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[personal profile] macci

Prompt: A friend asks only for your time, not your money.

parole: 515

 

Ginevra e Ermenegilo erano amici di vecchia data. Quasi fratello e sorella. Cresicuti insieme dagli albori della loro nascinta. Ermenegildo nascondeva un segreto, sin da quando aveva 3 anni, era innamorato perso di Ginevra. E lo dimostrava essendo per lei presente.

Sfortunatamente, Ginevra ea una di quelle persone che non capiva che qualcuno gli andava dietro nemmeno se metteva i manifesti.
Letteralmente qualcuno ci aveva persino provato, imitando Love Actualy, ma non c’era stato verso. Lei aveva sorriso e aveva espresso solo un grande divertimento epr il gesto.
Questa era Ginevra.
Per quanto strano, era intelligentissima, aveva solo un problema a capire i sentimenti umani. Con pazienza Emernegildo le spiegava sempre ogni cosa, aveva persino studiato psicologia solo per poterle spiegare meglio i sentimenti umani.
A vederla ora, era chiaro che lei soffrisse di una qualche forma di autismo e, come ogni donna, era molto brava a mascherarlo, ma ora che si era laureato in psicologia riusciva a vedere tutti i sintomi.
Non glielo aveva mai detto, però. Non perché volesse tenerglielo segreto o altro, ma perché senza testarla non aveva certezze e non poteva certo avanzare ipotesi. Non voleva spaventarla o ferirla. Voleva solo amarla.
Tuttavia, da circa un mese, le cose tra loro era cambiate. Ginevra si era avvicinata ad una ragazza di nome Melinda e, così come nella loro amicizia, ginevra le stava dando tutta sé stessa.
Era una cosa che faceva; dedicarsi alle cose con anima e corpo, spesso dimenticando la cosa precedente.
Avrebbe voluto non sentirsi geloso, avrebbe voluto non odiare quella ragazza, avrebbe voluto non sentirsi la persona più meschina del mondo e pensare ai modo di come far finire quella amicizia.
Ma era umano.
Ed era abbastanza consapevole che provare quei sentimenti fosse normale, e agire per ammortizzarli era l’unica cosa che doveva fare: razionalizzare, analizzarli, amalgamarli, accettarli.
Un giorno tornò a casa e trovò Ginevra seduta sulla staccionata, il viso basso, gli occhi rossi.
« Che succede? » le fece, preoccupato.
Lei alzò gli occhi solo un attimo per poi riabbassarli. Nuove lacrime solcarono il suo viso e lui si avvicinò repentinamente per pulirgli le guance.
« Gin… »

« Voleva solo i miei soldi. » riuscì a dire con un filo di voce « che le comprassi cose… non voleva davvero essere mia amica. »
Non poteva nascndere una meschina parte di lui che fu felice della cosa. Era troppo potete.
Aveva avuto ragione. Aveva avuto il premio.
« Un vero amico vuole solo il tempo, non i tuoi soldi. » mormorò, prendendola tra le braccia « e tu hai me. »
Ginevra si strinse tra le sue braccia e annuì.
« Io ho te. »
« Tu avrai sempre me. »
Lei quasi rise, mentre strofinava il naso moccioloso sulla sua camicia « tu ci sei sempre per me. E’ questo essere amici? »
« Anche. Ma io vorrei essere anche qualcosa idi più. Ti amo. Mettiamoci insieme. »
Lei restò immobile tra le sue braccia, poi annui silenziosamente.
« okay. »
« Ci servono altre parole? »

« Ma non ho più parole… »
« proviamo ancora a insitere. Qualcosa verrà »
« Ti viene altro in mente? »
« nope. »
« nemmeno “ti amo anche io”? »
« ah sì giusto. Ti amo anche io. »

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