App fantastiche e dove trovarle
Feb. 18th, 2019 12:46 pmTitolo: App fantastiche e dove trovarle
Cow-t 9, Seconda settimana, M1.
Prompt: Fantascienza
Numero parole: 2329
Rating: Verde
Fandom: Originale
La vita di Igrith York non era particolarmente avvincente, le giornate le scivolavano addosso come acqua, e gli anni passavano in pochi battiti di ciglia. Tentava di non pensare molto, si distraeva spesso, giocava, usciva con le sue amiche, cercava l’amore.
Pensava sarebbe stato divertente, per questo aveva scaricato la app.
Era in metro quando l’aveva scorta per la prima volta tra i suggerimenti. L’icona era rosso acceso, ma possedevo un design semplice di un piccolo telefono antico, spiccava tra tutte le altre icone con prepotenza. La didascalia era emblematica e semplice “ Il futuro ti aspetta!”
Il marketing aveva fatto un buon lavoro, anche se non l’aveva scaricata in quel momento, in un piccolo angolo del suo cervello era rimasta silente, come un idea.
La seconda volta che gli era apparsa, aveva osservato le anteprime e i commenti, facendosi può una chiara idea di cosa si trattasse: sembrava un app che millantava di permetterti di essere chiamati dal futuro!
Molti dei commenti sembravano contenti per la vero-similità dell’esperienza, alcuni ne rasentavano l’idiozia.
Sarebbe bello se fosse vero, pensò distrattamente mentre risaliva i commenti per premere il pulsante INSTALLA.
Mentre l’applicazione prendeva il meritato posto nel suo cellulare, Igrith stava buttando in padella un uovo.
La prima chiamata arrivò immediatamente.
Mentre svettava sullo schermo il telefono rosso della app che simulava la chiamata, Igrith ebbe per un secondo un brivido lungo la schiena.
Una chiamata dal futuro, pensò vagamente.
Ma come avrebbero potuto simulare una cosa simile? Ci sarebbero state voci registrate, o forse un callcenter con qualcuno che aveva una storia scritta da dover interpretare? Dubitava che chiunque avesse creato la app avesse così tanti operatori in grado di gestire la curiosità delle masse quindi il suo pensiero si orientò sulle chiamate registrate, forse con un AI abbastanza sviluppata da darti un vero senso di discorso.
O forse era tutta una truffa, ma dal tono dei commenti non sembrava essere così.
Aveva solo un modo per saperlo, prese il telefono e rispose.
Dapprima sentì elettricità statica, poi qualche parola incomprensibile, poi altro rumore non ben identificato, poi, come se si fosse stabilizzata la connessione sentì:
- Pronto?-
Era un ragazzo, pensò, di sicuro non era una voce registrata. S’umetto le labbra prima di rispondere.
- Ciao.-
- ciao a te.- rispose la voce. Sembrava un po’ tesa, come se fosse la sua prima volta – Come ti chiami?-
Igrith non si sentiva abbastanza stupida da dare il suo vero nome, così rispose – Teresa.-
- Io sono Tyler, piacere.-
L’uovo ormai era pronto. Così Igrith lo spense e lo tirò via dal fornello.
- Come stai facendo?- domandò ancora Tyler. Era chiaro che si sforzasse di fare conversazione.
Igrith sospirò – Ammetto che non credevo che funzionasse all’istante.- soffiò – Non ho nemmeno aperto la app. stavo per mangiare qualcosa.-
- cosa stai mangiando?-
- Uova.-
- oh, perfetto. Puoi descrivermele?-
Igrith fece un sorrisetto – Oh, qui arriva la parte dove mi dici che in futuro non esistono le uova?-
- Precisamente.- lo sentì ridere – descrizione dettagliata, prego.-
Igrith ci pensò sopra – Quando escono dalla gallina sono quasi rotonde ma sembrano bombate nella parte superiore. All’interno ha due consistenze gelatinose, una trasparente e l’altra gialla, e quando vengono cucinate la parte trasparente diventa bianca.-
Tyler fece una piccola risata e Igrith soffiò – Non è vero che non ci sono galline nel futuro, vero?-
- Già, però ti riempirò di queste domande. Sono molto interessato alla tua epoca.-
Igrith si guardò attorno – E’ molto simile ad altre epoche: politici corrotti, giovani senza futuro, inquinamento di mari, terra e cielo…-
Tyler sembrò improvvisamente pensieroso – Nel futuro, queste sono cose abbastanza risapute. – confessò – Però vorrei sapere qualcosa di più quotidiano. Com’è la vita di una ragazza come te?-
- Piuttosto noiosa.-
- E’ per questo che hai provato la app?-
- Non è perché tutti la provano?- replicò lei piccata. Ai suoi occhi, quelle parole parvero quasi un accusa.
Tyler attese qualche attimo – Chiedo scusa se ho detto qualcosa che ti ha offesa.- mormorò.
Igrith scosse la testa – Senti ora devo mangiare. Chiudiamo qui la chiamata?-
- Certo, nessun problema.- disse – Spero di potersi sentire ancora.-
Igrith, meditò di cancellare la app non appena la chiamata fosse chiusa, ma rispose lo stesso – Certo. A presto.- prima di chiudere.
Il suo uovo si era freddato, e nel suo animo era confusa per la chiamata appena ricevuta.
Dall’altro capo del telefono c’era chiaramente qualcuno, ed era inquietante…
**
Si era ripromessa di cancellare la app la sera stessa, ma due giorni dopo aveva già dimenticato l’esistenza della stessa nel suo cellulare, perciò fu sorpresa quando ricevette la seconda chiamata. Era così distratta che rispose senza vedere chi fosse.
- Ciao, Teresa! Come stai?- tuonò la voce di Tyler allegra.
Ighith restò un attimo interdetta prima di rispondere – Bene.-
- Hai da fare? Ti posso disturbare?-
- Mi vuoi vendere qualcosa?- soffiò sulla difensiva – O forse sei uno stalker? Credimi, non sono la ragazza giusta da perseguitare.-
Tyler soffiò – Nulla del genere. Te lo prometto. Ma se non vuoi più giocare, lo capisco. – soffiò – Hai libero arbitrio, chiudi la chiamata, cancella la app e non mi sentirai mai più, ma vorrei davvero che non lo facessi, penso che tu sia simpatica e sono davvero interessato alla tua epoca.-
- Perché ti interessa la mia epoca?-
- Vuoi sincerità?-
- Certo.-
- Un compito in classe.- soffiò – Ci hanno assegnato la tua epoca, la prima che grazie alla tecnologia seppur obsoleta siamo riusciti a intercettare. Sapere le cose dalle persone che le vivono invece che da i libri di storia è un enorme passo avanti, non trovi?-
- E’… - cercò le parole – macabro.-
- Non hai tutti i torti.- ammise Tyler.
- Allora, se è vero quello che dici e non è una truffa telefonica, cosa succederà oggi nel mondo? Sono sicura che avrete qualcosa come la nostra internet per controllare.-
Tyler restò in silenzio per un lungo minuto – Non ci è permesso rivelare troppo del futuro.- ammise.
Igrith ci pensò su. Era ovvio che ci fosse come regola, del resto era solo un gioco. Uno strano, inquietante gioco, però per il momento lui non aveva idea di quale fosse il suo nome, non gli aveva dato nessuna informazione vitale, continuare a giocare non sembrava poi una cattiva idea.
Del resto, era qualcosa di diverso dalla sua solita giornata.
- Va bene, facciamo che sto al gioco.- disse Igrith – Una domanda per una domanda. –
- Però non posso entrare nei dettagli.- continuò Tyler.
- Non lo farò nemmeno io. Affare fatto?-
- Perfetto.-
Iniziò così.
Se da una parte Igrith raccontava la sua vita: una famiglia normale, con parenti non proprio solidali, con i voti altalenanti, professori tutt’altro che imparziali, amiche con i loro drammi, l’amore, i passatempi, le aspirazioni per il futuro…
Dall’altra parte, riusciva a intravedere, attraverso il ragazzo misterioso, un futuro alquanto utopico: non c’erano macchine volanti, ma macchina a acqua di mare sì, tutto veniva riciclato, l’aria filtrata da i pali della luce che nel mentre venivano alimentali a energia solare. Avevano inventato dei piccoli insetti che erano in grado di mangiare la plastica che ancora giaceva nei mari inquinati. Il cancro? Alcuni si potevano curare, altri restavano letali. Ci stavano ancora provando.
Quello che Tyler gli raccontava non era che una versione leggermente più illuminata e avanzata di un futuro che si poteva intravedere tra le fessure del tempo, di un futuro che si sarebbe potuto realizzare con una menta aperta, più comprensione e, di sicuro, più soldi per la ricerca.
- Se tutto quello che mi dici è vero…- fece un giorno Igrith, mentre se ne stava stesa sul letto a carezzare Mr.Palladipelo che faceva le fusa – Con tutta la tecnologia di oggi dovresti avere giù idea di come sia la vita di oggi. Perché chiamare le persone?-
Tyler era un ragazzo sempre allegro, spesso faceva battute, se non poteva dirgli qualcosa si limitava a dirglielo, quindi fu strano sentirlo all’improvviso nel più totale silenzio.
- Tyler?- soffiò Igrth.
Tyler si schiarì la gola, e esitò prima di rispondere – Devo andare.- e mettere giù.
Era la prima volta che lo faceva, quindi Igrith allontanò il telefonino e fissò per un lungo minuto lo schermo restituirgli l’immagine del suo sfondo per il cellulare.
Tyler non chiamò per molto giorni, Igrith cercò un modo per poterlo rintracciare, senza risultato.
Secondo i commenti dello store, la app era ancora in funziona, altre persone venivano chiamate, ma al suo cellulare non arrivavano chiamate di nessun tipo.
Arrivò perfino a pensare di cancellarla, ma ogni volta che premeva quella icona per trascinarla nel cestino nella sua testa si sentiva in torto.
Forse l’avrebbe chiamata, senza trovarla. Cosa avrebbe pensato?
Beh, era un gioco. Probabilmente in questo momento stava parlando con qualcun altro. Forse si era solo stancato di parlare con lei.
Eppure, d’istinto, non riusciva a cancellare quel piccolo programma a cui aveva giocato per un mese intero.
E, forse, una piccola parte di lei, sentiva che Tyler le mancava.
Due mesi, sette giorni, e ventitre ore dopo quell’ultima chiamata una nuova telefonata arrivò sul cellulare.
Era notte fonda, e la svegliò. Prese il telefono e vide la piccola icona rossa trillare sullo schermo e meditò di non rispondere, di mandare tutto al diavolo, di ignorare la chiamata.
Ma la curiosità ebbe la meglio e rispose al telefono.
- Pronto?-
Ci furono diverse interferenze poi si udirono le tre parole chiare- Esci di casa.-
Era Tyler.
- Cosa?-
Ancora interferenza - Prendi la tua famiglia, esci di casa.-
- Che cosa stai dicendo?-
- … ti prego.- insistette Tyler, la voce sempre più rabbiosa – Solo… esci di casa.-
C’era qulcosa nel suo tono che non ammetteva repliche, ma nessuno sano di mentre avrebbe dato retta ad un ragazzo che non aveva mai visto, che millantava di venire dal futuro per un gioco. Nessuno.
Ma dentro di lei, provò paura.
La chiamata si interruppe come se fosse caduta, lei raccolse il suo gatto e si sentì un mostro a svegliare la sua famiglia per una sensazione.
Dovette ivnentare che non si sentiva bene, che dovevano portarla immediatamente al pronto soccorso. Millantò un dolore molto forte al petto.
Seppur di malavoglia la sua famiglia la accontentò, infilò del vestiti e la aiutarono ad uscire fuori.
- Non puoi portare il gatto in ospedale!- esclamò sua madre.
Ma lei non volle sentire ragioni, trascinò il micio fuori e salì in macchina.
Fecero inversione, poi suo padre mise la prima per partire…
E tutto iniziò.
La terra iniziò a tremare così forte che la macchina faceva strani cigolii mentre veniva sballottata da una parte e un l’altra. Il gatto iniziò ad agitarsi e Igrith lo tenne stresso a sé incurante dei graffi e dei morsi.
Ebbero paura, ma nulla li poteva preparar alla vista della loro casa, che crollava su se stessa.
La scossa sembrò durare così tanto che ebbero perfino il tempo di guardarsi e comprendere che erano vivi per miracolo, poi com’era tutto iniziato, tutto anche finì.
Suo padre aveva le mani tremanti quando ebbe il coraggio di girarsi verso Igrith - … ti fa ancora male? Dobbiamo…andare…-
Era ancora preoccupato per la salute di sua figlia nonostante avesse appena visto i risparmi della sua vita e la sua intera esistenza crollare su sé stessa.
Igrith non sapeva cosa pensare, ma non poteva lasciare che suo padre guidasse in quelle condizioni.
- No, papà, sto meglio.- lo rassicurò – Chiaro i vigili del fuoco.-
Lasciò i genitori e il gatto in macchina e scese dalla vettura.
Guardò lo schermo del cellulare cercando di ricordare, scossa com’era, il nomero dei vigili del fuoco. Era sicura che non era l’unica casa in città ad essere crollata e di sicuro non tutti erano stati fortunati come loro ad avere una soffiata dal futuro…
Il futuro.
Tyler.
All’improvviso, la consapevolezza che tutto era vero la colpì. Tyler veniva davvero dal futuro! Finora, si era frenata dal crederlo, come se fino avesse volontariamente tenuto il coperchio della giara della fiducia pressata per non farla uscire, ma ora fosse in frantumi.
L’icona rossa spuntò nuovamente sullo schermo del suo cellulare, e lei rispose prontamente.
- Tyler?-
Ci fu elettricità statica, po’ la voce calda del suo insolito amico si udì, seppur in lontananza.
- Stai bene?-
- Sì.-
- Meno male.-
- … è tutto vero.- mormorò Igrith – è tutto… vero.-
Tyler restò in silenzio, ci fu altra elettricità statica – Nella mia epoca, tu sei morta da duecento anni. – confessò e un brivido percorse la schiena di Igrith - … non avrei dovuto affezionarmi.-
- Mi hai salvato la vita.- replicò lei – suppongo che sia contro le regole.-
- Non ne hai idea.- replicò lui.
- Cosa ti faranno?-
Tyler restò in silenzio, poi replicò – Addio Igrith.- prima di chiudere la conversazione.
Igrith restò immobile come una statua di sale, mentre la sua mente elaborava tutte le informazioni. Abbassò il braccio e vide lo schermo del suo cellulare e notò che lì dove sarebbe dovuta stare l’applicazione che l’aveva messa in contatto col futuro, c’era un semplice giochino simile a tanti altri.
Sapeva il suo nome. Aveva sempre saputo il suo nome.
Ma soprattutto, sapeva quando sarebbe morta.
Guardò la casa in frantumi e si rese conto di essere sopravvissuta, che poteva continuare a vivere la sua vita in modo monotono e noioso, vivere una vita che non aveva nulla di speciale e che non sarebbe davvero valsa la pena di salvare.
O avrebbe potuto contribuire al futuro che Tyler le aveva raccontato.
Suo padre scese dalla macchina e la chiamò, lei annuì e gli sorrise.
Un passo alla volta, pensò. Ora doveva prendersi cura dei suoi genitori, rimettersi in sesto, ricominciare.
Aveva tutto il tempo per creare un futuro migliore.