Mar. 4th, 2020

macci: (Default)
Note:
Prompt: L’Invisibile Sexy Boutique
Parole: 34000
Come l’ho utilizzato: Draco tenta di fare amicizia con Harry perché vorrebbe che da cosa nascesse cosa. Ma non va.
Finché Ron non gli tinge i capelli rosa shocking per scherzo con una pozione comprata all’Invisibile Sexy Boutique. Questo scherzo da parte dell’amico, fa credere a Harry che forse forse da cosa può nascere cosa.
La lista dei desideri

Tutto quello che posso fare è osservarlo. A dirla tutta, mi è proprio impossibile evitarlo.
A volte il mio sguardo scivolava su di lui mi ritrovo a pensarlo e allora lo certo, tra la folla o a lezione, o in sala grande.
Odio che sia il mio dannato punto di riferimento. Ho provato a concentrarmi sulle cose di lui che non mi piacciono, i suoi occhiali per esempio.
Perché continua ad indossare una montatura così stupida nonostante abbia scoperto di non essere poi così povero?
Perché insiste nel non fare nulla per quei capelli assurdi che si ritrova? Nemmeno ci provava.
Che più? Oh, sì.
Odio il fatto che per lui non sono che un’ombra. Una figura da vedere con la cosa dell’occhio. Aveva provato, negli anni, a cercare di entrare nella sua orbita, fare in modo di ottenere un po’ di importanza…
A pensarci ora, sono stato davvero patetico.
Credevo di volerlo fare perché tutti lo osannavano senza un motivo, o perché si era rifiutato di diventarmi amico o perché ero geloso del fatto che vivesse avventure di cui tutti poi parlavano per mesi, e quella dopo era sempre più avvincente e ancora di più sulla bocca di tutti.
Non ce la faceva proprio a starsene buono e non brillare.
Quanto lo invidiavo…
Ma non era quello il motivo. Forse all’inizio. Ma poi, per me, quel mondo che girava intorno a lui era diventato lui.
Lui era ovunque. Perfino nei miei sogni.
E lo odiavo. Odiavo amarlo.
E i due sentimenti erano diventati un ammasso dentro di me, un ammasso denso, confuso e pesante nel petto. E diventava sempre più denso, confuso e pesante ogni volta che i miei occhi tornavano a guardarlo.
Quel peso mi toglieva il respiro. Era troppo confuso, troppo complicato, troppo difficile da gestire, perfino da capire.
Quasi per caso, mentre ero chino sui compiti e la mia testa andava altrove, mi sono ritrovato con un foglio bianco innanzi e la voglia impellente di fare ordine nella mia testa.
Ho scritto le cose che vorrei, dalle più banali, come stupide ed è stato come rompere una diga. Prima di rendermene conto avevo disperatamente scritto di volere ogni cosa, di volere lui.
E quel peso si era fatta strada in me, non pesandomi più sul petto ma rendendo il mio intero corpo completamente arreso alla gravità.
Avevo finalmente espresso i miei sentimenti e sembrava giusto, e sembrava sbagliato.
Perché ora che avevo finalmente messo un punto a quelle sensazioni…
Erano diventare reali.
Ho nascosto la lettera. Un giorno la brucerò.
Non ora. Per ora, ancora non riesco a rinunciare a questo desiderio.
Per ora… è diventato parte di me.
__


Vorrei non riempirti d’insulti solo per elemosinare la tua attenzione.
Vorrei salutarti ed essere ricambiato.

Vorrei....

- Draco dobbiamo parlare. - mi fa Pansy, con aria solenne, dopo essersi avvicinata circospetta. La osservo con un piglio interrogativo mentre metto giù il grosso tomo che ho davanti.
- Di cosa? - chiedo quindi, stupito dal tono grave con cui mi ha parlato.
Lei si guarda attorno furtiva, poi si siede accanto a me e inizia a scavare febbrilmente con una mano dentro la tasca. Quando la tira fuori, tra le sue dita vi è artigliato un piccolo foglietto ingiallito.
Aggrotto le sopracciglia confuso - Cos’è? - mi ritrovo a domandare.
Il suo sguardo è tagliente, e la cosa mi fa scorrere un brivido lungo la schiena. Scruto ancora il foglietto prima di decidermi ad afferrarlo.
Ha qualcosa di familiare, ma non capisco propria cosa....
Oh, cazzo.
L’adrenalina mi invade, mentre cerco di mantenere il sangue freddo.
- Cos’è? - ripeto tuttavia, in modo molto poco convincente.
- Lo sai. - mi fredda.
- Non ne ho proprio.... -
- Draco! -
I suoi occhi scuri mi gelano le vene, mentre un altro brivido intenso mi scombussola.
- Posso spiegare. - tento poco efficacemente. - Posso! Davvero! -
- Spiegami perché scrivi lettere d’amore a Sfregiato. - soffia lei, quindi.
- ....non è una lettera d’amore! - tento di ribattere debolmente, sebbene sia negare l’evidenza. - Io non.... -
Ma una mano su Pansy si alza per impedirmi di continuare.
- L’ho trovata una settimana fa, Draco. - mi fa seria.
Un settimana fa?
- E allora perché solo adesso.... - tento ancora di dire.
Lei non risponde, abbassa la mano e lo sguardo - Voglio solo sapere se è vero. -
Se è vero che quest’amore mi lacera?
Sì, maledizione, sì.
Chino la testa e annuisco piano, perfettamente consapevole di averla delusa.
- Ti prego, non dirlo a nessuno. - tento di nuovo - Se si sapesse, io.... -
- Non è questo il punto. - mi blocca improvvisamente infervorata - Draco, sono o non sono la tua migliore amica? -
- Certo che lo sei. - mi affretto a rispondere.
- E allora perché non mi hai mai detto nulla? -
Assottiglio lo sguardo, colpito - Vuoi l’elenco o ti basta la versione sintetica? - soffio amareggiato.
Forse perché lui è Harry Potter o perché è un Grifondoro, o forse semplicemente perché è un ragazzo.
Temo ciò che potrebbe pensare adesso di me la mia amica che, con occhi indecifrabili, studia la mia totale remissività.
- Draco.... - mi fa piano. - Come hai intenzione di procedere? -
Resto qualche secondo allibito a quella domanda, non comprendendola.
- Eh? - mi viene da esclamare infatti.
- Con Potter. - replica accondiscendente - Cosa intendi fare? -
- Ma che razza di domanda è? - ringhio amareggiato, affondando nel divano. Lei sembra guardarmi in apprensione.
- Intendi davvero continuare così? - chiede quindi, serie.
- Così come? -
- Continuare a guardarlo da lontano senza mai provare ad avvicinarlo. -
La guardo sorpreso, tuttavia la risposta è perfino ovvia.
- E cos’altro potrei fare? - obietto infatti in un sospiro.
- Dimenticarlo....? - riprende lei.
Come se fosse facile....
Più provavo a dimenticarmi di lui, perfino della sua esistenza, più mi ritrovavo a cercarlo con con gli occhi o a pensare a un suo sguardo rivolto a me.
- Credi che non ci abbia tentato? - scatto, frustrato.
- ....o potresti provarci. - offre in alternativa, improvvisamente. I miei occhi saettano su di lei.
- Come? - faccio piccato.
Pansy abbozza un sorriso, ma non è nulla di gioviale. C’è infatti, in esso, una malinconica assoluta.
Devo farle proprio pena, incatenato in questa cosa senza futuro.
- Vorrei salutarti ed essere ricambiato. - recita un pezzo della lettera che conosco a memoria sebbene non l’abbia letta che quella volta. - Potresti iniziare da qui. - mi fa ancora.
Non capisco.
La guardo assorto e confuso, cercando di decifrare le parole le sue parole.
Deve aver capito la mia perplessità perché riprende a parlare.
- Questo è ciò che desideri, no? - chiede. Mi ritrovo ad annuire meccanicamente.
- ....Perché non realizzarlo? -
Vuole l’elenco anche contro questa balzana idea?
- In fondo, cosa ci perdi? - tenta ancora di convincermi.
- ....Ne vuoi di elenchi oggi. - sbotto scuotendo la testa - Mi ci vorrà una vita per scriverli tutti. - sospiro.
Lei mi fissa per lunghi secondi con sguardo indecifrabile, poi con serietà afferma - Secondo me sbagli. - Poi, come se nulla fosse, va via.
Realizzare i miei desideri? Ma si rende minimamente conto di quanto siano folli? Potter non mi tratterebbe mai come un suo amico, figuriamoci altro.
Mi prendo la testa tra le mani. Perché diavolo non ho bruciato quella dannata lettera?
Semplice.... non ci sono riuscito.
Era una parte di me che fino a quel momento non ero riuscito a mettere a nudo, ad accettare. Almeno, non fino a quella stramaledetta sera in cui, in uno sfogo momentaneo, non avevo scritto quelle righe.
Ma mandarle a Potter è fuori discussione, e realizzarle ancora di più.
Pansy è perfettamente consapevole della mia condizione! Con che coraggio può avermi proposto una cosa simile?
Pensarci mi fa male. Mi sento male.
Quest’amore non voluto mi ha sempre fatto soffrire e mi soffoca.
Potter non sarà mai mio per quanto lo desideri, è una gara persa in partenza....

Sono trascorsi due giorni e, ogni volta che mi fisso a guardarlo o che lo cerco tra la folla, Pansy mi lancia un’occhiata allusiva e mesta.
So benissimo da me che è un comportamento infantile e stupido, ma non ci riesco, il mio corpo si muove andando alla sua ricerca.
- Per quanto ancora continuerai così? - mi fa a pranzo dopo l’ennesima sbirciata furtiva.
- Una volta finita la scuola mi passerà. - ribatto. Me lo ripeto da una vita, inizio a chiedermi se succederà davvero.
Lei mi guarda con quello sguardo colpo di pietà e sospira.
- Draco io ti voglio bene. - esclama come se fosse una cosa scontata - Fino a una settimana fa mi chiedevo perché attorno a te ci fosse sempre un alone di malinconia.... Con quella lettera ho capito tutto. -
Dove vuole arrivare?
La osservo confuso e capisco.
- Non ho nessun fottutissimo alone malinconico! - rimbeccò. Accidenti all’intuito femminile! Credevo di riuscire a dissimulare bene....
- Draco.... - mi fa comprensiva.
- E anche se fosse.... - riprendo - mi passerà. È una cosa passeggera, magari non è neanche.... - ....amore.
Questa parola....
Ogni volta che la ripeto, o anche solo la penso, mi provoca uno strano gorgoglio allo stomaco e subito mi viene in mente lui.
Li associo inevitabilmente, come se fossero fusi insieme.
- Non sei ancora stanco? - mi fa quindi Pansy con sincero dispiacere, prima di alzarsi e tornare a lezione.

Non so cosa dire. Davvero non lo so....
Resto in silenzio mentre, ancora una volta, i miei occhi saettano su Harry.
Se fossi nato con i capelli rossi e le lentiggini avrei avuto certamente più chance. Odio Weasley così tranquillo in sua presenza, come se desse per scontata la sua amicizia.
Perché? Cosa la donnola più di me?
So di non accettare nessuno accanto a lui, proprio non ci riesco.
Vorrei uccidere tutti e restare solo noi due, così da impedirgli di osservare altro.
Solo io e lui....
Mi fa male il cuore.
So che non si può morir d’amore, ma può far così male da volerlo desiderare.
Alzo gli occhi su di lui proprio mentre un sorriso particolarmente sbarazzino gli si dipinge sul viso. Deve star architettando qualcosa.
Lui così gentile con tutti, così aperto, così sociale....
Cosa ci farebbe mai con me? Io uso la gente, nient’altro. L’unica che riesce a starmi vicino, vicino davvero, è Pansy.
La verità è che sono dovuto diventare per lui un nemico perché era l’unico ruolo rimasto, come in un’opera teatrale. È quella la parte che mi è stata assegnata dal fato, anche se è servita per partecipare.
Però....
Sono davvero soddisfatto?
No. Proprio no.
Cosa voglio?
Vorrei è un verbo condizionale, sta a indicare qualcosa che si desidera, ma che non si può ottenere.
L’Erba Voglio non esiste, nemmeno nel mondo dei maghi.
Quindi qual è la differenza?
Vorrei e Voglio.
Vorrei, desiderio.
Voglio, imperativo.
Io non vorrei Harry Potter. No, non mi basta.
Io.... lo voglio.
Quasi come un richiamo, come se mi avesse ascoltato, le iridi verdi del mio sogno proibito si fissano su di me. È solo un istante, poi torna a parlare con il suo migliore amico.

Non sei ancora stanco?

Sì, Pansy, lo sono.
Ma cos’altro posso fare?

Vorrei salutarti ed essere ricambiato....
Potresti iniziare da qui.

Da qui.
Dall’inizio, dalle cose semplici. Iniziare.
Prima che me ne renda conto sono in piedi a rincorrere la mia amica e, quando la intercetto, la raggiungo e le afferro il braccio per farla voltare verso di me.
- Va bene. - quasi urlo - Va bene, iniziamo. -
- Iniziamo? - mi domanda Pansy, mentre un sorriso le si dipinge sul viso, mordace.
- ....la conquista. - asserisco - Lo voglio. -
La mia voce è ferma, determinata, quasi capricciosa.
- Sarà difficile. - mi fa.
- Lo so. -
- E ti servirà aiuto. -
- ....per favore. -
Sorride, orgogliosa come non mai - Va bene. - dice prendendomi sotto braccio - Vediamo cosa si può fare. -
Del resto.... sono sempre stato viziato, no?
Ottengo tutto quello che voglio....
E voglio lui.

__

- Tu mi amerai! - esclama Pensy compiaciuta.
- Perché dovrei fare una cosa così masochistica? - rimbecco io stranito da quell’entrata in scena.
Lei si accomoda trionfante accanto a me.
- So tutti i suoi spostamenti odierni! - esclama – E se ci saranno dei cambiamenti avremo in tempo tempestivo la notizia. -
La guardo ancor più stranito – E di grazia... - soffio pacato – Come diavolo saresti riuscita ad avere queste informazioni? -
- Amami e basta. - sbotta Pansy altezzosa – Non mi è possibile rivelare le mie fonti! -
Certo, ovvio…perché l’ho chiesto?
- E dimmi…- faccio leggermente esausto – Quali sono i suoi spostamenti? -
- Erbologia prime due ora, Incantesimi terza e quarta ora e infine Pozioni. - elenca - Magari potresti salutarlo prima di pozioni. - aggiunge.
- Questo è solo il suo orario, potevo ottenerlo anche io! - specifico con una punta di acidità non voluta.
- Si. - fa lei – Ma questa…- mi tende un foglio – Tu farà capire quanto ti debba amarmi! -
Un foglio di pergamena ingiallita? Alzò un sopracciglio scettico.
- Dunque? -
- Aprila-
La afferrò gesti lenti palesando la mia seccatura a quella messa inscena, ma prima che possa aprirla lei punta la bacchetta sulla pergamena e sussurra qualcosa. Dalla punta della sua bacchetta alcune scritte vanno a fermarsi sul foglio che si dipinge di calligrafie e indicazioni vari. La apro sorpreso e affascinato scoprendo una mappa del castello, dapprima mi chiedo perché debba essere tanto importante ma poi le vedo…
Orme dappertutto con nomi e passaggi, persone che camminano segnalate tutte su questa pergamena ingiallita.
- Pansy ma…- balbetto esterrefatto – Dove l’hai presa? -
- E’ un segreto! - da lei con un sorriso stampato sul volto. – Eccolo qui! - indica un punto sulla mappa – Saprai sempre dov’è! -
- Ma questo è.... impossibile! -
-E’ un oggetto magico molto raro, è unica al mondo e devo restituirla, quindi non sciuparla! - cambia argomento – E muoviti ad andare a salutarlo!! -
-Ma che diavolo? -
- Vi sbrigate voi due? - interviene Blaise ad un certo punto – Fra poco iniziano le lezioni. -
Blaise non sa nulla dei nostri progetti, e sinceramente non saprei nemmeno come spiegarglielo. Poterne parlare con Pansy ha reso questo mio sentimento, se possibile, più reale. Ora mi sento davvero un ragazzino alla sua prima cotta…
Non che sia davvero la prima, intendiamoci, ma sul serio, non ho mai provato un sentimento simile. Un sentimento che mi fa stare male e bene allo stesso tempo.
Cammino con passo svelto, conoscendo la mia destinazione e…Eccolo!
Automaticamente cerco imperfezioni su di me, per correggerle in tempo prima di incontrarlo. Certo che però non ha un minimo di autonomia. Dannato a lui! Perché e sempre in mezzo a un mucchio di gente?
- Su vai! - sento Pansy sussurrare.
Cammina avanti a me, dovrei rincorrerlo? Raggiungerlo? Passargli avanti e salutarlo o fermarlo?
Quant’è difficile ‘sta cosa.
- Non si potrebbe iniziare da qualcosa di più semplice? - sbotto esasperato. Davvero, salutarlo è troppo.
- Sì, mettiti nudo e vediamo se abbocca all’amo! -
- Pansy!! -
- Va a salutarlo! - stavolta un ordine categorico. Maledetta a lei e alle sue idee…
Torno a guardarlo. Stavolta è fermo perso a fissare qualcosa che il suo migliore amico, quel dannato di un Weasley, ha tra le mani. Sembra un libro sul Quiddith.
Mi avvicino piano mantenendo lo sguardo visivo sulla sua figura quasi a sperare che alzi gli occhi e li incroci con i miei.
Accorgiti di me, Harry…
….Sono qui.
Perdo un battito quando i suoi occhi si spostano laconici su di me, quasi fosse una scena a rallentatore.
E resto fermo.
Solo fermo.
- Vattene Malfoy. - sento ringhiare Hermione altezzosa Al ché avverto il mio corpo muoversi in automatico per eseguire quell’ordine.
Solo quando ormai sono lontano da loro mi fermo ancora per capacitarmi della pessima figura appena fatta.
Sono fuggito…
Perchè sono fuggito?
- Perché diavolo sei fuggito? -
Ecco appunto.
Pansy ha dipinto sul viso uno sguardo di rimprovero e non posso che darle ragione. Mi appoggio quindi con la testa al muro e faccio come a sbatterla, senza realmente farlo. Sono masochista, ma non fino a questo punto.
- Non ce la faccio. - confesso in un sospiro.
- Draco! -
- Non ci riesco! - rincaro.
- Per Salasar! - sbotta Pansy – Dai! Avremo altre occasioni…-
Sì …certo! Come no.
Mogiamente mi stacco dal muro e la seguo. Mi sento uno schifo come se l’insicurezza mi insudiciasse l’anima.
Riuscrò davvero a salutarlo? Perché sembra così difficile?
Ci vuole più coraggio a fare un gesto amichevole che non a prenderlo a pugni. Chissà magari dopo una bella scazzottata la cosa sarebbe perfino fattibile.
Già, peccato che mi odi.
Riusciamo ad arrivare alla sala grande anche se il mio passo è trascinato. Non appena entro cerco di dirigermi verso il mio bel posticino, Pansy però non sembra dello stesso avviso e approfittando del mio stato di coma vegetativo mi dirotta altrove, quando me ne accorgo è troppo tardi.
Alzò gli occhi e mi ritrovo davanti al trio che mi guarda sgomentato. Credo che esserlo io per primo.
Mi volto indietro per cercare Pansy che però si è dileguata e nel mentre avverto un tossire leggero da parte dei grifondoro, più per attirare la mia attenzione che per altro.
- Che vuoi Malfoy? - sbotta Ron con voce calma, quasi curiosa.
Hermione sta per dire qualcosa, quando lui la ferma. Ci scrutiamo attentamente e non posso fare a meno di fingere la classica freddezza.
- E’ la seconda volta che ti avvicini, che diavolo vuoi? -
Vi ho mai detto che ha una voce maledettamente profonda?
- Niente. - rispondo meccanicamente.
- E allora vattene! - ribatte acida Hermione.
Ma ‘sta mezzosangue che vuole oggi?
- Volevo solo…- mi ritrovo a dire improvvisamente. Nuovamente loro mi guardano. – Ecco…- riprendo.
E’ semplice Draco: “ciao” sono quattro piccole lettere, ciao, ciao, ciao CIAO!!
- Vattene Malfoy! - bofonchia infine Ronald Weasley mentre mastica!
Quasi vomito quando per forza di cose mi ritrovo a guardarlo e vedo la bocca muoversi con le carote tra i denti.
- Prima di tutto impara a mangiare! - mi ritrovo a dire con un’ evidente faccia schifata – Secondariamente volevo solo... -
- Solo? - ribecca Harry riattando la mia attenzione.
Guardo Harry e lui guarda me.
Ciao…
- Solo capire con che coraggio vai in giro con quella faccia…- stupenda – da cretino che ti ritrovi! -
Ma sono posseduto o cosa?
No, davvero ditemi che non ho appena detto quello che ho sentito dire dalla mia bocca.
Ok, sono un vero coglione.
Senza nemmeno avere il coraggio di sentirlo ribeccare al mio insulto gratuito mi giro su me stesso e me ne vado.
Al mio tavolo avrei voglia di affogarmi con la zuppa, ma mi frena il fatto di essere un Malfoy e quindi di dovermi suicidare con regalità e grazia. Tagliarmi le vene con un taglia carte d’oro e diamanti andrà bene, o magari potrei prendere una pozione ultra difficilissima!
- Sei un disastro quando si tratta d’amore. - mi fa Pansy sconsolata.
- Fanculo. -
- lo dico per il tuo bene. -
- Fanculo. -
- Dovresti smetterla. -
- Fanculo. -
- Draco dovresti essere più gentile con chi cerca di aiutarti! -
E’ offesa e lo so, però capisco anche che cerca di avvertire come mi sento.
E’ maledettamente vero, sono un disastro colossale nel complicato sentimento chiamato amore. Ma non è colpa mia…è la prima volta che faccio a botte con questa cosa.
Prima era tutto maledettamente più semplice, mi piaceva una ragazza e la corteggiavo….ma un ragazzo?
Un ragazzo è difficile da gestire. Un ragazzo è una cosa strana.
Prima la governavo: non avevo speranze, punto.
Ora è diverso, tentare mi sta facendo ammattire, quella dannata lista mi ha solo portato guai.
Avrei preferito diventare mangiamorte a tutto questo.
- Dai ci riproverai. - cerca di consolarmi ancora la mia amica.
Se fossi stato meno sciocco mi sarei innamorato di lei.

Sinceramente ci ho perso le speranze. Magari potrei provarci domani ma oggi no, proprio non è giornata.
Magari potrei prendere una pozione del coraggio o cose così, sempre che esista.
No, non esiste ed io non ho speranze.
Con passo trascinato mi avvicino all’aula di pozioni, lui ci sarà e io sarò agitato per tutto il tempo.
Apro la porta lentamente, quasi calcolando lo struscio che ha con il pavimento e completamente sovrappensiero sbatto contro qualcuno.
Decisamente non è la mia giornata.
- Scusa. - borbotto distratto poi provo a fare un passo di lato per far passare la persona, ma questa fa lo stesso e ci ritroviamo nuovamente di fronte. Riprovo cambiano traiettoria e nuovamente me lo ritrovo davanti. No, decisamente non è la mia….
- Potter. - esclamò alzando gli occhi sulla persona sulla quale sono sbattuto, occhi che credo ora siano imbarazzantemente spalancati dallo stupore.
- Mi fai passare? - fa lui atono.
Inghiotto a vuoto. E’ la mia occasione.
Su...
Forze...
Forza Malfoy!!
- C…- no, non ci riesco – Certo che stai sempre tra i piedi! - sbotto e mi sposto con un radicale passo sulla sinistra. - Passa! Avanti! -
Lo sento sospirare mentre mi do per l’ennesima volta dell’imbecille e passa, senza nemmeno salutarmi…
Bhè sarebbe stato il colmo del resto.
Ma cosa ci faceva nell’aula di pozioni? Incuriosito entro a sbirciare e trovo solo Snape intento a scribacchiare qualcosa febbrilmente.
- Come mai Potter era qui, professore? -
- Malfoy. -mi fa sorprendendosi del mio arrivo – Che ci fa qui? -
- Volevo esercitarmi un po’. - confesso in un sospiro.
- Ah… ok, prego, faccia pure! Per la costanza 10 punti in più a serpe verde! -
-…grazie. -

**

-Mi arrendo. Davvero io mi arrendo. L’ho già dette mi arrendo? -
- Draco non fare la vittima. -
Butto la testa tra le mani. Cerco di convincermi che sia solo un incubo.
Ma infondo sono ancora in tempo per fare marcia indietro, non ho fatto ancora nulla d’irreparabile, lui mi crede ancora un cretino e io mi ci sento. Quindi ....tutto nella norma.
Fastidiose come una zanzara le parole di Pansy aleggia nella mia testa: non sei ancora stanco?
-Merlino! - quasi urlo nel bel mezzo del corridoio – Che ci sarà di tanto difficile nel dice “Ciao Potter!”? -
- Ciao anche a te. - sento in risposta sulla mia sinistra.
- Pansy evita di prendermi per cu…- ma mentre alzò gli occhi e guardo la figura decisamente mascolina completamente diversa da quella della mia amica la frase mi muore in gola, gola che si secca immediatamente.
- …lo. - Pansy dove salasar sei?
- E’ per questo che mi hai perseguitato tutto il giorno? - mi fa ancora Harry_sono_sempre_dove_non_dovrei_Potter.
- Non ti ho perseguitato! - sbotto sulla difensiva.
- Come vuoi. - mi fa alzando un sopracciglio.
Ok Draco, sei un adulto...quasi. Puoi farcela.
- Ecco…- voce ferma, voce ferma, voce ferma. – Volevo solo…-
- Se non c’è altro... - fa mentre cerca di incamminarsi per andare via. Le mie mani vanno automaticamente ad afferrare un suo braccio. I suoi occhi verdi indagatori tornano su di me.
- Che vuoi Malfoy? - sbotta esasperato.
-….Ciao. - riesco a dire finalmente, mentre sento l’adrenalina scombussolare la mia mente -....ciao, come stai? -
Non riesco a decifrare il suo sguardo perché non ho il coraggio di guardarlo negli occhi. Cazzo, sono un vero impiastro. SOPPRIMETEMI.
-Bene. -sento d’un tratto – te? -
- Bene. - rispondo piano.
- Posso andare ora? -
No. -…si certo. - Resta.
- Il braccio…- mi fa notare la mia stretta ancora ferrea.
Cazzo.
Lo lascio andare con molto sforzo e quindi tento un sorriso -…Ciao. - faccio quindi battendo in ritirata.
Scappo nella mia stanza e affondo la faccia nel cuscino prima di urlare e prenderlo a pugni.
Però…
Però ci sono riuscito.
Sorrido amaramente tra me e me mentre l’inquietudine si mischia alla gioia.
- Ciao Harry. - sussurro piano. Prendendo la lista dalla mia tasca e segnando una linea orizzontale su: vorrei poterti salutare ed essere ricambiato.

__


- Draco! -
Silenzio.
- Draco, svegliati! -
Ancora silenzio.
Delle dita mi impediscono la vista del nulla con un movimento frenetico e ritmato. Sbatto le palpebre riportato alla realtà.
- Pansy…- Quasi non mi rendo conto di dove sono, o di chi sono.
Evidentemente il gufo ha sbagliato finestra, quest’invito non può essere suo per me.
- E’ una buona notizia! - fa allargando il suo sorriso – Forse vuole darti una possibilità di diventare suo amico! -
La guardo e non la guardo, è come se davanti a me ci fosse una mantello invisibile che mi separa dal mondo, lo rende ovattato e quasi insonorizzato.
Devo andare.
- A dopo. - faccio bruscamente, alzandomi e dirigendomi velocemente verso la porta. Avverto la mia amica chiamarmi, come ad impedirmi un tanto repentino movimento, ma è come se non ascoltassi altro che il ticchettio dei miei passi.
Pensieri e sensazioni mi affollano la mente, passo dopo passo, ripesco nella memoria il nostro breve incontro e cerco di decifrasse i suoi movimenti, i suoi sguardi o anche le cose non dette, ricalcolo tutto, dettaglio per dettaglio, cercando di capire cosa esattamente posso essermi lasciato sfuggire.
E nel mio rimembrare arrivo fin troppo presto davanti la signora Grassa che mi guarda dapprima sorpresa poi stizzita.
- Parola d’ordine? - mi fa con arroganza, ben convinta che io non la sappia.
Sbatto nuovamente le palpebre avvertendo un latente nervosismo per questo impedimento non voluto, anche se ovvio. Resto interdetto qualche istante prima di parlare.
- Harry Potter mi cercava. - esclamo quindi cercando di calcolare la mia voce senza far trasparire l’ansia che mi avvinghia. Gli occhi di olio dipinti sono puntati su di me in uno scetticismo assoluto. So che sembra assurdo, me ne rendo conto, eppure la lettera che ho tra le dita è sua. La stringo inavvertitamente come a concentrarmi sulla sua esistenza.
Un attimo dopo il quadro è spostato e io resto interdetto, oltre di lei ci sono solo alcuni grifondoro che insospettiti hanno alzato lo sguardo verso il nuovo varco e, quindi, verso di me. Entro, leggermente titubante sorpreso di non vederlo ad attendermi e con una brutta sensazione che si fa sempre più strada in me.
Quando avverto un rumore di risate trattenute e, dopo, l’umido del mio manto oltre che ai miei capelli schiacciati sul viso capisco che sono bagnato, zuppo a dire il vero. Non mi sono neanche reso conto dello schianto dell’acqua contro di me, troppo concentrato e teso.
E non mi resta che osservare le goccioline cadere dalle ciocche davanti gli occhi e capacitarmi della pozzanghera ai miei piedi.
Sono stato...ingannato.
Alzo gli occhi, assottigliandoli, guardando uno ad uno gli spettatori convinto che lui sia tra loro, e al contempo sono conscio di essere stato ingenuo. Certo era ovvio che non poteva essere altrimenti…
Eppure, nel mio indagare sugli sguardi delle persone che mi deridono con sfacciataggine non scorgo occhiali come i suoi né una figura simile alla sua.
C’è, però, Weasley che ha un secchio in mano vuoto dove evidentemente vi era all’interno il liquido che ora mi imbratta ed è lui a ridere più di tutti con la sua bocca tirata che mi da sui nervi come nessuno.
Mi esce fuori un sospiro stanco, involontario e depresso. Almeno il fatto che lui non ci sia mi può far arrivare a credere che con tutto questo non c’entri.
- Che succede qui? -
Oddio, oddio, oddio, oddio….
La sua voce.
Voglio sparire!
Alzo gli occhi e li incrocio con quelli della mia nemesi e vorrei sparire come aria, non essere mai stato qui e non essere cascato in questo scherzo. Sono stato cieco e stupido e ora lui lo sta vedendo completamente.
- Malfoy... -
Già Potter…il Fu Draco Malfoy, per servirti.
- Ero venuta per restituirti questa! - mi trema la voce, ma alzo la lettera – Siete proprio delle persone infantili e patetiche, voi Grifondoro. -
Mi trema tutto, anche le mani.
Mi giro su me stesso, trattenendo il respiro cercando di concentrarmi sulla volontà di andare via, di non restare qui.
Ma prima che me ne renda conto qualcosa mi ha bloccato e impreco silenziosamente nel controllare cosa sia, maledicendo quest’ennesima figuraccia.
Quando incrocio i suoi occhi, mi sento soffocare.
-Sei zuppo. Vieni. - la sua voce è secca, categorica, eppure è quasi un sussurro. Poi non ho più padronanza del mio braccio né del mio corpo. Mi sento solo tirare, e le gambe assecondare il movimento. Prima ancora che me ne accorga sono in camera sua, con un asciugamano teso verso di me.
Lo guardo incapace di capire costa sta accedendo, sebbene sia palese e non mi muovo.
Quindi lui, con uno scatto repentino, mi butta l’asciugamano sulla testa e inizia a energicamente a scompigliarmi la cute cercando con forza di aiutarmi.
Resto interdetto.
Poi, finalmente, riesco a trovare la voce per reagire.
- Po…potter! - scatto con sorpresa. - Che cazzo significa tutto questo? -
– Non ne sapevo nulla. - mi dice piano.
Quindi anche la lettera era un falso…fantastico.
- Bene allora me ne vado. - faccio seccato, avvertendo solo la volontà di sotterrarmi in una qualche buca profonda.
- Sei zuppo. -
- Un incantesimo e via, siamo maghi, Potter. -
Lo guardo negli occhi cercando di ostentare il più possibili la mia indignazione a tutta questa storia, ma la verità è che nonostante preferire scappare via…sono qui con lui.
Oltre le lenti i suoi occhi sono stranamente curiosi, quasi mi sfidano, chi abbassa prima lo sguardo perde.
Ma non posso continuare a scrutare nei suoi occhi verdi senza sentirmi scombussolato e confuso, e la sua mano che ora si sta avvicinando a me attira immediatamente l’attenzione.
Che strano…è come se ci fosse una strana atmosfera attorno a noi, quasi come se fossimo sospesi nel tempo.
Un gesto piccolo sembra dilatarsi sino a diventare la cosa più importante del mondo, e così il suo togliermi una ciocca dagli occhi sembra una carezza che mi provoca un vuoto allo stomaco.
- Sei venuto subito. - osserva con voce flebile.
Torno a scrutarlo, confuso.
- Mi dispiace che ti abbiamo fatto uno scherzo simile. - dice ancora.
- Certo, come no. - mi ritrovo a ribattere involontariamente, seguendo un istinto che per troppo tempo ho lasciato andare a briglie sciolte per bloccarlo ora. L’ironia fa parte di me e la uso, ogni quale volta che sento di non aver scampo, ogni qual volta che una verità può distruggermi.
Le sue labbra si stringono in un qualcosa di molto simile ad un sorriso e io non so più cosa fare. Semplicemente non so più cosa fare.

Vorrei poterti confessare che ti amo.

- Mi farò perdonare. - fa ancora.

Vorrei sentire le tue mani sulla mia pelle.

- Ah si? E come? -

Vorrei avvertire la dolcezza delle tue labbra.

- Non lo so, un modo troverò-

Vorrei litigare, perché no, ma subito dopo fare pace, magari facendo l’amore.

- E perché dovresti? -

Vorrei che anche per te fosse così.

Sorrido avvertendo il cuore far abbastanza male da bloccarmi il respiro.
- Vado via. - dico ancora, facendo un passo indietro e avvicinandomi all’uscita.
- Aspetta, Malfoy…! - lo sento chiamarmi ma non ci riesco. Non riesco a stargli vicino senza pensare morbosamente a voler essere parte di lui.
Vorrei solo…. Non importa.
Non voglio pietà.

Quando torno finalmente al mio bel sotterraneo finalmente mi sento al sicuro, ma dentro avverto un voragine di sensazioni dolose che mi scavano dentro.
Come ho potuto cascarci così?
- Dai, Draco... - avverto la voce della mia amica – Quando si è cotti come lo sei tu, è ovvio abbassarsi ad essere un po’ ingenui... -
- Fanculo. - soffio tra i denti senza realmente voler del male alla mia unica alleata.
Lei sa che non lo faccio con cattiveria, è solo che certe espressioni educate proprio non riescono a concretizzare la mia frustrazioni.
- E poi è stato gentile, no? - fa ancora infatti per nulla risentita.
- Lascia perdere. -
Cado sul letto e lascio che le mie membra stanche dimentichino la situazione il più possibile.
Avverto la carezza della mia amica sulla fronte, gentile e docile, e mi addormento nella tristezza.



__

- Alzati! -
- Mmm. -
- Draco, alzati IMMEDIATAMENTE! -
Apro un occhio, con moltissimo sforzo devo aggiungere, e la scruto.
-.Mmm. - riesco solo a dire mentre lo richiudo, o meglio il mio corpo lo richiude.
La sento strattonarmi forte e quindi pronunciare ancora il mio nome abbinato ad una sequela di parole non adatte alla bocca di una signorina di buon famiglia quale è lei.
- Ma che vuoi? - sbraito riuscendo a svegliarmi del tutto. – E si può sapere perché diavolo sei sempre qui? Non hai una vita? -
- La tua è più interessante. - mi fa con un sorriso largo – E poi, devi andare a lezione. -
Una fitta mi trapassa il petto -… anche tu. - ribatto debolmente accovacciandomi ancora tra le lenzuola.
- Infatti io sono pronta. - sottolinea alzando il mento come a farsene vanto, suppongo almeno, la mia testa è comodamente poggiata su un cuscino di piume e ha pochissima voglia di stare a guardare le sue azioni.
- Non ci vengo. - Bofonchio già tra il sonno e la veglia. – Sono malato. -
-Malato? -
- Malato. -
- E cosa senti, di grazia? -
Ci penso su, o forse mi crogiolo maggiormente nel tepore delle coperta morbide e calde.
- Oh sto male...tanto male…ho preso freddo ieri e mi sento così...debole! - iniziò a cinguettare sperando che mi creda. Lei resta in silenzio, un tale silenzio che mi vien automatico aprire gli occhi per capire le sue intenzioni
- Dracuccio caro... - si avvicina piano con un espressione compassionevole. Ecco la mia amica.
- Si, Pansy sto tanto tanto male! - continuo caparbio.
- Dracuccio... - fa ancora posandomi una mano tra i capelli, mi compiaccio per un istante della mia innata altre drammatica. Ma…
- Ora tu ti alzi e ti prepari e la smetterai di fare il moccioso solo per fuggire dall’amore della tua vita. Detto questo: alza le tue regali chiappe, infilati la prima cosa che trovi e vai a lezione, o quanto è vero Merlino ti ficco qualcosa nel culo facendoti pregustare gli attimi che dovrai passare in intimità con il tuo lui, ma nel modo meno romantico possibile. Chiaro? -
Apro gli occhi e rabbrividisco, ben coscio che ne sarebbe perfettamente capace. – C-cristallino. -
Ho ancora le cicatrici di quando ha minacciato di mordermi se non andavo con lei al ballo del Ceppo…
Sospirò discostando le coperte e mi metto seduto. Mi strofino gli occhi e sospiro ancora, palesando il mio disappunto.
- Mi ringrazierai quando sarà lui a volerti mettere qualcosa nel cu…- non finisce la frase e resta a fissarmi come se il barone sanguinario si fosse appollaiato sulla mia testa e attentasse alla mia vita. la guardo confuso per un secondo, ma i suoi occhi mi mettono in soggezione.
- Ho qualcosa in faccia? - chiedo.
Lei apre la bocca in una smorfia stupita ed indica qualcosa su di me, allungo quindi gli occhi verso lo specchio per cercare il dettaglio che tanto l’ha interrotta.
Oh Porco cazzo. Scusate la finezza, ma qui….
Osservo i miei capelli solitamente di un lucente chiarore essere tinti di…di…
- Sono Fucsia. - sembra riuscire a sboccarsi la mia amica come a concretizzare questo dettaglio – I tuoi capelli sono fucsia. -
Ho mai detto qualcosa al riguardo al ribadire l’ovvio?
Sbatto più volte gli occhi io stesso, confuso.
- Prima non erano così. - continua.
Io continuò a scrutare la mia immagine. La mia carnagione chiara fa a botte con questo nuovo e insolito colore e io non so cosa dire. Come diavolo...?
- La pozione. - sembra venirmi in soccorso Pansy – Era una pozione quella che ti hanno buttato addosso. – lo analizza da vicino – E crdo anche di sapere dove l’abbiano presa. Conosco un posto… si chiama L’Invisibile Sexy Boutique. -
Fantastico. No, Davvero. Fantastico. L’ho già detto fantastico?
Reprimo le lacrime di rabbia ricadendo all’indietro e comprendoni come posso con la coperta.
-Io non vengo oggi. - decreto severo cercando di non pensare alla disgrazia che si è abbattuta su di me.
- Draco... -
- No Pan, non vengo. - cerco di essere il più categorico possibile.
- Ma... - cerca di consolarmi lei – Così farai vincere loro! -
Io resto zitto stringendomi nelle spalle. Basta non ne voglio sapere più nulla.
- Se non vai a lezione capiranno di averti ridicolizzato, Draco! Devi andare! Ora più che mai. -
Manco morto, dite che è una risposta che accetterà?
- Draco esci di lì! -
Strattona le mie coperte per scoprirmi, ma stringo le dita più che posso per mantenerla dov’è. Sento la rabbia ed il nervosismo aumentare attimo dopo attimo.
- Draco! - quasi urla.
- Insomma che diavolo vuoi tu eh? - Mi scopro di getto ed urlo – Ho PERSO! Chiaro? Non solo si sono fatti risate su risate alla mie spalle, ma se vado in giro così la cosa certo non migliorerà, oltre ovviamente al fatto che non ho chance con Potter, nada di nada, nisba, nient! Quindi non vedo per quale strana e astrusa ragione dovrei alzarmi di qui e lasciare ridere di me chicchessia! Su dimmelo! –
Stavolta a lei a sbuffare e i suoi occhi mi trafiggono come lame.
- Muoviti! - fa solo.
- No Pansy. - cercò di farle capire l’entità del mio fastidio con ogni arma a mia disposizione. Se la mia indecisione solitamente mi spinge a perdere contro le convinzioni della mia amica la cosa non accadrà stavolta.
Non intendo uscire di qui.
Sembra aver capito la reale vivacità del mio dolore tanto che con un sospiro dispiaciuto allunga una mano per toccare i miei capelli nuovi di zecca in una carezza gentile e poi mi lascia solo.
Non perdo tempo e mi ricopro avvertendo il nervosismo minacciare più che mai i miei condotti lacrimali.

Sono passate ora forse dal mattino e solo in tardo pomeriggio ho decido di correrei ai ripari, in qualche modo.
Alzarmi non è stato facile, cercare di sopportare la vista dei miei capelli ancora meno.
Ignorare i ricordi, è la cosa più difficile.
Seduto sul letto avverto la mia mente completamente intontita ricadere nel limbo dell’incertezza. Cosa devo fare? Come devo comportarmi?
Perché mai doveva innamorarmi proprio di lui?
E se magari non è vero? Se fosse solo un’illusione…?
Certo, può essere tanto dolorosa un’illusione?
Eppure non so nemmeno io come ho fatto, non c’è stato un momento, né un azione specifica, né un attimo in cui io posso dire di essermi innamorato all’istante. Pensarlo, osservarlo, compiangerlo erano le uniche cosa che sapevo fare e che tutt’ora posso fare.
Era bello, restare a letto fingendo che nulla e nessuno esistesse. Davvero, davvero bello. Ma falso.
Il mondo esiste, Harry esiste. E poi esisto io, nella mia immancabile sfortuna in amore e nella mia maledetta certezza che se lui mi sfiorasse mi sentirei morire.
Ricalco quasi con dolore quell’unico attimo passato assieme e da soli in qui una ciocca ora orribilmente mutata era tra le sue dita. Ricordo di aver sentito l’elettricità nell’aria, quasi provenire da lui.
E’ stato… strano.
Mi viene quasi da ridere per me stesso. Come sono ridotto?
Effettivamente ora andare in giro in rosa shocking non mi sembra nemmeno più tanto tragico. Chissà magari è la volta buona che mi nota.
E quindi improvvisamente deciso di farlo: esco dal letto e mi vesto e non so con che forze mi trascino in sala grande. Varcare la soglia della casa mi sembrava un vera utopia eppure è successo.
Sono pronto alle risate della gente, ma…
Non sono mai stato un tipo fortunato, oggi poi la disgrazie mi si abbattono addosso come macigni. No decisamente non è giornata perché…
- Che diavolo di fai qui? - esclamo piano fermandomi immediatamente. Harry Potter, sì quell’Harry Potter, quello che ieri mi ha trattato con gentilezza perché gli facevo pena e per cui ho qualcosa di più che un cottarella, è qui davanti a me, poggiato al muro con fare assente.
Come richiamato dalla mie parole da non so quali pensieri, sposta i suoi occhi verso di me e mi guarda attraverso le lenti. Salvo poi lasciarle scivolare sul naso per l’espressione assolutamente incredula che gli si dipinge sul volto alla mia vista.
Bhè…non nascondo che è quasi divertente.
- Cosa hai fatto a...? -
- Il tuo amico ha pensato che inzupparmi non fosse sufficiente alla mia umiliazione pubblica. – affermo alzando le spalle – Ti serve qualcosa? -
- T-Ti aspettavo. - balbetta non riuscendo a distogliere gli occhi dalla chioma -Ti alzi sempre così tardi? -
Lo fisso, alzando un sopracciglio. – Sai che è maleducato fissare la gente? - ribatto.
- No è che…- prova a giustificarsi tornando con riluttanza su di me – Cioè …è…-
- Color Fucsia,Potter, più propriamente definito Magenta, uno dei colori primari, se non erro uno dei colori venduti de “L’Invisibile Sexy Boutique” di Hogsmade, uno dei loro prodotti di punta devo dire.- scrollò le spalle - Ti serve qualcosa? - ribatto ancora – Non ho tutta la giornata. -
Si porta una mano alla testa e gratta lievemente la cute in un chiaro segno di disagio. Ma non rilevo alcuna ostilità, non come ci è consona.
Cosa sta succedendo?
- Che ci fai qui? - ripeto la domanda con una nuova natura, quasi gentilezza oserei dire.
- ….Io... - lo avverto iniziare – Ci ho pensato. -
- Pensato? -
- Cioè…a quello…quello che hai detto. Di me e te. -
Me e te, non suona benissimo? Calmati. Hai i capelli rosa e sei stato umiliato ricordalo. Non lasciarti abbindolare.
- E…? - lo esorto a continuare.
Lui mi guarda dritto negli occhi con quel fare privo di ogni timore che gli invidio.
- E...voglio crederti. - soffia piano come se non ci credesse lui per primo. E’ un suono così tenue che suscita una tenerezza assoluta.
Voglio crederti. “Volere” come io voglio la mia personale luna.
Curioso come un semplice avverbio condizioni il mondo in una maniera così disarmante, ognuno vuole disperatamente qualcosa …e qualcos’altro, o qualcosina in più.
- Perché hai cambiato idea? - mi ritrovo a chiedere quasi involontariamente.
Alza le spalle – Che ti importa? –
Non capisco. Lo fisso cercando di intravedere una possibile spiegazione alla sua decisione. Resto in un silenzio fin troppo prolungato tanto che lui sembra rendersene conto.
- Quindi... - fa a disagio tamburellando con le dita sulla parete che non ha mai lasciato – Come funziona? -
- Cosa? -
- La tua offerta di pace riguardava l’ignorarci del tutto o anche, che ne so, un certo rapporto civile tra noi? -
Frena, frena, frena. Cosa ha appena detto? Devo aver capito male…
- Come? -
- Rapporto civile. Malfoy. Sai...salutarci, perderci nelle chiacchiere sul tempo e cose così. -
Lo scruto ancora prolungando il silenzio, troppo, davvero troppo perplesso.
- Lascia perdere...ci si vede in giro. - fa per andarsene ma inspiegabilmente il mio corpo è balzato a fermarlo costringendogli un braccio. La mia morsa deve essere ferra poiché si gira con sguardo un poco sofferente.
Quando ho nuovamente i suoi occhi su di me non riesco a dire nulla, proprio nulla. Non faccio altro che guardarlo e bloccarlo. E sentirmi un cretino.
- Oggi…- fa piano come a comprendere il mio disagio – Oggi è una bella giornata non trovi? -
Meravigliosa, decisamente M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-A.
Ho i capelli rosa, sono stato umiliamo ma io AMO questa giornata.
- Si, abbastanza. - faccio di rimando.
Silenzio. Forse ora ...tocca a me?
- Oggi…- faccio invece io – Oggi che...che lezioni hai? -

**

Sto tremando.
Sto davvero tremando?
- Draco…vuoi calmarti? -
- A volerlo, Pansy…- faccio piano posando la mano piatta sul tavolo, per un attimo temo che spinga a tremare il tavolo intero.
Gli occhi di tutta la sala sono su di me, la cosa mi da fastidio ma è la mia gioia a prevalere. Harry e io….non so come definirlo …
- Merlino, ma non dovresti essere un fiero Serpeverde? Sembri più una ragazzina. -
- Fottiti. - sibilo tra i denti, senza cattiveria.
- Modera il linguaggio, non credo che al tuo ragazzo piacciano i tipi volgari! -
- Non è il mio ragazzo! - Scatto avvertendo le guance pungere dall’imbarazzo.
- Non ancora! - fa quindi lei, con un ghigno.
- Non puoi esserne certa! -
- Ottimismo, Draco! - mi rimprovera – Ci vuole sempre ottimismo nelle cose! -
Sbuffo chiudendo le mani a pugno in modo da minimizzare il tremolio.
L’appetito proprio mi ha abbandonato, guardo il cibo come se fosse del tutto estraneo nel contesto, quasi messo in bella vita.
- Allora cosa avete fatto dopo? -
- In che senso? -
- Dopo il patto di non belligeranza. - specifica – Che avete fatto di bello? -
- Cosa ti fa supporre che abbiamo fatto un qualcosa assieme? - ribatto acido mantenendo la testa fissa sul cibo e cercando di non pensare a quei pochi passi fatti assieme nel corridoio. – Abbiamo solo…- esito – Provato a parlare. -
Lei mugugna pensierosa – La cosa mi sembra strana. - afferma.
- In che senso? - finalmente la guardo allarmato.
- Si è decisamente strana. - afferma ancora con sguardo deciso – Perché lui dovrebbe volere qualcosa di più? Per noi era giù un progresso il fatto che non ti considerasse…- tentenna un secondo cercando di trovare una parola adatta - Feccia. -
- Bel paragone. - ribatto.
- Hai capito cosa intendo. - alza le spalle – Ti ha chiesto lui di avere un rapporto civile, no? -
- Si. - affermo tornando a guardare il cibo e afferrando una forchetta, perfino quella trema sotto l’instabilità della mia mano.
- La cosa è sospetta. -
-Lo so. - cerco di afferrare un maccherone nel piatto. – Ma non ho altra scelta o sbaglio? -
Alle mie parole lei mi guarda, o almeno credo dato che sento fastidiosamente pungere il lato sinistro del mio viso per via del suo sguardo. Con la coda dell’occhio la intravedo storcere il naso.
- Già. - ammette – Nessuna scelta. -
- E che altro dovrei fare! - bofonchio amareggiato infilzando quel dannato maccherone con energia e decisione.
- Per prima cosa…- fa un'altra voce che non è certo quella della mia migliore amica – Dirmi costa sta succedendo. -
Ci giriamo all’unisono verso Blaise Zabini che era rimasto tutto il tempo seduto accanto a noi senza che ce ne fossimo accorti. Sento un ormai famigliare sensazione di gelo, quando incrocio gli occhi di Pansy nel panico.
- Noi... - iniziò a balbettare – Non sta succedendo nulla! -
- Proprio nulla. - conferma Pansy leggermente ansiosa.
- Dove con “nulla” s’intende qualcosa. - ribatte lui lasciando scivolare un coltello nella marmellata per poi spalmarla con naturalezza sul tost – E, ditemi, secondo voi sono così idiota da non capire che c’è qualcosa in ballo? -
Bhè, è sempre stato piuttosto acuto. E noi abbastanza disattenti. Ok, io sono abbastanza disattento.
Guardo ancora Pansy che cerca i trasmettermi con gli occhi un messaggio di sicurezza.
- Vedi Blay…- inizia diplomatica – Stiamo organizzando una cosa, è un segreto. -
- Che segreto? - fa ancora.
- Non sarebbe tale se te lo dicessimo. - continua.
Gli occhi cobalto del ragazzo quindi si puntano su di noi indagatori e sibillini.
- Allora…indizio numero uno…Draco ha i capelli fucsia-
- Incidente di percorso. - fa Pansy arricciando il naso.
- Poi si parlava di ragazzi, maschietti, e di essere il ragazzo di qualcuno. Indizio numero tre…qualcosa su un patto. Indizio numero quattro Draco è nervoso. – piega la testa di lato abbassando anche la fetta biscottata come a dare alla sua riflessione un aspetto più serio.
- Quale povero sfortunato state cercando di incastrare in una relazione con la principessa delle serpi? - chiede quindi.
- Principessa? - pigolo confuso – Non è per Pansy! - ribatto offeso.
- Oh lo so. - fa lui.
- Ma cosa? -
Pansy mi zittisce con un velocissimo – Intendeva te. - che mi fa riportare gli occhi nuovamente sul mio amico, esplicitando uno sguardo il più possibile omicida.
- Ripetilo e ti ritroverai più principessa di me. - gli faccio aspro.
- Calma, calma. - alza le mani – Con quei capelli non sei per nulla pericoloso talaltro, piuttosto, chi è il fortunato? -
- Nessuno! - sbotto.
- Credimi, non vorresti saperlo. - fa Pansy con un sorriso garbato.
E questi due sarebbero miei amici? Sbuffò tornando ai miei maccheroni e inizio a maciullarli senza divertimento giusto per sfogarmi su qualcosa.
- Diglielo! - sbotto arrabbiato – Tanto a questo punto che differenza fa! -
Già che differenza fa se anche Blaise viene a scoprire che mi piace sfregiato? Tanto…tanto ora io e lui… Alzo gli occhi e li lascio attraversare tutta la sala, scivolando lungo tutto il tavolo dei Grifondoro fino a quando non li vedo. Lui è chiaramente intento a mangiare ascoltato il battibeccare dei due amici al suo fianco perso nei suoi pensieri.
Lo guardo e la distanza che ci separa fa male. Per non soffrire riprendo a maciullare sovrappensiero il cibo, ignorando il fatto che Pansy stia cercando di spiegare a parole sue la mia situazione.
Prima di venire a pranzo lui era al mio fianco e cercava di parlare. L’imbarazzo che dilagava tra noi era quasi palpabile, le frasi di circostanza e il timore di dire qualcosa sbagliato più simile a mero terrore.
E’ solo un inizio e non ci sono garanzie di riuscita, né buone prospettive.
Il fatto stesso che lui mi abbia dato una possibilità non mi autorizza a fare di testa mia, devo calcolare ogni mio atteggiamento, devo stare attendo ad ogni mio sguardo e movimento. Non posso sbagliare.
- Bastava dirlo. - avverto la voce di Blaise in un sospiro, mi giro aggrottando le sopracciglia confuso.
Lui mi guarda con una serietà tale da farmi rabbrividire; mi odiava ora?
- Ci voleva tanto, Draco? – mi fa – Come posso aiutarti? -
- Eh? -
- Per conquistarlo…- fa un cenno verso Potter – Io avrei un paio di idee. -



__

- Ti fai trovare nel suo letto e…-
- Bocciato. - sbotta Pansy per l’ennesima volta una proposta di Blaise. Io sono immerso in un libro a capire come rimediare al colore indicibile dei miei poveri capelli.
- Mi avete già bocciato il saltargli addosso durante alle docce, l’entrargli in camera e giocare con lui, la pozione d’amore e molte altre fantastiche idee! -
- Blay ma hai capito vero che Draco vuole qualcosa di serio? -
- Certo! - protesta offeso – Non concepisco come possa volerlo mal’ho capito! -
- E ti pare che così possa davvero nascere qualcosa di serio? - cerca di fargli capire Pansy.
Vedo con la coda dell’occhio alzare gli occhi al cielo esasperato – Donne! - esclama – Quando lo capirete che per noi il sesso è tutto? Lascia che assaggi le mani di Draco addosso e vedi come gli implorerà di scoparlo! -
- Blaise! - ringhia Pansy.
- Mi piace la sua teoria. - ammetto con un sorriso impossibile da nascondere.
- Draco! - quasi urla scandalizzata.
- Pan dì la verità avete bisogno di me, tu sei una donna, pensi solo al lato romantico, io servo per quello...pratico. -
- Ottima osservazione. - affermo posando il libro sulle mie ginocchia – Effettivamente è decisamente un ottima osservazione. -
- Siete due porci! – Sbotta Pansy sbuffando e incrociando le braccia.
A dire il vero credo che non sia contrariata al fatto ce Blaise pensi solo al lato pratico, ma sia risentita del fatto che ora ci sia anche lui nel nostro piano e guarda caso patteggio per lui.
Ma non per qualcosa, però io con Potter ci andrei anche adesso. Certo è amore il mio ma da qualche parte dovrà pur sfociare in qualcosa di carnale e assolutamente eccitante, no?
- Maschi! - scuota le testa arresa – Io ho avuto un idea geniale, invece. -
La fissiamo qualche istante incitandola a parlare, lei si prende qualche secondo prima di allargare il suo sorriso ed esporcela.


- Hey ciao! - faccio alla mia futura dolce metà pronunciando il mio sorriso. Harry si volta verso di me, sorpreso e per un attimo viene contagiato dalla mia stessa smorfia e quasi perdo il fiato a vederlo sorridere.
Credo sia un bel passo avanti.
- Che vuoi Malfoy? - sopraggiunge subito la mozzarella rossa a disturbare il mio idillio – La pianti di girare attorno a Harry come una mosca? –
Vorrei spaccargli la faccia per il semplice fatto che respiri a questo mondo, ma mi limito ad alzare le spalle e tornare con noncuranza al mio tentativo di velato approccio.
- Come va oggi? - chiedo quindi a Harry.
Lui sembra molto sorpreso del mio atteggiamento tuttavia non sembra dispiacergli perché con l’aria di chi vuole dimostrare qualcosa a qualcuno, risponde con altrettanto tono gioviale.
- Tutto bene, tu? -
Sorrido, nel mio modo enigmatico e brevettato. – Tutto bene. - faccio – Ora vado, ci vediamo in giro! - faccio per allontanarmi quando mi pronuncia il mio cognome senza astio o perplessità.
- Malfoy aspetta! -
Oh si, aspetto…!
- Si? - mi giro piano in verità sorpreso.
- Sai che non ti stanno male quei capelli? -
Del resto che abbia un pessimo gusto estetico è palese…
- Potter su di me anche degli spaghetti starebbero bene. - ribatto un po’ aspro senza volerlo – Ad ogni modo troverò il modo di tornare normale. Ah Weasley. - mi guarda circospetto - Grazie del trattamento ma cambierò parrucchiere. - sorrido beffardo e mi allontano.
Direi che un po’ mi sono fatto valere!

Passa il tempo e io lo impiego pensando a lui. Sto diventato sempre più stupido, me ne rendo conto, ma essere in questa storia fino al collo mi fa sentire completamente assorto.
Era come se il sapere di non avere speranze mi tenesse in qualche modo legato alla realtà, ed ora che un barlume, seppure piccolo, si è affacciato non c’è verso di farmi smettere di sperare.
E’ doloroso a suo modo, e controproducente, però devo essere forte.
Cerco di fare una cosa che non faccio da tempo: Concentrarmi sulla lezione.
Ma è così difficile....
Se non mi sbrigo a fare qualcosa mi beccherò sicuro una T a Erbologia.
La cosa che bisogna fare ora per Pansy e trovare un qualsiasi pretesto per restare soli, dobbiamo conoscerci, parlare. Ma lui non è mai solo, lenticchia e ex zannuta sono sempre lì, come la sua ombra. E’ raccapricciante.
Da quando ho capito cosa provo per lui il mio odio per quelli è cresciuto esponenzialmente e non capisco come possa sopportarli lui. Capisco l’amicizia, davvero, ma quel morboso attaccamento è quasi spaventoso.
- Magari hanno una relazione a tre. - ridacchia Blaise a mezze labbra mente pota la piantina.
- Ma che schifo! - protesto – No No e no! Non mi ci far nemmeno pensare! -
- E invece prendilo in considerazione. - fa ancora Blay aggiungendo fertilizzante alla pianta – Hermione e Ron sono innamorati cotti di Harry e magari se lo tengono stretto.... - ipotizza – E la notte si infilano nel suo letto e abusano di lui. -
- Ti prego Blay. - lo supplico cercando di sviare il pensiero. Già essere sporco di terra e l’odore pungente dei fiori mi da la nausea, questa visione poi mi lascia davvero ad un passo dal rigettare la colazione.
- Oppure Ron e Hermione scopano e costringono Harry a guardarli! - pensa ancora sempre più schifosamente entusiasta. Ma come fanno a piacergli queste cose perverse? Magari se non fosse il mio Harry la base di queste fantasia mi ci divertirei, ma no. Se è Harry cose simili deve farle solo con me. Mi pare ovvio, no?
- Oppure.... -
- Blay. - lo fermo – Ti piace il sapore della terra? -
- Perché? - mi guarda aggrottando le sopracciglia.
- Perché se non la smetti di pensare Harry con qualcun altro che non sono io....te la faccio mangiare finché non sale al cervello e germoglia un po’ di santo rispetto per me! - ho detto tutto d’un fiato e con un sorriso congelato e crudele. Devo aver marcato di più il mio tono perché si limita ad un mezzo sorrido e ad annuire piano.
- Ma quindi.... - fa dopo un po’ fermando per un attimo il suo lavoro – Sei davvero così innamorato di lui? -
Mi fermo un attimo anche io, poi sfioro piano, quasi distrattamente una fogliolina della pianta. Non dico nulla, annuisco solo, poi c’è un po’ di silenzio tra noi.
- Va bene. - fa solo – Allora dobbiamo farvi stare soli. -


Qualche ora dopo ci ritroviamo a Pozioni. Entrando in aula cerco di essere il più naturale possibile e riesco ad intravederlo con molto nonchalance.
Sta parlando ancora con le sue appendici, ma non sembra che sui suo viso ci sia una qualche smorfia allegra, anzi.
Non potendo fissarlo per ovvie ragioni, assoldo Blay per farlo discretamente al posto mio.
- Sta guardando da questa parte. - mi avvisa piano passandomi il coltello – Ha guardato te. -
- Davvero? - mi animo un poco costringendomi sempre di più a non guardarlo.
- Dobbiamo trovare un modo di farvi stare solo altrimenti non approfondirete un bel niente! -
- Lo so, cosa credi? - ringhio – E Pansy dov’è finita poi? -
Pansy aveva detto di avere un idea geniale, ma è sparita poco dopo con l’aria di chi andava a conquistare il mondo.
Se lo può tenere, tranne il bel moretto che alla fine mi sono messo a fissare come un idiota....è mio.
- Asciugati la bava. - fa Balyse in un sospiro – Merlino Draco sei perso....addio principessa delle serpi. -
- Stanotte dormi con un occhio aperto. - gli sorrido dolcemente senza guardarlo.
Il tempo passa e di Pansy nemmeno l’ombra. Nel mentre cerco di pensare amille modi per attirare l’attenzione di Potter, ma oltre a degli stupidi bigliettini non mi viene in mente assolutamente niente. Fantasia zero, decisamente.
E Potter che fa esplodere la sua pozione non permette nemmeno di passare inosservato davanti a Snape. Fantastico.
- 20 punti in meno a grifondoro. - sento la voce lenta, quasi divertita del professore – E punizione pomeridiana. -
Mi aspetto una replica da parte di Harry, ma lo vedo annuire, raccogliere il calderone e far svanire quello che restava della sua pozione. Se non lo conoscessi direi quasi che si stia comportante naturalmente, ma lo conosco.conosco la mimica e la gamma delle sue espressioni e solitamente sono di astio verso snape invece ora sono differenti....rispetto, forse?
Aggiungo due ali di libellula quasi senza rendermene conto, quando all’improvviso davanti ai miei occhi il barattolo di code di serpente si alza di poco e si rovescia nella mia pozione. Non faccio nemmeno in tempo a aprila la bocca per dire qualcosa che inizia a ribollire oltre il bordo rovesciando il liquido porpureo sulle scarpe, pavimento e ovunque fosse imbarazzante trovarcelo. Mi viene da sospirare, demoralizzato.
- punizione anche per lei, signor Malfoy. -
Alzò gli occhi prima sul professore che nn ha cambiato affatto il suo sguardo e poi lo sposto automaticamente su harry che mi guarda e, oddio, mi sorride.
Sono così sorpreso che non ho modo nemmeno di ricabiare la smorfia, che siona la campanella.
Ma cosa è successo?

- E’ perfetto Draco così starete soli! - esclama Blaise una volta lontani dall’aula – che colpo di fortuna! -
- non credo sia stato questo. - dico piano – Quel barattolo nn si è mosso da solo. -
- Pensi che qualcuno abbia usato la magia? Impossibile, il professore se ne sarebbe accorto. -
Già questo lo so. Piton si accorge di tutto ma allora come può essere che quel barattolo si sia sollevatoe rovesciato nella mia pzione.
Alzò gli occhi e Pansy è sulle scale che portano alla torre di astronomia e ha dipinto un sorriso cospiratore. Capisco. È stata lei, in qualche modo.
- Fammi indovinare. - esordisco – un altro gingillo come quella mappa? -
- Pressappoco. - replica – Finalmente resterete soli. -
- Che mappa? - replica Blaise – Di che parlate? -
Annuisco riprendendo a camminare e la mia giornata continua. Conto i secondi che mi dividono da un pomeriggio decisivo per le mie speranze.

- Laverete tutte l boccie di pozioni inutilizzate. - esclama piton atono – Ah signor malgoy. - esclama dopo un po’- Direi che è il caso che torni del suo colore naturale. Avrà un permesso speciale per andare ad Hogsmade per riturare l’antidoto. –
Oh.
- Non può farlo da solo? –
- Non conosco la composizione chimica, potrei peggiorare le cose. –
Annuisco – La ringrazio.-


Sento lo sguardo di Harry su di me.
Quando il professore va via, io e Harry restiamo soli, come volevo, ma l’imbarazzo mi sta fagocitato.
- Quindi.... - esordisco vago – tutte le ampolle eh? Un bel lavorone,-
- già. - fa di rimando.
La conversazione non decolla e la sensazione che devo fare qualcosa, qualsiasi cosa per farla decollare mi rode all’interno.
Pensa, Draco, pensa!
- Bhè, mettiamoci a lavoro, no? -
Annuisco e mi avvicino a lui cercando di non dare a vedere l’agitazione data allo stare nella sua orbita gravitazionale.
Sospiro lievemente mentre riempio il lavandino d’acqua e ci butto dentro una pozione igenizzante.
- che c’è? - sento all’improvviso – Mi sembri strano. -
Aggrotto le sopracciglia scrutandolo di sbieco – Era da molto che non finivo in punizione. E’ noioso. -
Mugugna piano e io inizio a sentire quel vago senso di frustrazione e demoralizzazione che ho ogni qual volta che provo a dialogare con lui. Ogni volta che siamo io e lui mi sembra una meta irrimediabilmente lontana.
Se solo ci fosse qualcosa che ci accomuna, o che comunque ci avvicini....
- E’ strano. - afferma d’un tratto mentre prende alcune amplolle dalla bacheca e le butta nell’acqua. Poi prende dei guanti e me li tende.
- cosa? -
- Stare qui. Noi due. - si morde un labbro nervoso – Senza prenderci a pugni. -
Mi viene immeditamente da sorridere – E’ un passo avanti. Siamo cresciuti, no? –
- già. - fa – Fa strano, tuto qui. -
- Non vuol dire che sia un male. -
- No, anzi. - replica, sembra sul punto di dire altro ma si zittisce. Mette le mani nell’acqua e inizia a strofinare le ampolle con la spugna.
Mentre osservo bolle di sapone di varie dimensioni sollevarsi dall’acqua incantata mente le sue mani si muovono abili sulle boccette sento uno strano senso di calma. Come se quel piccolo dialogo, pur senza senso, abbia posto una piccola base. Per un attimo non c’è stato imbarazzo, solo... dialogo.
Mi sento rincuorato e ritrovo in me un nuovo coraggio. Provo a fare anche io la mia parte prendendo un amplolla unta senza volerlo con un certo disgusto.
- Buttala nell’acqua, la lavo io. Tu sciacquale. - sent’ all’improvviso – Credo di essere più pratico di te nelle pulizie. -
- Le fai spesso? -
- Bhè sicuramente più spesso di te! -
Assottiglio los guardo e sbuffo – credi di conoscermi bene vero? - ribatto offeso – Bhè ricrediti, non sai nulla di me! -
Non volevo essere acido, appure sento una punta di fastidio invadermi. Il pregiudizio è la cos che più temo da lui e so che me le merito, ma....non lo so. Speravo meglio.
- anche permaloso noto. -
- Vuoi fare a botte? -
Gli lanciò un occhiata severa che muta in una perplessa quando noto uno strano sorriso sulle sue labbra. Non è né di cicostanza né sfrontato. E’ solo una smorfia.
- Che c’è? - chiedo quindi sentendo il viso andare in fiamme e mettendomi finalmente a sciacquare i contenitori di vetro per fare altro e distrarmi.
Quella che sento è una risata soffocata e anche se non la vedo sento il mio cuore sussultare.
- niente è che, cioè.... abbiamo una normale conversazione. -
- Faceva parte del patto no? - ribatto imbarazzato poggiando le ampolle a scolare.
- Già però non credevo in tutta sincerità di riuscirci. - ammette. – E’ bello che mi sia sbagliato.
- Perché hai accettato? - mi viene spontaneo chiedere all’improvviso girandomi appena per guardarlo – Capisco il fatto di non volermi più attorno come seccatore, ma questo....tentare di essere amici. Perché? –
- Non vuoi? - replica subito.
- Non fraintendermi. – sbottò nervoso – Mi sta bene, solo che non capisco cosa ne ricavi. –
Lui mi guarda e io sento tutto il bisogno di riprendere a lavare e immaginare di essermi stato zitto. Quasi sperarlo. Effettivamente basterebbe prendere la bacchetta e usare un incantesimo perché lui dimentichi. Eppure attento con una certa trepidazione la sua risposta.
- E tu perché hai accettato, invece? - ribatte.
Ci guardiamo, quasi a richiamare una certa sfida. Piego la testa di lato lentamente, dandomi un tono.
- L’ho chiesto prima io. - dico quindi.
Nuovamente ci studiamo e non sono sicuro di ciò che stia succedendo se stiamo o meno avendo una discussione civile o stiamo litigando. Nel dubbio però non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi indecifrabili che sembrano provocarmi un groviglio fastidioso allo stomaco.
- Ron e Hermione sono convinti che tu stia tramando qualcosa. – dice e qualcosa dentro di me quasi scoppia.
- Possibile che tu non esista senza di loro? - sbottò sbattendo l’ampolla sul lavandino fortunatamente senza romperla, togliendomi i guanti di scatto e lanciandoli altrove - Siete morbosi e che diavolo? Hai idea di quanto tempo ho aspettato per stare un po’ da solo con te? -
Voglio.morire.
Uccidetemi. Ora, in questo istante.
Per favore.
Sento il mio corpo invaso dall’adrenalina e faccio realmente l’unica cosa che sento di fare; scappare.
Prima che me ne renda conto sono praticamente alla porta quando sento il braccio di Harry afferrarmi con forza. Mi giro cercando di dipingermi in faccia l’aria più dignitosa che mi viene, ma credo che mi esca di più un espressione tra il compassionevole e imbarazzato.
- Perché diavolo fai cos eh? - sbotta – Mi confondi davvero, Malfoy, ma che ti passa nel cervello? -
Me lo chiedo anche io.
- Non sono affari tuoi! -
- A me pare di sì! - sbraita – Cos’è questo improvviso attaccamento a me? Cosa trami? -
Sento il mio cuore andare praticamente in pezzi mentre quella speranza di poter avere una qualsiasi parvenza di rapporto si sgretola davanti alla certezza di aver attirato in lui solo la curiosità su una possibile azione cospiratrice ai suoi torti. Fantastico, davvero fantastico.
Cosa mi sarei dovuto aspettare del resto?
- Basta finiamola qui. - sento la mia voce uscire atona dalla gola, come se il mio corpo fosse entrato in una sorta di trans – Non sarà mai destino che io e te diventiamo amici. -
Lo guardo scrutarmi negli occhi, scavarmi dentro alla ricerca di qualcosa che non capisco né voglio capire. Le dita mi arpionano quasi fino a farmi male, ma non mi importa. Sento l’impulso di piangere, ma sto cercando con tutte le mie forza di non farlo. Non davanti a lui, accidenti.
- Che c’è ora fai l’offeso? Che pretendevi? Sei solo un bamboccio viziato Malfoy. -
Il mio pungo lo raggiunge in pieno viso e senza nemmeno rendermene conto ci ritroviamo ad azzuffarci senza remore. Pungi calci, insulti e grugniti sono le uniche cose che ci uniscono e poi la mia rabbia scoppia, tutta. E mi spaventa, fa tanta paura mentre prendo il bavero della sua camicia e sbatto la sua testa per terra con rabbia.
Una sola volta per rendermi conto di avergli fatto male, male sul serio, e di aver esagerato. Mi fermo all’improvviso sentendo tutto il dolore fisico e mentale sopraffarmi e in quel momento le lacrime sono impossibili da fermare.
Mi guarda sofferente e rabbioso, riesco a leggere la sua furia nello sguardo e un po’ di paura.
Accidenti.
Stavolta quando scappo non trovo impedimenti e in pochi attimi mi ritrovo nella mia stanza e sfogare quella rabbia ancora in me e che per troppo tempo ho tenuto nascosta.




__

Prima. Oh.... prima era tutto facile.
Lui mi odiava e io facevo finta di odiare lui. Facile e tranquillo. Perfetto in un certo qual modo.
- diciamo che non è andata come mi sarei aspettata. - sussurra Pansy pensierosa mentre apre la porta del negozio “L’Invisibile Sexy Boutique”.
Sono riuscito a ottenere che lei e Blaise mi accompagnassero millantando che temevo l’imbarazzo di andare in giro con capelli così colorati.
- quoto. - replica Blaise entrando nel negozio – Dai la prossima volta andrà meglio. -
- Non ci sarà una prossima volta. - dico calmo, così calmo da sembrare glaciale – E’ finita. Non voglio più avere a che fare con lui né ora né mai. Era una follia sin dall’inizio. Non avrei nemmeno mai dovuto sperarci. –
Il negozio è molto famoso per vendere cose che nessuno sano di mente troverebbe sensuale ma ci provavano lo stesso.
Era un po’ come un intero negozio dedito agli oggetti da addio a nubilato… ma magico. Dei piccoli peni canterini stavano appesi a una croce canticchiando Berry White, uno dei maghi più famosi tra i babbani.
Francamente, mi stupivo che uno così timido e ingenuo come Ron Weasley possa anche solo averci messo piede.
Era più probabile che avesse rubato la fiala a uno dei suoi mille mila fratelli.
Avanzo fino al bancone e intercetto la commessa che non può evitare di sbuffare una risata appena mi vede.
- Immagino sia qui per il contro incantesimo. – fa, divertita. Annuisco, scontroso – E vorrei anche qualcosa di molto peggio. Che funzioni sui capelli rossi. –
Deve piacergli davvero il suo lavoro, perché sembra illuminarsi e corre nel retrobottega.
- E’ solo la rabbia a farti parlare Dray. - replica Pansy dopo un po’ riprendendo il discorso- E se ci pensi è normale che sia diffidente. -
Le lancio un occhiata glaciale – Ho detto che è finita. -
- Sapevi che non sarebbe stato facile. - mi rimprovera ancora e io cerco di respirare profondamente per non picchiare anche lei.
- Sta zitta va bene? Non so per quale arcaico motivo tu mi abbia convinto a iniziare. Non ho speranze, l’hai visto, lo sai, allora perché tentare di convincermi? Se fossi davvero mia amica mi diresti di lasciar perdere.
- Vuoi sapere perché insisto? -
- si, sarebbe gradito. -
- Per questa Draco! - la lettera. Tornassi indietro la brucerei nel fuoco quella dannatissima lettera. – Draco tu ami quel ragazzo dannazione! -
- E allora? - replico quasi urlando prendendo quel dannatissimo pezzo di carta e lanciandolo tra le fiamme sotto gli occhi atterriti dei miei amici. Lo osservo con attenzione consumarsi tra le fiamme quasi incanalando quel sentimento, volendo distruggerlo con esso – Mi è passata. - ribadisco – Non provo più nulla per lui. -
Vorrei solo crederlo anche io.
La commessa torna, mi passa una bottiglietta argentata e una di un color blu elettrico intenso, con fare divertito.
Pansy sospira – Certo, attaccare il suo migliore amico. Che mossa furba. –
- Bhe tanto è finita, no? Non ho nulla da perdere. –

A parte l’antidoto a quanto pare.
Dopo essere tornato ad Hogwatrs sono andato agli allenamenti di Quidditch e avevo il pacco nella mia borsa.
Poi l’ho tolto per appoggiarlo sulla panca perché mi serva qualcosa…
Ed era rimasta lì.
Quando me ne sono ricordato, era ormai troppo tardi. La busta era scomparsa e i miei capelli sarebbero rimasti rosa.
__


Ma infondo cos’è che dovrei amare di lui? Mi domandò sovrappensiero mentre cammino per i corridoi dopo aver chiesto a Snape un ulteriore permesso che mi è stato negato.
In questo momento non mi viene nulla in mente.
Ok, è un bel ragazzo, è affascinante e ogni volta che mi avvicino a lui, se non sono incazzato come ora, finisco per sentirmi come calamitato dalla sua presenza.
Ok mi viene da cercarlo sempre con lo sguardo e poi?
Non ci conosciamo, non sappiamo nulla l’uno dell’altro quindi non può essere amore quello che provo.
O provavo. Ora sono troppo incazzato per sentire altro.
Credevo seriamente di aver fatto progressi con lui.
Talaltro ora ho anche il labbro spaccato e varie contusioni oltre ai capelli fucsia. La conquista fin’ora è stata più una guerra che altro.
Almeno la seconda cosa posso rimediarla.
Cerco nella mia tasca l’ampolla decolorante, senza risultato. Scavo nella stessa altre quattro volte prima di imprecare e costatare con rassegnazione che non me ne va bene assolutamente una.
Vado a lezione. Ormai non mi importa più nulla delle parole degli altri o degli sguardi. Talaltro non so come sia combinato lui, ma sono certo che della nostra colluttazione si sa già tutto e che la presunta amicizia tra Harry Potter e Draco Malfoy è miserabilmente sfumata.
Come previsto i commenti non si sprecano e io non ne ho davvero voglia di fare alcunché. Ascolto la lezione, sto perfino attento cosa che non mi riusciva da un po’. Sento quasi che l’aver rinunciato mi abbia rimesso in carreggiata e risollevato il morale.
Non sono mai stato meglio.
Avrei dovuto rinunciare molto prima, mi sarei risparmiato tante pene.
Com’era? Se non ci provi lo rimpiangerai. Ebbene non lo rimpiango più, ci ho provato non è andata. Fine.
Per fortuna non abbiamo lezione in comune ed è stato veramente facile ignorarlo durante il pranzo. Quello che so, l’ho sentito confabulare dalla gente. Gli ho fatto un occhio nero a quanto pare.
Non mi interessa.
Va tutto bene, tutto sommato. La giornata è finita senza intoppi.
Almeno così credevo....
Sì, gli ho fatto un occhio nero e posso vederlo con i miei occhi poiché proprio mentre me ne stavo tornando nella mia casetta al sicuro me lo sono trovato davanti. Tiro dritto.
- Malfoy. -
- Villanus. - dico la parola d’ordine e il muro si apre.
- Malfoy eddai! - lo sento esclamare prima che i mattoni si riuniscano alle mie spalle.
Riprendo a respirare. Sono sano e salvo.
- Malfoy! - sento ancora la sua voce. Mi giro e resto raggelato quando lo vedo oltrepassare la soglia – Dobbiamo parlare. -
- Come sei entrato? - sbotto.
- Hai pronunciato la parola d’ordine davanti a me. -
Cazzo.
- Non abbiamo niente da dirci. - replico allora scorbutico e allontanandomi da lui immediatamente. Non ci voleva. Non doveva venire da me, non posso cedere ora che andava tutto bene.
Va via dannazione di un grifondoro!
- Allora questa non la vuoi? – apre lo zaino e dentro c’è la bustina con l’antidoto e la sua piccola vendetta – L’ho trovata negli spogliatoi. – conferma – Il logo dice “L’Invisibile Sexy Boutique” non è quel posto dove il magenta va molto di moda? – il suo sguardo diventa indagatore – Ho visto anche che c’è il blu elettrico. –
- perché penso che sarei sexy in blu. – tento di dire, con un sopracciglio alzato – Grazie di avermela portata, ora… posso riaverla? –
- Prima parliamo. - dice e io lo filmino con lo sguardo.
- Quella è mia. - ribatto.
- L’hai persa e ora è mia. -
- che diavolo vuoi da me? - domando quindi – Vuoi parlare? Parliamo. Sei uno stronzo. Fine della chiacchierata. Ora dammi l’ampolla. -
- che significa che volevi restare solo con me? Che hai in mente? -
- Deve girare tutto intorno a te, vero? - perdo il controllo – Non pensi che forse, e dico forse mi ero solo scocciato di prenderle? -
- E’ così? -
- Ti interessa? -
- Non sarei qui, no? -
- Dammi quella fottuta ampolla. - ribatto allungando la mano – Non ti scoccerò più e lo stesso vale per te. Patto di non belligeranza, tutto è bene quel che finisce bene. Cos’atro vuoi da me? -
Nei suoi occhi verdi passa un ombra di qualcosa di indefinito.
- Questa conversazione inizia ad essere ripetitiva. - ribatte e io lo fulmino ancora con lo sguardo.
- Perfetto se non vuoi darmela me ne farò fare un'altra. Oppure mi tengo sto schifo di capelli, meglio che avere a che fare con te! -
Faccio per andarmene quando sento la sua stretta sul mio braccio. Impreco.
- Non abbiamo ancora finito di parlare! -
- Vuoi che ti pigli un’altra volta a pugni? Lasciami in pace! -
- Non posso! -
- Perché? -
- Scusate.... - sento la voce di Blaise di cui mi accorgo solo in quel momento - Posso sapere il motivo di tanto fracasso? - domanda. E’ seduto sul divano a guardarci con un cipiglio arrogante e interessato.
- Non sono affari tuoi. - sbraita Potter strattonandomi – Andiamo a parlare in camera tua. - prima che possa controbattere mi trascina per le scale e apre la porta della mia stanza. Una volta soli lascia il mio braccio che ormai indolenzito e mi ritrovo a massaggiarlo.
- Come cazzo sai che questa è la mia stanza? - gli domando con rabbia.
- Non è questo il punto. - ribatte – Dobbiamo parlare. -
Lo guardo torvo per un secondo e cerco di mantenere un briciolo di rispettabilità. Non posso e non devo perdere ulteriormente le staffe. Devo calmarmi.
- continui a ripeterlo. - esordisco accondiscendente – Ma pare che non ci sia assolutamente nulla da spiegare o sbaglio? Tu sei uno stronzo e io un illuso a sperare di poter ottenere da te un briciolo di rispetto. -
- Non è che tu abbia fatto molto per guadagnartelo. - ribatte deciso.
- Ah no? - replico assottigliando lo sguardo e scandendo per bene le mie parole avvicinandomi a lui con l’aria più minacciosa possibile – Non so forse ho chiesto una tregua, forse ho smesso da un pezzo di romperti i coglioni e forse, ma dico forse, io ci sto provando sul serio a metterci una pietra sopra. - Sono in prossimità di lui e lo fisso diritto negli occhi con tutto l’astio che riesco a trovare – Fammi un favore, cresci! Io ci sto provando! -
Lui mi guarda e io aspetto che dica o faccia qualcosa. Stranamente ho come l’impressione che siamo in un punto molto delicato della nostra relazione come se non fossimo mai stati così sinceri ed effettivamente una conversazioni così spassionata non l’avevamo mai avuta.
Se non fossi nervoso, mi sembrerebbe irreale, ne sarei quasi contento.
Lui è fermo immobile a guardarmi e poi improvvisamente sospira come se si rilassasse. – Hai ragione. - afferma.
- Bene. - mi viene immediatamente da replicare rilassando gradualmente il mio corpo teso – Su questo almeno siamo d’accordo. -
- Io non so proprio come comportarmi con te, Malfoy. - riprende – Me n’ero accorto che non ti avevo attorno da un po’ e questo...mi ha lasciato un po’ così. -
- In che senso? -
Esita, consapevole di stare confessando qualcosa di eccessivo privato, ma non sembra avete intenzione di lasciare le cose come stanno, tra un litigio e un addio netto.
- Si può dire che tu......mi mancassi. -
No, Draco, non farlo. Non intenerirti. Smettila di far battere il suo cuore.
Non mostrarti debole, non ora. NON ORA.
- Forse ho cercato apposta la lite con te. Scusa. -
Non so seriamente come reagire. Se essere contento di questa piccola vittoria o meno. Deciso per il meno; ha appena detto che non vuole null’altro che litigarci con me.
- Allora non abbiamo altro da dirci. - rispondo così flebile che mi manca il respiro – Se cerchi la lite va da qualcun altro il sottoscritto non vuole più giocare. -
Mi aggirò per la stanza per fare una qualsiasi cosa e palesare la volontà che ho che lui vada via. Ma lui non lo fa, resta fermo e io vorrei sprofondare chissà dove. Sparire in un angolo buio e dimenticarmi di tutta questa storia.
Non sarebbe dovuta nemmeno iniziare questa follia, lo sapevo allora e lo so ancora meglio adesso.
- Malfoy. - sento nuovamente la sua voce propagarsi nella stanza docile e remissiva – Se fosse possibile vorrei rimediare. -
- Come? - ribatto in una risata di scherno – Fare pace come i bambini? con il mignolino? -
- Qualcosa di simile. -
Continuo a dargli le spalle mentre fingo di sistemare le carte sulla mia scrivania per non doverlo guardare in faccia.
- Perché dovrei accettare? -
Tentenna – Non lo so, però tu fallo. -
Lo lascio aspettare un calcolato periodo di tempo e poi alzando platealmente gli occhi al cielo dico – Come ti pare. -
- E’ un si? -
Mi giro e alzo un sopracciglio in un gesto programmato – Se proprio mi tocca. -
Oddio.
Cioè no, impossibile. Non si può essere così belli quando si sorride. Oltre me ovviamente.
Le sue labbra increspate all’insù che gli assottigliano gli occhi quasi a illuminarglieli. No, davvero. E’ un attentato per i cardiopatici quel sorriso.
Draco calmati.
- Ora la mia ampolla. - allungo la mano e vedo la sua muovere le dita delicatamente sulla forma indeciso se darmela. Alzo ancora un sopracciglio.
- Allora? -
- Ti serve una mano per lavarlo via? - domanda all’improvviso.
Lo guardo senza particolare attenzione, solo lo guardo – Prego? -
- E’ scritto sull’etichetta che bisogna far attenzione a non esporlo alla pelle eccessivamente. Se ti serve una mano io.... -
- Ahhhh. Adesso capisco. Ti sei drogato. -
- Va al diavolo! - ribatte fintamente offeso, ma tenendosi stretto la mia medicina.
Abbasso il sopracciglio solo per rialzarlo palesando nuovamente il mio scetticismo.
- Stai offrendoti di farmi lo shampoo? - chiedo conferma.
- Quel colore è orrendo, Malfoy ho paura che tu sia così debole da non sapertelo lavare via da solo. -
- Allora ce l’hai un minimo di senso estetico. -
- Sorpresa! - sorride ancora. Muoio.
- Non è che miri a farmeli diventare verdi o che so io? No, perché infierire sarebbe davvero, davvero crudele. -
- E prova a fidarti di me per una volta! - esclama avvicinandosi e afferrandomi nuovamente il braccio per strascinarmi in bagno.
Non mi ha ancora detto come mai sa dov’è la mia camera.
Vorrei poter sospettare di lui, ma non ci riesco. Sono abbagliato da quel sorriso.

Finisco per diventare una marionetta nelle sue mani.
Seduto su una sedia con la testa chinata all’indietro nel lavandino di marmo e un asciugamano sulle spalle per proteggermi da schizzi non voluti. Le sue dita nei miei capelli sono forti, per nulla delicate. Mischiamo la miscela con energia.
- Se mi avessero raccontato questa scena non ci avrei creduto. - ammetto dopo un po’ – Miri a diventare il mio schiavetto? Sai che ci sono molti modi più divertenti per essere mio servitore? -
Mi sento stranamente più a mio agio con lui come se questa nuova riappacificazione avesse smorzato la tensione creatasi durante quell’ora di punizione.
- Non oso immaginarli. - ridacchia divertito – Bene ora deve stare così cinque minuti. -
- L’hai letta bene, l’etichetta. -
Sorride ancora e si china su di me per osservare se la pomata è stata spalmata omogeneamente sui capelli. Vedo i suoi occhi puntata lì, ma le sue labbra appena schiuse sono a due centimetri da me.
Dannazione.
Abbassi lo sguardo su di me e io temo che comprenda la gamma di sensazioni che mi stanno confondendo.
- Che c’è? - domanda ingenuamente.
Sorrido senza allegria ricordando quel momento di assolta intensità vissuto nella sua stanza così distante dalla calma che sembra avere ora. Mi domando se arriverà mai il momento in cui lui capirà i mie sentimenti e se questi saranno ricambiati o una disfatta.
Cinque minuti al risciacquo. Cinque minuti di pace tra noi in più.
- Potter com’è che non ti vedo mai in giro con nessuna? - domando.
- Come ? - fa improvvisamente nervoso.
- Non hai una storia da secoli. – ribadisco.
- Ti sto lavando i capelli, non ci stiamo rifacendo le unghia come due ragazzine pettegole. -
- Guastafeste. - ribatto arricciando il naso – Io sono qui a subire le tue torture cinesi e non posso nemmeno fare del buon pettegolezzo. Sei una vera chiavica come amico. -
-Con i tuoi amici ti dici queste cose? -
- Tra i vari piani di conquista del mondo. - E di Harry Potter.
Mi guarda sospettoso per un secondo ma io mantengo il mio contengo. Almeno quello che posso mantenere con la testa insaponata.
- Non mi vedi in giro con nessuna perché non c’è nessuna. Tutto qui. -
- “Tutto qui”? -
- Tutto qui. -
Lo guardo senza espressione – Vuoi dirmi che non ti piace nessuna? -
- No. - ribatte sicuro – Nessuna. -
- E nessuno? - marco la o con ironia, cercando di non sembrare interessato al sesso della presunta preferenza – Potter questa mi è nuova. -
- Ehy non saltare alle conclusioni. Dico solo che non c’è nessuno che attiri la mia attenzione tutto qui. -
- Cosa dovrebbe avere una persona per attirarla? - mi ritrovo a domandare all’improvviso ma due secondi dopo vorrei mordermi la lingua. Mi guarda sorpreso ma non ribatte niente di aspro, bensì fa una cosa strana; risponde.
- Non lo so....deve attirarmi. Non mi importa che sia bassa, alta, magra o robusta, bionda o mora.... - esita – uomo o donna. - finisce.
Sento il mio cuore mancare un battito. Abbassa gli occhi come se non riuscisse a sostenere il mio sguardo.
Forse pensa di aver detto troppo, per questo che mi riguarda ha detto abbastanza.
- Lo trovo giusto. - rispondo infine alzando gli occhi sul soffitto – Se ci pensi infondo trovare qualcuno che ti ami e ti ricambi è una vera fortuna. Può esserci qualcuno che accetti il tuo amore e si innamori a sua volta di te, ma sembra quasi un imposizione, quasi come se dicessi “questa persona mi sta bene”. Però quell’amore vero, è una vera utopia. -
- Non ti credevo tanto profondo. - lo sento dire e sento le mie guance arrossarsi visibilmente. Sospiro.
- Ci sono tante cose che non sai di me, sfregiato. - ribatto ironico.
- Lo so. - sussurra piano e per un attimo c’è silenzio tra noi.
- E tu, Malfoy? Com’è il tuo tipo? -
- Bello, affascinante e sensuale. - ribatto immediatamente.
- Ti accontenti di poco. - lo sento ridacchiare.
- Che vuoi farci, per un Malfoy c’è solo il meglio. – sorrido di rimando. – Quanto tempo è passato? -
- E’ quasi ora. -
Si alza e apre il rubinetto, sposa delicatamente la mia testa al’indietro e le sue dita sfiorano per un attimo il mio viso mentre è intento a risciacquarmi.
Mi perdo a sentire il suo tocco, gentile e forte allo stesso tempo e mi rendo conto che ho realmente qualche speranza con lui se infondo non fa particolare distinzione tra uomini e donne.
Lo vedo accigliarsi un secondo prima di sorridere soddisfatto e tirarsi indietro con aria vittoriosa.
- Biondissimo! - esclama.
Mi giro verso lo specchio ed osservo finalmente i miei capelli tornati normali anche se ancora bagnati e poi guardo lui.
Sorriso e mi sembra di stare sognando.


__

Vorrei potermi sedere accanto a te tranquillamente e conversare come due persone normali, affatto nemiche.
Vorrei poter fermarti per parlare del più e del meno.
Vorrei che tu volgessi il tuo sguardo verso di me, ma non con il consueto odio, piuttosto, con un sorriso, non necessariamente da innamorato, mi basterebbe lo stesso che rivolgi ai tuoi amici di sempre.

- Quella da dove esce? - domano tra un sospiro e l’altro, mentre Pansy cancella le cose ottenute.
- Credi che io sia così sprovveduta? - ribatte – Ad ogni modo in un colpo solo hai decimato le tue opzioni. Direi che è il caso che tu passi alle misure drastiche. -
-Eh? -
- Intende mettere in campo la sfera sessuale, mon cheri. - interviene Blaise – Harry ha confessato di essere attratto anche da i maschietti no? Devi attrarlo. -
- Pansy sei d’accordo? -
- Assolutamente. - ribatte convinta – La fandonia dell’amicizia era solo per cominciare, ma se entri in quel campo è finita. Devi sedurlo ora, quando è più vulnerabile. Devi fargli credere di essere così attratto da te da non poter essere assolutamente amici , ma altro. -
- E ditemi, voi che siete tanto geniali, come faccio a farlo? - replicò scontroso – Non posso certo presentarmi nudo davanti a lui. Ho un onore io! -
- No, nudo no. – replica Pansy – Ma piccole cose innocenti come invitarlo in camera tua e uscire giusto in quel momento dalla doccia oppure creare occasioni da bacio del tutto innocentemente.... -
- Tu sei folle! -
- E tu disperato. –
- non voglio rovinare quello che c’è ora tra noi! - replico teso – E’ stato già molto difficile ottenere l’amicizia! -
Però è accaduto. Non so come ci siamo avvicinati. Avvicinati per davvero.
Sospiro e sospiro ancora da quell’istante, come se quel sorriso avesse distrutto ogni mia speranza di potermi liberare da questo potente incantesimo.
Sono forse pazzo? O sotto pozione? Probabilmente.
Ma del resto l’amore di per sé è una delle più potenti follie. E Magie.
E’ la cosa che più si avvicina a renderci Dei, anche se di una sola persona.
Arrossisco pensando a me e Harry in dolci atteggiamenti, pensieri che ormai non fanno che tormentarmi, quasi mi illudono. Alla fine mi sta bene anche così, ma l’idea di poter avere altro mi tortura. E mi spaventa.
E’ come ho detto: non esiste l’amore assoluto, le anime gemelle e quelle puttanate.
E’ un rischio da correre e farmi conoscere da lui e dargli modo di scegliermi. Anche se lui vuole il fascino.
- Devo diventare affascinante! - mugugno pensieroso – Vuole qualcuno che lo attragga a prima vista o cose simili. -
- Bhè dato che ti vede tutti i giorni da anni direi che non è il tuo caso, quindi dobbiamo mostrargli un aspetto nuovo di te. – fa Blaise – Nudo non ti ci ha mai visto! -
Sorrido prima di scoppiare in una risata divertita. Questa storia ha dell’incredibile.
- Ascolta... - inizia Pansy con gli occhi sulla pergamena – Devi chiedergli lezioni extra di Trasfigurazione e tu in cambio gliene darai di pozioni. Dovete consolidare il vostro rapporto. –
Mi mordo un labbro – E come devo comportarmi? Cioè com’è che devo essere per fargli piacere uno come me? -
C’è un attimo di silenzio nella stanza in cui i miei due amici mi guardano come se mi sfuggisse qualcosa. Li guardo alternativamente confuso.
- Dray non devi fare nulla del genere. - fa quindi Pansy sorpresa come se fin’ora l’avesse dato per scontato – Se anche dopo averti conosciuto non si innamora di te allora è uno stronzo che non ti merita. -
-Questi sono discorsi da femmine! - sputa Blaise – Però è vero, perché devi cambiare? -
- Sarebbe molto peggio! - riprende Pansy.
- Molto. - rincara Blaise convinto.
-E’ la prima volta che vi vedo concordi su qualcosa. - ammetto infine in un sospiro.

Essere come sono davvero....ma come sono io davvero?
Sospiro ancora pensando a quando le sue labbra sono state a due centimetri da me e mi attiravano come una calamita.
Come vorrei averlo baciato in quel momento....
- Hey Malfoy la lezione è finita! - esclama la professoressa all’improvviso intromettendosi nei miei pensieri. Mi rendo conto d’un tratto che sono uno degli ultimi ad uscire dalla stanza. Cerco i miei amici con lo sguardo poi mi accingo a cambiare aula quando tre persone mi si parano davanti.
Quei capelli carota li riconoscerei tra mille, ma i due volti accanto mi paiono quasi sconosciuti. Grifondoro sicuramente. Del mio anno, ma non ricordo i loro nomi.
Mi hanno circondato e sono in trappola.
- Che volete? - domando calmo.
- Che tu lasci in pace Harry! - ribatte Ron altezzoso – Non so che cosa stai architettando ma lui è davvero convinto che tu ti sia redento o cazzate simili. Bhè Sappi che io l’ho capito che non è così. Hai qualcosa in mente e ti impedirò di metterla in pratica. -
Sorride minaccioso e io alzo un sopracciglio scettico – Ah si? - domando – Seriamente dovresti scrivere storie perché hai una fantasia da far paura. Peggio delle più scadenti pellicole per ragazzini. Aggiornati siamo nel ventunesimo secolo e.... -
Colpisce il muro accanto a me e si avvicina minaccioso – Forse non hai capito. - anche gli altri due si avvicinano puntandomi – Sta lontano da Harry, mi hai capito? –
Li guardo alternativamente. Sono in tre contro uno. Ho poche chance, ma non mi interessa. La morte prima che soccombere alla minaccia di un Weasley, ok che sono cresciuto, ma qui si esagera.
- Stammi alla larga lenticchia, puzzi. - ribatto altezzoso.
La sua smorfia si accentua come se avessi dato una sorta di permesso. Non lo vedo nemmeno arrivare il pugno e mi colpisce in pieno stomaco. Sento solo il colore e un conato di vomito prima di piegarmi in due.
- Te lo ripeto ancora, Malfoy. - sento Ronald sussurrare – Sta lontano da Harry, capito? -
Stringo i pungi cercando di respirare regolarmente e alzo gli occhi verso di lui.
La morte, ho detto.
- Fottiti. - dico, senza fiato – Pezzente. -
Il calcio mi prende nella schiena. Cado a terra e stavolta vomito sul serio un po’ di ciò che mi era rimasto nello stomaco dalla colazione. Tossisco tentando di ritrovare il respiro. Guardo verso di loro.
- Leali Grifondoro. - dico, divertito – Tutto qui quello che sapete fare? -
L’odio e la gioia che attraversano gli occhi di Weasley mi terrorizzano per un fatale secondo. Essere in vantaggio gli da potere, un potere che sta per riversare tutto addosso a me. So che può farlo, so che noi Serpeverde non godiamo di alcuna stima e nessuno farà la spia e sa che mi ritirerei da scuola prima di accettare che un pel di carota mi abbia fatto il culo.
Sto per essere massacrato di botte, semplicemente.
- Che sta succedendo? - la sua voce.
Perché dico io, perché deve spuntare sempre nei momenti peggiori?
Di questo passo per me proverà sempre e solo compatimento.
Vorrei sparire. Non ho nemmeno il coraggio di guardarlo. Cerco di alzarmi sentendo il dolore del colpo allo stomaco e alla schiena.
- Niente. - cerco di dire, ma mi esce un rantolo di dolore.
- Va tutto bene, tranquillo Harry. Stavamo solo....chiacchierando. -
Alzo gli occhi e li incrocio con i suoi, mi fissa consapevole dell’accaduto. Cerco di sorridere con arroganza.
- Sì, solo chiacchierando. - affermo fingendomi divertito.
- Si, certo. - fa lui con voce atona. – Malfoy vieni. - sta per toccarmi ma io mi ritraggo quasi automaticamente. Quando me ne rendo conto registro solo il suo sguardo sorpreso. Senza dire nulla cerco di darmi un contegno.
- Mi stanno aspettando. - affermo facendo un passo indietro – Con permesso. -
Mi allontano, per fortuna, senza zoppicare e nessuno dei quattro mi segue.
So che avrei potuto sfidare Ron con il fatto che Harry era dalla mia parte, ma non ci sono riuscito. Quel ragazzo, tutta la sua rabbia....
E non è pietà che voglio suscitare in Harry, vorrei non essere per lui una persona da salvare. Non è alla sua sindrome dell’eroe che voglio appellarmi.
Strano come ogni volta che mi accada qualcosa di bello con Harry io finisca per finire picchiato o umiliato. Sembra quasi che non sia destino, che non abbia alcun karma positivo o altre cazzate simili.
Svoltato l’angolo mi appoggio alla parete cercando di prendere grandi sospiri. Fa male. Fa male ogni cosa. Soprattutto l’amor proprio.

**
Mi gira la testa. Nonostante gli anni di quidditch ai colpi diretti non sono per nulla abituato.
- Draco ti portiamo in infermeria dai. - sussurra la mia amica docile.
- Sto bene. - sospiro – Ho sono bisogno di dormire. -
- Io lo uccido. - sento più in là la voce di Blaise – Ma come si è permesso? Quel dannato straccione.... -
Giro la testa e cerco di dormire un po’. E’ stata una giornata stressante e non ho voglia di fare assolutamente niente.
Se solo non fosse per questo ticchettio....
- Lo fate smettere? - sbotto in un sospiro.
- Cosa? -
- Questo ticchettio? -
- Eh? -
C’è un attimo di silenzio, poi sento il cigolare del letto, dei passi e la finestra aperta. Poi un battito d’ali e un piccolo spostamento di vento.
- Se è mia madre ditele che sto bene. - dico trascinando un po’ le parole quasi catturato dalle braccia di morfeo.
- E’ di Harry. -
Apro gli occhi e scatto seduto. Sento dolore.
- Che dice? - domando immediatamente mentre mi tengo l’addome più come sostegno morale che altro.
- Leggi tu. -
Mi passano la lettera che il gufo bianco, mi pare si chiami Edvige, mi ha recapitato e la apro febbrilmente. La leggo con attenzione.

Ciao Malfoy, come ti senti?
Mi dispiace per quello che è successo.
Rispondimi, per favore.

- Chiede come sto. - informo i miei aiutanti.
- E tu diglielo no? - replica Pansy.
- No, lascialo cuocere nel suo brodo. - sbotta invece Blaise.
- Non è colpa d Harry quello che è successo! - lo riprende la ragazza – Ed è un bene che gli interessi. Su rispondi. -
Faccio altalenare gli sguardi fra i miei amici e poi mi faccio consegnare carta e penna. Edvige attente paziente che le leghi il messaggio alla zampetta.

Per chi mi hai preso? Non ho nemmeno un graffio!
Ma riferisci al tuo amico che se non la smette di disturbarmi dovrò agire di conseguenza. E, credimi, non gli piacerebbe.

- Sicuro di volergli scrivere questo? -
- Shh! -
Altra lettera.

Vuole solo proteggermi, è convinto che di te non ci si possa fidare. Ho provato a spiegargli la situazione, che mi fido, ma....
Lo accetterà, con il tempo.

- Si fida! -
- Sarebbe il colmo se non lo facesse! -
- Ma volete piantarla voi due, leggere lettere altrui è un reato, non sapete? -

Va bene, ma tienimelo alla larga. Ci tengo ai miei capelli, lo sai!

- Ma così hai chiuso la conversazione! - grugnisce Pansy – Dovevi parlarci un po’! Ogni occasione è buona! -
- Non ce la faccio, sono stanco. - sospiro ributtandomi supino sul letto.

***

- Malfoy. -
Il mio nome pronunciato dalle sue labbra senza astio è come melodia per le mie orecchie. Ok ora come ora sto diventano particolarmente sdolcinato, ma che volete farci. E’ amore.
- Potter. - sorrido. Lui non lo fa.
- Che c’è? - domando notando una strana atmosfera nell’aria.
- Stai bene? - domanda seriamente.
Lo guardo in silenzio per qualche attimo – Certo. - dico infine.
- Ascolta Ron non voleva, lui... -
- Lui voleva, Harry. - ringhio senza quasi rendermene conto – Se sei venuto qui a tessere le lodi del tuo amichetto puoi anche andartene. - concludo stizzito.
- Se solo voi poteste parlare sono sicuro che... -
- che? - lo fermo immediatamente – che vuoi che succeda, sentiamo. -
Harry inghiotte a vuoto pensandoci – Magari potreste far pace. - tenta ma è chiarissimo che non lo pensa sul serio – Infondo noi due ora andiamo d’accordo, no? -
Zona amicizia. Fantastico. Sospiro vistosamente.
- Non mi interessa. - butto lì prendendo a camminare verso la sala grande.
- Malfoy aspetta! - mi raggiunge – E’ che non gli hai dato prove di potersi fidare, tutto qui! -
- Non lo farà mai. - ribadisco seccato.
- Se gli parlassi come hai parlato a me, sicuramente... -
Mi fermo. Harry prosegue qualche passo più avanti colto di sorpresa.
- Draco. - dice e il mio cuore perde un battito; mi ha chiamato per nome – Mi farebbe molto piacere non sentirmi conteso. - ammette e io cado dalle nuvole con un tonfo doloroso. Tutto qui allora il problema, ovvio.
- Non è un problema mio. Non ti sto mica chiedendo di scegliere tra me e lui! - ....sarebbe troppo presto. E forse neanche fra dei mesi, nemmeno se diventassimo amici per la pelle, lo faresti mai.
I suoi occhi si fermano sui miei scrutandomi come a studiarmi. Sento le mie guance pungere ma cerco di mantenere un contegno.
- Ascolta... - faccio paziente – Non Intendo provarci. Scordatelo. -
- Ma con me lo hai fatto! - protesta
- E allora? - replico – Tu non mi hai picchiato fino a farmi vomitare! Non puoi chiedermi questo, sul serio! -
- Draco, eddai! - sbuffa – Se voi due non trovate un modo di andare d’accordo io non posso certo...! -
- Cosa? Essere mio amico? -
Mi guarda e inghiotte a vuoto sapendo benissimo di aver detto una cosa veramente meschina. Assottiglio lo sguardo e sento la frustrazione farsi strada in me.
- Cerca di capire.... - tenta ancora con voce bassa – Loro sono la mia famiglia. -
Basta. Mi arrendo.
- Sai Harry.... - esordisco sinceramente sfibrato – Non sono mai stato un bravo ragazzo, sono viziato e arrogante, ma non ho mai fatto davvero male a nessuno. Se ti da così tanti problemi essermi amico allora forse dovremmo rinunciarci e basta. -
- Malfoy dai! - sbotta esasperato – Perché devi essere così melodrammatico? -
Stringo con forza le mani cercando di soffocare la rabbia – Io non ci riesco va bene?Sono fatto così! - sbotto – Sei troppo cretino, me ne vado! - parto in quinta e gli do un colpo con la spalla giusto per mettere in chiaro la mia posizione.

__

- Questa deve essere almeno la quarta volta che "chiudi" con Harry. - mugugna Pensy in un sospiro.
- Per forza! - sbotto scontroso - E' un cretino! -
- Sicuro che non state insieme? Vi comportate come una coppia in tutto e per tutto. Vi manca solo il sesso. -
Alzo gli occhi al cielo e aumento il passo. Non è delle critiche che ho bisogno in quel monento, ma di lenticchia morto stroncato dalla fame. Ecco di cosa.
Per tutto il giorno evito la fonte di ogni mio stress, il moretto, e la fonte di ogni mio guaio, il pezzente, con una nochalange che fa intravedere come io sia maledettamente tranquillo. Anche se, ovviamente, non è proprio così. Inizio tuttavia ad abituarmi al fatto di litigare con Harry. Per via dei miei ripetuti "e' finita" mi sono quasi abituato al fatto che non lo sia davvero. Proprio come due ragazzini innamorati battibechiamo e ci lasciamo...peccato che non siano nè ragazzini nè innamorati. Almeno non lui....
Tuttavia a dispetto di quello che credevo, lui non mi cerca.
E in breve sono passati tre giorni.
Tre giorni di silenzio totale e nemmeno le occhiate di Blaise rivelano un interesse da parte di Harry di ritentare un approccio.
- Forse stavolta ha rinunciato davvero.... - pigolo piano verso Pansy - L'ho perso davvero? -
- Non fasciarti la testa prima di essertela rotta. Forse stavolta si aspetta che sia tu ad andare da lui. -
- Perchè dovrebbe aspettarsi una cosa simile? - ribatto - E' colpa sua! -
Pansy sospirò - lo so Draco, ma fin'ora è stato lui a cercarti, a rincorrerti come una caparbietà che non mi sarei mai aspettata. Ed ora che ti chiede soltanto di provare a fare amicizia con Ron tu comunque gli sbatti la porta in faccia! -
- Mi ha picchiato! - esclamo oltraggiato - mi ha pichiato davvero! -
- Ho detto "provare". Draco. - replica Pansy alzando le spalle - Se le cose non andrebbero comunque non credo che Harry insisterebbe, ti pare?-
- E cos lo perderei ancora. - faccio piccato.
- Forse no. Forse rinuncerebbero all'idea di vedervi tutti felici e contenti, ma potrebbe decidere di voler essere comunque tuo amico....-
Amico. Già. Sospiro.
- Quindi....devo essere io stavolta a rincorrerlo?-
Pansy non sembra molto convinta, mi mostra una smorfia da "o la va o la spacca". annuisco.
- Ok....allora.... - riprendo - Vi va di organizzare una festa? -

**

Non ho avuto la faccia tosta di chiederlo di persona, per bigliettini è meno umiliante. Ho invitato lui e le sue appendici, e ho scritto "invita chi vuoi". Anche se ero certa che Serpi e leoni non sarebbero mai andati d’accordo. Ciò che non mi aspettavo era lo scoprire che, seguendo la scia della non belligeranza tra me e Potter, molti di loro si conoscevano già più che bene. A quanto pareva la faida si stava affievolendo. Come se avessimo dato l'incentivo per un cambiamento che da troppo tempo andava fatto. tutto sommato era una bella cosa, anche se significava avere Grifondoro che giravano per la nostra casa in piena libertà. Ho preferito avvertire le serpi loro amiche di mantenere comunque un mino di attenzione, perchè fin'ora colui a cui hanno colorato i capelli e picchiato, anche se questo non lo avrei mai confessato, era stato solo io.
Ad ogni modo ci furono alcuni grifondoro tanto coraggiosi da venire alla festa e altrettanti serpi disposte a parteciparvi. In breve quella che si prospettava un mortorio si era rivelata una festa tranquilla sì, ma non del tutto noiosa.
Almeno da quello che Pansy e Blaise mi dicono, io non posso fare che domandare - Lui è arrivato? - il silenzio è come una lancia nel petto. Lui non c'è. lui probabilmente non verrà.
sospiro e mi guardo allo specchio. Sono ridicolo. Mi sono lasciato conciare da Pansy come mai; capelli lasciati liberi, camicia trasandata, quelli strani cosi babbani chiamati jeans.... Mi sento ridicolo.
"Harry viene dal mondo babbano questi sono gli abiti che preferisce!" mi ha detto convinta. E io mi sono lasciato convincere. Che nervi....
Rivoglio la mia aria impeccabile! Rivoglio il mio gel per sistemarmi i capelli, così sono indisciplinati e mi cadono sul viso. Il trasandato va di moda, va bene, ma nulla può sconfiggere la bellezza del classico!
Sospiro e mi alzo, cambiarmi ora sarebbe solo uno spreco assurdo di tempo. Tanto vale scendere alla feste e affogare i miei dispiaceri nell'alcool. Non ha senso più a questo punto sperare di ottenere qualcosa. Qualsiasi cosa.
Quando arrivo in cima alla scalinata che da sulla sala grande dove si svolge la festa in molti si girano a guardami e per un attimo il vociferare si zittisce. mi sento in soggezione; sono così ridicolo così?
Sto per fare un passo indietro quando sento Pansy spingermi malamente.
- Forza, cammina! - gracchia. La odio.
sospiro silenziosamente e inizio a scendere le scale cercando di mantenere almeno un minimo di contegno. La gente, superato lo schock iniziale pare che riprenda a parlar, non necessariamente di ciò che aveano lasciato ininterrotto. Credo d aver sentito più volte il mio nome.
Il muro si apre che sono a metà scala e senza pensarci sposto il mio sguardo sul nuovo arrivato. Resto per un attimo perplesso dal fatto che sia Ron il nuovo arrivato, ma due attimi dopo vedo che a spintonarlo con forza è Harry.
Il mio cuore perde un battito e mi fermo, immobile, come una statua e poi lui alza gli occhi e mi guarda.
Per un secondo sembra non riconoscermi e io mi sento immediatamente in imbarazzo maledicendo Pansy per la sua appresione sul mio vestiario, poi il suo sguardo di palese stupore diventa quasi divertente. Gli sorrido e inghiotte a vuoto.
Scendo le scale per raggiungerlo e, ad ogni passo, sembra quasi che ogni altro nella sala scompaia. Non ci riesco, non riesco a guardare qualcun altro, sono incatenato al suo sguardo che continua a restare fisso su di me. PResto gli sono davanti.
- ciao. - dico.
- ciao. - fa lui, ma sembra come se non riuscisse a dire altro di più.
- Sei venuto alla fine. Iniziavo a pensare che non lo avresti fatto. -
all'improvviso il contatto visivo viene a mancare, si gira verso di Ron e io mi sento come sballottato imprivvisamente nella realtà. Sbatto le palpebre quasi disorientato.
- E' colpa di Ron. PEr farsi convincere ci ho messo tutto il gorno. -
- Sono venuto solo perhè non mi fido a lasciarvi soli! - sbaita il rosso assottigliando los guardo. Sposto la mia attenzione su di lui e poi mi guardo attorno.
- Soli....si.... - dare sempre ragione agli idioti. Prima regola per toglierseli dalle scatole. - Comunque siete i benvenuti...entrambi. - cerco di sorridere a lenticchia, ma ho paura che la sua sia una smorfia molto simile al disgusto puro - Godetevi la festa, allora. -
vorrei stare con Harry, ma con Ron nei dintorni è un impresa impossibile, quindi, dopo aver dato benvenuto ai miei ospiti, cerco di ritirarmi come un ombra aleggiante, ma Harry parte subito al mio inseguimento. Non posso nemmeno emozionarmi per questo perchè trascina Ron con sé.
- Vedo che la festa va bene! - cerca ancora di conversare. Io alzo un sopracciglio e capisco che vuole che abbia anche una parvenza di dialogo con Ron, che è venuto apposta. Per farmi fare amizia con il suo bell'amichetto.
Ora capisco perchè non ho speranza con lui. Probabilmetne sono loro ad avere una relazione.
Provo a sorridere, ma nuovamente sono poco convincente.
- Certo...si.... C'è cibo e da bere di là, c'è anche la musica. Ron vuoi per caso ballare? -
- Con te? Fossi morto. -
Alzo un sopracciglio - La cosa mi devasta. - ironizzo - E no, intendevo in generale. -
Ron fa un passo avanti minaccioso, non mi scompongo affatto.
- ron! - lo sgrida Harry - E anche tu draco. Non potete farlo per me? -
Ron lo fulmina con lo sguardo - Mi hai trascinato fin qui, ma non intendo certo fare salotto con lui! -
vorrei rispondere come qualcosa tipo"Reciproco" o "stessa cosa vale per me", ma affosserebbe il mio piano di far finta di voler riappacificare i rapporti. Prendo un profondo respiro e mi giro completamente verso di lui.
- Weasley. - esordisco risoluto - credo che per il bene del nostro comune amico non credi sia il caso di finirla con questa ostilità? -
- Neanche tra un milione di anni! - sbraita immediatamente. Alzo un sopracciglio e poi le spalle.
- Ok. - mi rigiro e faccio per andarmene, quando Harry mi afferra un braccio. Credo che sia il suo sport preferito. Peccato che non abbia mai risvolti più piccanti.
- Draco, dai! -
Reprimo un imprecazione nella mia anima. Quindi riprendo a tentare di parlare con Ron. Mi sembra di essere un cretino. Forse lo sono.
- Harry.... puoi lasciarci soli? -
- Come? -
- Soli Harry. - replico - Stare con il tuo fiato sul collo mi impedisce di parlare liberamente con Ronald. -
- Vuoi per caso litigarci? - domanda sulla difensiva.
- smettetela di parlare di me come se non ci fosse! - replica lui - Harry puoi andare. anche io voglio dirgliene quattro. -
Harry alza minacciosamente una mano verso l'amico - Se provi a picchiarlo o tirargli uno dei tuoi brutti scherzi Ron, stavolta sono guai! -
Mio eroe....
- Su. vai. -
No resta, prendimi, portami su e gioca al dottore con me! Non lasciarmi nelle mani di questo bifolco!
Ma Harry si allontana indispettito. sperando che vada tutto bene, mi avvio verso una zona più tranquilla sapendo che Ron mi segue. Ed infatti varco la porta del salottino privato e lui è lì alle mie calcagna.
- Cos'hai in mente? - sbotta rabbioso.
- Assolutamente niente. Per essere amico di Harry devo per forza evitare di finire picchiato o peggio. -
- Se tu lo lasci in pace eviterò di ricorrere alle maniere forti. -
- Non intendo rinunciare a lui. - mi esce fuori spontaneo. Mi mordo un labbro, ma cerco di non dare a vedere la mia ansia improvvisa.
- Perchè? mi domanda lui.
Lo guardo per un attimo non sapendo cosa rispondere, quindi mi siedo a un divano qualsiasi e abbasso tutte le mie difese. Sono sinceramente stanco di combattere con questo qui...
- Ascolta. - esordisco piano - Che tu ci creda o no, tengo a lui e non voglio perderlo. Ma finirò per perderlo se continuiamo a farci la guerra. - metto un attimo in ordine i miei pensieri - So che non riesci a fidarti di me e ammetto di essere stato un po' cattivo in passato con te. -
- Giusto un po'. -
- Ma guardati attorno. - riprendo- Nella sala accanto ci sono Serpi e Grifondoro, assieme, come pari. Come amici. La mia amicizia con Harry ha portato a qualcosa. -
Ron resta immobile a fissarmi come se ponderasse la cosa - Ma che ci guadagni tu in tutto questo? Quel è il tuo scopo? -
sono sinceramente stanco, mi prendo la testa tra le meni.
Voglio Harry, ecco cosa voglio. Ma credo che confessarlo prorio a lui porterebbe a un omicidio sanguinario con me come vittima.
- Solo un po' di pace. - dico quindi - Niente di più. Senti....non ti dico di fidarti di me. -
- Fai bene. -
- Ma almeno lasciami provare a conquistare la tua fiducia...almeno un po'. Dammi una possibilità. -
- una possibilità? -
- Se faccio dal male ad Harry potrai picchiarmi a sangue o anche uccidermi, va bene? -
Resta in silenzio per un po' - Così finisco in galera.... -
- Si, ma ti sarai tolto la soddisfazione. Ti abbono anche torture apocalittiche. -
- Sembri molto sicuro di te. - afferma.
- Perchè non intendo torcergli un solo capello. Te l'ho detto; tengo a lui. -
- Ma se siete "amici" nemmeno da un mese! -
Stringo i pugni, guardo in basso. - Tengo a lui. - ribadisco -Posso anche confessare sotto veritatusem se ci tieni. -
- Attento, potrei veramente provarci. -
- Sono a tua disposizione. -
ancora silenzio. Ron si gratta un braccio a disagio - torniamo di là? -
- Se vuoi. -
- Stare da solo con te senza picchiarti mi fa venire l'orticaria. -
- Idem per me. -
- Almeno su una cosa siamo d’accordo. -
- Perfetto. -
Mi alzo e lo seguo verso la porta quando lui si gira e mi fissa.
- Ascoltami bene. - inizia improvvisamente imbarazzato - Fargli una qualsiasi cosa e ti troverai l'intera scuola a picchiarti, non solo un paio di grifoni. Intensi? -
annuisco - E' un permesso ad essere suo amico? - chiedo conferma.
- Solo un avvertimento, dato che non credo di poterlo impedire ormai. -
sorrido, stavolta incredibilmente, per davvero e gli indico di uscire. Credevo che sarebbe andata molto peggio. Sono sorpreso delle mie capacità di persuasione.
non appena usciamo un certo moretto si avvicina repentino e ci guarda come a scorgere graffi o lividi. Sono sicuro che cerca di captare ogni movimento che farebbe presupporre un agguato in parti non esposte.
- Allora? -
Ron abuffa - Bhè è una festa no? Festeggiamo! - si allontana verso alcuni grifondoro e, finalmente, io e Harry restiamo soli. Mi porge una lattina di burrobirra.
- Grazie. - mi dice con un sorriso. Mi era mancato....
- Di niente. Ma ho messo a rischio la mia vita per te, come minimo ora mi devi qualcosa di più di una lattina. -
sorride e mi afferra, purtroppo ancora senza risvolti più piccanti, e mi trascina verso il tavolo dei liquori. Prende una bottiglia a caso e poi mi trascina ancora una volta via. Sembra un bambino con un nuovo giocattolo con cui, dopo tanta attesa, può giocare.
lo seguo con alttrettanto entusiasmo.
Sotto gi occhi attenti di Ron vengo a sapere che per i tre giorni in cui era sparito dalla circolazione aveva fatto di tutto per convincere l'amico a chiedermi scusa, anche il silenzio. A quanto pare solo quello per almeno due. In sostanza avevano litigato finchè il biglietto non aveva smosso la situazione.
Gli racconto dei mie tre giorni, nulla di nuovo o di speciale, nessun amico con cui avevo litigato, ma certo una persona mi veniva spesso in mente. non ho osato dirgli a chiare lettere che mi era mancato, ho ancora un certo orgoglio da mantenere.
A dire il vero ho iniziato a perdere le concezioni con il mondo. Il mio bicchiere, coem anche il suo, veniene costantemente riempito da quel liquore di cui mi sfugge il nome. Ben presto le parole sono un po' confuse, senza particolare acume. Un po' biscicate.
- Forse ho bevuto troppo. - ammetto poggiando il bicchiere sul tavolino. La festa attorno a noi continuava, la musica si è alzata le riate richeggiavano per il castello. Ma non mi importa. Sono con Harry e moio dalla voglia di stringermi a lui. anche se non posso. Perfino nell'ubriachezza conosco i miei limiti anche se è molto più difficile non valicarli.
Harry è vicino. Troppo vicino. Sento il calore del suo copro accanto a me, la spalla preme sulla mia, e i suoi occhi....
Perfino attraverso le lenti mi sento catturare da quello sguardo.
Credo di aver perso il respiro per qualche attimo, solo un attimo, ma che mi abbia portato a gemere qualcosa. Forse il suo nome.
Avrei voluto mordermi un labbro, ma non riesco a farlo. Resto fermo come anche lui, perchè non parliamo più.
- Oggi sei diverso. - sento la sua voce più vicina del solito quasi vibrarmi nella testa. Ma a me sembra che non centri nulla il fatto di aver bevuto, è lui, cos' vicino, così......
- I capelli così ti stanno bene. -
E' poco lucido anche lui. In condizioni normali non mi avrebbe mai detto una cosa simile ed in più il suo sguardo è lontano, quasi sognante. Ma non posso non emozionarmi per questa stupidaggine. sorrido, come un ebete e congelo il mio corpo per non farlo, per non avvicinarmi a lui. Sarebbe controproducente, non solo perchè mi odierebbe, ma perchè tutti vedrebbero cosa sta succedndo. Ma voglio stare con lui osì tanto....
Mi alzo, con un coraggio che non credeo di avere. E resto per un attimo fermo in piedi, maledicendo ogni goccio bevuto.
- Penso di essere troppo ubriaco.... ci vediamo domani. -
Seguimi....
- ok.... a domani. -
annuisco e mi allontano. Le scale mi sembrano una tortura più che giusta. ho le gambe pesanti e un paio di volte ho rischiaro di ruzzolare fin giù, però alla fine sono arrivato in cima. Mi giro solo un secondo, cercandolo e lui è in fondo alle scale e mi guarda.
Perchè è così viva in me questa sensazione?
E come se sapassi che mi seguirà....
Arrivo in camera e lascio volutamente la porta aperta e, un attimo dopo, questa viene chiusa da Harry.
Mi giro e lo guardo. c'è qualcosa che vibra nell'aria, come quel giorno in cui nella sua stanza mi ha tolto una ciocca di capelli dal visto. Ma non è una ciocca che sta per togliermi dal viso.... e molto di più.
si avvicina a me e sento nuovamente l'aria mancarmi.
- Stasera sei bellissimo. - dice. E' ubriaco ma non mi importa.
- lo sono sempre. - ribatto ridendo ancora come un ebete.
- Si. - dice piano, riflessivo e io smetto di ridere e lo guardo.
Le sue mani rinchiudono il mio viso in una stretta calda e rasicurante. che stia per succedere davvero? Sto sul serio per....
Non mi importa. Basta, ogni piano, ogni barriera decide di frantumarsi e mi spingo in avanti per baciarlo. Ma non devo fare molta strada perchè lui mi intercetta a metà e le nostre labbra si sfiorano.
Mille fiochi di artificio mi esplodono dentro, tutti, in un grande boato. Seppelliscono la ragione dietro rumore e adrenalina, e alcool, santo alcool aiuta relazioni impossibili.
E in un attimo sono stretto a lui, sento il suo petto contro il mio, i suoi denti, la lingua. E' un bacio scordinato, quasi impacciato, ma non saprei comunque come fare a fermarmi.
Lo amo.
- hey Harry sei lì? - la voce di Ron olre la porta spegne improvvisamente ogni cosa sia stata avviata. Harry si separa da me imprvvisamente io mi sento morire. mi guarda confuso.
- Sì, sono qui. - risponde. Sento l'imbarazzo avanzare.
- Noi stiamo andando... - sento ancora Ron. lo odio. Deve morire, non mi importa di nient'altro.
Harry annuisce a se stesso. - Arrivo subito. -
Non andare....
- Ehm....io ora devo andare.... -
No. Non farlo.
- Ok. -
- ci.... vediamo domani. - le sue parole sono biscicate. E' più ubriaco di me e probabilmente non ricorderà nulla domani. Annuisco e lui dopo vari tentanementi esce dalla stanza.
quando la porta si chiude e io resto solo sento l'adrnalina andare via e un senso di oppressione avvolgermi.
ci siamo baciati, dovrei essere contento, ma allora perché mi sento così?
Perchè mi sento come se fosse stato un errore madornale?



__


- Che cosa è successo? - gli occhi di Pansy fanno paura quando sono attenti e brillanti di curiosità.
- di che stai parlando? -
- Di ieri sera! - continuo squittendo forte, o forse è solo il mio mal di testa a renderlo tale.
Cerco di fare mente locale....ieri sera? Dunque....
- Ho passato la serata a bere con Harry. - dico - Ricordo solo questo. -
Sembra delusa forse addirittura perplessa.
- Intendo qui! In questa camera! Quando siete saliti! -
Sbatto le palpebre qualche secondo - ....siamo saliti? -
- O buon merlino! - esclama alzando gli occhi al cielo - Ti assicuro che per come siete saliti c'erano tutte le premesse per.... -
- ....per? - ma che le prende? che cosa potrà mai essere successo?
Si porta una mano nei capelli come se cercasse di farmi arrivare ad una deduzione semplice - Ti ha mangiato vivo tutta la sera.... - iniziò - E avevate bevuto tanto.... -
- Non dire stupidaggini! - la anticipo comprendendo dove vuole arrivare - Figurati se è successo qualcosa. -
- Bhe sicuramente nulla di concreto dato che abbiamo potuto trattenere Ron solo pochi minuti. -
- ron....? -
Cerco di ricordare. dunque, alcool, la tensione che aveo standogli vicino, la volontà di saltargli addosso....e poi il ritorno in camera. Inizia ad essere più nitido. Ma non abbastanza.
- Niente.... - ammetto - E si sta facendo tardi.... Su scendiamo a colazione. -
A colazione ci ritroviamo davanti una scena pressochè atipica; le case si sono amalgamate, Serpe ospiti tra i Grifoni, e al nostro tavolo ho visto perfino Tassorosso. che schifo....
Butto un'occhiata verso il posto che solitamente Harry prende e incrocio immediatamente i suoi occhi e, come non faceva ormai da tempo, li abbassa.
cosa?
- Dray che c'è? -
- Oh.... ehm... niente... - tentenno riprendendo a camminare verso il mio solito posto dove trovo un impacciata Corvonero che si stringe al braccio di Greg con terrore. La guardo sorpreso.
- Quello è il mio posto. - dico, senza particolare acidità. Lei annuisce e si alza. le faccio forse paura.
- No resta pure! - mi viene naturale affermare imbarazzato - Mi.... Mi siedo qui ok? - indicò il primo posto libero e mi ci siedo sentendomi in soggezione.
- Che diavolo sta succedendo? - sibilò a Blaise.
- Hai permesso l'unione della scuola. Congratulazioni principessa. -
- Muori. - rimbecco aspro - Quindi la festa è andata bene. -
- Oh alla grande! - ribatte lui. Mi guardo attorno fortemente risentito. Intrusi. Dannati intrusi. uno non può nemmeno fare colazione in santa pace!
Mangio di fretta e poi vado a lezione, incontro Harry, provo a salutarlo e nuovamente fa finta di non avermi visto. Resto palesemente sconvolto.
- ....Blaise, Pansy...non gli sarò mica saltato addosso? - scatto terrorizzato - Vi prego ditemi che non ho fatto una cazzata simile! -
- non saprei. - esordisce Pansy - Dopo che siete andati in camera tua può essere successo di tutto.... -
vorrei morire. Non può esserci alra spiegazione.
Devo chiarire!
Scatto al suo inseguimento. Era dovrebbe avere Difesa della arti oscure, quindi resto lì, in ansia a fare su e giù davanti l'aula.non mi interessa se ho sltato la mia di Erblologia, inventerò una scusa.
finalmente l'ora finisce e tutti escono, lo cerco con lo sguardo torturandomi gli avambracci.
Non posso essere stato così cretino. Davvero non posso!
Eccolo...
- Harry! - scatto verso di lui. Sobbalza colto alla sprovvista.
- Oh...ciao.... - non può più fuggire.
- Posso parlarti un secondo? -
- dovrei andare alla lezione successiva e.... -
- Ci vorrà solo un minuto, promesso. -
E' in trappola e dopo un attimo di tentennamento in cui guarda Ron e Hermione allontanarsi senza dargli alcun aiuto annuisce decidendo di seguirmi.
Non lo porto distante quando basta per essere lontano da occhi indiscreti.
Mi giro e lo fronteggio sto per parlare senza avere la benchè minica idea di cosa dire e...
- Prima che tu dica qualcosa, volevo dirti che mi dispiace! - pone le mani avanti come a proteggersi.
- ......come? -
- lo so.... ora tu penserai che sono un idiota, mi dispiace immensamente Draco. ERo ubriaco. puoi perdonarmi? -
Non è esattamente la cosa che mi aspettavo. Credo di essere rimasto a fissarlo come un pesce lesso sorpreso.
- ....Ehm Certo. - rispondo vago - Ma di cosa...? -
- come di cosa? - ribattè altrettanto sorpreso - Non.... non te lo ricordi....? - domanda poi, allibito. Aggrotto le sopracciglia e cerco di fare mente locale, ma ho una nebbia che mi offusca ogni cosa.
- Ricordare cosa? -
Harry mi guarda e per un attimo è come se il fatto di non ricordare qualsiasi cosa sia successa sembra sia peggio del ricordarlo. LEggo nei suoi occhi come uno sconcert misco a delusione. Non sollievo. Quello non è certo sollievo...
- Harry? - lo chiamo piano - Cosa è successo che non ricordo? Perchè mi stai evitando? -
- N-niente. Non è successo niente. -
- Non dire cazzate! - mi impongo e gli afferro il braccio per impedirgli di fuggire - Ho fatto qualcosa di sbagliato? -
- Non tu. - replica.
- Cosa pensi di aver fatto? - chiedo quindi - Qualsiasi cosa sia puoi dirmela, sai che puoi fidarti di me. -
Non proprio. Tramo alle sua spalle da che l'ho incontrato, ma per risvolti pacifici. Piace and love, no?
Harry guarda la mia mano come se avessi fatto un enorme sbaglio a toccarlo. Ma non si sottrae. Alza gli occhi e sospira.
- No...davvero. Non è successo niente. Eravamo ubriachi e.... Ed è tardi devo andare a lezione! - scappa. Sta scappando?
Scordatelo!
- Harry per l'amor di merlino! - scatto tirandlo per il braccio. lui perde l'equilibrio e fa per cadermi addosso, lo sorreggo e per un attimo trattengo il respiro per la sua vicinanza.
ci guardiamo negli occhi e......ricordo.
Oh. Santo. Merlino..........
- Scusa. - scatta alzandosi - Ho perso l'equilibrio e.... -
La mia bocca e aperta sotto la sconvolgente rivelazione. Lui mi ha baciato...... LUI!
Io gli piaccio.
Io gli piaccio.... IO GLI PIACCIO!
- Draco...? -
devo avere sl viso l'espressione più beota che sia mai stto capace di fare. ma non mi interessa. Ora lo bacio e nemmeno lenticchia mi potra fermare!
- La lezione è iniziata da diversi minuti signor Potter! - Appare Piton dietro di noi come una malombra. Sobbalziamo dividendoci come colti n flagrante.
Ecco un proffesre più....aimè.
sospiro frstrato.
- E anche la sua signor Malfoy, o sbaglio? -
- Non sbaglia signore. - gracchiò in un sospiro.
- Bene allora...che ci fare ancora qui...? - la voce di Piton è così snervante. stringo i pugni e mi ritiro sconfitto. Ma avrò pur perso la battaglia, ma la guerra...oh la guerra quella sta finalmente volgendo amio favore.
Attento Harry Potter, baciandomi hai segnato la tua fine. Sarai mio!

Torno in camera di corsa. Non ho potuto stare attenta nemmeno ad una simgola sillaba della lezione. ogni attimo mi scorre nella mente con dovizia di particolari. Ma è la sensazione di assoluta eccitazione a sopraffarmi., il ricordo del suo tocco, del mio cuore che martellava....
lo voglio. lo rivoglio. oglio rivedere quel momento, rifarlo...
oh se voglio rifarlo.
- Dray sembri stato punto da una tarantola! -
- Blay! - lo afferro per le spalle - Novità! Mi serve consulenza immediata! Chiama Pansy! -
- Ma basto io... -
- CHIAMALA! -
Cinque minuti dopo li ho di fronte con sguardo tra l'eccitato e l’interessato.
- Oh dio allora è successo qualcosa! - squittisce lei - E' fantastico! -
- Si, ok. - concedo - Ma ce faccio io? Vado da lui e gli dico che rcordo? Gli salto addosso.... che faccio? -
- voto il saltargli addosso! - eslcmaa Blaise pomposo.
- Sempre il solito! Non può certo farlo! -
- perchè? - escalmiamo esasperati io e Blaise all'unisono.
- Analizziamo la situazione.... - fa Pansy in un sospiro - Era ubriaco e se n'è pentito. Fine della situazione. -
- Ma se io gli faccio capire che mi è piaciuto.... -
- Capirebbe che lo hai manipolato per tutto questo tempo. - replica lei - Dray so che stai saltando dalla gioia ed effettivamente abbiamo fatto un grosso passo in avanti; è attratto da te. Ed è su questo che dobbiamo puntare. -
- E come? -
- nudità. - esclama Blaise - Fagli vedere che si perde! - mi fa l'occhiolino e io ridacchio.
- Blaise! - scatta lei in preda ad una crisi isterica, ma poi improvvisamente sembra ripensarci - Effettivamente... -
- Non mi dire! Prendi per buona la mia idea? -
- Non per buona. - puntualizza lei - Per ideale. Proponigli un allenamento a Quidditdh. -
- E che centra con.......oh. - sembra aver capito qualcosa che a me sfugge. - Le doccie. -
Lei sorride - Esatto. Avrete tanti uomini attorno quindi non potrà sottrarsi e tu gli farai vedere il tuo bel corpicino mozzafiato. - ammicca verso di me. Io mi mordo un labbro agitato.
- Funzionerà? -
- Di certo ti farà capire se è o meno attratto da te! - ammette Blaise - E se lo è, piccolino, sappi che siamo a cavallo! -
Stare a cavallo! Mai un paragone con il caalcare quelle bestia mi è stato più gradito!

- Oh ciao Harry! - non posso fare a meno di sorridere e per un attimo mi sebra di essere un diavlo pronto ad accarezargli l'anime per ottenere ciò che vuole. Credo che abbia anche lui la medesima impressione perchè sìirrigidisce.
- Malfoy. -
Siamo tornati al Malfoy ora?
- Volevo dire.... ciao Draco. -
Il mio sorriso si affievolisce. Così non va.
- Senti.... - esordisco seccato - Se vuoi evitarmi fa pure, ma mi spiacerebbe perdere un amico per una ragione sconosciuta. Ti diapiacebbe quindi evitare di fare il cretino e, non so, accettare il mio invito a fare un’amichevole tra le nostre squadre? -
discorso perfetto, eseguito in maniera impeccabile. Harry mi guarda sorpreso. Sembra rifletterci.
- Sì, va bene. - dice infine - Va bene....un’amichevole mi sembra un ottima idea. Sempre se non barate come vostro solito. -
- Parola di SErpeverde! - sorrido di nuovo. Lui per un attimo sembra coinvolto nella mia smorfia. Dura solo un secondo. Mi allontano con sicurezza, dandomi perfino un tono. L'amo è stato buttato!
......e la partita è stata appassionante. molti sono gli spettatore che sentendo della sfida sono giunti a guardarla. Avevo avvisato i miei compagni di evitare irregolarità, maun paio di volte ci sono andati molto vicini. L'abitudine è dura a morire.
tuttavia la partita si svolge bene, è perfino divertente. WEasly che si muov tra le porte sembra un cretino e quando una pluffa mi sfiora fin quasi a farmi rovesciare dalla scopa vorrei ritirargliela indietro e, non so, abbatterlo. E' cola sua se io e Harry non siamo in un angolo a limonare come due conigli in calore!
Vedo Harry partire in picchiata. Ha visto il boccino. Parto al suo inseguimento.
Un aio di giravolte, slalom tra i giocatori e poi eccolo. così vicino, a portata di meno. Tengo la mia, cos' come Harry e per un attimo si sfiorano. Lui la ritrae, come se scottasse.
Afferro il boccino e, con una capovolta, ritorno in pista. Alzò il braccio in segno di vittorie sfoggiando il migliore dei miei sorrisi di circostanza.
Abbiamo vinto e tutti ci ritiriamo, ma il mio buon umore si sta dissolvendo....
Mentre tutti esultano e festeggiamo scorso Harry in disparte guardarsi la mano come pensieroso....
Non so cosa pensare. Avverto un nuovo black out nella mia mente e in due secondi mi ritrovo accanto a lui, gli afferro la mano e lo trascino via. sotto gli spalti dove nessuno può vederci gliela stringo, come se avessi timore che se solo lascio la presa possa volar via con una folata di vento.
Non lasciarmi solo, Harry.
- ORa basta, d’accordo? - sento la rabbia scorrermi nelle vene - E' stato uno stupido bacio, eravamo ubriachi. non ha significato neitne. -
Mi guarda con un espressione vacua, quasi inconsistente - Te lo sei ricordato... -
- Sì e non capisco perchè continui a fare così. - sil mio nervosismo è palpabile - Credevo che ci tenessi a me! -
- ci tengo! - ribatte immediatamente - Ma mi sentivo in imbarazzo! Non voglio che tu pensi male di me! -
- E cosa dovrei pensare se mi eviti e mi allontani? - sento la mia voce farsi più acuta, tremolante. Sento la sua mano stringere la mia in un gesto troppo intimo per essere tra amici, quasi senza significato. Sto per mettermi a piangere, me lo sento. Ma non posso soportarlo, non ora che posso parlarci, riderci assieme, non ora...mai più tornerò al silenzio, ai litigi e alle occhiate furtive. Mi rifiuto!
- Draco. Mi dispiace. Nonc redevo che ti facesse soffrire tanto. - sembra davvero dispiaciuto e io mi sento soffocare.
- Smettila di comportarti come un idiota, va bene? - riprendo cercando di ricacciare indietro le lacrime - E' stato solo un attimo. -
harry mi guarda in silenzio, sento le sue dita affievolire la stretta.
- Si, hai ragione. Mi dispiace. -
- lo so che ho ragione. Io ho sempre ragione. -
- Mi perdoni? - mi lascia la mano e io sento come se mi mancasse qualcosa. Ma la mano incriminata si posa sulla mia spalla, scivola leggera sul mio collo....
Perhc mi sento così? Come se non intendesse affatto smetterla di pensarci, come se....
alzo gli occhi e mi rispecchio nei suoi. Il suo sguardo è intenso, tanto intenso da farmi socrrere brividi forti lungo la schiena.
- Mi perdoni? - domanda ancora.
Baciami imbecille!
- Sì. - dico invece. Quando imparerò a dire quello che penso?
- bene. -
Esita, lo sento nelle sue dita, nel suo tocco, resta lì un secondo come se non volesse smetterla di sfiorare la mia pelle. E perchè dovrebbe? Ma so che lui non capisce, lui non sa quello che provo.
Arriverà il giorno in cui potrò dirglielo?
Ora mi sembra più lontano che mai.
Ho sfiorato il paradiso in quell appassioanto tocco di labbra e sono ripiombato all'inferno come s emi fosse costato tanto.
Il ditacco è stato troppo netto, quasi come essere stato staccato dal grembo della madre. Caldo e accogliente, come la sua bocca.
- Perchè mi hai baciato. Harry? - gli chiedo improvvisamente, non sento nemmeno mia la voce. Lui mi guarda, così intensamente come se volesse drmi qualcosa che non può, che ha paura a dire.
Se sapesse che è impossibile crederei additrittura di piacergli.
- Possiamo non parlarne mai più? Facciamo finta che nulla è successo. -
- Ok. - No. Parliamone. ....ti prego.
toglie la mano e si allontana e io resto solo con un boccino che si dimena nelle mie mani. lo alzò al viso e lo guardo.
- almeno tu poi vieni liberata dalla tua prigione... - le dico piano - Ci sono prigioni a cui nn si può sfuggire. -
Poi torno tra la folla a festeggiare una vittoria che so di non aver meritato.

__

E' passata una settimana da allora. Sono depresso.
Non è quella depressione comica che si ha, di quelle che basta una burro birra e qualche amico per tirarti su. E' una depressione così profonta da spaventarmi.
Non riesco a sorridere, sorridere di cuore. Passo il tempo con Harry come se niente fosse e mi sento come se stessi morendo dentro ad ogni attimo in cui lui mi sorride solo come un amico.
Non posso averlo e non posso dirgli Addio perchè il pensiero di non averlo attorno, di non stare anche solo in silenzio con lui in una stanza mi tormenta. L'idea che possa sfuggire alla tela che din'ora gli ho tessuto attorno mi paralizza. Di perdere quei privilegi che ho acquisito fino ad ora.
E allo stesso tempo non sopporto l'idea di stargli accanto. E' soffocante e snervante.
vorrei.... catturarlo. Stringerlo tra le dita, tarpargli le ali, impedirgli di volare altrove. L'idea stessa che possa vedere un ragazzo o una ragazza ed innamorarsene mi fa venire sentimenti di odio verso il mondo intero.
Sanità mentale o la mia personale droga che consiste in ogni secondo trascorso con lui?
Questo è il dilemma.
- Draco1hey! - mi chiama non apena entro in aula. E' con Ron e Dean a giocare con delle carte babbane. Mi ha anche insegnato come si gioca. - Vieni a giocare con noi. -
Mi siendo al tavlo e passo il tempo a gicare con loro, ridendo alla battute a sfondo sessuale di Dean, senza in verità grande entusiasmo, e in quelle crudele e taglienti verso di me di Ron. Non ribatto perchè non ne ho la forza.
Sarà sempre così? Fingerò che tutto vada bene?
Forse dovrei semplicemente lasciar perdere.
- Stasera che fai? - sento la voce di Harry raggiungermi mentre sono concentrato nel gioco - Io e gli altri pensavamo di andare ad **ti unisci a noi? -
continuo a guardare le carte e ne tiro una a caso. Mi hanno siegato il gioco, ma ciò non vuol dire che io l'abbia capito. Perdo continuamente....
- no devo studiare. - ribatto atono.
- Cosa studi? -
- Trasfiigurazione. -
- Ti serve una mano? -
Le mie dita esitano sull'ultima carta che stringono e ripensano ad un punto della lettera; essere aiutato a trasfigurazione, restare solo con lui....
Butto a terra la carta e gli sorrido - No, non ti preoccupare. Vai e divertiti. -
- sicuro? -
- Si. -
Annuisce, ma non sembra particolamrnete entusiasta. finisco la partita con la mia ennesima disfatta e mi ritiro.
Passano le ore e mi sento sempre più solo....
- Draco a questo punto non sono più convinto ch sia una buona idea? -
- Tu dici? -
Blaise ha provato a tirarmi su di morale, ma non riesco a farlo. Mi faccio schifo da solo.
- So cosa ti ci vuole! - esclama - Burro birra? So dove trovarla a buon mercato. -
- No grazie. - ribatto - Se non era per l'alcool non stavo messo così male. -
- l'acool ha creato il problema e l'alcool lo affievlirà! -
Sorrido - Scusa ma non ci tengo a diventare un alcolizzato. Mi basta vedere coe i neuroni di Dean thomas hanno dato forfait. Merlino riesco perfino a batterlo a carte tanto è ritardato! -
Blaise è sollevato dalla mia battura e ridacchia - Dai! Inventiamoci qualcosa! -
E all'improvviso sentiamo bussare.
- Sarà Pansy? - domando - Apri pure. -
Blaise sbuffa e si trascina fino alla porta. La apre di poco e poi resta fermo.
- Ehm. non è Pansy. -
Alzo un sopracciglio guardando il soffitto - Chi è? se è un primino con i soi problemi spediscilo da Snape. -
- Non è un primino con i suoi problemi. - stavolta ridacchia.
Sbuffo e alz la testa e dietro un Blaise chiaramente divertito un essere dall'aspetto curiosamente simile a Potter è lì che mi saluta.
- Sorpresa. -
- Inizio ad avere le allucinazioni? - domando a blaise - Mi sembra di vedere Potter alla porta. -
- E' lui eh. -
- lui è a** con i suoi amici. Almeno dovrebbe. -
- E io che pensavo che ti avrebbe fatto piacere! - sbotta offeso - Se vuoi me ne vado. -
Se non sei qui per saltami addosso, vattene imbecille.
- Ti farò la grazia di farti entrare! - ripoggio la testa sul cuscino e riprendo a guardare il soffitto.
Sento i passi di Blaise e di Harry nella stanza.
- Pensavo che facessi trasfigurazione. -
- Stava giusto per mettercisi. - si intromette Blaise - Vero, Dray? -
Sospiro gravemente - Studio...pensare....argh! - prendo il cuscino e me lo porto sul viso - Ozio ozzio...amato ozio! - ecalmo teatralmente - come posso , oh ozio, averti tutto per me per l'eternita? Oh ozio, orendimi sono tutto tuo! -
- Sa fare molto bene il melodrammatico. - Blaise sussurra a Harry, sento ridacchiare quest'ultimo.
- Ozio! Lasciami cullare nelle tue braccia fatate! - continuo.
- Contnuerà ancora per molto? -
- Una volta ha fatto una filippica di venti minuti sull'importanza del suo pisolino pomeridiamo. A quanto pare gli serve per mantenersi bello e raggiante come il sole. A quanto pare lui è il sole della casa delle serpi e baggianate così! -
- Non sono mica baggianate! - si metto a sedere di scatto - Sono brillante, bello e raggiante...come un sole! E sono il vosto capo. Quindi sono il vostro Dio. Mi pare ovvio. -
- Un sillogismo perfetto. - rbacchia Bliaise.
La smetto di rompere i coglioni e decido di alzarmi.
- Comunque che ci fai qui, Harry? -
- Volevo aiutarti con trasgiruazione. Se non sbaglio domani c'è una prova importante e tu sei alquanto una frana. -
- Non sbagli per la prima e sei compleamente fuori strada per la seconda. Io non sono una frana, se mostrassi il mio genio gli altri sarebbero invdiosi della mia perfezione. -
Lui sorride dolcemente e io sento il mio cuore traditore sobbalzare - Ti vedo più energico, sono contento. -
Dannato grifondoro dei miei stivali, abbi il coraggio di prenderti le tue responsabilità!
- L'energia è fatica! - ribatto alzando le spalle - Ed è faticoso anche arrivare ai libri. blay, fai il braco me li prendi? - sbatto gli occhi con ironica femminilità e lui alza gli occhi al cielo.
- Prenditeli da solo! -
- come sei crudele! -
Fa scioccare la lingua e fa per andarsene quando mi esce naturale e con una certa durezza domandargli - Dove vai? -
- Ehm...nella mia camera... no? - parola in codice per dire: non volevi che vi lasciassi soli?
- Si giusto per prendee i libri di trasfigurazione. Ora abbiamo ance chi ci aiuta! - parole in codice per dire: se mi lasci solo con lui finisci buttato giù per le scale.
Sembra intuirle perhcè inghiotte a vuoto ed annuisce - Ok, torno subito allora. -
- ti aspettiamo. -
E va via. E lo odio perchè è andato via.
- Sul serio perchè non sei andato con i tuoi amici? sicuramente è più divertente che aiutare me. - domandò al moretto con genuina curiosità. Lui si inumidisce la labbra cme se fosse indeciso su qualocsa.
- Non ci giurerei. - ammette. Io sorriso, divertito.
- Oh andiamo Harry, credo che sia chiaro come il sole che ultimamente sono un po' fuori fase. -
- Sul serio? - fa, ironico. Posso spaccargli la faccia?
- Già, pare strano eh che il mitico Malfoy abbia qualcosa che non vada eh? - ammicco verso di lui e mi rilasso. lui sembra incoraggiato da questo comportamente perchè si avvicina a si siede accanto a me.
- E' colpa mia? -
Si. - Ma no... -
- Allora qual è il motivo? -
lo guardo e il suoi occhi sinceramente preoccupati smorzano ogni mia replica acida verso di lui. Mi viene da sorridere intenerito.
Alla fine è slo colpa mia che non sono capace di accettre quel po' che ho. Sono troppo avido.
- Non lo so mica sai? - ribatto - Credo siano tutte una serie di fattori. Però non voglio che ti preoccupi per me. passerà. -
- Draco se c'è qualcosa che posso fare? -
Se solo lui lo sapesse....
Gli sorrido con una sincerità d'animo che non riusciv ad avere da tanto tempo.
- Si che c'è. Puoi prendermi i libri! Sai che fatica arrivare fino alla cartella! - rido e lui ride con me. E, dopo tanto tempo, mi sento nuovamente bene in sua presenza.

- Draco quarda qui!.... Vanished! - blaise fa svanire davanti ai miei occhi un temperino. Alzo un sopracciglio. - Harry è davvero un ottimo insegnante! -
Metto il broncio - Vanished! - urlo ma la mia penna resta immobile - Dove sbaglio? -
Harry prende il mio polso e mi fa vedere il movimento. Sono troppo concentrato per rendermi conto che mi sta toccando, ma finalmente capisco come fare. Ci riprovo, funziona.
- Oh.... - faccio sopreso - Era così semplice? -
- E' sempre semplice. - ribatte Harry - E' istinto. -
- L'Istinto! Roba da grifoni! oNoi siamo più precisi, combiniamo meno disastri! -
- E non riuscite in incantesimi semplici. -
Gli pesto un piede con forza, lui guaisce e gli faccio la linguaccia.
Dapprima mi fulmina con gli occhi, poi scoppia a ridere e sento che tutta la mia depressione è volata via con lo sguardo truce.
Ed il tempo, coem succede troppo spesso nei moment migliori, passa via troppo in fretta.
- Ora devo veramente tornare in stanza. - dice blaise all'improvviso - Harry è stato un piacere. -
- Anche per me. -
- A domani allora Draco. -
- si, ciao Blaise. -
Va via e io resto solo con Harry, non che la presenza di Blaise fosse passata calcolata anche un solo secondo dalla mia concezione.
- Allora... - fa Harry - Finalmente sei capace di far svanire le cose. -
- Peccato che non sia un criterio più ampio. -
- Cosa vorresti far sparire? -
La distanza che c'è stra noi, cheire. - la megrannit e la sua pignoleria, sono sicura che troverà di che ridie comunque sul mio incantesimo! -
Harry ride di cuore e mi mette una mano sulla spalla con tanta sicurezza che mi sento sopraffare. E' cos rilassato quando è con me, così gentile, così....
Così amico.
- Dai è tardi. - incrocio le braccia - Se non torni entro il coprifuoco Ron potrebbe pensare che ti ho rapito. -
- Mi stai cacciando? - escalma divertito - Potrei offendermi eh. -.
- Ti inviterie a dormire qui, ma visto che sei bisex e mi hai già baciato potresti non reistere al mio charme! - alzo le spalle. Ed improvvisamente sento di aver detto qualcosa di sbagliato.
Lui resta in silenzio e mi guarda.
- Ti da fastidio vero? - è una doamnda retorica.
- Ma no che dici! - cerco di correre ai ripari - Volevo solo fare una battuta. Non possiamo ridere su questa storia e basta? -
non sembra arrabbiato. Forse è ancora peggio....deluso. Sento il panico impadronirsi di me e lo afferro per le spalle.
- hey! Dai.... non fare così! -
- Così come? - ribatte acido.
- Come se ti disprezzassi. A me piaci come sei. -
Grave errore. Davvero grave. Spero che non intuisca qualcosa....
- Ma se non riesci a stare da solo nella stessa stanza con me! - ribatte allontnandomi - Smettila di fare l'ipocrita e dimmelo in faccia, ok? -
lo guardo perplesso. Perchè non mi capisce?
- Oh accidenti! - gli prendo un braccio e lo spintono sul letto. Aimè senza sensodi fini.
-Draco, ma cosa? -
- Stanotte dormi qui! -
- Cosa? No! -
- Si invece. - replicò spingendolo disteso come un bimbo capriccioso, lui cerca di dibattersi e devo passare alla maniere forti. Senza pensrsi, eh si perhcè se ci avessi pensato non credo di aver avuto il coraggio di non saltargli addosso come un cavallo in calore, mi metto cavalcioni e gli spingo le braccia sul materasso. Gli faccio la linguaccia e aspetto che si acquieti.
- Lasciami. - dice piano, io sorrido.
- No. Te l'ho detto. Dormi qui. -
- Meglio di no. Ron potrebbe ammazzarti, lhai detto tu no? -
- Harry. - mi spingo più vicino affinchè la vicinanza dei miei occhi sigilli la mia convinzione - tu da qui non vai via. Mettiti l'anima in pace. -
Chiude gli occhi e sospira gravemente - Ma se hai detto che.... -
- Che se so che è questione di tempo prima che cedi al mio fascino? Certo che lo so. Sono bellissimo e una tentazione troppo ghiotta per te. - non posso fare altro che l'ironico in questo momento. Ed è anche divertente. Dire la verità o ciò che si spererebbe fosse la verità spacciadola per gioco. Divertente e deprimente.
Mi guarda, immobile - Se fosse così che faresti? -
Ok. Ora muoio.
Resto fermo sopra di lui, stringendogli i polsi dolcemente - E' così? - chiedo quindi.
Lui non risponde, mi guarda.
- Perchè se fosse così.... - riprendo tralasciando ogni ilarità - Allora dovresti decidere se darmi una change o no. -
Un attimo di silenzio, trattiene il fiato.
- Come? -
Piego le mie labbra in un sorriso mordace e sensuale, o almneo ciò che spero sia un sorroso mordace e sensuale.
- Mi trovi carino? - la mia voce e bassa, quasi vibra nel silenzio. Harry non riesce a distogliere lo sguardo da me. E' solo un attimo di intensa esitazione e poi, chiaro come il sole un flesbile - si. - esce dalle sua labbra.
sorrido, ho la strana sensazione che sia in mio potere - Allora perchè non mi dai un occasione? Solo una. Ti dimostrerò che non ho alcun imbarazzo a starti vicino. Se non va possiamo anche essere amici come adesso. -
Dopo un minuto intero di perlessità apre la bocca come per dire qualcosa ma poi ci ripensa. ci riprova e nuovamente rinuncia. lo sapevo. E' ancora troppo presto.
- Non devi rispondermi ora. - finalmente mi alzo e mi rendo effettivamente conto di che posizione ho assunto. mi tolgo sbrigativamente dal suo corpo. - Pensaci su.... - soffio, finalmente imbarazzato e sorpreso dall mia audiacia. Tra un po' mi odierò a morte.
Si mette a sedere ma sembra stranamente debole, ogni movimento è quasi apatico. E' troppo shkkato.
- Meglio che torni alla torre. - soffia - B-buona notte. -
- Notte. -

__

- Colore! - esclamo con trionfo sbattendo in faccia ai miei compagni di gioco la mia schicciante vittoria. Ron, Neville e Blaise lanciano sul tavolo in malomodo le carte.
- Non vale così! Tu bari! - protesta Ron in un sussurro - Non può esserci altra ragione! -
Io gli faccio in infantile linguaccia - Oh magari sono solo sfigato in amore. - ribatto - Punto di vista, su continuamo! -
- Io passo. Ho finito i soldi. -
Il fatto strano è che Ron ne abbia ancora; per fare questa partita avrà sicuramente speso la paga di un mese del paparino. Ma chi sono io per giudicare? Se vogliono buttare con nulla quei pochi soldi che hanno non è mica colpa mia.
- Venite da papà! - esclamo allungando avidamente le mani su quel gruzzoletto di soldi esiguo certo, ma conquistato con onore.
- Se vuoi te ne presto un po' io. - inervene improvvisamente Blaise - Poi me li restituisci. -
- Oh no no, non ti preoccupare io.... -
-Insisto. - e Blaise gli sorrise e sì....quello che vedo sul viso di Packiock e decisamente rossore. li guardo in una visione di insieme che mi gela il sangue; e ti pare che vinco. Sono realmente il più sfigato in amore!
Ogni fibra del mio essere va immediatamente ad impedismi di voltarmi. So che Harry è lì a qualche metro da me a giocare a scacchi con Pansy. Non mi ha dato risposta, non penso abbia intenzione di darmela.
Non mi ha preso sul serio.
A questo punto non so più cosa fare, quasi aspetto un illuminazione. Faccio finta di nulla, continuo a ridere e scherzare con i miei amici, perfino con i suoi. Già questo dovrebbe essere considerato una grandissima prova d'amore. Ma lui oltre il ciao, altre frasi convenevoli e poi i nosri soliti giochetti, non mi dice nient'altro. Nemmeno sembra agitato in mia presenza.
Perchè devo essere il solo che freme se l'altro lo sfiora? Perchè non posso anche io...perdere a carte?
In un sospiro malcelato mi giro verso di Harry e mi perdo un attimo a guardarlo nella sua classica espressione contrita. E' così bello e ora che non mi guarda posso permettermi di restare un po' qui, a far nulla di preciso, solo a guardarlo.
Ad amarlo da lontano....come sempre.
Sono seriemente stanco.
- Malfoy.... - sento una voce stridula chiamarmi che, con orrore, scopro essere quella di Ronald.
- Si.... - lenticchia - Weasley? -
Blaise e Neville sono ancora a battibeccare sul la questione soldi e dato che io ero assorto in altro il rosso si è avvicinato a me con nochalange, avvicinato così tanto da farmi sinceramente terrore. Mi ritrraggo senza rendermene conto.
- Non voglio farti male. - dice, comprensivo. Gli lancio un occhiata veloce.
- Che vuoi? - domando quindi cercando di non essere troppo duro. non mi fido di lui credo che lo sappiano tutti. la nostra è una pacifica convincenza.
- Solo parlarti......ti dispiace seguirmi di la? - lo guardo - Solo parlarti. Promesso. -
- Sì.... - certo. Una promessa da un grifondoro dovrà pur valere più di quella di una serpe. C'è uno strano filo logico.
Mi alzo e lo seguo. Passo accanto ad Harry senza dire nulla in silenzio. mi è parso si voltasse, ma non ho avuto cuore di vedere.
Ron mi scorta in una piccola stanza adiacente alla sala grande, sembra una aula studio. Ron si ferma. Esita.
- Malfoy.... - esordisce - ti piace Harry? -
la saliva imprivvisamente tenta di uccidermi. Tossisco più forte che posso per permettermi di respirare. Ci riesco solo dopoo vari tentativi, ma resta il dolore di qualcosa di innaturale finito nel canale sbagliato. Cerco di scarirmi la gola.
- Prego? -
- Rispondi sì o no! - replica.
- Correggimi se sbaglio, ma mi pare che non siano affari tuoi. - replico duro.
- Non è un "no". - ribatte come sopreso della cosa. La sua espressione infatti dimostra incredulità. Mi mordo un labbro.
- Malfoy. - riprende perplesso - Hary....ti piace? - scatta. - Sul serio? -
Faccio un passo in dietro in risposta al suo enfatico passo avanti. Stringo i pugni e incocrio le braccia - Cosa vuoi ottenere? - sputo risentito - Vuoi prendermi in giro? Dirlo ad Harry e "metterlo in guardia sull brutto e cattivo Maldoy che è cotto di lui". Oh andiamo non crederai per davvero che io.... -
Ma Ron non se la beve. L'espressione da incredula diventa come consapevole di qualcosa che non comprendo. Non finchè non mi rendo conto che la mia espressione è contrita. Le mie parole confessione e la mia voce flebile.
provo a immaginare me stesso ai suoi occhi e mi faccio pena da solo.
- Non dirglielo. - ribatto improvvisamente animato dalla paura che Ron possa rovinare tutto, anche la nostra amicizia - Ho faticato tanto per stargli vicino....Non voglio nulla. Davvero. Mi basta la sua amicizia.... -
Perchè sto dicendo queste cose a Ronald Weasley? Ma che mi prende? Perfino a me sembra una supplica troppo remissiva.
- Maflyo... - esordisce con un filo di voce - Io non capisco...sul serio. Da quando? -
- Non sono affari tuoi! -
- Da quando! - insiste, duro.
Perchè mi devo sentire in soggezzione? ngoio il rospo e rispondo a denti stretti - da molto. -
- Sei innamorato di lui? -
- Ti pare che se non lo fossi mi sarei fatto gonfiare di botte da te? - sbraito infastidito. - Per inteso se avessi reagito ora non saresti vivo. -
C'è improvvisamente silenzio. Ron mi guarda con un espressione indecifrabile.
- Posso tornare di là ora? -
- Intendi dirglielo? -
- Cosa? -
Ron si morde un labbro, indispettito - Intendi...dichiararti? Cose simili. -
Sento io stesso il mio sguardo vuoto - "cose simili" più o meno le ho già fatte. E non hanno funzionato. Quindi...stai tranquillo. so che Harry non prova nulla che amicizia per me. Non gli farò alcun male, te l'ho detto... -
Che strano poter parlare con Ronald come se niente fosse.
- E ti sta bene? - ribatte, sorprendendomi.
abbasso gli occhi e mi siedo, guardo il vuoto in silenzio per alcuni secondi - Perchè ti interessa? Sono io, Malfoy, ricordi? -
- Si che so chi sei, accidenti! - sbotta puntando i piedi come un bambino - Mi sto solo chiedendo quali siano le tue intenzioni. -
- mi pare di essere stato abbastanza chiaro no? Amicizia. -
- E ti basta? -
- Sì. - non sembra convincente come bugia - Dato che è l'unica cosa che posso avere. -
Per quel che mi riguarda la conversazione può definirsi finita, ognuno potrebbe andare allegramente per la proria strada e fare finta di nulla, ma Ron non è così pesicace da capire che nn dovrebbe inferire oltre e si siede ad un divano accanto a mio.
- Diglielo. - esorisce.
- "Ciao Harry sono innamorato di te da....ah non mi ricordo nemmeno più da quanto. Tanto tempo però! " inizio a recitare con un sorriso amaro "ah e ho fatto tutto per starti finalmente vicino, e sono finalmente tuo amico, ma mi uccide ogni istante in cui ti sto accanto." sì, decisamente bel discorso. - sospiro gravemente - Oh andiamo Ron, che speranze pensi possa avere? -
mi guarda, silenziosamente.
- Sei gay? - mi domanda.
alzo gli occhi al cielo - Senti la mia umiliazione è andata fin troppo oltre. Posso andare? Oltre quella porta mi aspettano ore di infinito tormento. Lo trovo meglio che stare qui a parlare con te. -
Ron mi guarda per un attimo quindi annuisce. Esco con se niente fosse e incrocio dapprima gli occhi del bel moretto che sembrarono cercarmi da che ero uscito. Per un attimo ci guardiamo, poi io distolgo gli occhi e raggiungo nuovamente il tavolo del poker.
- Oh Draco, bentornato! Ci manvaca un giocatore. -
- No, sono stanco. Vado via... -
Faccio per andarmene quando Blaise mi raggiunse subito. - E' successo qualcosa? - bofonchia immediatamente - Ron ti ha atto qualcosa? -
- No. - dico, secco - Ma sono stanco. -
annuisce, poco convinto quindi torna al tavolo del poker dove un neville squattrinato se ne resta imbarazzato e confuso. Quei due non me la racconta giusta e a dire il vero nemmeno Pansy mi sembra molto disinteressata alla Granger. Lancio uno sguardo verso di loro che parlottano come se fossero grandi amiche quindi mi allontano uscendo dal ritratto.
Quando lo sento chiudersi alle mie spalle avverto un senso di sollievo; finalmente solo.
Lontano da Harry e la sua soffocante presenza.
inizio a camminare, senza nessuna meta precisa.Sono un caposcuola questo mi da modo di gironzolare come mi pare, ma la verità e che nemmeno in stanza volgio tornare e a questora non c'è nessuno quindi posso finalmente stare da solo a pensare.
Vorrei tanto che Harry ora fosse qui. con me. Anche solo in silenzio, al mio fianco solo come amico, ma più vado avanti con questa follia e più mi rendo conto che sì, lui a me tiene, ma non quando io tengo a lui e questo non riesco a sopportarlo.
Quando siamo soli mi sembra di illudermi che per lui io posso essere in qualche modo speciae e poi....poi stiamo insieme agli altri e lui passa da un amico all'altro in cerca di socializzazione.
sono avido, vorrei averlo solo per me. Vorrei che si dedicasse solo a me, ma è un pretesa che non posso avere. lui non mi sceglierà mai. Io non sarò mai il suo ragazzo.
mi fermo. Mi appoggio alla colonna con un sospiro e poi mi prto una mano sul viso.
Non ce la faccio più.
quel bacio...quella dichiarazione....non sono serviti a nulla?
Harry per l'amor del cielo vuoi dirmi qualcosa?
- non ti senti bene? -
Quasi rabbrividisco sentendo la sua voce. Di solito ha la cattiva abitudine di apparire quando meno è il caso, oggi però non so decidere se è così oppure no. Mi rimetto dritto e mi giro perso di lui. C'è qualcosa di serio nel suo sguardo, probabilmente è davvero preoccupato che io non stia bene.
- No, tutto ok. - rispondo a fatica - Torna pure alla festa, ci vediamo domani. -
- Ti ho visto andare via. - ribatte - Senza nemmeno salutare. -
Ecco cosa dovevo fare prima di andar via....
- Ho un po' di mal di testa. - cerco di giustificarmi.
- Sei strano ultimamente Draco. - riprende facendo un passo verso di me - Se c'è qualcosa che non va...puoi dirmelo sai? Sono tuo amico. -
Ti sei risposto da solo.
- Solo un po' di mal di testa. - dico ancora - Buona notte. -
- draco un secondo! - mi afferra il braccio e io mi sento attraversare da un brivido intenso. Torno a girarmi verso di lui.
- Si? -
Esita - Sei arrabbiato con me? -
Si. - No. -
- Allora perchè mi aviti? -
Io ti evito? Io? lo guardo con un espressione che definirei io stesso arcigna e quasi mi viene voglia di digrignare i denti.
Perchè sei un imbecille. vorrei ribattere, ma mi limito ad un diniego.
- Non è vero. -
la sua presa si fa più ferrea - Puoi stare tranquillo ok? So che scherzavi, non sono così ingenuo.
lo guardo - Come? -
Alza gli occhi al cielo - L'ultima volta che ci siamo visti...la chicchierata. So che era per dimostrare che ti sentivi a tuo agio con me. Non devi preoccuparti. -
Ora lo strozzo.
- Ora è tutto ok, mi è passata, quindi....amici come prima? -
Toglietemelo da davanti che lo disintegro.
Non mi rendo conto nemmeno io di che espressione sto facendo, di certo non è sollievo. Abbasso gli occhi sulla sua mano ce ancora mi stringe il polso e in quel momento la ritira come se scottasse.
- Scusa. - fa, ancora.
- Quindi...non sei attatto da me? - domando piegando di poco la testa - Per niente? -
- Per niente. - ribatte con un sorriso - Il lupo cattivo Potter non si avventerà più sull'agnellino Malfoy. -
L'agnellino Malfoy intende sbranarti...ti conviene scappare, hai dieci secondi di vantaggio.
- Ok. - faccio alzando le spalle - ....ok. - ripeto - Quindi, se ora mi avvicino.... - lo faccio, con lentezza - Tu non provi nulla? -
Mi guarda interrogativo - Nulla. -
Mi avvicino ancora, tanto che lui si ritrova ad indietreggiare qualche centimentro. - Draco? - domanda, piano, inconsapevole.
- Quindi... - riprendo io rmai ad un centimetro dal suo corpo - Se ti bacio...nulla? -
Harry inghiotte a vuoto, me ne accorgo perchè il pomo d'adamo fa su e giù in una maniera estremamente sexy.
- N-ulla. -
- Posso provare? -
Ormai sono ad un centimentro anche dalle sue labbra. lui è immobile, ha smesso di respirare.
E' desiderio questo? O è disgusto?
- ....prova. - fa, in un ansito poco convinto.
Ci voglio tre secondi per dirmi che sto davvero per farlo, che sto per baciarlo, ma sono così stanco di aspettare che non arrivo a quattri secondi. Posò le mie labbra sulle sue e le muovo piano, quasi incitandole a ricambiare. Cerco un appiglio, uno qualsiasi per approfondirlo, anche un esitazione, ma Harry non si muore, serra le labbra e rifiuta il mio tocco. Mi ritraggo, deluso ed è in quel momento che schiude le labbra come a respirare ancora dopo il cessato pericolo.
- Niente? - domando, con voce sottile.
lui mi guarda dritto negli occhi e sono sconcertato da ciò. Le sue sopracciglia sono arcuite al centro e le labbra appena schiuse sembrano quasi supplicarmi di farlo ancora, di rimpossessarmi delle sue labbra.
nelle mie viscere sento quella incofondibile emozione di volerlo, di desiderare un nuovo bacio, e se resterà ancora fisso a guardarmi così lo farò.
- niente. - dice dopo un attimo, come se avesse dovuto rifletterci su.
Peccato....
- Allora.... - si ritiro bruscamente e faccio un paio di passi indietro - Posso dormire sogni tranquilli? Non sarò violentato dal lupo cattivo? -
- No, nessun tentativo. -
sorrido, tristemente - PEccato. -
lo saluto con un gesto della mano e vado via. Percorro le vie del castello sentendo solo il rimbombare dei miei passi tra le parenti, il mio respiro un po' ansante.
E' chiaro che non gli interesso, con me ha voluto solo provare come sarebbe stato baciare un uomo. Null'altro.
Mi fermo davanti ad una finestra e guardo il cielo. La luna da lassù sembra fissarmi e beffeggiarsi di me.
Ho teso la mano verso la mia luna ma com'era prevedibile non ho potuto nemmeno pensare lontanamente di sfiorarla.
Le dico addio piano riprendendo il mio camminare.
In camera mia mi addormenterò tra le lacrime.
__

- Ciao Draco. -
- Mh, ciao Harry. -
Si ferma nelle mie vicinanze e inizia a parlare. Nemmeno lo sento, resto chino sul mio libro.
Se Harry pensava che lo evitassi, non ha mai visto una Draco Malfoy che evita una persona. Purtroppo però ora che è effettivamente così non ha dato segno di accorgersene. Crede che vada tutto bene e che noi siamo amici come prima. Ma io non sono mai stato davvero suo amico.
L'amicizia è qualcosa di disinteressato ed invece io ho sempre mirato ad altro. Qualcosa di fondamentalmente puerile. Farebbe meglio a stare lontano anni luce da me....
- Che libro stai leggendo? -
Dico il titolo, lo chiudo e glielo allungo - Lo sto rileggendo. E' uno dei miei preferiti, te lo presto se vuoi. -
Mi sorride e io sorrido a lui.
- Sono contento che tra noi le cose si siano sistemate. - continua prendendo il libro - Grazie. -
Grazie di cosa? vorrei ribattere. Per il libro? Per aver accettato un rifiuto tranquillamente? Per aver rinunciato?
Sorrido ad annuisco - Si organizza qualcosa per stasera? - cambio discorso.
- Non so.... vieni da me? -
- Stiamo sempre da te. Festa da noi? - ribatto alzando un sopracciglio - Magari uno dei due resta sobrio. - gli faccio l'occhiolino. Lui arriccia il naso.
- Sì magari è il caso. - ammette.
Rido, almeno riusciamo a riderci su.
- Sai Harry... - torno serio, con ancora qualche strascino di ilarità - Quando troverai una persona per te, uomo o donna che sia, avrà un bel da fare. Mi fa quasi pena. -
Smette di ridere gradualmente, poi guarda il libro sfogliandolo qua e là - Dici? -
Mi inumidisco le labbra - nah Scherzavo. - mento, mettendomi dritto con la schiena e poggiandola all'albero - Sarai un ragazzo fantastico, un po' tardo. Ma fantastico. -
- Non.... - fa piano - Non so. A volte penso che sia meglio che io resti solo. -
- Perchè? -
Esita, dalla mia posizione non vedo che la sua nuca e le mani sul libro tastarlo piano - Non sono sicuro di che significhi amare qualcuno. Credevo fosse amore con Ginny ed invece poi non provavo nulla di concreto. A volte mi chiedo se ci sia qualcuno che mi amerà mai. -
Se solo tu fossi meno tardo ti accorgeresti che è accanto a te.
Coglione.
chiudo gli occhi e alzo la testa, il vento mi accarezza la pelle e mi sento cullare dal calore appena un po' pungente della primavera.
- Se capita, non lasciartelo sfuggire. Te l'ho detto. Amare ed essere riamati è una cosa veramente rara, quasi impossibile. - sospiro - Io probabilmente sposerò una donna che sceglieranno i miei genitori. Non avrò mai davvero occasione di stare con qualcuno che amo quindi... - esito - Tu che puoi. Non arrenderti ok? -
Si gira verso di me - Davvero vuoi sposare qualcuno che non ami? - domanda, incredulo.
- No che non voglio. - ribatto come se fosse ovvio - Ma alla fine chi lo sa....la vita è strana no? Magari la donna che i miei genitori sceglieranno finirò con l'amarla. -
I suoi occhi sono fissi su di me. Perfino le lenti non riescono a mitigare afffatto l'intensità del suo sguardo. Così......bello.
Controllati Draco. Non puoi averlo.
- Non fare quella faccia. - impiego tutto il mio coraggio per distogliere gli occhi da lui - E' normale, nel mio ambiente. -
- Parli come se non avessi alcuna speranza di trovare l'amore. - ribatte - Non dovrsti parlare così. -
- Perchè ne stiamo parlando? - sbotto - Cambiamo discorso. Ce ne sono di mille più interessanti.
- Io voglio parlare di questo. - s'impunta ponendo le mani per terra e dandosi la spinta per girarsi verso di me completamente - Ti sei mai innamorato? -
Assottiglio le sguardo come a palesare il fastiio di quella domanda, ma che faccio a fare queste cose? E' Harry. Non capirebbe che mi piace nemmeno se glielo dicessi a chiare lettere.
- Sì. - dico quindi.
- di chi? - chiede ancora.
Di te, cretino. - amore impossibile. - alzo le spalle - Non sono ricambiato. -
- "sono"? - Cazzo. - Sei ancora innamorato di lei? -
Mi viene da ridere, lo faccio discretamente - Chi ha mai detto che sia una lei? - ribatto. Lui resta un attimo immobile.
- E' un lui? - chiede quindi, con voce trattenuta. Tossisce, come a voler far capire che era dovuto alla gola secca e null'altro.
- Lui, lei, animale, pianta...che differenza fa? - alzo le spalle - Tanto non sono ricambiato. -
- Perchè lo dici? - replica immediatamente.
Ogni cosa di lui mi fa scivolare via ogni pezzo di serenità. E' cos tranquillo in questo momento che mi viene voglia di scandalizzarlo un po'. Giusto per fargli avere una qualche reazione, una qualsiasi. Dato che la gelosia è fuori discussione.
- Ah non lo so.... - alzo la testa e poso una mano sull'albero dietro di me - Tu che ne dici Tony, mi ami anche tu? -
Mi fissa, offeso.
- Oh andiamo...! - alzo gli occhi al cielo di nuovo - Quest'albero ha dei nodi così.... affascianti! -
- Draco! - sbotta esasperato - Era una discussione seria! Perchè non vuoi rispondere? Non ti fidi di me? -
- Sei troppo serio Harry. - piego il ginocchio per colpirlo lievemente - Sei geloso? - ridacchio, ma lui continua a guardarmi con esasperazione.
- Ok, ho capito. - si alza - torno a lezione, ci vediamo stasera? -
Perchè la prende così male? Oh accidenti!
Gli afferro una mano e lui si gira.
- scherzavo dai! Resta. -
Si morde un labbro - Draco certe volte non riesco a capirti. Anzi diciamo più....sempre. -
impiego qualche secondo a ribattere un confuso - Eh?. -
- tu fai...così! - scatta - non capisco cosa vuoi da me. Prima ti avvicini, poi ti allontani, poi ti riavvicini. Fin'ora ho tentato di capirti, ci ho provato davvero, poi però quando si tratta di parlare di cose serie, prendi e scherzi. -
- E' solo che non mi va di parlare di qeuste cose. -
- Perchè? - sbraita seccato.
Strngo le dita senza volerlo provocandogli una smorfia di dolore. Perchè devo sempre finire ad arrabbiarmi?
- Vuoi sapere perhcè eh Harry? - scatto - Si vede che non ti sei mai innamorato! Perchè se sapessi quando fa male non essere ricambiato anche tu evitaresti di pensarci, eviteresti lui o lei, eviteresti di pensarlo. Ti farebbe male incontrarlo per i corridoi, anche solo parlarci se sai che non potrai mai ottenere che questo. Sei contento ora, Harry? Non ne parlo perchè fa male. -
Resta immobile. Le dita mollamente strette tra le mie, i suoi occhi per un attimo lontani. Perchè non posso raggiungerli?
Accidenti se fa male.
Ritiro la mano e torno ad appoggiarmi con la shciena al tronco. Cerco di concentrami ancora sul vnticello legero primaverile, poi sento un movimento ed è lui che è tornato a sedersi.
- Scusa. - fa, remissivo - So cosa si prova a non voler far sapere agli altri quando si soffre.... scusa. -
- Fa nulla. - ribatto - Solo.... non parliamone ok? Ci sono mille altri argomenti. -
- Sì. -
- Ok. -
C'è un attimo di silenzio, che non finisce e continua. So che lui sta cercando un qualsiasi altro argomento, ma non lo trova. nè io voglio cercarlo.
E allora restiamo lì, fermi, con lo sguardo perso nel vuoto e sentire il vento fresco cullarci.
E' primavera ormai, la stagione dell'amore.
Non certo per me.

- Aggiornami. - scatta Pansy con gli occhi che le sbrilluccicano. Alzò un sopracciglio mentre mi lascio cadere mollemente sul letto.
- Fine. - esordisco - Non prova nulla per me e io non posso costringerlo. -
- come? - sbotta delusa - E il bacio? E il fatto che ha detto che sei carino? -
- Qualsiasi cosa sia stata è passata. - alzo le spalle.
- Come fai a dirlo? - rimbecca ancora ponendosi in avanti e incociando le braccia - Fin'ora hai rinunciato almeno cinque volte! Non sei affatto coerente! -
PErfetto...mi sgrida pure. Sospiro lasciandomi cadere steso sul letto e rigirandomi sulle coperte per non sentirla.
- Senti....basta! - ringhio - Fine. The end, Fin. pace.... -
- Draco! - sbotta - Girati e spiegami perchè. -
Sospiro e mi metto supino - Vuoi sapere perchè? -
- Sì. -
Faccio roteare gli occhi alla ricerca di un apiglio qualsiasi o anche solo per temporeggiare - Perchè l'ho baciato e non ha provato nulla. - ammetto - Non c'è attrazione da parte sua. Non è sul serio attratto da me, quindi....vicolo cieco.
- Oh... - sospira lei abbassando l'assetto di guerra - Questo è grave. -
- Già. -
- Quindi.... che farai? -
Alzo le spalle nuovamente. - Niente....ci ho rinunciato. Per davvero stavolta.... -
Resta in silenzio, pensierosa. mi ristendo e le do nuovamente le spalle.
Che posso fare del resto? la freddezza delle sue labbra è ancora sulle mie, immobili. Oh accidenti.
- Basta! - sbotto alzandomi nuovamente di scatto - Mi troverò un ragazzo! -
- Come? -
- Chiodo schiaccia chioso. Semplice. -
- Eh? -
In quel momento Blaise aprì la porta con un gesto plateale - Odio l'amore! - professò altezzoso - FA schifo! -
- Quoto! - replico io.
- Piantatela! - sbptto Pansy.
Blaise avanza per la stanza e si siede accanto a me nel letto appoggia la testa sulla mia spalla e geme - Lui è così......così.... -
- Imbranato? -
- Sì, dannazzione. -
- E ti piace da morire. -
Blaise esitò - Sì, dannazzione. -
- Ma non capisce. -
- Sì, dannazzione. -
- E ogni approccio che provi sfuma.... -
- sì, danazione. -
Pansy assottiglia lo sguardo. Io sorrido.
- Sono Grifondoro...sono coraggiosi, ma poco svegli. E poco ambiziosti. -
- Odiosi grifondoro! Noi odiamo i grifondoro! -
- S' li odiamo. -
- Due cretini come vuoi sono rari, sapete? - sbuffò Pansy - Dovrebbero mettervi in un museo. Ad ogni modo Draco non ti azzardare a rinunciare e Blaise, è Packioc per la miseria, punta almeno a qualcuno di un po' meno....patetico. -
- E' troppo carino. - sbuffa Blaise al mio orecchio - Così....innocente! -
ridacchio - E il mio è troppo cretino! -
- Voi due mi farete venire i capelli bianchi! - sbuffò ancora Pansy andando via.

- Il libro è molto bello. - sobbalzo colto alla sprovvista e mi giro spaventato verso Harry. - Scusa, ti ho spaventato? -
- No mi alleno a fare le faccie più strane possibili per sport. - replico mentre cerco di camlare i battiti dei cuore. Per cosa siano aumentati è un mistero.
Ride e mi si siede accanto. - Dicevo... veraente bello il libro! -
- mi fa piacere. -
- Grazie di avermelo prestato, eccotelo. -
Allungo la mano e lo prendo ma per un attimo le nostre dita si sfiorano. Sento un formicolio ai polpastrelli ma lo ignoro.
Il nostro rapporto continua su una linea retta, niente più alti e bassi. Siamo amici, neanche poi tanto uniti.
Parliamo del più e del meno e ci scambiamo gli appunti.
Nulla di speciale.
- Stasera vieni in camera da me? -
- mh che si fa? -
- Solita serata con gli altri. Vieni, sarà divertente! -
Stringo le labbra - Ok. - tanto saremo in tanti. Ormai non sto solo con li da una vita e devo dire che è meglio. Se siamo soli mi sento male....
Vorrei che lo capisse, ma confessarlo sarebbe la fine di tutto.
Mi saluta con un sorriso e va via, le lezioni continuano e la sera arriva fin troppo in fretta.
Sospiro pesantemente mentre mi preparo. Non mi va nemmeno di sistemarmi bene, non volendo più fare colpo su di lui ultimamente non mi curo granché adopero quindi spesso il look scelto da Pansy e devo dire chela mia popolarità è triplicata.
Indosso un paio di pantaloni, i primi trovati in un cassetto e una camicia aperta di qualche bottone davanti. Fa caldo.
I capelli lasciati alla mercé del vento.
Alla fine mi sono abituato a questo look.
Quando arrivo nella sala di Grifondoro mi sorprendo a scoprire che non c'è quasi nessuno. Harry mi intercetta e resta qualche attimo a fissarmi.
- Sì lo so, sono ridicolo. Ma non mi andava di mettermi a tiro. - sbuffo alzando gli occhi e raggiungendolo. Lui resta in silenzio mentre saliamo le scale fino in camera sua.
- Non sei ridicolo. - dice sbrigativamente prima di aprire la porta - Ti dona. -
- Oh....grazie. -
Sento le gote pungere e ingoio l’emozione quando mi ritrovo davanti l’intera combriccola. Pansy è seduta accanto a Hermione e stanno battibeccando su qualcosa. Packoch è seduco sul suo letto, Blaise per terra accanto a lui. Ron invece se ne sta appollaiato sul suo.
- Che si fa? - domanda atono quando mi vede.
Incrocino lo sguardo di Pansy e un brivido mi scorre lungo la schiena. Ha un idea. E ciò mi terrorizza.
- Obbligo o verità! - esclama.
Mi cadono le braccia - Oh suvvia. - sbotto – Abbiamo passato da un pezzo quella fase. -
Harry ridacchia e avanza per la stanza sedendosi per terra – Ha ragione Draco. Altre idee? -
Blaise guarda nervosaemnte Packock prima di ribattere – Perché no? Siamo Maghi potremmo farlo più interessante. -
- E come? - s’incuriosisce Hermione alzando un sopracciglio.
- Veritatusem, ovvio! - esulta Pansy – se si sceglie verità si sarà obbligati a dirla. Ciò rende la cosa molto più interessnte, non trovate? -
Il gelo mi attraversa le vene – Mi rifiuto. - setenzio – Scegliamo un altro gioco. -
Qualcuno mi fissa e con mia grande sopresa è Welasely – Io ci sto. - dice, e qualcosa mi intima che dovrei scappare. Tipo ora.
- Anche io! - esclama Blaise – Granger? -
Lei alza un sopracciglio – Non ho nulla da nascondere, quindi…- sussurra – Perché no. Ci sto. - esita – Ma come troviamo il Veritatusem? -
No dirlo, non dirlo, non dirlo.
- Ne porto sempre un po’ in borsetta. -
Lo so. Glielo creo io. Cerco di intimarle di smetterla e di trasmetterle con lo sguardo promesse di mille torture, ma lei non incrocia i miei occhi.
Harry invece sì e tento di sorridere per evitare di non sembrare spastico.
- continuo a pensre che sia una pessima idea. - mormorò.
- Perché? - fa allora Harry – Dai, sarà divertente. -
Sono tutti contro di me. Tutti. Guardo Paciock che è l’unico che non si è espresso.
- Tu non sei d’accordo vero? -
Lui si guarda attorno e ho l’impressione che si sente in soggezioe – Se tutti voglio…-
Perfetto. Tutti contro di me. I miei migliori amici contro di me.
Se solo osano farmi un tiro mancino stavolta me la pagano. E parecchio.

**
Il gioco prosegue tranquillo. Domande innocenti, ma il battito del mio cuore non ne vuole sapere di stare calmo.
Pozione della verità più domande precise sarebbe stata la combinazione del secondo per la guerra.
Pansy questa volta me la paga.
E’ il turno di Ron ed è con un ghino malefico che fa – Obbligo o verità. -
- Obbligo. - rispondo senza nemmeno fingere di ponderarci su.
- Ohhh, Malfoy ha segreti! – esclama qualcuno.
- Perché sono un tipo figo e misterioso! – rispondo, cercando di sorridere apertamente.
Ma non sono ancora fuori pericolo, Ron sa perfettamente cosa sto cercando di nascondere.
- Bacia Harry. – dice.
Cazzo.
Concentro tutte le mie energia per non guardarlo mentre sudo freddo – N-non essere ridicolo. –
- Già, Ron, che cazzo? – replica Harry.
No, ma ehi, affronta la cosa con meno disgusto. Nemmeno fosse la prima volta.
Il mio cuore fa male al pensiero. Quei momenti in cui farlo innamorare sembrava possibile fanno davvero male.
- e’ un obbligo. Mi dispiace, prosegui. –
Nessuno ha capito davvero quanto è seria la situazione, tutti ridacchiano come se fosse chissà cosa di scandaloro costringere Malfoy a baciare Harry Potter.
Bhe, nessuno ha spceficiato sulle labbra.
Così alzo gli occhi al cielo e faccio un ultimo disperato tentativo di sembrare seccato. Afferrò Harry per il collo e lo avvicino quanto basta per posargli le labbra sulle guance.
Deve essere durato letteralmente un attimo, ma la mia mente aveva rallentato il tempo e tutto ciò che era riuscita a registrare era un po’ di barbetta che avevano incontrato le mie labbra.
Per qualche ragione, perfino quel contatto mi ha emozionato.
Non è giusto che sia così cotto di lui.
La stanza si divide in due facioni, quelli per cui quel bacetto è stato abbastanza e quella che protesta il cavillo. Harry mi sorride appena, chiaramente sollevato.
Il gioco continua, veniamo a scoprire che Paciock ha una cotta e dagli sguardi furtivi che lancia a Blaise direi che non sono l’unico che vuole un’alleanza più intensa tra Grifondoro e Serpeverde.
Scopriamo che Hermione ha copiato un compito, non si sa quale. Scopriamo che Pansy si è cambiata magicamente qualcosa del suo aspetto, ma giura non sia il naso.
E poi il giro arriva finalmente ad Harry che dice – Obbligo. – quasi subito.
Dall’altra parte della richiesta… Pansy.
La fautrice della mia ultima ora di tortura ha finalmente il coltello dalla parte del manico. Ma il veritatusem non può essere usato su qualcuno che ha scelto obbligo, il che però la allieta: significa che c’era qualcosa che il golden boy sta tentando in tutti i modi di nascondere.
Pansy sta facendo uno sforzo enorme per non guardarmi, così gli ordina – Fai un succhitto a Malfoy. -
Entrambi restiamo gogelati nella nostra posizione.
Io sono così scosso che non riesco a ragionare, figuriamoci a parlare.
- Cos’è questa cosa? – domanda, indispettito.
Lei fa spallucce – Più volete evitarlo e più è divertente. - conferma.
- E direi che con questa io vado…- provo a dire, mentre mi alzo, ma la mano di Harry mi ferma.
- Dammi il polso. –
- Cosa? –
- nooo, non vale! - esclama Pansy.
- Non hai specificato il posto. - replica Harry subito facendole un piccolo occhiolino.
Non che la cosa cambi qualcosa.
Prendo un profondo respiro e provo a dire – Non dobbiamo per forza stare alle regole di questo stupido gioco. –
Hermione scrolla le spalle – Avete accettato di giocare, su su! – fa un cenno con una mano – Se non volete che vi si chiedano cose imbarazzanti potete provare ad essere sinceri. –
Ora ci si metteva anche lei?
Mi rimetto seduto e faccio come ha chiesto Harry, dandogli il polso.
Lui posa le labbra sulla parte interna e inizio a sentire la trazione.
Cerco disperatamente di pensare a qualsiais cosa di orribile perché non posso negare al mio corpo un certo coinvolgimento.
Oso guardarlo, nella mia intenzione solo per un attimo, ma le mie intenzioni crollano all’istante in cui incrocio i suoi occhi mentre ha le labbra sulla sua pelle.
Poteva il mondo scomparire per una cosa simile?
La rsposta è chiaramente sì.
Quando si stacca da me, il mio polso si sente abbandonato, il mio corpo vuole ancora contatto, vuole spinersi in avanti e cercare di nuovo quelle labbra.
Ma evito e tiro via la mano, nascondendo il principio di segno rosso che presto mi verrà, con la manica.
Il gioco continua ancora un po’, ma sono troppo provato.
Voglio solo andare via di lì.
- Sono stanco. - annunci – Ci vediamo domani. –
Appena mi alzo qualcuno protesta debolmente, ma è chiaro a tutti che sono andati anche troppo oltre con il mio umore e che è meglio lasciarmi andare.
Mentre esco dalla casa, Harry mi raggiunge.
- Senti, per prima… - inzia.
- E’ un gioco molto stupido. – faccio spallucce – Tranquillo, leverò il segno con una pozione. Non si vedrà quanto hai amoreggiato appassionatamente col mio polso. – provo a sorridere, ma qualcosa nel mio sguardo gli fa capire il mio vero stato d’animo.
Sta diventando bravo a capirmi.
- Ti accompagno. – dice e non ammette repliche. Prima di rendermene conto stiamo camminando nel silenzio.
Mentre restiamo in silenzio non faccio che pensare a quanto sia sbagliato tutto.
A quanto quell’amicizia era più dolorosa del guardarlo da lontano.
Arrivati alla casa, mi giro verso Harry con una nuova, strana consapevolezza.
- Mi dispiace ancora, per Ron…-
- A me per Pansy. –
- Per qualche ragione si sono fissati che… -
- Harry. – lo fermo.
Il ricordo delle sue labbra ancora sul posto, il ricordo della babetta sulle mie ancora vivo.
- Penso che non dovremmo vederci per un po’. –
Harry sbatté tre votle le palebre senza capire – Cosa? Se è per quello che pensano io… - la suo voce sfuma – Te l’ho detto, non ho quel tipo di interesse per te. -
- Sì, appunto. - replico amareggiato – Perché io sì, ma tengo alla nostra amiizia a ho bisogno di un po’ di tempo. –
Gliel’ho detto.
Gliel’ho davvero detto.
Ormai non posso più rimangiarmelo, posso solo dipingermi sul volto un espressione coraggiosa.
Chi l’avrebbe mai detto che c’è un po’ di Grifondoro perfino in me.
- Draco… - soffia, poi un’illuminazione si fa strada – la persona di cui parlavi oggi… -
- Buona notte, Harry. - soffiò. Quel poco di coraggio che avevo è scomparso.
Non fa in tempo a dire altro, perché fuggo via.


__

- Harry stai bene? -
Alzo gli occhi ancora doloranti per la notte insonne sul mio amico Ron. Mi guarda apprensivo e io non so sinceramente rispondere ad una domanda così banale. Annuisco.
- Hai una faccia. - continua.
- Ho dormito poco. - sono ormai due giorni che non dormo affatto. I miei pensieri si affollano, vociferano, urlano. Peggio che avere la mente di un pazzo criminale in testa, almeno lì dormivo.
Avere a che fare con gli sbalzi mentali di Malfoy mi ha letteralmente svuotato. Ogni atto mi era sempre parso incomprensibile, ma la mia è sempre stata una sorta di sottile difensiva. Non mi sono mai davvero fidato di lui, lo facevo sforzandomi. Avrei voluto davvero fidarmi.
Ma lui era come un onda, mi travolgeva e poi scappava via, litigavamo e ci allontanavamo, sembravamo incompatibili. Più cercavo di capirlo e più mi ritrovavo invischiato in una situazione che non comprendevo.
Però piano piano era diventato parte delle mie giornate, capivo al primo colpo d’occhio se era giù e quella sua insistenza nel cercare di far finta di nulla, nel tenersi tutto dentro… la trovavo adorabile. E odiosa.
Ho desiderato avvicinarmi a lui, capirlo. E annegavo nel dubbio e nelle incertezze di quell’ambigua amicizia.
Un’amicizia che mi sorprendeva ogni giorno di più. Alti e bassi a parte con lui sono riuscito a dire cose che non avrei mai potuto confessare a Ron o a Hermione. Ora ci sono riuscito ed è solo il coraggio inconsapevole che mi ha dato lui.
Perché, infondo, è davvero un miracolo amare ed essere amati. Che senso ha chiudersi dietro etichette? La felicità è una cosa così difficile…
E poi quel bacio, la paura, la sensazione che potesse distruggere quel labile equilibrio creato, che potesse sfuggirmi.
La sensazione di voler rimettere tutto apposto, con ogni mezzo, con ogni mia forza, e finivo a fare l’opposto, a farlo arrabbiare a farlo allontanare da me.
Tendevo la mano ad un vuoto che avrebbe potuto non esserlo se solo avessi capito prima; Mi ha sempre voluto.
Mi chiedo solo come sarebbe stata una possibile nostra amicizia se non fosse stato questo sentimento ad spingerlo verso di me. Se ci fosse mai stata addirittura.
Amare ed essere riamati, essere riamati come un obbligo, come una consolazione
“mi stai bene” aveva detto.
Malfoy… mi starebbe bene? Cosa provo esattamente per lui? Può, quella strana sensazione di possessività e bisogno di comprenderlo, essere qualcosa di più di amicizia?
Cercavo l’attrazione, il fascino, e Draco ne possiede a iosa. Ancora ricordo la pelle d’oca a vederlo quel giorno sulla scalinata mi aveva trasmesso. Mi erano venuti i brividi a vederlo così bello, come una cenerentola al suo ballo.
Improvvisamente mi viene da sorridere… ha fatto tutto per me.
Per me, perché è innamorato di me.
Perché mi ama.
Malfoy ama me.
- Harry ti senti bene? -
Mi rendo conto di essermi fermato nel bel mezzo del corridoio, con un sorriso stupido sul volto e la stanchezza di una maratona addosso.
E’ come se avessi appena avuto un epifania.
Draco mi ama ed è una cosa fantastica. Essere amato è…
- Senti mi sembri strano ti porto in infermeria, va bene? - sento la presa di Ron quasi inconsistente mentre i miei occhi si allungano verso Blaise e Pansy che camminano svelti con l’aria contrita. Scatto al loro inseguimento.
- Pansy, Blay. Scusate un secondo! -
Pansy si gira verso di me solo un secondo, quindi continua. L’unico a fermarsi è Blaise che sembra pararmi per evitarmi di seguirla.
- Non è proprio il caso, amico. - disse – Faccio io da portavoce. -
- In che senso? - sbotto, confuso.
- E’ arrabbiata a morte con te, mi pare ovvio. -
- Scusa? -
- Credo più che altro con se stessa. - continua come se desse per scontato che io comprenda – E’ stata lei a convincere Draco a provarci con te dopo aver letto la lettera. -
Che lettera?
- Blay…-
- lo so, Harry. - sospira gravemente – Draco non è mai stato un gioco da ragazzi, sono sua amico ma devo dire che certe volte ha davvero un caratteraccio. Che vuoi farci, alla fine nessuno ti biasima se non ti piace. Nemmeno Pansy, anche se non lo metterebbe mai. -
Afferro le braccia di Blaise cercando di fermare il flusso dei suoi pensieri.
- Draco mi piace! - esclamo esasperato – Stavo per chiedervi di dirmi dov’è! Devo parlargli! - Gli occhi cobalto del ragazzo mi fissano sorpresi - E non ho idea di tutto il resto che tu hai detto. - confesso alzando un sopracciglio – Che lettera? -
- niente. - scatta sulla difensiva – Però Harry…- riprende gradualmente più serio – Draco ora…non è nelle condizioni di affrontarti. E’ convinto che tu lo abbia respinto e non sta propriamente bene…-
- Come? Che ha? -
Blaise storce il viso – Ha predilezione per il tragico ed il drammatico. Lo conosci. Solo che stavolta posso capirlo…-
Sta così male?
- Devo vederlo! - scatto immediatamente verso i sotterranei, Blaise mi ferma con una presa ferrea.
- Harry. - mi chiama e dalla sua voce non traspaiono sfumature rassicuranti – Se è vero che ti piace va pure, ma se non ne sei certo…non andare, è un consiglio da amico. Dopo sarei costretto ad ucciderti. -
Strano come sembrasse serio in quel momento. Deglutisco.
- Puoi anche lasciarmi. - lo infirmo – Lui mi piace per davvero. -
Un sorriso sollevato spunta sul viso ambrato del corvino e mi lascia andare, ma prima che possa davvero partire per il patibolo di una relazione, si spera lunga e piena di passione, con un bel biondino di mia conoscenza, Ronald si frappone tra me e il corridoio.
- Harry non farlo. - dice – Malfoy non fa per te. Siete due universi a parte... -
- Ron, che ti prende? -
- Litigate già da amici figuriamoci da fidanzati. -
Non suona stranamente dolce come parola...fidanzati?
- Non ci resta che provare, no? - ribatto.
- Ti ha mentito per tutto il tempo! - scatta amareggiato – Ha sempre cercato di conquistarti e tu allocco “no, vuole amicizia, amicizia” E invece voleva infilarsi nel tuo letto! -
Sento una particolare sensazione di imbarazzo alla visione di me e Malfoy su un letto. L’ultima volta che siamo finiti lì lui si è messo su di me cavalcioni e io ho dovuto mordermi forte la lingua per non toccare la sua pelle.
Mio dio.... lo desidero da più tempo di quello che immaginavo.
- Ron lasciami passare. -
- No! -
- Ron! -
Si accingo minaccioso verso di lui quando Hermione si frappone tra noi. Alza un sopracciglio e sospira – Sempre a litigare voi due? Che succede? -
- Harry vuole mettersi con Malfoy! - sputa con disgusto Ron – Diglielo che è una pazzia. -
Hermione mi guarda, indagatrice – oh solo questo? - fa un passio indietro e tira con se Ron – Prego, vai. -
- Come? - scattiamo all’unisono.
- Che aspetti? Le campane a nozze?. -
Spinge Ron indietro e io non vedo cosa mi impedisca di andare da lui. Prendo un profondo respiro e parto.
Conosco la strada ormai a memoria, ogni angolo, ogni fosso, ogni pietra incavata. E anche la parola d’ordine.
La dico e...non succede niente.
- Villanus! - Scatto, rabbioso – Apriti stupido muro! -
Ma nulla. Tutto tace, tutto è immobile.
- Accidenti! -
Faccio un paio di su e giù come se potesse darmi l’illuminazione. – Villanus! - prova ancora, ma nuovamente ricevo il vuoto. Sbatto un pugno su un masso per il nervoso. Ringhio.
- non credo che elencare tutti i dolci funzioni anche con te, vero? - sbotto – Avrei dovuto chiedere la nuova parola d’rodine.... Meledetti loro avrebbero dovuto dirmela! -
Ed improvvisamente la porta si apre. Sbatto le palpebre confuso quando il primino che, ritardatario, mi vede davanti a lui. Automaticamente si fa indietro per farmi passare e io scatto verso la stanza di Draco senza nemmeno rendermene conto.
Apro la porta senza bussare, e appena riesco a scorgere una testa bionda tra le coperte il mio cuore ha un sussulto.
Eccolo… mi dico piano come una preghiera. Ecco il mio Draco.
Chiudo la porta alle mie spalle e avanzo lentamente nella stanza cercando di non fare rumore.
E’ raggomitolato tra le coperte, mormora qualcosa convinto che io sia blaise. Non ho alcuna idea su cosa sto facendo, di cosa dirgli, di come affrontare il discorso.
So solo che da quando si è dichiarato a me mi sono sentito libero di catturarlo, di incatenarlo, di tarpargli le ali. Con una possessività che mi spaventa. Che mi ha sempre spaventato.
No, io non credo che poter essere amico di Malfoy, lui mi fa paura, perché mi confonde, fa uscire cose in me che non credevo di avere; desiderio, egoismo, volontà.
Lo voglio… lo guardo e lo voglio. Erano state le sue parole quando ha cercato di spiegarmi cosa aveva di speciale la persona che amava.
Draco si gira e qualasisi cosa che stava per dire a colui che credeva fosse Blaise muore nella sua gola.
La frigilità si dipnde sul suo viso, ne riesco a vedere ogni singola pennellata.
Ora, finalmente posso vederla davvero, senza crederla insicurezza o sbalzo d’umore.
Ora capito perché era sempre così teso con me.
Fragile… e adorabile. Degno di essere amato.
Lo guardo…e lo voglio.


- Che ci fai qui? – la mia voce esce a stento mentre si alzo in piedi, come se stare seduto mi dia un senso d’essere vulnerabile.
Non che mi senta diversamente.
Ieri sera gli ho detto che mi piace, è stato come permettergli di nuovo di aprigli il petto.
Harry apre la bocca per cercare le parole, lo fa per dieci lunghi secondi prima di dire, come se si arrendesse a trovare le parole esatte – Mi piaci anche tu. –
- Ma? – lo anticipo.
- Nessuno Ma. - risponde – Mi piaci, Draco. –
Lo guardo, come se quelle parole stessero volando per la stanza senza che io riesca ad afferrarle – N-non… - dico – Non è vero. -
Harry aggrotta le sopracciglia – Certo che è vero. –
Non so nemmeno io come mi sento, ma mi ritrovo a ribattere – Non hai provato nulla quando ti ho baciato. –
- Certo che ho provato qualcosa! – esclama esasperato – Ma non volevo perderti. –
Continuo a guardarlo – Quindi… -
- Mi piaci. - isnsite facendo un passo verso di me, poi un altro, poi prendendomi il viso tra le mani – E finalmente posso baciarti come voglio davvero. –
E mi bacia.
E il mondo, i dubbi, le preoccupazioni e il dolroe scompare.
Questo bacio è diverso.
Questo bacio è vero.
Non mi sento più le mani, mentre lo tengo stretto a me, mi sembra perfino di non sentire la mia stessa pelle. voglio solo baciarlo, solo continuare quell’istante di felicità fino all’ultimo istante.
Per una volta, quando il mio corpo richiede di provare le emozioni così come ha sempre voluto, acconsento, mi lascio andare.
Permetto a me stesso di essere felice.
Ci stacchiamo, senza fiato e senza più concezione di noi stessi.
- Dillo di nuovo. – gli ordino.
Lui sorrise – Mi piaci. –
- Ottimo. – riprendo a baciarlo, ma quella poca aria che avevo recuperato finisce subito, torno lontano cercando rifigio tra le sue braccia.
Ci sediamo sul mio letto. Quella nuova intimità è sconcertante, ma la accogliamo con un certo interesse, la saggiamo.
Per la prima volta da quando quell’amicizia si è concretizzata, parliamo.
Parliamo davvero.
In un intero pomeriggio gli racconto tutte le mie profonde paure.
Gli racconto tutto, su come è inziata, su quell’interesse che è cresciuto fino a diventare qualcosa di nuovo, forse perfino ossessivo, ammetto.
Poi gli racconto della lettera, non soffermandomi sui dettagli.
Ma lui vuole leggerla. Insiste.
La prendo dal cassetto e la guardo. La carta è rovinata dalle continue maneggiature, ha voci cancellate sparse.
Nonostante so che ora mi vuole anche lui, anche se ancora non lo credo del tutto possibile, mi sento molto fragile mentre le legge.
E’ un sentimento meno terrorizzante ora, è più una fragilità positiva, perché la persona che amo può ancora ferirmi e mi spaventa, ma devo imparare a fidarmi di lui.
Poi Harry mi chiede una penna e cancella alcune altre. Tra qui quella in cui chiedo che mi ami.
- Per il resto c’è tempo. - dice piegandola e mettendosela in tasca.
- Che fai? Ridammela. –
Harry sorrise – Era destinata a me. – replica – Ora è mia. –
- Non essere ridicolo. – faccio.
Harry mi prende la mano – E’ mia, draco. E con lei, il mittente. - soffia – E nessuno mi porterà via nessuna delle due. –

__

Epigolo

Fu divertente spuntare le cose e farlo insieme.
Nonostante Ron non aveva visto di buon occhio la nostra relazione, col tempo cedette anche lui.
Eravamo felici come non mai.
Tutti i nostri problemi erano decretati dall’insicurezza dei nostri sentimenti, dallo scoprirli e dall’accettarli.
Ora, nuovi problemi si erano parati davanti ma avevamo la forza di affrontarli insieme.
Quando è stato finalmente chiaro che non avrebbe più voluto lasciarci nemmeno sotto minaccia di tagliarmi fuori da ogni cosa, Harry ne ha approfittato per chiedermi di vivere insieme.
Poi ne abbiamo parlato con i miei. I miei genitori hanno reagito meglio di quanto mi fossi aspettato.
A quanto pareva, se proprio dovevo essere gay, tanto valeva stare insieme all’eroe del mondo. Portava più prestigio che sposare una qualsisi ragazza di una famiglia purosangue.
Harry ha riso per un’ora metre tornavano a casa, e gli ho chiesto se non si fosse sentito offeso.
- Ho il permesso di stare con te. – aveva detto, sorridendo.
E allora andava bene così.

Una mattina mi arriva un gufo e harry mi fa – Vai tu. –
Per un attimo mi sembra che quelle due parole siano più importanti di quanto arvrebbero dovuto, ma certo di non farci caso.
Mi alzo e do un premio al gufetto per prendergli poi la missiva. Non ha mittente quindi la apro con un certo timore.

Vorrei sposarti e stare con te per sempre.

Mi giro verso Harry che ero è in ginocchio accanto a me, con una scatolina aperta e un anello d’argento.
Il mio cuore si ferma mentre lacrime scorrono sulle guence.
Annuisco, incapace di dire altro.

Dopo aver detto lo voglio, prendo quel biglietto e chiedo una penna.
Cancello le prime due parole.
- E il resto? – fa Harry con un sopracciglio alzato.
Sorrido e replico – solo quando lo avremo realizzato e abbiamo tuta la vita davanti. –
- Mi pare giusto. – afferma – La spunteremo, è una promessa. –
Draco sorride e rimette il bigliettino nella sua giacca.
- No, è una scommessa. E voglio vincerla. -





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