La scelta

Apr. 1st, 2020 11:27 pm
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[personal profile] macci
Prompt: (immagine) castello, corvi, ragazza
Parole: 470


LA fabbrica della anime era circondata da corvi delle tenebre. Fissavano ogni angolo del castello, per trovare e attaccare ogni luccichio di anime raminghe. Non di rado, infatti, le nuove creazioni sfuggivano al controllo del creatore per tentare la fuga. Le oli dell’oscurità piombavano allora su di loro, divorandole.
Era un posto spietato quello, eppure era anche la culla della vita.
La vita, era altrettanto spietata.
La ragazza non aveva un nome, non era ancora stata in grado di ottenerne uno. I demoni si rivolgevano a lei come “l’anima”.
Lei era l’unica, l’unica che i corvi dell’oscurità avessero mancato, l’unica che era riuscita a fuggire.
Ma da allora non aveva trovato che solitudine e desolazione: era, appunto, l’unica.
Talmente rara che quando fu catturata, l’asta era stata spietata. Per lei regni infernali si erano dissanguati, avevano perso armate e proprietà.
Riconsegnarla al creatore delle anime, sarebbe stato come ingraziarselo.
Lasciare finalmente che registrassero la sua licenza, sarebbe stata la vittoria sull’ordine divino, sopra la volontà di una singola anima.
La ragazza però aveva cercato un nome, ogni giorno si chiamava diversamente: quel giorno era Ayleen. Non avendo ancora un corpo vero, poteva anche modificare la pasta grezza di cui era fatta.
Quel giorno, aveva deciso che il seno grande non le piaceva, così aveva ulitizzato parte di quella pasta per le maniglie dell’amore.
Gli erano sempre stata simpatiche le maniglie dell’amore. Credeva che avessero a che fare con l’amore, anche se non sapeva bene cosa fosse.
Non avendo ancora alcun brevetto, il nuovo proprietario non poteva reclamarla ancora, ma poteva comprarla sottobanco.
Per lei, vendesse il suo primogenito al tribunale.
Lui non la marchiò e né le dette un nome. E, nonostante le sue paure, la trattò bene.
Era con lui da quello che gli umani avrebbero chiamato un anno quando si ritrovò a leggere un libro e trovò una lettera. Era del creatore delle anime: lo pregava di prendersi cura di lei.
Lei pianse, per la prima volta, e realizzò per la prima volta che provava qualcosa, oltre alla curiosità e alla sopravvivenza: era felicità.
Quella mattina si guardò allo specchio e si rese conto che non modificava più da tempo il suo corpo, che non era più indecisa su come dovesse essere: quello era il suo rifletto.
E lei era finalmente umana.
Il suo padrone entrò in stanza dopo aver bussato e le disse che la cena era pronta, lei si ritrovò a sorridere più apertamente di quanto la sua bocca potesse fare.
Quella sera mangiò fino a scoppiare e non era mai stata più felice.
Era finalmente libera di essere sé stessa.
Perché apparteneva a lei tutto: il suo corpo, il suo nome, la sua volontà, i suoi sentimenti.
- Il mio nome è Talisya. – disse.
Lui sorrise ad annuì.
E quello divenne il suo nome.

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