Insicurezze

Mar. 3rd, 2019 10:47 pm
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Titolo: Insicurezza
Cow-t 9, Quarta settimana, M1.
Prompt: Rivelazioni
Numero parole: 2019
Rating: Verde
Fandom: Harry Potter
Insicurezze


Se dopo cinque mesi di lontananza Harry credeva di aver trovato Draco Malfoy già molto incinto per i suoi gusti, col passare del tempo si era ritrovato a ricredersi. Nei restanti mesi era letteralmente lievitato, pur restando magro per il resto del corpo donando al suo corpo una protuberanza così atipica che doveva ammettere con un certo dispiacere di trovarlo ancora strano.
Un uomo era incinto e quel frugoletto in arrivo e lui avvertiva i rimorsi di coscienza nel avvertire dentro di lui che qualcosa non concordasse con la più basilare logica.
La prima volta che erano stati insieme era stata improvvisa e inaspettata, la seconda volta una consapevolezza più che una scelta: voleva stringerlo di nuovo tra le sue braccia a prescindere di tutto e tutti.
-Draco.- soffiò un pomeriggio dopo essere uscito prima da lavoro per raggiungerlo a manor munito di provviste su ogni sorta di voglia avuta e pure su possibili voglie future.
-mh?-
-Come ti senti?-
Draco lo aveva guardato, seduto sulla poltrona con un libro in mano. Aveva il libro appoggiando sull’enorme pancia e sembrava seccato da quella domanda.
-Come una mongolfiera, grazie per averlo chiesto.-
Un po’ lo sembrava, pensò Harry in colpa, ma non poteva dirlo.
Merlino, si apprestava ad essere un marito orribile…
Ingoiò il rimorso e si avvicinò per rubargli un bacio leggero sul labbra, bacio che restò glaciale.
Draco non era di buon umore. Beh, non lo era per ovvie ragioni, lui più di entrambi era quello che non avrebbe voluto mai scopare con un vecchio compagno di scuola e ritrovarsi incinto, soprattutto perché non era normale su ogni punto di vista, ma oggi sembrava non essere di buon umore per ulteriori e sconosciuti motivi.
-Massaggio ai piedi?- domandò in extremis, con un sorriso gentile.
Il suo ragazzo alzò gli occhi dal libro solo un secondo prima di riabbassarli –Sto bene, Potter.- disse, freddamente – Puoi anche andare via. Me la cavo benissimo da solo.-
-Stai cercando di litigare.- realizzò. Non era la prima volta. Ogni tanto i nervi del padrone di casa erano talmente tesi che sentiva il bisogno di litigare e ogni scusa era buona per aggredirlo. Le prima volte era caduto nel tranello, era anche andato via sbattendo la porta per poi tornare due secondi dopo consapevole di essersi comportato come un cretino, poi Hermione gli aveva svelato l’arcano: pazienza, era la parole giusta.
-Non sto cercando di litigare.- lo freddò immediatamente –Sto cercando di non vomitare. Puzzi, Potter. –
D’istinto, Harry provò ad annusarsi –Oh.-
-O ti fai una doccia, o te ne vai.-
-Non dovresti più avere le nausee mattutine.-
-Ho le nausee normali di una persona che non può avere un compagno che puzza.- disse, girando la pagina.
Harry sospirò gravemente –Vado a casa a fare una doccia, torno entro un’ora.- soffiò –Se c’è bisogno…-
Draco fissava ora le pagine come se cercasse di capire il significato di una parole precisa –sì, lo so.-
Mentre entrava nel camino della sala, per qualche ragione, Harry si sentiva come se stesse sbagliando tutto, ma prese lo stesso la pozione e svanì.

Harry si sentiva in torto praticamente sempre: per trovare la situazione strana, per odiare il fatto che una persona che era evidentemente stressata se la prendesse con lui, per odiare di sentirlo distante.
Questa faceva particolarmente male.
Era vero, la loro storia era passata da un gioco molto appassionante a un rapporto di assenze e incomprensioni.
Sembravano due corde scordate di chitarre completamente diverse, distanti e per nulla adatti a stare insieme…
Ma Harry si presentava da lui ogni giorno, nonostante ciò, stringeva i denti nonostante ciò, si forzava a restare nonostante ciò.
- Il bambino non è ancora nato.- soffiò Draco non appena varcò di nuovo la soglia.
- Vorrei ben sperare, è ancora presto.- replicò Harry sedendosi al divano accanto alla sua poltrona. Nella sala c’era solo il rumore della pagine sfogliate e lo scoppiettio del fuoco.
- Dammi i piedi.- disse facendo pat pat sulle proprie ginocchia – Ti faccio un massaggio.-
Draco alzò lo sguardo e lo guardò, senza capire, poi sembrò tentato. Tentato di ribattere qualcosa acidamente e allo stesso tempo, volenteroso di ricevere quella coccola. Decise che tutto sommato che Harry doveva restare lì, tanto valeva che si rendesse utile.
Aveva le caviglia gonfie, pensò mentre iniziava a massaggiarli, era normale in gravidanza. Nel tempo, aveva iniziato a mettere insieme informazioni su cosa fosse normale o meno durante la gestazione, e aveva iniziato a analizzare i comportamenti e i cambiamenti nel proprio partner, un po’ per essere preparato un po’ per riuscire a mettere insieme i pezzi di quelle realtà.
Draco chiuse il libro con uno scatto e lo guardò, infastidito.
- Perché vieni qui se non ci vuoi stare?-
Harry alzò gli occhi confuso – Come?-
- Oh, andiamo!- esclamò l’altro serrando la mascella – Stiamo per avere un figlio, direi di essere sinceri una volta tanto. –
- Non so di cosa tu stia parlando.-
- Mi trovi disgustoso.- tagliò corto il biondino con un sopracciglio alzato. Non era un insinuazione, ma una cognizione di causa.
Harry schiuse le labbra per poter ribattere ma Draco insistette – Non dobbiamo stare insieme per forza.-
- Mi stai lasciando?- domandò Harry, confuso.
- Siamo mai stati insieme in primo luogo?- replicò l’altro piccato – Vieni qui, quasi nemmeno mi guardi, sembri voler essere altrove e poi vai effettivamente via.- replicò – Direi che la situazione è abbastanza chiara.-
Harry sbatté tre, quattro, cinque volte le palpebre senza afferrare gli eventi. Poi capì cosa stava succedendo; insicurezza.
Tutte le sue, quelle che aveva cercato di ignorare erano invece state evidenti e si erano ripercosse su ogni aspetto della loro relazione.
- Hai ragione.- disse e Draco sviò lo sguardo per non permettergli di vedere quanto quelle due semplice parole lo ferivano. Provò a tirare via i piedi, ma Harry se li tenne stretti, riprese anche a massaggiarli, con più forza e convinzione di prima – Hai ragione, dovrei trasferirmi qui.- disse.
Draco tornò a guardarlo e i suoi occhi si assottigliarono rendendo lo sguardo affilato – Non fare finta di non capire.-
- No, ho capito.- replicò Harry subito - Ho capito quello che vuoi dire, ma in tutto quello che hai detto non ho sentito le parole “non ti voglio qui”. Quindi ti informo che, a meno che, tu non mi voglia effettivamente cacciare, non me ne andrò.-
- Non rigirare le frittata, Harry.- replicò Draco mentre l’altro dedicava particolarmente attenzione alla pianta del piede che a giudicare dalla smorfia che fece sembrava davvero tesa.
- Non…- Draco esitò – Non ti impedirò di vedere il bambino. Non serve che ti sforzi tanto.-
- Tu mi vuoi qui sì o no?- replicò Harry.
Draco esitò, visibilmente – Non così.- replicò allora.
- E cosa vuoi?- domandò subito l’altro.
Draco si accarezzò la pancia e quel gesto fece sentire Harry di nuovo a disagio.
- Cosa voglio?- echeggiò la voce di Draco piano – Voglio che non mi guardi così.- ammise – Ti disgusto, Harry. Non riesci nemmeno a fingere che non sia così.-
- Non mi disgusti.-
- A me sembra proprio disgusto.-
- Non lo è.-
- Ah sì? E cos’è allora?Odio? Ribrezzo?-
Harry smise di massaggiare i piedi e strinse le labbra – Ascolta,- soffiò – Nella mia vita mi sono dovuto abituare a molte cose strane e non è stato semplice come sembra. – lo guardò, e i suoi occhi si fissarono sul pancione – Lì dentro c’è nostro figlio, e sì… è incredibilmente strano. Assurdo, per dire. E’ da un mese che sono qui e non riesco a concepire che lì dentro ci sia un bambino. – scosse la testa – Se tu avessi solo acquistato peso, non avrei avuto alcun problema, ma che lì dentro ci sia una vita… è strano per me da concepire. Tutto qui.-
- … Tutto qui?- scattò Draco tirando via i piedi e mettendosi dritto sulla seria, per riuscire ad avere un minimo di autorità – Hai idea di cosa si provi a avere questo pancione e sentire questa cosa muoversi dentro di me?-
Harry lo fissò e Draco continuò – Fa paura. Non è normale e non so come facciano le donne!- si posò una mano sulla pancia – Non penso che loro debbano affrontare l’assurdità di questa situazione, a sentirsi così…. Sbagliato.- esitò, la sua voce tremò, come se cercasse di trattenere le lacrime – E vedere te giudicarmi, non aiuta affatto.-
Harry capì che non era l’unico a dover venire a patti con la situazione, a non sentirsi a proprio agio e non era di certo quello che doveva sentire quel bimbo muoversi tra le sue viscere.
Il disagio, era una cosa che condividevano, e questo, lo rassicurò come se s fosse svegliato da un incubo. E ora, era suo compito rassicurare lui.
Si fece vicino e poggiò una mano sulla sua pancia – Mi dispiace.- soffiò – E’ normale come ci sentiamo, nessuno dei due si aspettava una cosa simile, ma mi rifiuto di non esserci e di non affrontarlo insieme.-
- Ma…-
- Scopriremo insieme come affrontare questa cosa.- insistette.
Draco sviò lo sguardo per evitare di fargli vedere gli occhi rossi, Harry si allungò per rubargli un bacio e si rifiutò di relegarlo a quell’asettico contatto a cui si erano abituati. Insistette nel lambirle e, dopo un eterno momento di incertezza, sentì Draco sciogliersi.
Due attimi dopo un bacio nuovo e coinvolgente li colse alla sprovvista, come se tutto fosse scivolato via.
Per un attimo, Harry dimenticò dell’enorme protuberanza che avevano tra loro, dimenticò perfino ogni sua paura. Ricordò solo di quanto desiderasse l’altro. Si fece avanti e sobbalzò quando, schiacciandosi sull’altro, si ritrovò scacciato dall’enorme addome. Guardò il pancione e sbuffò.
- Posso già odiare un po’ nostro figlio?- domandò.
- Mettiti in fila.- replicò Draco.
Ridacchiarono, addolciti dalla situazione. Harry gli accarezzò i capelli prima di rubargli un altro bacio – Io e te dobbiamo parlare.- soffiò – Non possiamo continuare a tenerci le cose o… sparire.-
-Ancora me lo rinfacci? –
- E’ per chiarire.- insistette – dobbiamo confrontarci, altrimenti non potremo mai avere una relazione sana. Perché io voglio avere una relazione sana Draco, voglio stare con te.-
Gli occhi grigi dell’altro lo studiarono e la domanda successiva lo lasciò perplesso – Perché?-
-Come?
-Perché.- soffiò – Del resto abbiamo fatto sesso due volte in croce, non puoi certo amarmi.-
Harry alzò un sopracciglio e abbassò gli occhi sul pancione per poi rialzarsi e con essi un sopracciglio. L’altro arrossì.
- … non hai mai detto di amarmi.- corresse allora.
Oh, ecco quel’era il problema. Harry gli prese il viso tra le mani e riprese a baciarlo fino a che l’aria glielo concedeva, poi soffiò, a due centimetri dal suo viso –Certo che ti amo.- si dichiarò –Non ti libererai di me, non vado da nessuna parte.-
-Ma…
-Chiedo a Ron e Hermione di portarmi le mie cose. – insistette – Prenderò un congedo di paternità, resterò qui.-
-Non puoi lasciare tutto.-
-Sì che posso.- replicò – Noi due abbiamo bisogno di un po’ di tempo da soli prima che arrivi questo mostriciattolo piangente a toglierci il sonno. – poi fece l’occhiolino.
Draco alzò le mani e iniziò a pettinargli i capelli ancora umidi dalla doccia.
-Spero non abbia i tuoi capelli.- mormorò divertito – Potrei impazzire nel metterglieli a posto.-
-Spero non abbia…- lo guardò con attenzione – No, non trovo nulla che non mi piaccia di te.-
-Mi stai lusingando.- lo accusò gentilmente.
-La smetto?-
-No, anzi. Continua.- sorrise.
Harry gli rubò un altro bacio. Tornarono seduti ognuno nelle proprie posizioni, Draco tornò a leggere il libro e l’altro a massaggiargli i piedi doloranti. Per molto restarono in silenzio, godendosi la rinnovata allegria che riempiva l’aria.
In pochi giorni il trasferimento fu completato, e Harry annunciò la sua paternità a lavoro per poter usufruire delle ferie.
I due innamorati attesero l’arrivo dei pargolo per un tempo che parve infinito.
Nacque ad aprile e fu un bellissimo ometto.
E non appena lo videro, se ne innamorarono perdutamente.


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