Che vuoi farci con quella candela?!
Feb. 14th, 2019 02:57 pmTitolo: Che vuoi farci con quella candela?!
Cow-t 9, prima settimana, All Star.
Prompt: Equilibrio
Numero parole: 6734
Rating: Rosso
Fandom: Harry Potter
Harry era un cretino, fin qui non c’era nulla di nuovo.
Ne aveva fatte di cazzate, dal fingersi etero e stare per un po’ con la pel di carota, a litigare con lui per anni mentre potevano impiegare il loro tempo a usare le loro bocche in modi più dilettevoli…
Era vero, ne aveva fatte tante di cazzate. Ma quelle la batteva tutte.
- Rimettila a posto.- soffiò Draco con esasperazione.
- Una più, una meno, non se ne accorgerà nessuno.- replicò l’altro tornando a terra con la scopa tenendo stretto in mano il suo trofeo.
- Per quale diavolo di ragione hai preso una delle candele sospese? Cosa c’è? Ti aveva guardato male?- un sorriso divertito spuntò sul suo viso – O ti ha illuminato il lato sbagliato in fotografia?-
Harry gli lanciò un’occhiata divertita – Diciamo che voglio levarmi uno sfizio.- ammise e alla luce della candela incantata il suo sorriso era sinistro, tanto che Draco ebbe per un attimo una punta di timore.
- Quale sfizio?- domandò.
Le lenti degli orribili occhiali di Harry riflettevano la luce della candela incantata, e così non riusciva a vedere i suoi occhi. Non poterlo fare era sempre qualcosa che infastidiva Draco, perché Harry aveva dipinto negli occhi ogni cosa che pensava, era un libro aperto.
Aveva capito di essere il suo sogno proibito da un semplice sguardo, se i suoi occhi avessero potuto fotterlo, lo avrebbero fatto volentieri.
La cosa lo aveva sempre divertito, ma ora era lì, in sala grande nel bel mezzo della notte, e Harry Potter era volato fino al soffitto della sala grande per prendere una candela magica.
Nulla di particolarmente strano, ma Draco Malfoy non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che ci fosse qualcosa di losco sotto.
Certo, l’Harry Potter che tutti conoscevano era uno grifondoro fatto è finito, ma era stata pur sempre una scelta, nel suo animo l’astuzia e una buona parte di furbizia tipiche dei Serpeverde si era fatta notare, vorticava sotto la sua pelle, come una seconda realtà.
Le labbra di Harry si tirarono in un sorriso più largo – Mi chiedevo come facessero con la cera, dove finisse…-
- E’ incantata, Potter, non si scioglie.-
Ma Harry non smise di sorridere - Hai ragione.- fece un passo verso di lui e la candela vibrò con lo spostamento d’aria – Ma questo toglie solo uno dei giochetti che ci volevo fare alla mia lista.-
Draco rabbrividì e non per il freddo - …tienila lontana da me.-
Gli occhi di Harry brillarono di una malizia che gli aveva visto raramente addosso. Il suo sorriso si fece largo, predatorio, che faceva a botte con il suo tono divertito.
- Non fare così, dai!- tentò di convincerlo. Draco fece un passo indietro in perfetta sincronia con il passo in avanti di Harry.
- Tu non mi farai nulla con quella cosa!-
- Beh non ho intenzione di darti fuoco, tranquillo.- lo rassicurò. Come se potesse essere davvero una rassicurazione.
- Potter, qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare con quella candela, sappi che potrebbe darmi l’ennesima conferma che mettermi con te è stata una follia momentanea da correggere immediatamente.- decretò – Se vuoi che torni sui miei passi basta dirlo.-
Harry mise il broncio. Mise davvero il broncio.
- Non sei curioso?- sussurrò – La sua fiamma brucia davvero? –
- Datti fuoco e controlliamo.-
Tra loro era sempre così. Erano innamorati perdutamente, ma ammetterlo o, ancora peggio, dimostrarlo, era un gioco tra loro al massacro.
Era un equilibrio delicato tra l’amarsi e il dover fingere di odiarsi anche un po’, dal voler consumare le loro labbra, e volerle consumare nel prendersi in giro.
Quell’equilibrio era un ecosistema delicato, eccedere nei due lati opposti del loro amore poteva minare quell’insana, perfetta e incredibile chimica che era la loro attrazione.
Più Harry era incline al romanticismo, più Draco doveva salare il loro rapporto affinché si trovasse il giusto bilancio nella loro relazione. Una sfida all’ultimo sguardo, all’ultima battuta, all’ultima provocazione…
Ed era perfetto così.
Non avrebbe voluto una relazione diversa da quella.
Harry sospirò gravemente e, come se nulla fosse, avvicinò la mano alla fiamma.
Draco osservò con attenzione quel gesto aspettando il momento in cui Harry avrebbe scansato la mano in preda al dolore, ma non accadde.
Invece sospirò un – è fredda.- incuriosito – Secondo te che mangia è?-
- Quella che ti impedisce di fare l’ennesima cazzata.- scrollò le spalle Draco – Se la tua curiosità è stata soddisfatta, possiamo andare da qualche parte a pomiciare o devo considerare un’ora della mia vita sprecata?-
Harry gli sorrise e s’infilò in tasca la candela come se nulla fosse. Draco fu colto dalla paura che quel coglione del suo ragazzo andasse veramente a fuoco.
Ne sarebbe stato capace pure con una candela incantata per essere fredda e non bruciare, conoscendolo.
- Non potevi perlomeno spegnerla?-
Harry scrollò le spalle e gli si avvicinò – Allora, su, pomiciamo!- esordì.
- E tanti saluti all’atmosfera romantica e il lume di candela.- sospirò Draco sedendosi con un salto sul tavolo dei Corvonero – Tolto il dente, tolto il dolore, su, iniziamo.-
Harry alzò gli occhi al cielo mentre si avvicinava a grande passi. Posò i palmi delle mani sul tavolo ai due lati dell’altro, incatenandolo in una morsa.
Al lume delle candele sospese il viso di Harry parve improvvisamente famelico, quasi pericoloso.
Draco strinse le labbra mentre abbracciava il suo collo, e attendeva che le labbra del suo idiota preferito si posassero dove di dovere e gli facessero dimenticare di avere gusti del cazzo.
Un ghignò audace decorò il viso di quest’ultimo che si passò la lingua sulle labbra come a pregustare una gustosa pietanza.
Poi lo baciò.
Draco fece appena in tempo a pensare “Era ora!” che la sua mente si scollegò.
Gli succedeva sempre; due attimi prima si chiedeva perché Harry Potter avesse deciso di esistere e rovinargli la vita, e l’attimo dopo si chiedeva se era lui ad esistere.
Quelle labbra erano incantate, potevano annullare ogni pensiero.
Erano l’equivalente in carne del virus della stupidità di cui Harry era paziente zero.
Lui esisteva negli attimi di pausa, o una versione di lui molto basica, quella che non poteva altro che sentire il suo cuore battere, e le labbra bruciare dalla voglia di riprendere a essere tormentate. Era una versione che aveva poco autonomia, perché solitamente veniva annullata dal bacio successivo.
Harry strinse i suoi fianchi e se lo spinse addosso, lo strinse a sé e Draco fu piacevolmente sorpreso dalla sensazione di essere al sicuro.
Cosa assurda, trattandosi di Harry Potter. Sarebbe potuta cadere una cometa dal cielo sulla loro testa uccidendoli, da un momento all’altro.
Ma quei baci, quelle labbra e quelle mani… valevano il rischio.
Harry interruppe il bacio per mordersi un labbro, restando con gli occhi serrati.
Questo dette a Draco il tempo per mettere due neuroni ancora sani insieme e fingere di avere ancora il controllo della situazione.
- Si chiama baciare da Dio, goditelo finché non rinsavisco.- provò a sogghignare, ma le labbra protestarono di essere state troppo tempo in libertà.
Harry aprì gli occhi e lesse esattamente ciò che Draco adorava.
Il desiderio era così allo scoperto che Draco sentì il proprio bruciare nel basso ventre.
Harry gli afferrò gentilmente una coscia e gli bastò sospingerla per vedere Draco eseguire il comando. Aprì le gambe, tentando di mostrare più curiosità che brama.
Harry si chinò nuovamente su di lui, ma stavolta evitò le labbra. Si fiondò sul collo torturandolo con piccolo brevi baci, che gli fecero per un attimo il solletico.
Ma solo per un attimo.
Poi quelle labbra tornandono umide, calde e fameliche e torturarono zone che ormai avevano imparato a conoscere fin troppo bene.
Draco aveva perso le speranze di avere ancora il collo libero da succhiotti.
Le forza lo abbandonarono gradualmente, come se Harry gli succhiasse ogni energia, Draco si ritrovò steso sul tavolo dei corvonero prima di rendersene conto.
Aprì gli occhi e tutto ciò che riuscì a vedere furono le luci della candele che brillavano sopra di loro. Erano così lucenti che oscuravano il soffitto stellato, ma non abbastanza intense affinché illuminassero tutta la sala.
Solitamente c’erano migliaia di luci, ma la sera regnava sempre un atmosfera più soffusa, quasi romantica.
Quando girava per la scuola, controllando che nessuno contravvenisse al coprifuoco gli piaceva fermarsi nella sala grande e respirare l’atmosfera.
Harry gli mordicchiò leggermente la giugulare, provocandogli un brivido che lo riportò alla realtà. Poi si issò su di lui, per guardarlo dall’alto – A cosa pensi?-
Draco sorrise – Al fatto che il mio uccello non è ancora nella tua bocca.-
Due luci si unirono alla schiera di candele, erano verdi e vibravano di aspettativa. Harry avrebbe dovuto farsi controllare le pupille, perché era impossibile che non fossero in qualche modo stregate.
- A questo posso rimediare.- soffiò divertito, mentre si reggeva con una mano in bilico e spostava l’altra dalla coscia fino alla cintura. Esitò solo un attimo sulla fibbia – Certo, potrei anche inginocchiarmi qui, ora, e succhiarti così forte da farti dimenticare perfino come ti chiami…- sussurrò malizioso – Ma io cosa ho in cambio?-
Draco alzò la testa con disappunto – Di averne avuto l’onore?-
Ad Harry sfuggì una risata bassa, rauca… e sexy. Tornò a incatenare i suoi occhi, alzando il sopracciglio con calcolata lentezza.
- Certo, lo sarebbe.- concordò, mentre un dito si infilava nella fibbia e liberava la prima parte della cintura –Sarebbe un onore inginocchiarmi a te…- la liberò dal fermo e la tirò così che scivolasse lungo la fibbia per aprirsi – prendertelo in bocca, leccartelo dalla base alla punta…- posò le punta delle dita sul bottone del pantalone – spingerti in profondità nella mia gola, succhiare… farti implorare di venire.- tolse il bottone dall’asola e fece scorrere la zip verso il basso. Mentre la zip scendeva, la nocca del torturatore si strusciò sull’inevitabile rigonfiamento – E poi ingoierei fino all’ultima goccia.- mormorò, alzando gli occhi e incatenandoli di nuovo ai suoi – e ti succhierei ancora, fino a fartelo diventare duro di nuovo, e lo farò ancora… e ancora… finché non mi implorerai di smetterla.-
Draco non aveva più saliva in gola, ma inghiottì lo stesso – Certo che lo farò.- disse, con voce mal ferma – Dopo la seconda, diverrebbe monotono.-
Harry ridacchiò ancora – Quindi non vuoi che passi la mia vita con il tuo cazzo nella mia bocca?- domandò, divertito.
Draco sentì il vuoto d’aria nello stomaco - … solo se è ancora attaccato a me. Ci sono affezionato, ce l’ho da che sono nato.- tentò di sorridere – E dovremmo negoziare le tue opzioni: parlare e mangiare sarebbero fuori discussione. Conoscendoti sarebbe un miglioramento.-
Harry alzò gli occhi al cielo – Riesci ad essere un tale stronzo pure mentre parlo di venerare il tuo uccello per il resto dei miei giorni.-
Draco stavolta sorrise, mordace e divertito – Lo fai già ora, o sbaglio?- domandò.
Harry si morse un labbro e i suoi occhi studiarono con minuziosità il delicato punto tra spalla e mascella che sembrava attirarlo come una sirena.
- No, non lo faccio.- mormorò quasi sovrappensiero – Venero il padrone, è diverso.-
Il cuore di Draco sembrò voler raggiungere Harry, che importava se nel farlo avrebbe dovuto oltrepassargli il petto, uccidendolo?
Lo rimise in riga regolarizzando il respiro. O perlomeno ci provò.
Draco tornò a guardare le candele sospese – Stavamo parlando di qualcosa che la tua bocca dovrebbe fare invece che sparare cazzate…-
Un angolo della bocca di Harry si contrasse – e io stavo parlando di cose vorrei avere in cambio.-
Draco sospirò gravemente, sollevandosi sui gomiti e alzando un sopracciglio – Fai sul serio?-
Harry si morse un labbro, mentre gli occhi famelici scivolarono lungo il suo corpo pregustando lembi di pelle che erano ancora coperti.
- Voglio che mi dai il completo controllo.- sentenziò.
I sopraccigli alzati divennero due – …Prego?-
- Voglio che tu ti lasci completamente andare e lasci fare tutto a me.-
Le sopracciglia si aggrottarono, ora. Per un secondo la mente cercò di capire cosa stesse succedendo, ma l’essere duro e guardato con quegli occhi aperti e che promettevano materiale per fantasia da lì all’eternità, non aiutava.
Poi qualcosa lo illuminò. E non erano le candele, anche se si trattava di quel particolare materiale.
- Cosa diavolo vuoi farmi con quella candela, Potter?- domandò, una nota di panico nella voce.
Harry sogghignò – Nulla…- esitò – Che vedrai.-
Draco spalancò gli occhi – Potter che diavolo hai in mente?-
Le mani di Harry si posarono sulle sue ginocchia, erano caldi e grandi, che, a confronto con l’aria quasi gelida della Sala grande, erano un sollievo. Le lenti brillarono alla luce delle candele, mentre un nuovo sorriso dolce e rassicurante si rifletteva sul volto del suo stupido fidanzato.
Harry fece scorrere le dita lentamente verso l’alto accarezzando la cosce con i polpastrelli, avanzando, centimetro dopo centimetro verso zone che chiamavano quelle dita con insistenza.
- Voglio che ti fidi di me.- soffiò con voce, profonda. Così profonda che vibrò nel corpo ansioso di Draco, dandogli ancora quell’insano senso di sicurezza.
Lui si fidava di Harry, il problema è che si fidava anche della sua sfiga.
Sarebbe stato capace di ucciderlo per sbaglio e sarebbe stato un vero orrore morire per bruciatore da candele fredde.
Dal momento che piuttosto che farsela infilare in certi posti l’avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
- Se mi spieghi in dettaglio cosa hai in mente, posso vedere se decidere se fidarmi di te.-
- Non è così che funziona la fiducia.- si lamentò l’altro.
Draco piegò la testa di lato – La mia sì.- decretò.
Harry sospirò mentre le mani si stringevano alle cosce aprendole con risolutezza.
Si fece avanti, trovando il suo posto tra le sue gambe, come se gli appartenesse e si spinse addosso a Draco, prima di unire le labbra alle sue.
Il bacio fu subito coinvolgente. Draco proprio non riusciva a resistere.
Si aggrappò al suo collo, se lo spinse ancora più addosso.
Gli accadeva qualcosa quando era sotto di lui, sentiva il bisogno di spingerselo ancora addosso, come se volesse fondersi.
Era qualcosa che trascendeva il sesso, era proprio un bisogno che avvertiva nelle profondità della sua anima.
Non gli bastava, non gli bastava mai.
Non lo faceva apposta, ma all’altro non sembrava infastidire. Ogni tanto si tirava indietro solo per togliere qualche strato di vestito di troppo, ma sembrava a suo agio avvolto tra gli arti dei serpeverde.
Harry si separò da lui e Draco s’istinto tirò la testa in avanti per riprendere il bacio. Quando non trovò le labbra ad accoglierlo aprì gli occhi infastidito.
- Per merlino!- si lamentò – Hai intenzione di passare la serata a fare i capricci? Basta che lo dici!-
Non riusciva a vedere bene il viso di Harry, la luce di candele dietro la sua nuca lo accecavano, ma il viso nella penombra sembrava sia serio che divertito. A dispetto se fosse la luce o l’ombra a coronargli il viso.
Una mano di Harry si spostò più in alto e si chiuse a coppa sul inevitabile rigonfiamento, mosse le dita per saggiarlo.
E per torturarlo.
Draco si morse un labbro, voglioso più che mai.
- Ti fidi di me?-
Sì. No. Forse. Dipendeva da dove fosse quella mano; dov’era ora? Decisamente. Lontana dal suo uccello? Oh, merlino, nemmeno per sogno.
Ed ora era proprio lì, e i polpastrelli applicavano pressione quanto bastava per farlo pulsare in attesa e agonia.
Si morse un labbro prima di dire – Sì.-
Harry sorrise, trionfante. Gli rubò un bacio veloce prima di allontanarsi, e allontanare la mano.
Quel sì, divenne immediatamente un no, ma Harry non gli dette il tempo di ribattere nel momento che tirò via dalla tasca del mantello qualcosa.
Quando vide il lungo pezzo di lana sgranò gli occhi.
- Una sciarpa?- soffiò, senza fiato – N-on ti permetterò di legarmi!-
Oh meglio, glielo avrebbe anche permesso, in una stanza dove non rischiavano di essere scoperti, con un altro umore e sicuramente non dopo che Harry aveva raccolto una candela incantata dal cielo con l’intendo di farci chissà cosa.
Harry sogghignò – Non voglio legarti.- lo rassicurò.
- E allora cosa vuoi farmi?-
- Beh voglio farmi te, in circa un milioni di modi, ma nella fattispecie… voglio solo che ti fidi di me.-
Se non la smetteva di ripeterlo l’avrebbe preso volentieri a calci.
Occhieggiò la sciarpa con attenzione, poi tornò a guardare Harry.
Una piccola parte di lui, molto molto piccola, era incuriosito. Fin’ora le iniziative di Harry non erano state tante male, tipo la loro prima volta… e le altre… e il dichiararsi per primo.
Osservo la lana, tentò di immaginare cosa avesse in mente.
- Va bene.- soffiò e non riconobbe la sua voce.
Per un secondo Harry parve perplesso, come se si aspettasse più resistenza, ma l’indecisione durò poco, perché sembrò voler cogliere la palla al balzo. Si avvicinò a lui e la stoffa della sciarpa gli accarezzò gentilmente la pelle del collo.
Per un secondo ebbe timore che glielo stringesse, per strozzarlo o qualcosa del genere. C’era gente folle che lo faceva per passione.
- Chiudi gli occhi.- sussurrò Harry gentilmente.
Li chiuse con rammarico. Gli piaceva vedere Harry preso dalla passione.
Quando senti la stoffa premersi sui suoi occhi capì a cosa serviva la sciarpa.
Un sorriso divertito gli sovvenne sul volte – Mi hai bendato.- sentenziò, incredulo.
Harry sogghignò – Già.-
- Ti giuro Potter che, se la candela sfiora il mio culo, tra noi è finita.-
Harry stavolta rise proprio mentre completava il nodo – Nulla entrerà nel tuo culo a parte il mio uccello.- lo rassicurò – ed è una promessa che vale da qui all’eternità.-
Draco nascose il sollievo con un sorriso sfrontato - Temi la concorrenza? Effettivamente rispetto a te quella candela ha il suo perché…-
Harry spinse i fianchi tra le sue gambe e fece scontrare la sua erezione con quella di Draco che si zittì all’istante.
Serrò le labbra per non gemere frustrato e si rilassò, disteso sul tavolo.
- Non farmene pentire.- sussurrò.
Oh se ne sarebbe pentito di sicuro, tra gli ansiti e il godere.
Con gli occhi chiusi, Draco si ritrovò all’improvviso più esposto che mai. Non che fosse nudo, o altro, ma un timore insolito si insinuò dentro di lui.
Si fidava di Harry, più o meno, ma tutto il resto? Gazza? Quella gatta malefica?
Sarebbe potuto arrivare chiunque e scoprirli e avrebbe tanto preferito avere gli occhi aperti e restare in allerta.
Prese diversi respiri profondi per calmare l’agitazione, il fatto che sentisse solo fruscii e nessun contatto da parte di Harry non aiutava.
Poi sentì un incantesimo sussurrato, ma non riuscì a capirlo.
- Cosa stai facendo?- domandò, la paura affatto celata.
Una mano di Harry si posò sul suo grembo, calda, sicura. – Pensa a rilassarti.- sussurrò.
- Dirmi di rilassarmi, non mi rilassa.-
- Prova con lo stare zitto, magari.-
- Mi hai chiuso gli occhi, mica la bocca.-
Lo avvertì sorridere, riuscì perfino a figurarselo nella sua mente con la sua faccia da schiaffi – Errore mio.-
Quando le labbra di Harry toccarono la sua pelle fu come se tutti i nervi gli si risvegliassero. Erano di nuovo sul suo collo, esattamente dove erano predestinate.
Sentì brevi tocchi della lingua umida sulla giugulare e sorrise.
Quello andava bene, per iniziare. Le labbra si mossero piano verso la trachea, il mento e, infine, tornarono sulle sue labbra.
Avere gli occhi bendati finora non cambiava nulla, serrava sempre gli occhi quando quella bocca lavorava su di lui.
La punta del naso di Harry gli solleticò una guancia mentre lo avvertiva sorridere nel bacio.
- E così ti ho chiuso anche la bocca.- soffiò staccandosi appena.
- Non puoi baciarmi per tutto il tempo.-
- Scommettiamo?-
Draco infilò le dita tra le ciocche ribelli del Grifondoro, si spine in avanti e lo baciò con dolcezza, poi si morse un labbro, assaporando quel calore.
Se Harry credeva che bendarlo avrebbe cambiato le sue sensazioni, si sbagliava di grosso.
Perché Draco non poteva perdersi tra le sue braccia più di così.
Non sarebbe stato umano.
- Harry…- sussurrò, e si fermò prima di implorarlo.
Non gli importava come, né dov’erano, né che voleva fare con quella candela.
A conti fatti Draco voleva solo fare l’amore con lui. L’unica cosa che non voleva era che Harry capisse quanto.
La mano del moretto scivolò lungo tutto il corpo del biondino e si fermò sulla sua guancia.
Non riusciva a vederlo, ma improvvisamente percepiva un cambiamento, una piccola frazione di incertezza.
No. Non era incertezza. Era desiderio.
Non poteva fidarsi della situazione, era qualcosa che trascendeva ogni sua volontà, ma se c’era qualcosa di cui Draco si fidava ciecamente era ciò che provava Harry per lui.
Glielo leggeva negli occhi ogni giorno, quando lo sorprendeva a guardarlo, a sognare ad occhi aperti durante le lezioni comuni, quando le mani lo cercavano quando erano soli.
Quel desiderio e ciò che scatenava in Draco Malfoy erano una delle poche certezza della vita del serpeverde.
Ora le labbra di Harry stavano diventando fameliche. Quel giusto connubio tra fretta e passione che gli piaceva tanto, gli solleticava la clavicola, mentre mani scendevano lungo l’addome.
Harry si fermò solo un attimo per prendere un grosso respiro, recuperare un po’ di controllo.
Quando drizzò la schiena, allontanandosi, Draco si sentì abbandonato.
D’istinto cercò di vedere, ma la sciarpa glielo impediva. Così si concentrò sull’udito.
Altri fruscii, le dita che si muovevano sul suo petto.
Il primo bottone che scivolava via dall’asola, il secondo, il terzo e così via…
Draco rabbrividì per il freddo quando il suo petto fu all’aria. I capezzoli gli si indurirono immediatamente.
Harry ne prese uso con gentilezza tra le dita calde e il divario gli provò un brivido.
- Qual è lo scopo di tutto questo?- domandò Draco, che aveva deciso che era stato fin troppo tempo zitto.
Harry passò il pollice sul capezzolo duro, lentamente – Se fai il bravo, lo saprai.-
Le labbra di Draco si tirarono in una smorfia quando il pollice tornò a giocare con il capezzolo duro – Puoi arrivare al sodo? Se devo gelarmi qualcosa vorrei fossero il culo mentre me lo scopi.-
Una sbuffo, una risata sottile, fu l’unica risposta di Harry. Stavolta il capezzolo fu avvolto dalla lingua umida del compagno.
Un brivido disorientante gli tolse il respiro.
Quando Harry si allontanò di nuovo il gelo lo fece irrigidire.
Solitamente Harry era più deciso in quelle situazioni, se non riusciva a evitare di saltargli addosso, spesso gli faceva degli agguati tra una lezione e l’altra e prendeva il mantello e ce lo trascinava sotto, per buttargli al lingua in gola.
E sotto un mantello invisibile, con le mani sul suo corpo e le lingue che giocava senza sosta con la sua era difficile, se non impossibile, fingere di avere il controllo della situazione.
E invece in quel momento Harry esitava, temporeggiava. E lui non ce la faceva più.
- Potter.- lo chiamò, in un ansito.
- Cosa?-
Schiuse le labbra, lentamente, protese il corpo, le dita lo cercarono nel buio – Ti voglio.- sussurrò.
Lo spasmo delle sue dita, la durezza tra le sue gambe, il bisogno di Harry di prenderlo era palpabile, addensava l’aria intorno a loro, rendendola irrespirabile.
Draco gioì, riconoscendo il brivido che anticipava il sesso. Aveva vinto, aveva di nuovo il controllo.
Bendato e disteso sotto di lui, era comunque al comando.
Harry gli afferrò i polsi e in un attimo li spinse col forza sul tavolo provocandogli un gemito di sorpresa, più che dolore.
Una risatina gli sfuggì, bassa e profonda – Proprio non ci riesci, vero?- gli chiese piano – A lasciarmi fare, a lasciarti andare. Certo, potrei anche abbassarti i pantaloni, succhiarti via la vita, poi girarti e sbatterti fino a non farti sentire che il mio cazzo fino a domani, ma che senso avrebbe? Cosa cambierebbe da quello che facciamo sempre?-
Draco si morse un labbro – Quello che facciamo sempre mi piace da morire, perché cambiare?- poi un pensiero orrendo si affacciò, qualcosa che lo spaventò più che un molliccio – Ti stai stancando di me per caso?- provò a metterci tutto l’ironia che riuscì a racimolare e di non far trasparire il terrore.
Harry strinse le dita più forte sui suoi polsi – Come se potessi.- soffiò.
- … Harry?-
Iniziava a dargli fastidio non poter vedere. Dondolò la testa nella speranza che il nodo cedesse o che riuscisse a sposare la sciarpa, ma la voce di Harry fu secca e decisa quando disse – Non muoverti.-
Fu come un incantesimo. Non c’era vera magia in quelle parole, non lo aveva paralizzato o reso di pietra.
Eppure, improvvisamente, Draco sentiva il bisogno di restare più immobile che mai. Era come se, muoversi, avrebbe potuto far crollare il suo intero mondo.
Con calcolata lentezza Harry gli lasciò i polsi, e con le punta delle dita sfiorò le sue braccia, lasciando scivolare le mani fino al viso.
I polpastrelli si posarono sulle sue guance. I pollici sulle labbra schiuse.
- Ti ricordi il nostro primo bacio?- gli domandò.
Oh, se lo ricordava. Dopo giorni di sguardi famelici, di sogni bagnati e di labbra morse perse in fantasia poco caste, Harry finalmente si era fatto avanti.
Draco lo aveva preso pesantemente per culo, lo aveva punzecchiato per una settimana, gli aveva rinfacciato di essere il centro del suo mondo, ma l’aveva fatto sempre in privato, e senza mai rispondere a quella dichiarazione con un no.
Nella lingua Malfoy evitare una gogna pubblica e non rispondere seccamente di no era un chiaro segno di interesse.
Il fatto che per capirlo Harry ci avesse messo due settimane era solo un chiaro segno di quanto fosse poco sveglio.
Ad un certo punto aveva notato che Draco non lo evitava, che non aveva detto a nessuno della sua dichiarazione e che ci scherzava su, come se fosse una cosa solo loro.
Aveva visto la sua testa fumare dall’imbarazzo quando aveva capito che quello era una sorta di riguardo, una gentilezza. Un gesto talmente atipico che poteva significare solo interesse.
Così aveva deciso di baciarlo per testare la sua teoria, lo aveva fatto lentamente, dando a Draco il tempo di sottrarsi e, Draco aveva pensato di farlo solo perché ci stava mettendo una vita e non si meritava un tale onore.
Ma pensò che questo avrebbe prolungato ancora quell’agonia e pensava che fosse finalmente che quelli sguardi richiamassero realtà e non fantasia.
Che fosse stato un bacio magico che gli aveva fritto il cervello definitivamente, era un'altra storia.
Draco sussurrò – Sì.- con un filo di voce. La sua mente traditrice richiamò quel ricordo, e fece riaffiorare tutti i loro baci successivi, fino all’ultimo. Quello che Harry gli aveva appena dato.
Spinse la labbra sulle sue con necessità, i pollici premevano sul suo mento costringendolo ad aprire di più la bocca, a restare inerte sotto il suo assalto.
La lingua scivolò nella sua bocca come se gli appartenesse. Non giocò con la sua, la possedette.
Quel bacio era diverso da quelli dati finora, quel bacio era controllo.
Draco si sentì più inerte che mai sotto quelle labbra, tanto che non riuscì nemmeno a rispondere al contatto.
Lo subì. E gli piacque farlo.
Quando Harry si separò da lui fu un sollievo e allo stesso tempo una tortura.
Gli mancò il respiro tanto che dovette prendere una profonda boccata d’aria.
Quando riuscì di nuovo a sentire il resto del suo corpo si rese disastrosamente conto che quel bacio aveva distrutto tutto il suo autocontrollo.
Quella che prima era una nascente erezione che poteva essere soddisfatta o ignorata, era diventata insopportabile.
Se avesse aperto gli occhi e si fosse specchiato nello sguardo inebriato di Harry Potter sarebbe potuto perfino venire. Ma quando d’istinto provò ad aprirli trovando l’impedimento si sentì sopraffatto dalla frustrazione.
- Voglio vederti.- disse e fu sincero.
Di tutta risposta Harry posò una mano sul suo pacco, causandogli un brivido così intenso che lo oltrepassò tutto in un andata di desiderio.
Gemette, prima di mordersi un labbro, più frustrato che mai.
- Quando te lo permetterò.- promise Harry stringendo le dita sull’asta oltre i boxer – Tu gemerai, godrai e verrai… solo quando te lo permetterò.-
Draco strinse i denti nel momento che Harry trovò molto divertente stringergli il cazzo solo per torturarlo un altro po’ - … o quando ti implorerò?- provò a ribaltare la situazione – Vuoi che ti implori, Potter?- tirò le labbra, faticosamente per poi dire con voce atona, volutamente noncurante – Potter, oh Potter, ti prego, non resisto, ti imploro!-
Si aspettò un gesto seccato, uno sbuffo, il broncio. Ma Harry ridacchiò, me il lieve tremolio del suo corpo fu una dolorosa tortura al suo basso ventre.
- Ti credi simpatico?- sghignazzò.
- Sono simpatico.- trovò l’aria per ribattere.
Riuscì a figurarsi Harry mordersi un labbro – E ti conviene fare così quando ho la mano su qualcosa di tanto prezioso in procinto di decidere se accarezzare o succhiare?-
Colpo basso. La mente lo tradì con il ricordo di tutte le volte che Harry era stato inginocchiato davanti a lui. Con gli occhi forzatamente chiusi, i ricordi erano più impetuosi che mai.
- Nel dubbio, io dico succhiare.- ribatté, con il cuore che gli martellava nel petto.
Harry tolse la mano dal fagotto e con entrambe le mani abbasso l’alastico dei boxer facendo uscire la trionfante erezione.
L’aria fredda sulla pelle sensibile gli tolse il respiro.
Draco era stanco, teso, frustrato. Non ce la faceva più.
Aspettò di sentire un nuovo contatto, ma Harry si limitò a poggiare le mani ai lati delle cosce tirando la pelle sensibile attorno al membro.
- …Harry.- si lamentò in un ansito.
Harry tacque, mentre un pollice si spostò leggero su un testicolo. Quel contatto leggero gli provocò un ansito brusco.
- Sei bellissimo.- ammise Harry in un sussurro.
Se non avesse una sciarpa a bloccargli gli occhi Draco avrebbe alzato un sopracciglio – parli con me o col mio cazzo?-
- Con lui. Decisamente con lui.- il pollice gli concesse un ulteriore tocco, stavolta con maggiore pressione ed arrivò fino alla base dell’erezione.
Lo spasmo fu devastante. Draco serrò le labbra per non gemere e avvertì la punta bagnarsi, pronta ad esplodere.
Perfetto, era ormai sul punto di venire e senza nemmeno aver potuto godere di quella bocca viziosa e di quelle mani abili.
Draco tentò di regolarizzare cuore e respiro, strinse i pugni tentando di resistere alla voglia di toccarsi.
- Vuoi restare lì a guardarlo?- domandò – Perché mi hai bendato ma ho le mani libere, ti do qualcosa da guardare.-
- Ti ho detto di non muoverti.- replicò Harry.
Il senso di frustrazione invase nuovamente Draco che contrasse la mascella con disappunto.
Mosse la braccia indolenzite per sorreggersi sui gomiti.
- Non vuoi proprio obbedirmi eh?- la malizia era una nota stonata in quella situazione, ma la riconobbe. Come se il fatto che Draco si fosse mosso fosse parte di quel gioco.
Fare il suo gioco, qualsiasi esso fosse, lo infastidì.
- A quanto pare nessuno dei due qui avrà quello che vuole.- rispose.
Avvertì un movimento veloce, ebbe appena il tempo di sentirlo con le orecchie che tutto il suo corpo fu colto dallo spasmo.
La lingua di Harry, oh quella maledetta lingue, aveva percorso tutta la lunghezza della sua erezione e ora era posata sulla punta, dove gocce di liquido la adornavano rendendola lucida.
Questa volta non riuscì a frenare il gemito, né il sospiro, figuriamoci i fianchi che si spinsero inevitabilmente su quella lingua maledetta.
Harry gli spinse i fianchi in giù, li fermò sl tavolo, lo costrinse a combattere con tutte le sue forza, per provare anche solo un millesimo di secondo più di piacere.
Ma Harry non voleva concedergli altro piacere e si arrese all’evidenza.
- Basta…- sussurrò Draco in un lamento sentito – Succhiami, toccami, scopami, fai quello che vuoi, ma fa qualcosa!-
- Vuoi che te lo succhi?- domandò Harry calmo.
- Sì!-
- Vuoi che te lo sbatta dentro?-
- Merlino, sì!-
La mano di Harry scivolò sul suo pube, e le dita si persero tra i peli dorati del ragazzo – Vediamo se riesci ad implorarmi in modo più sentito questa volta.-
Draco era sul punto di crollare. Si morse il labbro inferiore, indeciso su come agire.
Avrebbe tanto voluto mantenere il controllo, ma le mani di Harry erano così calde e troppo vicine a ciò che anelava avere torturato dalle stesse.
Questa volta quando disse – …Ti prego.- fu sincero ed Harry lo percepì, ma volle infierire.
- “Ti prego”, cosa?-
Cosa voleva sentirsi dire? Cosa voleva da lui? Come poteva credere che riuscisse a realizzare qualcosa in quel particolare momenti in cui ogni sua molecola voleva solo essere sconvolta selvaggiamente.
Così, forse per la prima volta dalla loro relazione, Draco decise di essere sincero:
- Ti prego, perdi il controllo…- mormorò – Scopami forte, voglio sentirti dentro di me e voglio che vieni pronunciando il mio nome.
- Mi pareva che fossi tu a dover godere, no?-
Draco strinse la labbra prima di ribattere – le due cose non sono separabili.- tese una mano, verso di Harry e trovò il suo corpo solido, e più vicino di quanto gli fosse sembrato fino a quel momento – Mi piace vederti.- confessò ancora – quando facciamo l’amore, mi piace vederti. Hai quel modo di guardarmi, sembra che io sia il tuo mondo, e lo adoro. Adoro essere il tuo mondo, adoro che tu perda il controllo quando io sono attorno. Questo…- strinse le dita sulla sua camicia, sulla situazione – Non mi piace e non è perché non mi piace perdere il controllo, ma perché non sei tu a farlo. Io sono qui, Harry, pronto per te, non voglio altro. Cosa aspetti?-
L’aria attorno a loro divenne elettrica, la luce si fece più intensa tanto che oltrepassò la stoffa e Draco fu quasi in grado di vedere il profilo del suo ragazzo.
Sentì le labbra di Harry schiudersi, poi la mano si contrasse, fino a tirare la pelle delicata del suo pube.
Il gemito morì nel bacio che seguì.
Era diverso. Era più famelico che mai, quasi impacciato, rude. Harry gli si strinse addosso e quando Draco immerse le dita tra i suoi capelli gli parve di sentirlo tremare.
Quando la mano di Harry si chiuse attorno all’erezione, Draco urlò, spingendo in fianchi verso l’alto. Verso di lui.
Non riusciva più a fingere di non volerlo con tutte le sue forze, così il movimento dei suoi fianchi fu frenetico, selvaggio così come le dita che continuarono a masturbarlo senza tregua.
Fu con uno sforzo enorme che Draco tirò le ciocche dei capelli di Harry, con un solo ansito sulle labbra.
- Fermo, no!-
Harry non gli dette retta, Draco allontanarlo con uno strattone.
- … cosa?!- sbraitò Harry contrariato.
Draco sentì il suo intero domandagli la stessa cosa.
Era arrivato ad un passo dall’ottenere quello che voleva, al venire e il la frustrazione fece male.
Draco prese dei respiri profondi, prima di mettersi su a sedere.
Tutto il suo corpo protestò, protestò anche quando scese dal tavolo e si girò.
Mentre si chinava in avanti poggiando i palmi delle mani sul tavolo proprio davanti a lui, si sentì più esposto che mai.
Quando Harry poggiò una mano bollente sulla base della schiena Draco sussultò appena.
- Sei al limite. – mormorò Harry – Non fare l’idiota, finiamola qui, possiamo farlo con calma dopo.-
Diceva così, ma l’ansia nella su voce era palpabile.
Draco scosse la testa – Scopami.- gli ordinò.
La mano fremette ancora, sulla sua pelle - …Draco.-
A Draco venne da sorridere, un sorriso di quelle segreti, perversi. Si passò una mano su una natica, senza particolare intenzioni se non quella si sentire Harry trattenere il respiro.
- Perdi il controllo…- gli sussurrò piano, rimarcando le parole di prima.
E Harry perse il controllo.
Fu come se riuscisse a vedere anche la sua ultima barriera disintegrarsi davanti a lui, una rassegnazione devastante al fatto di volere Draco anche a dispetto dello stesso piacere di quest’ultimo.
Quando sentì l’erezione di Harry premere contro l’ano con insistenza si rese conto che anche lui era al limite.
Non sarebbero durati molto, ma non importava.
Quello che voleva era quello che aveva sempre voluto: perdersi nel piacere, ma solo con lui e solo che lui era assuefatto dal piacere.
Quando Harry gli era dentro, diventava a tutti gli effetti il suo intero mondo.
Harry scivolò dentro di lui inesorabile, fretta e desiderio di non fargli male coesistevano in un equilibrio perfetto.
Ma Draco era pronto, era più bagnato che mai grazie ai minuti passati ad agognare quel momento, Harry presto si ritrovò seppellito in quella carne bollente e dovette fermarsi e riempirsi i polmoni di ossigeno.
Ma l’aria attorno a loro ne sembrava sprovvista, ma questo non gli impedì di continuare.
Si ritrasse, e affondò ancora in lui e si ritrasse ancora.
La sua voce vibrò, in gemito simile ad un singhiozzò riempì la sala grande.
Draco sentì tutti i suoi nervi concentrarsi su quella intrusione e realizzò che la sua forza di volontà era ormai al limite.
Non sarebbe durato ancora molto, un'altra spinta, una solo ancora e…
Con la guancia sul tavolo e l’ultima violenta spinta, il mondo perse tutti i confini, regole, e proprietà fisiche.
L’aria era diventata catrame denso, il tavolo era diventando melma, il suo corpo era diventato piacere.
Fu bello. Fu unico. Fu il sesso con Harry Potter.
Ogni volta che se ne stava con il cuore a mille, il volto sudato e il corpo tramortito dall’orgasmo Draco si chiedeva come aveva fatto per anni a litigare con Harry senza scoparci mai.
Il suono del suo respiro che gli graffiava la gola fu la prima cosa che riuscì effettivamente a sentire.
Senza visione, con il disorientamento dell’orgasmo, per un attimo tutto parve lontano ed ovattato.
Poi Harry uscì da lui e Draco si sent più umido e bagnato che mai.
- … Ti sono venuto dentro.- mormorò Harry.
Draco non si era nemmeno reso conto che Harry fosse a tutti gli effetti venuto. Si sforzò si drizzare la schiena quel tanto che bastava per non restare così esposto.
- Tranquillo…- ridacchiò ancora senza fiato – Non sto ovulando, non avremo bambini.-
Lo sentì ridere, mentre si sistemava – Peccato. Sarei un ottimo padre.-
Draco scrollò le spalle, che protestarono. Era stato parecchio teso negli ultimi venti minuti.
Finalmente si decise a rimettersi in piedi e scoprì le gambe tramare.
Harry gli venne in aiuto, aiutandolo a rassettarsi.
- Intendi togliermi la benda o devo rallegrarmi di non dover più vedere la tua faccia e quindi potermi immaginare chiunque preferisca a te?-
Harry gli rubò un bacio leggero sulla guancia, perfino con un bacio così flebile riuscì a sentire le labbra tese in un sorriso rilassato e divertito.
Poi sentì le dita sciogliere il dopo e la sciarpa venne via.
Dovette sbattere le palpebre diverse volte prima di riuscire a metter e fuoco qualcosa.
Quando riuscì a rivedere i contorni, si girò verso Harry pronto a dire qualche frase sagace, per prenderlo in giro, ma la voce gli morì in gola.
Harry lo guardava con una dolcezza nuova, e sorrideva con altrettanta dolcezza.
Un calore partì dalla bocca della stomaco, fino a travolgerlo.
Merlino se era fottuto e non solo fisicamente.
Era innamorato come chiunque avrebbe mai voluto essere innamorato.
Di quell’idiota di Harry Potter.
Harry prese la candela e la frappose tra loro.
- Dici che si può spegnere?-
- Proviamo.-
Con un respiro profondo, Draco ci soffiò sopra. Non si spense.
- Oh, peccato. Avresti potuto esprimere un desiderio.-
Draco scrollò le spalle e la prese per metterla via.
- Auguri di buon compleanno Draco Lucius Malfoy.- sussurrò Harry prima di rubargli un bacio leggero, prima di rispecchiarsi nei suoi occhi e sentirsi il mondo del Grifondoro.
Quando rispose – Grazie.- non fu per la gita ad Hogwarts, né per l’atmosfera di candele, né per il sesso in sala grande.
Fu per l’essere guardato così, era il regalo più grande e mai in tutta la sua vita sarebbe mai riuscito a ripagarlo.
Mai.
E mai lo avrebbe ammesso nemmeno.
Cow-t 9, prima settimana, All Star.
Prompt: Equilibrio
Numero parole: 6734
Rating: Rosso
Fandom: Harry Potter
Harry era un cretino, fin qui non c’era nulla di nuovo.
Ne aveva fatte di cazzate, dal fingersi etero e stare per un po’ con la pel di carota, a litigare con lui per anni mentre potevano impiegare il loro tempo a usare le loro bocche in modi più dilettevoli…
Era vero, ne aveva fatte tante di cazzate. Ma quelle la batteva tutte.
- Rimettila a posto.- soffiò Draco con esasperazione.
- Una più, una meno, non se ne accorgerà nessuno.- replicò l’altro tornando a terra con la scopa tenendo stretto in mano il suo trofeo.
- Per quale diavolo di ragione hai preso una delle candele sospese? Cosa c’è? Ti aveva guardato male?- un sorriso divertito spuntò sul suo viso – O ti ha illuminato il lato sbagliato in fotografia?-
Harry gli lanciò un’occhiata divertita – Diciamo che voglio levarmi uno sfizio.- ammise e alla luce della candela incantata il suo sorriso era sinistro, tanto che Draco ebbe per un attimo una punta di timore.
- Quale sfizio?- domandò.
Le lenti degli orribili occhiali di Harry riflettevano la luce della candela incantata, e così non riusciva a vedere i suoi occhi. Non poterlo fare era sempre qualcosa che infastidiva Draco, perché Harry aveva dipinto negli occhi ogni cosa che pensava, era un libro aperto.
Aveva capito di essere il suo sogno proibito da un semplice sguardo, se i suoi occhi avessero potuto fotterlo, lo avrebbero fatto volentieri.
La cosa lo aveva sempre divertito, ma ora era lì, in sala grande nel bel mezzo della notte, e Harry Potter era volato fino al soffitto della sala grande per prendere una candela magica.
Nulla di particolarmente strano, ma Draco Malfoy non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che ci fosse qualcosa di losco sotto.
Certo, l’Harry Potter che tutti conoscevano era uno grifondoro fatto è finito, ma era stata pur sempre una scelta, nel suo animo l’astuzia e una buona parte di furbizia tipiche dei Serpeverde si era fatta notare, vorticava sotto la sua pelle, come una seconda realtà.
Le labbra di Harry si tirarono in un sorriso più largo – Mi chiedevo come facessero con la cera, dove finisse…-
- E’ incantata, Potter, non si scioglie.-
Ma Harry non smise di sorridere - Hai ragione.- fece un passo verso di lui e la candela vibrò con lo spostamento d’aria – Ma questo toglie solo uno dei giochetti che ci volevo fare alla mia lista.-
Draco rabbrividì e non per il freddo - …tienila lontana da me.-
Gli occhi di Harry brillarono di una malizia che gli aveva visto raramente addosso. Il suo sorriso si fece largo, predatorio, che faceva a botte con il suo tono divertito.
- Non fare così, dai!- tentò di convincerlo. Draco fece un passo indietro in perfetta sincronia con il passo in avanti di Harry.
- Tu non mi farai nulla con quella cosa!-
- Beh non ho intenzione di darti fuoco, tranquillo.- lo rassicurò. Come se potesse essere davvero una rassicurazione.
- Potter, qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare con quella candela, sappi che potrebbe darmi l’ennesima conferma che mettermi con te è stata una follia momentanea da correggere immediatamente.- decretò – Se vuoi che torni sui miei passi basta dirlo.-
Harry mise il broncio. Mise davvero il broncio.
- Non sei curioso?- sussurrò – La sua fiamma brucia davvero? –
- Datti fuoco e controlliamo.-
Tra loro era sempre così. Erano innamorati perdutamente, ma ammetterlo o, ancora peggio, dimostrarlo, era un gioco tra loro al massacro.
Era un equilibrio delicato tra l’amarsi e il dover fingere di odiarsi anche un po’, dal voler consumare le loro labbra, e volerle consumare nel prendersi in giro.
Quell’equilibrio era un ecosistema delicato, eccedere nei due lati opposti del loro amore poteva minare quell’insana, perfetta e incredibile chimica che era la loro attrazione.
Più Harry era incline al romanticismo, più Draco doveva salare il loro rapporto affinché si trovasse il giusto bilancio nella loro relazione. Una sfida all’ultimo sguardo, all’ultima battuta, all’ultima provocazione…
Ed era perfetto così.
Non avrebbe voluto una relazione diversa da quella.
Harry sospirò gravemente e, come se nulla fosse, avvicinò la mano alla fiamma.
Draco osservò con attenzione quel gesto aspettando il momento in cui Harry avrebbe scansato la mano in preda al dolore, ma non accadde.
Invece sospirò un – è fredda.- incuriosito – Secondo te che mangia è?-
- Quella che ti impedisce di fare l’ennesima cazzata.- scrollò le spalle Draco – Se la tua curiosità è stata soddisfatta, possiamo andare da qualche parte a pomiciare o devo considerare un’ora della mia vita sprecata?-
Harry gli sorrise e s’infilò in tasca la candela come se nulla fosse. Draco fu colto dalla paura che quel coglione del suo ragazzo andasse veramente a fuoco.
Ne sarebbe stato capace pure con una candela incantata per essere fredda e non bruciare, conoscendolo.
- Non potevi perlomeno spegnerla?-
Harry scrollò le spalle e gli si avvicinò – Allora, su, pomiciamo!- esordì.
- E tanti saluti all’atmosfera romantica e il lume di candela.- sospirò Draco sedendosi con un salto sul tavolo dei Corvonero – Tolto il dente, tolto il dolore, su, iniziamo.-
Harry alzò gli occhi al cielo mentre si avvicinava a grande passi. Posò i palmi delle mani sul tavolo ai due lati dell’altro, incatenandolo in una morsa.
Al lume delle candele sospese il viso di Harry parve improvvisamente famelico, quasi pericoloso.
Draco strinse le labbra mentre abbracciava il suo collo, e attendeva che le labbra del suo idiota preferito si posassero dove di dovere e gli facessero dimenticare di avere gusti del cazzo.
Un ghignò audace decorò il viso di quest’ultimo che si passò la lingua sulle labbra come a pregustare una gustosa pietanza.
Poi lo baciò.
Draco fece appena in tempo a pensare “Era ora!” che la sua mente si scollegò.
Gli succedeva sempre; due attimi prima si chiedeva perché Harry Potter avesse deciso di esistere e rovinargli la vita, e l’attimo dopo si chiedeva se era lui ad esistere.
Quelle labbra erano incantate, potevano annullare ogni pensiero.
Erano l’equivalente in carne del virus della stupidità di cui Harry era paziente zero.
Lui esisteva negli attimi di pausa, o una versione di lui molto basica, quella che non poteva altro che sentire il suo cuore battere, e le labbra bruciare dalla voglia di riprendere a essere tormentate. Era una versione che aveva poco autonomia, perché solitamente veniva annullata dal bacio successivo.
Harry strinse i suoi fianchi e se lo spinse addosso, lo strinse a sé e Draco fu piacevolmente sorpreso dalla sensazione di essere al sicuro.
Cosa assurda, trattandosi di Harry Potter. Sarebbe potuta cadere una cometa dal cielo sulla loro testa uccidendoli, da un momento all’altro.
Ma quei baci, quelle labbra e quelle mani… valevano il rischio.
Harry interruppe il bacio per mordersi un labbro, restando con gli occhi serrati.
Questo dette a Draco il tempo per mettere due neuroni ancora sani insieme e fingere di avere ancora il controllo della situazione.
- Si chiama baciare da Dio, goditelo finché non rinsavisco.- provò a sogghignare, ma le labbra protestarono di essere state troppo tempo in libertà.
Harry aprì gli occhi e lesse esattamente ciò che Draco adorava.
Il desiderio era così allo scoperto che Draco sentì il proprio bruciare nel basso ventre.
Harry gli afferrò gentilmente una coscia e gli bastò sospingerla per vedere Draco eseguire il comando. Aprì le gambe, tentando di mostrare più curiosità che brama.
Harry si chinò nuovamente su di lui, ma stavolta evitò le labbra. Si fiondò sul collo torturandolo con piccolo brevi baci, che gli fecero per un attimo il solletico.
Ma solo per un attimo.
Poi quelle labbra tornandono umide, calde e fameliche e torturarono zone che ormai avevano imparato a conoscere fin troppo bene.
Draco aveva perso le speranze di avere ancora il collo libero da succhiotti.
Le forza lo abbandonarono gradualmente, come se Harry gli succhiasse ogni energia, Draco si ritrovò steso sul tavolo dei corvonero prima di rendersene conto.
Aprì gli occhi e tutto ciò che riuscì a vedere furono le luci della candele che brillavano sopra di loro. Erano così lucenti che oscuravano il soffitto stellato, ma non abbastanza intense affinché illuminassero tutta la sala.
Solitamente c’erano migliaia di luci, ma la sera regnava sempre un atmosfera più soffusa, quasi romantica.
Quando girava per la scuola, controllando che nessuno contravvenisse al coprifuoco gli piaceva fermarsi nella sala grande e respirare l’atmosfera.
Harry gli mordicchiò leggermente la giugulare, provocandogli un brivido che lo riportò alla realtà. Poi si issò su di lui, per guardarlo dall’alto – A cosa pensi?-
Draco sorrise – Al fatto che il mio uccello non è ancora nella tua bocca.-
Due luci si unirono alla schiera di candele, erano verdi e vibravano di aspettativa. Harry avrebbe dovuto farsi controllare le pupille, perché era impossibile che non fossero in qualche modo stregate.
- A questo posso rimediare.- soffiò divertito, mentre si reggeva con una mano in bilico e spostava l’altra dalla coscia fino alla cintura. Esitò solo un attimo sulla fibbia – Certo, potrei anche inginocchiarmi qui, ora, e succhiarti così forte da farti dimenticare perfino come ti chiami…- sussurrò malizioso – Ma io cosa ho in cambio?-
Draco alzò la testa con disappunto – Di averne avuto l’onore?-
Ad Harry sfuggì una risata bassa, rauca… e sexy. Tornò a incatenare i suoi occhi, alzando il sopracciglio con calcolata lentezza.
- Certo, lo sarebbe.- concordò, mentre un dito si infilava nella fibbia e liberava la prima parte della cintura –Sarebbe un onore inginocchiarmi a te…- la liberò dal fermo e la tirò così che scivolasse lungo la fibbia per aprirsi – prendertelo in bocca, leccartelo dalla base alla punta…- posò le punta delle dita sul bottone del pantalone – spingerti in profondità nella mia gola, succhiare… farti implorare di venire.- tolse il bottone dall’asola e fece scorrere la zip verso il basso. Mentre la zip scendeva, la nocca del torturatore si strusciò sull’inevitabile rigonfiamento – E poi ingoierei fino all’ultima goccia.- mormorò, alzando gli occhi e incatenandoli di nuovo ai suoi – e ti succhierei ancora, fino a fartelo diventare duro di nuovo, e lo farò ancora… e ancora… finché non mi implorerai di smetterla.-
Draco non aveva più saliva in gola, ma inghiottì lo stesso – Certo che lo farò.- disse, con voce mal ferma – Dopo la seconda, diverrebbe monotono.-
Harry ridacchiò ancora – Quindi non vuoi che passi la mia vita con il tuo cazzo nella mia bocca?- domandò, divertito.
Draco sentì il vuoto d’aria nello stomaco - … solo se è ancora attaccato a me. Ci sono affezionato, ce l’ho da che sono nato.- tentò di sorridere – E dovremmo negoziare le tue opzioni: parlare e mangiare sarebbero fuori discussione. Conoscendoti sarebbe un miglioramento.-
Harry alzò gli occhi al cielo – Riesci ad essere un tale stronzo pure mentre parlo di venerare il tuo uccello per il resto dei miei giorni.-
Draco stavolta sorrise, mordace e divertito – Lo fai già ora, o sbaglio?- domandò.
Harry si morse un labbro e i suoi occhi studiarono con minuziosità il delicato punto tra spalla e mascella che sembrava attirarlo come una sirena.
- No, non lo faccio.- mormorò quasi sovrappensiero – Venero il padrone, è diverso.-
Il cuore di Draco sembrò voler raggiungere Harry, che importava se nel farlo avrebbe dovuto oltrepassargli il petto, uccidendolo?
Lo rimise in riga regolarizzando il respiro. O perlomeno ci provò.
Draco tornò a guardare le candele sospese – Stavamo parlando di qualcosa che la tua bocca dovrebbe fare invece che sparare cazzate…-
Un angolo della bocca di Harry si contrasse – e io stavo parlando di cose vorrei avere in cambio.-
Draco sospirò gravemente, sollevandosi sui gomiti e alzando un sopracciglio – Fai sul serio?-
Harry si morse un labbro, mentre gli occhi famelici scivolarono lungo il suo corpo pregustando lembi di pelle che erano ancora coperti.
- Voglio che mi dai il completo controllo.- sentenziò.
I sopraccigli alzati divennero due – …Prego?-
- Voglio che tu ti lasci completamente andare e lasci fare tutto a me.-
Le sopracciglia si aggrottarono, ora. Per un secondo la mente cercò di capire cosa stesse succedendo, ma l’essere duro e guardato con quegli occhi aperti e che promettevano materiale per fantasia da lì all’eternità, non aiutava.
Poi qualcosa lo illuminò. E non erano le candele, anche se si trattava di quel particolare materiale.
- Cosa diavolo vuoi farmi con quella candela, Potter?- domandò, una nota di panico nella voce.
Harry sogghignò – Nulla…- esitò – Che vedrai.-
Draco spalancò gli occhi – Potter che diavolo hai in mente?-
Le mani di Harry si posarono sulle sue ginocchia, erano caldi e grandi, che, a confronto con l’aria quasi gelida della Sala grande, erano un sollievo. Le lenti brillarono alla luce delle candele, mentre un nuovo sorriso dolce e rassicurante si rifletteva sul volto del suo stupido fidanzato.
Harry fece scorrere le dita lentamente verso l’alto accarezzando la cosce con i polpastrelli, avanzando, centimetro dopo centimetro verso zone che chiamavano quelle dita con insistenza.
- Voglio che ti fidi di me.- soffiò con voce, profonda. Così profonda che vibrò nel corpo ansioso di Draco, dandogli ancora quell’insano senso di sicurezza.
Lui si fidava di Harry, il problema è che si fidava anche della sua sfiga.
Sarebbe stato capace di ucciderlo per sbaglio e sarebbe stato un vero orrore morire per bruciatore da candele fredde.
Dal momento che piuttosto che farsela infilare in certi posti l’avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
- Se mi spieghi in dettaglio cosa hai in mente, posso vedere se decidere se fidarmi di te.-
- Non è così che funziona la fiducia.- si lamentò l’altro.
Draco piegò la testa di lato – La mia sì.- decretò.
Harry sospirò mentre le mani si stringevano alle cosce aprendole con risolutezza.
Si fece avanti, trovando il suo posto tra le sue gambe, come se gli appartenesse e si spinse addosso a Draco, prima di unire le labbra alle sue.
Il bacio fu subito coinvolgente. Draco proprio non riusciva a resistere.
Si aggrappò al suo collo, se lo spinse ancora più addosso.
Gli accadeva qualcosa quando era sotto di lui, sentiva il bisogno di spingerselo ancora addosso, come se volesse fondersi.
Era qualcosa che trascendeva il sesso, era proprio un bisogno che avvertiva nelle profondità della sua anima.
Non gli bastava, non gli bastava mai.
Non lo faceva apposta, ma all’altro non sembrava infastidire. Ogni tanto si tirava indietro solo per togliere qualche strato di vestito di troppo, ma sembrava a suo agio avvolto tra gli arti dei serpeverde.
Harry si separò da lui e Draco s’istinto tirò la testa in avanti per riprendere il bacio. Quando non trovò le labbra ad accoglierlo aprì gli occhi infastidito.
- Per merlino!- si lamentò – Hai intenzione di passare la serata a fare i capricci? Basta che lo dici!-
Non riusciva a vedere bene il viso di Harry, la luce di candele dietro la sua nuca lo accecavano, ma il viso nella penombra sembrava sia serio che divertito. A dispetto se fosse la luce o l’ombra a coronargli il viso.
Una mano di Harry si spostò più in alto e si chiuse a coppa sul inevitabile rigonfiamento, mosse le dita per saggiarlo.
E per torturarlo.
Draco si morse un labbro, voglioso più che mai.
- Ti fidi di me?-
Sì. No. Forse. Dipendeva da dove fosse quella mano; dov’era ora? Decisamente. Lontana dal suo uccello? Oh, merlino, nemmeno per sogno.
Ed ora era proprio lì, e i polpastrelli applicavano pressione quanto bastava per farlo pulsare in attesa e agonia.
Si morse un labbro prima di dire – Sì.-
Harry sorrise, trionfante. Gli rubò un bacio veloce prima di allontanarsi, e allontanare la mano.
Quel sì, divenne immediatamente un no, ma Harry non gli dette il tempo di ribattere nel momento che tirò via dalla tasca del mantello qualcosa.
Quando vide il lungo pezzo di lana sgranò gli occhi.
- Una sciarpa?- soffiò, senza fiato – N-on ti permetterò di legarmi!-
Oh meglio, glielo avrebbe anche permesso, in una stanza dove non rischiavano di essere scoperti, con un altro umore e sicuramente non dopo che Harry aveva raccolto una candela incantata dal cielo con l’intendo di farci chissà cosa.
Harry sogghignò – Non voglio legarti.- lo rassicurò.
- E allora cosa vuoi farmi?-
- Beh voglio farmi te, in circa un milioni di modi, ma nella fattispecie… voglio solo che ti fidi di me.-
Se non la smetteva di ripeterlo l’avrebbe preso volentieri a calci.
Occhieggiò la sciarpa con attenzione, poi tornò a guardare Harry.
Una piccola parte di lui, molto molto piccola, era incuriosito. Fin’ora le iniziative di Harry non erano state tante male, tipo la loro prima volta… e le altre… e il dichiararsi per primo.
Osservo la lana, tentò di immaginare cosa avesse in mente.
- Va bene.- soffiò e non riconobbe la sua voce.
Per un secondo Harry parve perplesso, come se si aspettasse più resistenza, ma l’indecisione durò poco, perché sembrò voler cogliere la palla al balzo. Si avvicinò a lui e la stoffa della sciarpa gli accarezzò gentilmente la pelle del collo.
Per un secondo ebbe timore che glielo stringesse, per strozzarlo o qualcosa del genere. C’era gente folle che lo faceva per passione.
- Chiudi gli occhi.- sussurrò Harry gentilmente.
Li chiuse con rammarico. Gli piaceva vedere Harry preso dalla passione.
Quando senti la stoffa premersi sui suoi occhi capì a cosa serviva la sciarpa.
Un sorriso divertito gli sovvenne sul volte – Mi hai bendato.- sentenziò, incredulo.
Harry sogghignò – Già.-
- Ti giuro Potter che, se la candela sfiora il mio culo, tra noi è finita.-
Harry stavolta rise proprio mentre completava il nodo – Nulla entrerà nel tuo culo a parte il mio uccello.- lo rassicurò – ed è una promessa che vale da qui all’eternità.-
Draco nascose il sollievo con un sorriso sfrontato - Temi la concorrenza? Effettivamente rispetto a te quella candela ha il suo perché…-
Harry spinse i fianchi tra le sue gambe e fece scontrare la sua erezione con quella di Draco che si zittì all’istante.
Serrò le labbra per non gemere frustrato e si rilassò, disteso sul tavolo.
- Non farmene pentire.- sussurrò.
Oh se ne sarebbe pentito di sicuro, tra gli ansiti e il godere.
Con gli occhi chiusi, Draco si ritrovò all’improvviso più esposto che mai. Non che fosse nudo, o altro, ma un timore insolito si insinuò dentro di lui.
Si fidava di Harry, più o meno, ma tutto il resto? Gazza? Quella gatta malefica?
Sarebbe potuto arrivare chiunque e scoprirli e avrebbe tanto preferito avere gli occhi aperti e restare in allerta.
Prese diversi respiri profondi per calmare l’agitazione, il fatto che sentisse solo fruscii e nessun contatto da parte di Harry non aiutava.
Poi sentì un incantesimo sussurrato, ma non riuscì a capirlo.
- Cosa stai facendo?- domandò, la paura affatto celata.
Una mano di Harry si posò sul suo grembo, calda, sicura. – Pensa a rilassarti.- sussurrò.
- Dirmi di rilassarmi, non mi rilassa.-
- Prova con lo stare zitto, magari.-
- Mi hai chiuso gli occhi, mica la bocca.-
Lo avvertì sorridere, riuscì perfino a figurarselo nella sua mente con la sua faccia da schiaffi – Errore mio.-
Quando le labbra di Harry toccarono la sua pelle fu come se tutti i nervi gli si risvegliassero. Erano di nuovo sul suo collo, esattamente dove erano predestinate.
Sentì brevi tocchi della lingua umida sulla giugulare e sorrise.
Quello andava bene, per iniziare. Le labbra si mossero piano verso la trachea, il mento e, infine, tornarono sulle sue labbra.
Avere gli occhi bendati finora non cambiava nulla, serrava sempre gli occhi quando quella bocca lavorava su di lui.
La punta del naso di Harry gli solleticò una guancia mentre lo avvertiva sorridere nel bacio.
- E così ti ho chiuso anche la bocca.- soffiò staccandosi appena.
- Non puoi baciarmi per tutto il tempo.-
- Scommettiamo?-
Draco infilò le dita tra le ciocche ribelli del Grifondoro, si spine in avanti e lo baciò con dolcezza, poi si morse un labbro, assaporando quel calore.
Se Harry credeva che bendarlo avrebbe cambiato le sue sensazioni, si sbagliava di grosso.
Perché Draco non poteva perdersi tra le sue braccia più di così.
Non sarebbe stato umano.
- Harry…- sussurrò, e si fermò prima di implorarlo.
Non gli importava come, né dov’erano, né che voleva fare con quella candela.
A conti fatti Draco voleva solo fare l’amore con lui. L’unica cosa che non voleva era che Harry capisse quanto.
La mano del moretto scivolò lungo tutto il corpo del biondino e si fermò sulla sua guancia.
Non riusciva a vederlo, ma improvvisamente percepiva un cambiamento, una piccola frazione di incertezza.
No. Non era incertezza. Era desiderio.
Non poteva fidarsi della situazione, era qualcosa che trascendeva ogni sua volontà, ma se c’era qualcosa di cui Draco si fidava ciecamente era ciò che provava Harry per lui.
Glielo leggeva negli occhi ogni giorno, quando lo sorprendeva a guardarlo, a sognare ad occhi aperti durante le lezioni comuni, quando le mani lo cercavano quando erano soli.
Quel desiderio e ciò che scatenava in Draco Malfoy erano una delle poche certezza della vita del serpeverde.
Ora le labbra di Harry stavano diventando fameliche. Quel giusto connubio tra fretta e passione che gli piaceva tanto, gli solleticava la clavicola, mentre mani scendevano lungo l’addome.
Harry si fermò solo un attimo per prendere un grosso respiro, recuperare un po’ di controllo.
Quando drizzò la schiena, allontanandosi, Draco si sentì abbandonato.
D’istinto cercò di vedere, ma la sciarpa glielo impediva. Così si concentrò sull’udito.
Altri fruscii, le dita che si muovevano sul suo petto.
Il primo bottone che scivolava via dall’asola, il secondo, il terzo e così via…
Draco rabbrividì per il freddo quando il suo petto fu all’aria. I capezzoli gli si indurirono immediatamente.
Harry ne prese uso con gentilezza tra le dita calde e il divario gli provò un brivido.
- Qual è lo scopo di tutto questo?- domandò Draco, che aveva deciso che era stato fin troppo tempo zitto.
Harry passò il pollice sul capezzolo duro, lentamente – Se fai il bravo, lo saprai.-
Le labbra di Draco si tirarono in una smorfia quando il pollice tornò a giocare con il capezzolo duro – Puoi arrivare al sodo? Se devo gelarmi qualcosa vorrei fossero il culo mentre me lo scopi.-
Una sbuffo, una risata sottile, fu l’unica risposta di Harry. Stavolta il capezzolo fu avvolto dalla lingua umida del compagno.
Un brivido disorientante gli tolse il respiro.
Quando Harry si allontanò di nuovo il gelo lo fece irrigidire.
Solitamente Harry era più deciso in quelle situazioni, se non riusciva a evitare di saltargli addosso, spesso gli faceva degli agguati tra una lezione e l’altra e prendeva il mantello e ce lo trascinava sotto, per buttargli al lingua in gola.
E sotto un mantello invisibile, con le mani sul suo corpo e le lingue che giocava senza sosta con la sua era difficile, se non impossibile, fingere di avere il controllo della situazione.
E invece in quel momento Harry esitava, temporeggiava. E lui non ce la faceva più.
- Potter.- lo chiamò, in un ansito.
- Cosa?-
Schiuse le labbra, lentamente, protese il corpo, le dita lo cercarono nel buio – Ti voglio.- sussurrò.
Lo spasmo delle sue dita, la durezza tra le sue gambe, il bisogno di Harry di prenderlo era palpabile, addensava l’aria intorno a loro, rendendola irrespirabile.
Draco gioì, riconoscendo il brivido che anticipava il sesso. Aveva vinto, aveva di nuovo il controllo.
Bendato e disteso sotto di lui, era comunque al comando.
Harry gli afferrò i polsi e in un attimo li spinse col forza sul tavolo provocandogli un gemito di sorpresa, più che dolore.
Una risatina gli sfuggì, bassa e profonda – Proprio non ci riesci, vero?- gli chiese piano – A lasciarmi fare, a lasciarti andare. Certo, potrei anche abbassarti i pantaloni, succhiarti via la vita, poi girarti e sbatterti fino a non farti sentire che il mio cazzo fino a domani, ma che senso avrebbe? Cosa cambierebbe da quello che facciamo sempre?-
Draco si morse un labbro – Quello che facciamo sempre mi piace da morire, perché cambiare?- poi un pensiero orrendo si affacciò, qualcosa che lo spaventò più che un molliccio – Ti stai stancando di me per caso?- provò a metterci tutto l’ironia che riuscì a racimolare e di non far trasparire il terrore.
Harry strinse le dita più forte sui suoi polsi – Come se potessi.- soffiò.
- … Harry?-
Iniziava a dargli fastidio non poter vedere. Dondolò la testa nella speranza che il nodo cedesse o che riuscisse a sposare la sciarpa, ma la voce di Harry fu secca e decisa quando disse – Non muoverti.-
Fu come un incantesimo. Non c’era vera magia in quelle parole, non lo aveva paralizzato o reso di pietra.
Eppure, improvvisamente, Draco sentiva il bisogno di restare più immobile che mai. Era come se, muoversi, avrebbe potuto far crollare il suo intero mondo.
Con calcolata lentezza Harry gli lasciò i polsi, e con le punta delle dita sfiorò le sue braccia, lasciando scivolare le mani fino al viso.
I polpastrelli si posarono sulle sue guance. I pollici sulle labbra schiuse.
- Ti ricordi il nostro primo bacio?- gli domandò.
Oh, se lo ricordava. Dopo giorni di sguardi famelici, di sogni bagnati e di labbra morse perse in fantasia poco caste, Harry finalmente si era fatto avanti.
Draco lo aveva preso pesantemente per culo, lo aveva punzecchiato per una settimana, gli aveva rinfacciato di essere il centro del suo mondo, ma l’aveva fatto sempre in privato, e senza mai rispondere a quella dichiarazione con un no.
Nella lingua Malfoy evitare una gogna pubblica e non rispondere seccamente di no era un chiaro segno di interesse.
Il fatto che per capirlo Harry ci avesse messo due settimane era solo un chiaro segno di quanto fosse poco sveglio.
Ad un certo punto aveva notato che Draco non lo evitava, che non aveva detto a nessuno della sua dichiarazione e che ci scherzava su, come se fosse una cosa solo loro.
Aveva visto la sua testa fumare dall’imbarazzo quando aveva capito che quello era una sorta di riguardo, una gentilezza. Un gesto talmente atipico che poteva significare solo interesse.
Così aveva deciso di baciarlo per testare la sua teoria, lo aveva fatto lentamente, dando a Draco il tempo di sottrarsi e, Draco aveva pensato di farlo solo perché ci stava mettendo una vita e non si meritava un tale onore.
Ma pensò che questo avrebbe prolungato ancora quell’agonia e pensava che fosse finalmente che quelli sguardi richiamassero realtà e non fantasia.
Che fosse stato un bacio magico che gli aveva fritto il cervello definitivamente, era un'altra storia.
Draco sussurrò – Sì.- con un filo di voce. La sua mente traditrice richiamò quel ricordo, e fece riaffiorare tutti i loro baci successivi, fino all’ultimo. Quello che Harry gli aveva appena dato.
Spinse la labbra sulle sue con necessità, i pollici premevano sul suo mento costringendolo ad aprire di più la bocca, a restare inerte sotto il suo assalto.
La lingua scivolò nella sua bocca come se gli appartenesse. Non giocò con la sua, la possedette.
Quel bacio era diverso da quelli dati finora, quel bacio era controllo.
Draco si sentì più inerte che mai sotto quelle labbra, tanto che non riuscì nemmeno a rispondere al contatto.
Lo subì. E gli piacque farlo.
Quando Harry si separò da lui fu un sollievo e allo stesso tempo una tortura.
Gli mancò il respiro tanto che dovette prendere una profonda boccata d’aria.
Quando riuscì di nuovo a sentire il resto del suo corpo si rese disastrosamente conto che quel bacio aveva distrutto tutto il suo autocontrollo.
Quella che prima era una nascente erezione che poteva essere soddisfatta o ignorata, era diventata insopportabile.
Se avesse aperto gli occhi e si fosse specchiato nello sguardo inebriato di Harry Potter sarebbe potuto perfino venire. Ma quando d’istinto provò ad aprirli trovando l’impedimento si sentì sopraffatto dalla frustrazione.
- Voglio vederti.- disse e fu sincero.
Di tutta risposta Harry posò una mano sul suo pacco, causandogli un brivido così intenso che lo oltrepassò tutto in un andata di desiderio.
Gemette, prima di mordersi un labbro, più frustrato che mai.
- Quando te lo permetterò.- promise Harry stringendo le dita sull’asta oltre i boxer – Tu gemerai, godrai e verrai… solo quando te lo permetterò.-
Draco strinse i denti nel momento che Harry trovò molto divertente stringergli il cazzo solo per torturarlo un altro po’ - … o quando ti implorerò?- provò a ribaltare la situazione – Vuoi che ti implori, Potter?- tirò le labbra, faticosamente per poi dire con voce atona, volutamente noncurante – Potter, oh Potter, ti prego, non resisto, ti imploro!-
Si aspettò un gesto seccato, uno sbuffo, il broncio. Ma Harry ridacchiò, me il lieve tremolio del suo corpo fu una dolorosa tortura al suo basso ventre.
- Ti credi simpatico?- sghignazzò.
- Sono simpatico.- trovò l’aria per ribattere.
Riuscì a figurarsi Harry mordersi un labbro – E ti conviene fare così quando ho la mano su qualcosa di tanto prezioso in procinto di decidere se accarezzare o succhiare?-
Colpo basso. La mente lo tradì con il ricordo di tutte le volte che Harry era stato inginocchiato davanti a lui. Con gli occhi forzatamente chiusi, i ricordi erano più impetuosi che mai.
- Nel dubbio, io dico succhiare.- ribatté, con il cuore che gli martellava nel petto.
Harry tolse la mano dal fagotto e con entrambe le mani abbasso l’alastico dei boxer facendo uscire la trionfante erezione.
L’aria fredda sulla pelle sensibile gli tolse il respiro.
Draco era stanco, teso, frustrato. Non ce la faceva più.
Aspettò di sentire un nuovo contatto, ma Harry si limitò a poggiare le mani ai lati delle cosce tirando la pelle sensibile attorno al membro.
- …Harry.- si lamentò in un ansito.
Harry tacque, mentre un pollice si spostò leggero su un testicolo. Quel contatto leggero gli provocò un ansito brusco.
- Sei bellissimo.- ammise Harry in un sussurro.
Se non avesse una sciarpa a bloccargli gli occhi Draco avrebbe alzato un sopracciglio – parli con me o col mio cazzo?-
- Con lui. Decisamente con lui.- il pollice gli concesse un ulteriore tocco, stavolta con maggiore pressione ed arrivò fino alla base dell’erezione.
Lo spasmo fu devastante. Draco serrò le labbra per non gemere e avvertì la punta bagnarsi, pronta ad esplodere.
Perfetto, era ormai sul punto di venire e senza nemmeno aver potuto godere di quella bocca viziosa e di quelle mani abili.
Draco tentò di regolarizzare cuore e respiro, strinse i pugni tentando di resistere alla voglia di toccarsi.
- Vuoi restare lì a guardarlo?- domandò – Perché mi hai bendato ma ho le mani libere, ti do qualcosa da guardare.-
- Ti ho detto di non muoverti.- replicò Harry.
Il senso di frustrazione invase nuovamente Draco che contrasse la mascella con disappunto.
Mosse la braccia indolenzite per sorreggersi sui gomiti.
- Non vuoi proprio obbedirmi eh?- la malizia era una nota stonata in quella situazione, ma la riconobbe. Come se il fatto che Draco si fosse mosso fosse parte di quel gioco.
Fare il suo gioco, qualsiasi esso fosse, lo infastidì.
- A quanto pare nessuno dei due qui avrà quello che vuole.- rispose.
Avvertì un movimento veloce, ebbe appena il tempo di sentirlo con le orecchie che tutto il suo corpo fu colto dallo spasmo.
La lingua di Harry, oh quella maledetta lingue, aveva percorso tutta la lunghezza della sua erezione e ora era posata sulla punta, dove gocce di liquido la adornavano rendendola lucida.
Questa volta non riuscì a frenare il gemito, né il sospiro, figuriamoci i fianchi che si spinsero inevitabilmente su quella lingua maledetta.
Harry gli spinse i fianchi in giù, li fermò sl tavolo, lo costrinse a combattere con tutte le sue forza, per provare anche solo un millesimo di secondo più di piacere.
Ma Harry non voleva concedergli altro piacere e si arrese all’evidenza.
- Basta…- sussurrò Draco in un lamento sentito – Succhiami, toccami, scopami, fai quello che vuoi, ma fa qualcosa!-
- Vuoi che te lo succhi?- domandò Harry calmo.
- Sì!-
- Vuoi che te lo sbatta dentro?-
- Merlino, sì!-
La mano di Harry scivolò sul suo pube, e le dita si persero tra i peli dorati del ragazzo – Vediamo se riesci ad implorarmi in modo più sentito questa volta.-
Draco era sul punto di crollare. Si morse il labbro inferiore, indeciso su come agire.
Avrebbe tanto voluto mantenere il controllo, ma le mani di Harry erano così calde e troppo vicine a ciò che anelava avere torturato dalle stesse.
Questa volta quando disse – …Ti prego.- fu sincero ed Harry lo percepì, ma volle infierire.
- “Ti prego”, cosa?-
Cosa voleva sentirsi dire? Cosa voleva da lui? Come poteva credere che riuscisse a realizzare qualcosa in quel particolare momenti in cui ogni sua molecola voleva solo essere sconvolta selvaggiamente.
Così, forse per la prima volta dalla loro relazione, Draco decise di essere sincero:
- Ti prego, perdi il controllo…- mormorò – Scopami forte, voglio sentirti dentro di me e voglio che vieni pronunciando il mio nome.
- Mi pareva che fossi tu a dover godere, no?-
Draco strinse la labbra prima di ribattere – le due cose non sono separabili.- tese una mano, verso di Harry e trovò il suo corpo solido, e più vicino di quanto gli fosse sembrato fino a quel momento – Mi piace vederti.- confessò ancora – quando facciamo l’amore, mi piace vederti. Hai quel modo di guardarmi, sembra che io sia il tuo mondo, e lo adoro. Adoro essere il tuo mondo, adoro che tu perda il controllo quando io sono attorno. Questo…- strinse le dita sulla sua camicia, sulla situazione – Non mi piace e non è perché non mi piace perdere il controllo, ma perché non sei tu a farlo. Io sono qui, Harry, pronto per te, non voglio altro. Cosa aspetti?-
L’aria attorno a loro divenne elettrica, la luce si fece più intensa tanto che oltrepassò la stoffa e Draco fu quasi in grado di vedere il profilo del suo ragazzo.
Sentì le labbra di Harry schiudersi, poi la mano si contrasse, fino a tirare la pelle delicata del suo pube.
Il gemito morì nel bacio che seguì.
Era diverso. Era più famelico che mai, quasi impacciato, rude. Harry gli si strinse addosso e quando Draco immerse le dita tra i suoi capelli gli parve di sentirlo tremare.
Quando la mano di Harry si chiuse attorno all’erezione, Draco urlò, spingendo in fianchi verso l’alto. Verso di lui.
Non riusciva più a fingere di non volerlo con tutte le sue forze, così il movimento dei suoi fianchi fu frenetico, selvaggio così come le dita che continuarono a masturbarlo senza tregua.
Fu con uno sforzo enorme che Draco tirò le ciocche dei capelli di Harry, con un solo ansito sulle labbra.
- Fermo, no!-
Harry non gli dette retta, Draco allontanarlo con uno strattone.
- … cosa?!- sbraitò Harry contrariato.
Draco sentì il suo intero domandagli la stessa cosa.
Era arrivato ad un passo dall’ottenere quello che voleva, al venire e il la frustrazione fece male.
Draco prese dei respiri profondi, prima di mettersi su a sedere.
Tutto il suo corpo protestò, protestò anche quando scese dal tavolo e si girò.
Mentre si chinava in avanti poggiando i palmi delle mani sul tavolo proprio davanti a lui, si sentì più esposto che mai.
Quando Harry poggiò una mano bollente sulla base della schiena Draco sussultò appena.
- Sei al limite. – mormorò Harry – Non fare l’idiota, finiamola qui, possiamo farlo con calma dopo.-
Diceva così, ma l’ansia nella su voce era palpabile.
Draco scosse la testa – Scopami.- gli ordinò.
La mano fremette ancora, sulla sua pelle - …Draco.-
A Draco venne da sorridere, un sorriso di quelle segreti, perversi. Si passò una mano su una natica, senza particolare intenzioni se non quella si sentire Harry trattenere il respiro.
- Perdi il controllo…- gli sussurrò piano, rimarcando le parole di prima.
E Harry perse il controllo.
Fu come se riuscisse a vedere anche la sua ultima barriera disintegrarsi davanti a lui, una rassegnazione devastante al fatto di volere Draco anche a dispetto dello stesso piacere di quest’ultimo.
Quando sentì l’erezione di Harry premere contro l’ano con insistenza si rese conto che anche lui era al limite.
Non sarebbero durati molto, ma non importava.
Quello che voleva era quello che aveva sempre voluto: perdersi nel piacere, ma solo con lui e solo che lui era assuefatto dal piacere.
Quando Harry gli era dentro, diventava a tutti gli effetti il suo intero mondo.
Harry scivolò dentro di lui inesorabile, fretta e desiderio di non fargli male coesistevano in un equilibrio perfetto.
Ma Draco era pronto, era più bagnato che mai grazie ai minuti passati ad agognare quel momento, Harry presto si ritrovò seppellito in quella carne bollente e dovette fermarsi e riempirsi i polmoni di ossigeno.
Ma l’aria attorno a loro ne sembrava sprovvista, ma questo non gli impedì di continuare.
Si ritrasse, e affondò ancora in lui e si ritrasse ancora.
La sua voce vibrò, in gemito simile ad un singhiozzò riempì la sala grande.
Draco sentì tutti i suoi nervi concentrarsi su quella intrusione e realizzò che la sua forza di volontà era ormai al limite.
Non sarebbe durato ancora molto, un'altra spinta, una solo ancora e…
Con la guancia sul tavolo e l’ultima violenta spinta, il mondo perse tutti i confini, regole, e proprietà fisiche.
L’aria era diventata catrame denso, il tavolo era diventando melma, il suo corpo era diventato piacere.
Fu bello. Fu unico. Fu il sesso con Harry Potter.
Ogni volta che se ne stava con il cuore a mille, il volto sudato e il corpo tramortito dall’orgasmo Draco si chiedeva come aveva fatto per anni a litigare con Harry senza scoparci mai.
Il suono del suo respiro che gli graffiava la gola fu la prima cosa che riuscì effettivamente a sentire.
Senza visione, con il disorientamento dell’orgasmo, per un attimo tutto parve lontano ed ovattato.
Poi Harry uscì da lui e Draco si sent più umido e bagnato che mai.
- … Ti sono venuto dentro.- mormorò Harry.
Draco non si era nemmeno reso conto che Harry fosse a tutti gli effetti venuto. Si sforzò si drizzare la schiena quel tanto che bastava per non restare così esposto.
- Tranquillo…- ridacchiò ancora senza fiato – Non sto ovulando, non avremo bambini.-
Lo sentì ridere, mentre si sistemava – Peccato. Sarei un ottimo padre.-
Draco scrollò le spalle, che protestarono. Era stato parecchio teso negli ultimi venti minuti.
Finalmente si decise a rimettersi in piedi e scoprì le gambe tramare.
Harry gli venne in aiuto, aiutandolo a rassettarsi.
- Intendi togliermi la benda o devo rallegrarmi di non dover più vedere la tua faccia e quindi potermi immaginare chiunque preferisca a te?-
Harry gli rubò un bacio leggero sulla guancia, perfino con un bacio così flebile riuscì a sentire le labbra tese in un sorriso rilassato e divertito.
Poi sentì le dita sciogliere il dopo e la sciarpa venne via.
Dovette sbattere le palpebre diverse volte prima di riuscire a metter e fuoco qualcosa.
Quando riuscì a rivedere i contorni, si girò verso Harry pronto a dire qualche frase sagace, per prenderlo in giro, ma la voce gli morì in gola.
Harry lo guardava con una dolcezza nuova, e sorrideva con altrettanta dolcezza.
Un calore partì dalla bocca della stomaco, fino a travolgerlo.
Merlino se era fottuto e non solo fisicamente.
Era innamorato come chiunque avrebbe mai voluto essere innamorato.
Di quell’idiota di Harry Potter.
Harry prese la candela e la frappose tra loro.
- Dici che si può spegnere?-
- Proviamo.-
Con un respiro profondo, Draco ci soffiò sopra. Non si spense.
- Oh, peccato. Avresti potuto esprimere un desiderio.-
Draco scrollò le spalle e la prese per metterla via.
- Auguri di buon compleanno Draco Lucius Malfoy.- sussurrò Harry prima di rubargli un bacio leggero, prima di rispecchiarsi nei suoi occhi e sentirsi il mondo del Grifondoro.
Quando rispose – Grazie.- non fu per la gita ad Hogwarts, né per l’atmosfera di candele, né per il sesso in sala grande.
Fu per l’essere guardato così, era il regalo più grande e mai in tutta la sua vita sarebbe mai riuscito a ripagarlo.
Mai.
E mai lo avrebbe ammesso nemmeno.