.- confermò, ma il tono lasciò intendere una nota di delusione. Harry strinse le labbra.
- Beh, è iniziato così. Poi ho iniziato a osservarti, a tentare di coinvolgerti. Se non riuscivo a conquistarti perlomeno volevo provare ad esserti amico.-
- Quindi mi hai tormentato perché volevi scoparmi?-
- Mi sa che tra noi due devo essere romantico per entrambi, eh?-
Draco gli prese il braccio e se lo ripassò sulle spalle tornando al suo posto preferito nella spalla del suo ragazzo.
- Quando riuscivo a farti ridere, come oggi…- riprese – tutta la mia giornata sembrava d’istante colorata. Quando ridi sei ancora più bello.-
- Lo farò scrivere nel mio epitaffio “bello fa impazzire!”- ridacchiò.
Harry soffiò guardandolo – Vedi? Più bello.-
Non era sicuro se le guance dell’altro fossero rosse per il freddo, per il sesso appena fatto o per i discorsi. Fatto stava che Draco se ne stava rannicchiato addosso a lui, con le guance in fiamme e sembrava in cerca di coccole.
- Poi oggi…-
- Se dici altro sul mio essere bello, ti lascio qui a congelare.- replicò.
- …Eri bello dentro?- scherzò il grifone, l’altro gli dette una spallata.
Harry gli rubò un bacio sulla testa – Mi piaci davvero, Draco.- soffiò serio – Ti prego di credermi.-
L’altro restò in silenzio per un lungo minuto, poi alzò il vico e gli baciò teneramente la guancia. Tutto sommato forse non era l’unica ad essere romantico.
Harry intercettò le sue labbra e riprese a baciarle e, come temevano entrambi, quel nuovo contatto portò a una nuova euforia.
La lingua di Harry scivolò nella sua bocca, giocò con la gemella, poi sfiorò le sue labbra. Desiderò leccare tutto il resto, ogni parte di lui. Iniziò con il collo. Draco gemette e il collo vibrò deliziosamente. Lo baciò, desiderò marchiarlo. Trovò il corpo dove lo sentì fremere e iniziò a succhiare dolcemente.
- Harry…- sussurrò l’altro, di nuovo eccitato.
La sua lingua si spostò sulla clavicola, la mano iniziò a sbottonargli la camicia. C’era ancora una parte del suo corpo che non aveva avuto occasione di vedere e che voleva disperatamente leccare. Scese lungo il petto libero e trovò i bottoncini che stava cercando, erano chiari che desiderò farli diventare completamente rosso. Ci si prodigò quasi sicuro.
Leccò il primo, strinse tra le dita il secondo. Da così vicino riusciva a sentire il battito del cuore del suo ragazzo sulla lingua e batteva talmente forte da sembrare emozionato come il suo.
L’altro cercò di strattonarlo, allontanarlo dal proprio petto – Non lì…- soffiò.
- Non ti piace?- mormorò Harry sulla pelle, prima di concere un’altra generosa leccata al piccolo bottoncino torturato. Gli occhi dell’altro erano di nuovo lucidi, di nuovo eccitati.
- No.- mentì. Riconobbe la bugia dall’esitazione.
- Allora è un peccato, che a me piaccia.- soffiò ancora Harry prima di dedicarsi all’altro bottoncino di carne.
L’altro inarcò la schiena e sussurrò qualcosa che poteva benissimo essere un imprecazione. Lo vide cercarsi la patta con una certa urgenza.
Oh, ora aveva capito.
Era già sul punto di venire e solo perché aveva torturato un poco i suoi capezzoli? Harry se lo annotò mentalmente prima di allontanargli la mano con crudeltà.
- … non ti muovere, a te ci penso io.- disse Harry.
Draco lo fissò negli occhi, più stanco e eccitato che mai - Non dormiremo stanotte, vero?-
Harry iniziò a sbottonargli i pantaloni con un sorriso divertito – Sconsigliano di addormentarsi tra la neve, è per una giusta causa.-
Smisero di rivestirsi dopo un po’, tanto si sarebbero amati ancora e ancora…
Non chiusero occhio per tutta la notte.
Il mattino dopo, li trovarono vestiti solo per puro miracolo.


Fine
 
 
 
 
 
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