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Rassegnazione


Dean scrutò negli occhi di Sam con circospezione. I suoi occhi, da cerbiatto impaurito lo trafissero con le loro lacrime malcelate.
Quante volte avevano pianto nella loro storia? Quante volte avevano visto gente morire per mano di mostri o per loro stessa mano?
E per quanto tempo aveva avuto voglia di stringerlo forte, così forte da fargli male?
Erano sempre stati in fuga, sempre stati temporanei nelle città, nei casi, nelle vite altrui, ma mai tra di loro. Beh, tra loro, Deam era sempre fuggito dai suoi sentimenti.
Nella vita reale, scappavano verso i guai, e allo stesso tempo da una vita che non credevano loro. Almeno Dean. Lui non aveva mai creduto che una vita normale gli fosse dovuta, e aveva odiato la rinuncia di Sam, e la sua voglia di libertà.
Ma la fuga era finita. Domani il patto con il demone sarebbe scaduto, quella era la sua ultima notte e non importava quando Sam si fosse prodigato per salvarlo, lui sapeva già che era tutto inutile.
Lui lo aveva fatto per Sam e non gli avrebbe mai permesso di salvarlo, non se questo significava la sua morte.
E poi, aveva aspettato 364 giorni per arrivare in quell’esatto istante. La sua ultima chance per fare l’unica cosa che per anni aveva vagheggiato di fare nei suoi più oscuri e celati sogni. Aveva aspettato l’ultimo giorno, lo aveva programmato sin nei minimi dettagli pur sapendo quanto fosse sbagliato. Ma del resto non c’era posto per lui in paradiso, quindi non cambiava molto.
- Dean, troverò una soluzione!- lo sentì esclamare e non poté fare a meno di sentirti felice di tutto l’amore che lui nutriva per Sam, sebbene fosse così diverso da quello a nutriva lui.
Aveva sempre desiderato proteggerlo, in un certo quale sento...lui gli apparteneva.
Ma non lo aveva mai davvero avuto.
- Va bene così, Sam.- iniziò Dean piano – Doveva andare così.-
Sam alzò gli occhi sul fratello e lo trafisse con il suo dolore tanto che l’altro si sentì morire. Avvertì dentro di sé quella famigliare sensazione ch si presentava maligna ed infida ogni qual volta che i loro occhi si incrociavano. Lo voleva. Voleva tutto di lui.
Neanche si rese conto e lo abbracciò, lo strinse così forte da toglierti il respiro e il sentirlo sospirare sulla spalla lo fece sinceramente impazzire.
Aveva aspettato tutto quel tempo, si era lasciato l’ultima tentazione per la fine, perché sapeva che era l’unica cosa che non poteva avere. Non davvero.
Provare e fallire era meglio che non provare affatto. Tanto il giorno dopo sarebbe morto, non aveva più nulla da perdere.
Lo discostò da sé quanto bastava per farlo: chiuse gli occhi e si spinse in avanti premendo brevemente le tue labbra sulle sue.
Una scarica elettrica gli attraversò il cervello, lo folgoro come se avesse appena baciato una stella. Le spalle del fratello tra le sue mani e il suo corpo, caldo e teso tre lui e il letto.
Aprì piano gli occhi, calcolando il tempo di ogni azione, scandendolo con i battiti impazziti del suo cuore. Lo aveva fatto. Lo aveva baciato.
Quante volte era stato sul punto di farlo? Quante volte si era frenato con una inspiegabile forza di volontà? Quante volte aveva scopato con qualcuna solo per sfogare il suo pressante desiderio?
Troppo. Ed ora, alla vigilia della morte, non gli sarebbe importato di morire nel tentativo di averlo.
Incrociare i suoi occhi fu meno difficile di quanto si fosse mai aspettato, nella sua immaginazione si sarebbe già visto scaraventato contro il muro, perché Sammy era forte, più forte di lui. Ma Sam non si era mosso, forse non aveva avuto nemmeno la facoltà di intellettiva di farlo confuso com’era.
Questo era il momento di tirarsi indietro, di sorride e dire una battuta sarcastica per spiegare il tuo gesto come uno scherzo, di cattivo gusto, ma “alla Dean” e tutto sarebbe poi stato dimenticato.
Ma non lo fece, non ora che aveva assaggiato l’ambrosia delle sue labbra.
Si spinse in avanti nuovamente e le assaggiò ancora con breve tocchi che cercò di tramutare, con un nuovo e deleterio coraggio, in un bacio passionale. Quasi non si rese conto del lento movimento di quella bocca peccaminosa pronta a danzare con lui in quell’abisso chiamato inferno.
Dean aprì nuovamente gli occhi e si separò da lui avvertendo come musica celestiale il gemito di frustrazione del compagno.
Stavolta gli occhi di Sam non riflettevano un abisso senza fondo di incertezza, ma un dolore forse pari solo al suo.
L’ultima notte.
- Perché ora?- sussurrò Sam così impercettibilmente che Dean si sentì quasi accarezzare da quella voce.
Tirò su le labbra in una smorfia mesta e arrogante – Perché non ora?-
Si allungò nuovamente a baciarlo, quasi come se fosse scontato, un abitudine, ma stavolta Sam si ritrasse, ferito.
- Cos’è vuoi l’ultima scopata prima di schiattare?! Figlio di...-
- Sammy!- ringhiò Dean stringendo la presa – Io non voglio scopare!-
Lo sguardo ferito del fratello lo trafisse e con un fluido movimento agguanto in un solo gesto l’erezione del fratello – No eh?- sbottò irato – Vai a trovarti una puttana se vuoi trombare l’ultima notte!-
Perché Sammy non capiva?! Dean strinse i denti, cercando di dimenticare di avere la mano del fratello su di sé. Non ci riuscì. Ansimo e mosse i fianchi in avanti, incapace di mantenere un minimo di dignità.
Sam sbatté più volte le palpebre incrociando gli occhi imploranti di Dean dopodiché imprecò tra sé e si fece più vicino al fratello.
- Fesso!- ringhiò tra i denti mentre con due mani gli sbottonava i pantaloni.
Stava davvero succedendo?! Dean non volle domandarselo nemmeno,
Gemette incoerente quando la mano un po’ fredda del fratello attraversò la soglia dei boxer e lo afferrò con forza. Le dita si mossero subito con energia, lo strinsero, lo accarezzarono, vezzeggiarono ogni parte di lui e questi si sentì impazzire semplicemente. Si aggrappò a Sam come se fosse l’unico scoglio in un mare di lussuria e guaì il suo nome.
- Ti farò star meglio.- rispose lui in risposta.
Meglio? Stava per morire, allontanarsi da lui, perderlo. Meglio un corno, ma almeno...
Alzò gli occhi e lo baciò con passione e bisogno.
La testa deragliò verso oasi lontane, la mano di Sam era forte e decisa, nessuna esitazione, nessun tentennamento, e le sue labbra erano...sue.
Spinse i fianchi contro di lui a ritmo delle sue carezze e scivolò all’indietro finendo disteso sul letto.
Tremò e gemette con forza avvertendo l’orgasmo avanzare con prepotenza.
Inarcò la schiena e strinse i denti tendendo tutti i muscoli del collo in uno spasmo unico riversandosi con forza nei propri indumenti, quindi rilassò il corpo stremato.
Era venuto in fretta, ne era consapevole, ma non poteva farci nulla il solo pensiero che fosse Sammy il suo torturatore non valeva resistenze.
Respirò profondamente rialzando gli occhi esausti verso il fratello, ma il suo cuore si fermò notando quel desiderio represso sul suo volto, quello sguardo di lussuria e desiderio era impresso su di Sam a fuoco vivo.
Inghiottì a vuoto ed allargò il suo sorrido.
- Accaldato?- domandò allungando le braccia e iniziando a sbottonargli la camicia.
- Dean.- fece solo lui in avvertimento.
- E’ la mia ultima notte, Sammy. – lo rimproverò il maggiore con aria divertita – Lasciami giocare.-
Una risata sarcastica provenne da Sam che esclamò – Certo, ovvio, giocare.-
Dean lo afferrò salatamente per il collo e lo tirò a sé con forza facendo coincidere le loro labbra e riprendendo il bacio. Rovesciò le posizioni non appena il fratello si rilassò abbastanza da soccombere. Una volta sopra si beò della consistenza del suo corpo sotto di lui e tremò, nuovamente eccitato.
- Non dirmi che non ti piace, eh Sammy?-
- Fottuti!- replicò il minore subito zittito da mano scivolata audacemente sotto il suo cavallo.
Dean gemette frustrato – Cazzo, spogliati!-
- Anche tu sei vestito!- guaì il minore sulla difensiva.
- Che palle!- ruggì strattonandogli con poca grazie – Ma vedi se devo fare tutto io!-
- Se per questo non vedo perché dovresti proprio farlo!-sbottò ancora l’altro.
Dean si fermò di colpo e abbassò gli occhi sull’amato, sentendosi profondamene offeso – Se non vuoi basta dirlo.- disse, serio.
Lo sapeva che questo momento sarebbe arrivato.
Lo sguardo del fratello minore traballo sotto la crudele realtà, aprì più volte la bocca per dire qualcosa sempre ripensandoci infine soffiò: - Ma tu domani...-
Tu domani morirai.
Dean sentì scemare l’eccitazione improvvisamente. Si era forse illuso che il fratello lo desiderasse almeno in parte? La sua era solo pietà?
Del resto..cos’altro poteva aspettarsi? Era su quella che aveva puntato, principalmente.
- Va bene allora no.- disse ritirandosi e alzandosi in piedi. Sam gemette e si alzò mettendosi seduto.
- Dean...-
- Vado a cercami una puttana, come vuoi tu.- lo freddò il maggiore – Almeno non si lagnerà più di tanto.-
Il silenzio di Sam fu glaciale, come il suo – Bene!- rigido e rabbioso.
- Bene.- replicò Dean caparbio.
- Bene!- contestò nuovamente Sam.
Quindi Dean in pochi passi uscì dalla stanza.

Una volta fuori non sentì nemmeno l’aria gelida penetrargli nelle ossa come se fosse ghiaccio puro. Era ancora troppo eccitato per calmarsi. Alla fine gli serviva sul serio, una puttana.
Il solo pensiero di aver toccato il fratello, di averlo baciato, stretto....
Gli mancava il respiro.
Lui voleva solo Sam. Nessun’altro.
Si voltò di scatto e afferrò la maniglia ma prima che potesse aprire la porta queste era già abbassata e aperta. I due sguardi si incrociarono ansiosi e colmi di desiderio e non bastarono più le parole.
Dean si spinse in avanti e affogo tra le labbra di Sam come a soffocare, mentre lo spingeva nella stanza e chiudeva la porta alla sue spalle. Sam dal canto suo rispondeva con altrettanta forze e lo spinse con poca grazie contro la porta ormai chiusa.
Un brivido scorse lungo la schiena di Dean che avvertì il gelo della porta a pelle nuda, poichè Sam non aveva perso tempo e gli aveva tolto quell’unica maglia che aveva. Spogliarsi divenne indispensabile per entrambi e con varie torture cinesi e diversi interruzioni di baci passionali riuscirono a restare indifesi di fronte all’altro.
Si presero qualche attimo di pausa per riprendere il respiro e capacitarsi della situazione.
- Sam io...-
Un altro bacio interruppe Dean. Non volevano sentire parole, giustificazioni o spiegazioni. Era la loro notte.
Dean osservò il fratello con tutta l’attenzione che per ovvie ragioni non aveva potuto dargli in tutti quegli anni. Lo scrutò in ogni dettaglio, lo mangiò vivo come solo ora poteva fare.
Ogni movimento, ogni guizzo dei suoi bicipiti o dei suoi addominali...sì, lo voleva. Eccome se lo voleva.
- Però sto sopra io.- disse infine divertito.
- Cosa? No!-
- Sono il maggiore!- replicò.
Sam assottigliò lo sguardo quindi sembrò ponderare la cosa. Si morse un labbro, rovesciò le posizioni tirandosi addosso il fratello e restando lui, questa volta, spalle alla porta.
- ...cerca di non fare lo stronzo però.-
Dean pronunciò il suo ghigno e si avvicinò alla sua pelle - Mi conosci Sammy- soffiò con un bacio – Io sono stronzo.-
- Ma piantala!- ringhiò l’altro piegando la testa verso di lui e incastrando il viso del fratello sul suo collo. Rabbrividì sentendo il suo fiato sulla giugulare e gemette frustrato.
- Oh capisco.- lo sentì dire all’improvviso.
- C-cosa..?-
- Io prima mi sono divertito.- fece il maggiore accarezzando gli addominali scolpiti del fratello – Ma tu no...stai scoppiando vero?-
Sam fece un basso ringhio frustrato come a chiedere nuovamente silenzio.
- Tranquillo fratellino. Ci penso io.- sentì ancora Dean dire con soddisfazione mal celata.
Prima ancora che Sam si domandasse cosa avesse in mente il fratello questi si era inginocchiato. Il solo pensiero gli provocò un fremito e temette di venire solo di aspettativa.
- Non vorrai..!- tentò di protestate sebbene sentisse con tutto se stesso di volerlo, senza ragioni, senza resistenze.
Dean sorrise con sguardo di chi voleva, e l’avrebbe fatto.
Inghiottì a vuoto lasciando che accadesse, ma non si sarebbe mai aspettato che fosse....così.
Non era la prima volta che qualcuno glielo faceva, la sua ex ragazza era anche piuttosto abile, ma con Dean era tutto così diverso.
Dal primo bacio, dall’incapacità di lasciarlo andare...Lo voleva.
Voleva Dean con tutte le sue forze e non sapeva assolutamente come mai.
Forse era semplicemente il peccato che scorreva nelle sue vene, del resto lui era maledetto, prescelto di stirpe demoniaca. Ma non importava nulla di demoni, angeli, wendigo, spettri o spiriti.
Voleva stare con Dean...per sempre.
La bocca del fratello non era delicata con quella di Jessica, era più calda, più forte ed energica. La lingua birichina giocava con lui, lo torturava e Dean era un torturatore nato.
Non sembrava volerlo soddisfare sul serio, quello era più un gioco crudele in cui era caduto impossibilitato a rialzarsi. Come ora, che le gambe gli cedevano per via della debolezza e l’arrendevolezza del suo corpo.
- Dean..- fu sono un sospiro un gemito sottile e ansioso, poi la ragione lo abbandonò. Spinse i fianchi in avanti per scoparsi senza remore quella bocca viziosa e sentì il piacere esplodere in lunghi getti di soddisfazione. Continuò a scoparsi la cavità orare del fratello senza alcun freno finché non si sentì del tutto soddisfatto e solo allora scivolò in terra completamente esausto.
Ansante e con il cuore a mille quasi non si rendeva più conto di dove fosse, sapeva che c’era Dean con lui e che non c’era altro posto in cui voleva stare.
Alzò gli occhi e lo guardò come a scusarsi per il suo entusiasmo ma Dean posò la fronte sulla sua e attese,paziente che il fratello si riprendesse.
- ...Sammy. Se vuoi smettere dillo ora.- dichiarò il fratello chiudendo gli occhi e beandosi della vicinanza del minore – Perché non riuscirò a fermarmi...non posso. –
Sam sospirò ancora – Non azzardarti a fermarti, Dean. Non oggi...- replicò l’altro – Se ti fermi, ti uccido io, prima del tempo.-
Dean aprì gli occhi e annaspò alla ricerca di un briciolo di coraggio per continuare – Se solo tu sapessi quanto tengo a te...- confessò piano – Uno come me non può aspirare il paradiso, sapevo da sempre che sarei finito all’inferno, Sam. –
Sam inghiottì a vuoto recuperando gran parte dell’ossigeno che ancora gli serviva ma si sentì ancora morire. Baciò Dean e lo abbracciò come solo un innamorato poteva fare. Pregò che capisse, ma nel dubbio bastò una sola frase per eludere qualsiasi dubbio – Allora aspettami lì, ti raggiungerò.-
I fratelli tramarono dietro una certezza: si amavano, di un amore difficile e impossibile, ma fin troppo reale per poter essere ignorato.
Tanto sarebbero finiti all’inferno in ogni caso, uno per un patto, l’altro per nascita. Si sarebbero ritrovati lì, a che scopo quindi continuare a farsi remore?
- Ti amo, Sam. – confessò quindi Dean interrompendo per un attimo il bacio – Ti amo.-
- Baciami, imbecille.- replicò il fratello affogando nel desiderio ritrovato.

Una mano vagò lungo la pelle chiara di Sam con delicatezza. Dean non era un tipo da smancerie e dolcezze, ma non poteva rovinare quel delicato momento. Sam lo guardò qualche secondo prima di afferrare il ciondolo che il fratello portava fedelmente al collo e tirarlo per fargli aprire le sue volontà.
Baciami.
Dean eseguì. Posò le labbra su quelle del fratello e le lecco, le morse, le torturò come meglio gli piaceva. Erano sue, anche solo quella notte.
La mano raggiunse una coscia e la alzò piano, con le dita massaggiò la zone delicata della natica e restò piacevolmente sorpreso dalla facilità con cui Sam si lasciò andare eseguendo ogni suo comando.
Era un gioco dare, avere, concedere, pretendere...un equilibrio nuovo e precario.
Dean allentò la presa del bacio e guardò il fratello minore negli occhi come a volergli confessare ancora quella verità celata per anni.
Ti amo.
Nella sua mente non sentiva che quelle due parole sussurrati nell’inconscio.
Ti amo ti amo ti amo.
Così tanto che non poteva più fare a meno di lui.
Se fosse vissuto anche solo un giorno in più senza la possibilità di poterlo avere sarebbe impazzito, avrebbe preferito la morte.
Ed ora stava morendo e guardare ciò che aveva sempre avuto, avere la certezza di averlo..lo stava distruggendo.
Sam sembrò concepire l’inquietudine del fratello.
- Tutto bene?-
- Si.- mentì immediatamente Dean, fingendo un sorriso – Sei ben messo eh Sammy?- scherzò su – Quando eri bambino ce l’avevi così piccolo che pensavo non ti sarebbe mai cresciuto!-
Sam assottigliò lo sguardo e guardò altrove. Sapeva che il fratello reagiva sempre così, quando aveva paura. Si buttava nelle cose senza pensare, senza ragionare. Perdeva concezioni con la realtà.
Per questo motivo erano in quel preciso momento al punto in cui si trovavano, su un letto, nudi, con tutte le intenzioni di concedersi un'unica notte di completa libertà sui loro sentimenti.
- Tu invece sei sempre una mezza tacca.- replicò dopo un po’ abbozzando un sorriso.
- Hey!-
- E’ la verità!-
- Ma fottiti!- replicò Dean alzandogli la gamba con gentilezza.
Sam rise – Non stai per farlo tu?-
- Sammy!- rise Dean – Sei un vero porcellino.-
Le parole morirono in gola al minore non appesa sentì il membro del fratello toccargli le natiche. Non poteva vederlo, ma sapeva che a dispetto delle battute, meritava. E ora era dietro di lui, duro e caldo pronto a entrargli dentro. Tremò, ma non di paura. Si scoprì con una punta di vergogna voglioso di tutto ciò.
- Devo prepararti.- lo sentì quasi ringhiare di voglia repressa.
- Ti sei informato molto eh?- replicò l’altro stringendo la presa sul cuscino e girandosi un poco verso il fratello.
Dean sorrise e gli baciò brevemente le labbra per poi allontanarsi di poco, quando tornò dalla sua parte immediatamente sentì qualcosa di freddo e umido apprestarsi a lui. Si immobilizzò nell’attesa.
Due dita lunghe e affusolate giocarono qualche secondo intorno alla sua apertura prima di penetrare piano. Sam si morse un labbro, impensierito.
Non faceva male, era solo...strano.
Parecchio strano.
- Dean!- ruggì inspiegabilmente spaventato.
- Shh.- replicò il fratello dandogli un bacio sul collo – Passa..è solo l’inizio
Strano come il maggiore riuscisse sempre a tranquillizzarlo. Sam chiuse gli occhi e sospirò.
Aveva affrontato demoni e spettri senza batter ciglio e ora aveva paura di cosa..? Di tutto ciò che un uomo ha di più caro, nella sua parte più delicata?
Se era di Dean però...
Pensando al fratello dietro di lui i nervi del piccolo Sam si acquietarono improvvisamente. Era Dean, il suo amante. Andava bene così.
Nuovamente rilassato iniziò a sentire le dita in maniera differente, quasi piacevole. E poi sentì che erano troppo poche.
Ringhiò tirando indietro il bacino, volendo farle affondare di più. Gemette il nome del fratello, come ad implorarlo.
Dean sorrise sui capelli del fratellino e si strinse a lui.
- Sei un maledetto porcellino.- disse, divertito, per allentare la propria tensione. Tolse le dita, ignorando il gemito frustrato dell’altro, poi portò la punta del pene alla sua apertura e iniziò a penetrarlo. Prese un profondo respiro, avvertendo l’aria mancare e quindi la forzò, lentamente.
- Dean!- sentì il fratello gemere.
- Oh cielo Sam.- rispose lui entrato di poco – Cazzo se sei stretto!-
Sam rispose solo con un basso mugugno.
Il cuore era impazzito ed il nuovo dolore era facile da gestire, quasi nulla viste le pallottole che si era sorbito e tutte le botte.
Ansimò e si spinse contro il membro duro di Dean, provocandogli un tremolio pronunciato.
- Sta fermo!- ruggì lui – O finisce tutto subito.-
- Muoviti.- fu l’unico commento del fratello.
Detto fatto. Dean sorrise nuovamente sulla pelle del fratello, baciandola di quanto in quanto come promemoria della dolcezza che voleva trasmettergli.
Si spinse in lui finché non fu del tutto dentro, poi attese che gli saprmi di Sam cessassero ad indicare la ritrovata abitudine. Contò i secondi.
Quando sentì Sam pronto per lui non si fece ripetere due volte l’implorazione di piacere che provenne dall’altro. Iniziò a muovere i fianchi con sempre più velocità fino a scoparselo come se non ci fosse un domani.
E non c’era effettivamente.
Con un colpo di reni si mise in ginocchio, obbligando il fratello a mettersi carponi quindi continuò la sua feroce corsa verso il piacere.
Le spinte erano marcate e mirate al piacere di entrambi, Sam vibrò visibilmente quando lo sentì sfiorare quel punto magico che non sapeva di avere. Oddio se era bello...
- Dean!- lo implorò in un urlo. Dean eseguì.
Mirò le spinte e nel mentre si beò del bollente interno del fratello che per anni aveva agonizzato tra il sogno e la veglia.
Cacciò fuori quasi completamente il membro per poi inserirlo ancora, con più forza,sempre più profondamente, quasi nella speranza di fondersi in lui di penetrargli fino alle ossa e di diventare un tutt’uno.
E quando l’orgasmo sopraggiunse gli parve che il proprio desiderio divenisse realtà.
Inferno e Paradiso si fusero in una beatitudine che non credeva raggiungibile da un corpo umano.
Così era così quindi, fare l’amore con la persona che si amava.
Continuò a spingersi in lui mentre veniva, godendosi ogni istante in più.
Spinse ancora. E ancora. Finché non sentì Sam invocare il suo nome e inarcare la schiena verso di lui.
Poi si accasciarono sul materasso e le lenzuola umide.
Dean restò addosso a Sam per qualche minuto, stanco e soddisfatto, mentre l’altro si beava ancora un po’ del calore del corpo del maggiore.
- Ti amo Sam.- sentì solo Dean sussurrare con la sua voce gentile, prima di addormentarsi.

Il sole accarezzò le persiane lasciando intravedere una bellissima giornata. Sam aprì gli occhi pesanti e, immediatamente, cercò il fratello nel letto.
Ma Dean non c’era più e la consapevolezza gli gelò le vene.
- Dean!- scattò in piedi. Ma del fratello nemmeno l’ombra.
- Dean...- Sussurrò piano sentendo fin troppo velocemente il calore del corpo del fratello andare via.
Dean non c’era più...
Si rigirò nel letto, consapevole che non poteva fare più nulla, strinse le lenzuola ed i denti ricacciando indietro le lacrime.
Era finita così, senza nemmeno un addio.
- Dean.- sussurrò ancora piano, invocando il suo nome.
Chiuse gli occhi e cercò di riafferrare il suo sogno, un amore finalmente confessato, un dolore e un piacere assoluto.
La vera felicità.
Si crogiolò tra le lenzuola che ancora emanavano il suo odore quasi nella speranza di svegliarsi ancora e di scoprire che era solo un incubo.
Credeva di essere abituato all’idea ma non poteva aspettarsi tanta sofferenza.
Invocò ancora il suo nome, più volte, tra le lacrime e ogni volta che apriva gli occhi lo cercava tra le lenzuola.
La terza volta afferrò qualcosa di sottile e ruvido che riconobbe immediatamente. Fu in quel momento che qualcosa cambiò.
La sofferenza scemò pian piano diventando infida e sottile, ma sopportabile.
Sam prese il ciondolo che aveva regalato a Dean quand’erano bambini e se lo mise al collo.
Per quanti anni Dean aveva portato con sé quella collana come suo tesoro? Tutta la vita.
Non lo aveva tolto mai, proprio mai. Era lì la sua anima.
Singhiozzò e prese un profondo respiro quindi si alzò.
Doveva andare a caccia e vivere quella schifosissima vita che il fratello aveva pagato con la sua.
E ricordare il suo unico amore, finché non si sarebbero ricongiunti tra le fiamme dell’inferno.


 
 
 
 
 
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