Effetti collaterali
Effetti collaterali
Draco aveva appena finito le sue scorte di coda di tritone quando sentì bussare alla porta della sua tana.
Alzò gli occhi e osservò la porta con un espressione assente, poi riuscì a concentrarsi.
Che ore erano? Guardò l’orologio e sospiro: era tardi. Aveva di nuovo passato la giornata in laboratorio.
Bussarono ancora, Draco si accigliò. Di solito Blaise veniva a bussargli quando era ora che uscisse dal suo covo per prendere un po’ d’aria. Ma si limitava a questo, poi andava via.
Se non era lui, allora era… un cliente.
Prese la bacchetta e sussurrò – alohomora!-
La porta si aprì e Draco si preparò ad accogliere il cliente con il sorriso più affilato che riuscisse a fare dopo ore di lavoro.
Ma il sorriso gli morì sul viso quando vide sulla soglia l’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere.
- Cosa ci fai tu qui?- gli sfuggì incredulo.
Harry Potter si sgranchì la gola e fece un incerto passo – Mi hanno detto che vendi pozioni sotto banco. Mi serve una pozione.-
Draco guardò di sfuggita dietro le spalle del Grifondoro con la paura che potesse esserci qualche professore in agguato – Non so di cosa parli.-
- Sei letteralmente dietro ad un calderone.-
- Faccio pratica. Sai… i voti. Siamo in una scuola, no?-
Harry alzò un sopracciglio e entrò nella stanza per chiudersi la porta alle spalle – Tagliamo corto, Malfoy, intendi aiutarmi o no?-
- Di solito non è la tua amica ad aiutarti?- rinfacciò il capocasa – Cosa potrebbe mai spingere Harry Potter ad attraversare tutta la scuola, entrare nella casa del nemico e raggiungere il laboratorio segreto del suo terzo peggior nemico?-
- Perché terzo?- domandò l’altro con le sopracciglia aggrottate.
- Il primo è tu-sai-chi.- replicò Draco come se fosse ovvio.
- E il secondo?-
- Lo sto guardando proprio ora.- gli sorrise.
Harry rilassò un po’ le spalle come se il fatto che scherzasse significava che era un cane che non mordeva. Fece perfino qualche nuovo passo.
-Mi serve una pozione.- ripeté secco – una pozione che può farmi solo qualcuno senza morale e senza coscienza.-
- Farmi complimenti non ti aiuterà ad addolcirmi.- annuì Draco, ma sorrise mettendosi una mano sul cuore come se fosse tutto l’opposto – Però ora sono curioso, quale sarebbe la pozione che ti serve?-
Harry Potter s’incupì. Esitò sul posto, sposando il peso tra una gambe e l’altra, poi si avvicinò al tavolo di lavoro e si sedette alla sedia libera.
- Non so che pozione mi serve.- tagliò corto – Mi serve sapere se esiste una pozione che possa aiutarmi.-
- Per quale situazione?-
Harry alzò gli occhi sul suo terzo nemico preferito e per un secondo sembrò volerlo leggere come un libro delle istruzioni – Affari di cuore.- disse, alla fine.
- Ti serve una pozione d’amore?- esclamò Draco sorpreso – A te?-
- No, non d’amore.- ricusò Harry – Non voglio qualcosa di fittizio.-
- Non esistono pozioni che creano vero amore, Potter. Dovresti saperlo.-
- Per questo non mi serve una pozione d’amore.- continuò Harry – Mi serve qualcosa che… mi aiuti a capire se questa persona possa mai provare qualcosa per me.-
Il silenzio divenne opprimente mentre Draco Malfoy veniva a patti con questa assurda situazione. Prese un profondo e lento sospiro.
- Fammi capire.- disse piano – Vuoi sapere se c’è una pozione che ti aiuti a capire se qualcuno ti ama?-
- Qualcosa del genere.- confermò Harry sulla difensiva.
- Non ti serve una pozione: sei Harry Posso fottermi tutti Potter. Va da lei, fa l’occhiolino e prepara il matrimonio!-
Si aspettò imbarazzo negli occhi del suo nemico preferito, lo aspettò come si aspetta l’inizio di uno spettacolo. Ma ciò che vide fu il viso del ragazzo sbiancarsi leggermente e una insolita tristezza passare nel suo sguardo.
- Non è così semplice.- disse.
Certo che lo era. Come poteva non essere semplice?
- Sul serio, hai due anni? Non sai come dichiararti?-
Harry si alzò, innervosito – Ho capito. Grazie lo stesso.- disse con una nuova durezza. Draco restò qualche attimo immobile senza capire, poi quando lo vide partire verso la porta per uscire si affrettò a fermarlo.
- Va bene, va bene.- marcò le parole con leggera esasperazione – Forse c’è qualcosa che posso fare per te.-
Harry si era fermato sulla porta, si girò e tornò sui suoi passi con i nervi a fior di pelle. Era strano vederlo così nervoso, lui che aveva affrontato un pazzo assassino con una freddezza unica. Lui c’era, aveva visto.
Che razza di ragazza poteva rendere Harry Potter così?
- Esiste una pozione che ti permette di… - cercò le parole adatte – far crollare le difese delle persone attorno a te. Se prova qualcosa per te, una volta che l’avrai bevuta non sarà capace di trattenersi dal dirtelo.-
- Sembra perfetta!- esclamò il golden boy con gli occhi all’improvviso lucenti di una nuova speranza – La prendo. Quanto costa?-
- Devo prendere delle cose e ci vorrò tre giorni per farla.- meditò – Per quanto riguarda il pagamento… un invito al matrimonio. Voglio esserci quando la donna che ha messo in ginocchio il grande Harry Potter gli mette anche la catena al collo.-
Harry si lasciò sfuggire un sorriso enigmatico, poi annuì e si alzò. Per un secondo esitò sul posto - … grazie, Malfoy.-
Draco si godette il momento in cui Potter gli chiedeva un favore e lo ringraziava perfino. Sorrise, divertito.
- A buon rendere.- mormorò.
**
La curiosità stava divorando Malfoy. Chi poteva essere la ragazza che aveva stregato Harry Potter? Nei tre giorni che seguirono, mentre non era a vegliare sulla pozione passava il tempo a osservare a chi dava attenzioni il Grifone.
In fondo, non doveva essere così difficile capirlo, Harry si era comportato come un coglione innamorato perfino davanti a lui. Era sicuro che in presenza della fortunata avrebbe fatto qualcosa di molto cretino e imbarazzante tipo guardarla come una triglia.
Eppure, per quanto lo osservasse interagire con altre persone, Harry sembrava a suo agio con chiunque…
Ma non erano fatti suoi, pensò tornando alla sua vita, doveva disintossicarsi.
Negli anni, Draco Malfoy era venuto a patti con una semplice verità: era HarryPotterDipendente. Se per anni era rimasto ad osservarlo, ad infastidirlo, a odiarlo per la sua popolarità, a sperare che venisse a salvarlo da una situazione spinosa…
Per anni, Harry Potter era stata una sua eterna costate. La sua vita si era plasmata attorno a lui.
Da mesi cercava di disintossicarsi. Il che risultava difficile se, la persona che cercava di evitare, bussava alla sua porta.
E se gli forniva una succulenta notizia da poter sfruttare a suo vantaggio. Soprattutto se gli dava tra le mani il manico di un coltello tanto affilato come poteva esserlo solo l’amore.
Se Harry Potter era così insicuro verso qualcuno, questo qualcuno doveva essere davvero speciale e sicuramente una debolezza per il giovane grifone.
C’era però da chiedersi quale folle potesse essere tanto pazza da non cadere ai suoi piedi. Aveva visto fan club nascere, farsi la guerra e fondersi in un unico agglomerato di fan sfegatate. Aveva fatto pozioni d’amore per mesi, sfruttandole.
Chi poteva mai essere? Chi?!
La risposta gli balenò davanti agli occhi quando la migliore amica di Harry Potter si spostò una ciocca di capelli dalla spalla e Harry gliela tirò scherzosamente.
C’era una sola ragazza che Harry Potter poteva amare e temere allo stesso tempo, il cui rifiuto avrebbe potuto rovinare anni e anni di amicizia…
Harmione Granger era la donna di cui Harry Potter era innamorato.
**
Per i tre giorni seguenti osservò con ossessività la coppia di amici interagire.
Se Hermione Granger era la donna dei sogni del Grifone, di sicuro aveva fatta sua l’arte di non darlo a vedere, ma era l’unica scelta plausibile: nessun altra ragazza aveva confidenza con lui, non interagiva particolarmente con nessun’altra studentessa ma soprattutto, non fissava che il vuoto e spesso il sempreverde, probabilmente ansioso dall’avere la sua pozione in tempo brevi.
Mentre gliela preparava aveva la sensazione che quella pozione avrebbe avuto conseguenze disastrose: se tutto andava bene avrebbe rovinato un’amicizia che era sopravvissuta alla guerra e, visto che Ron era più che evidentemente preso dalla Granger, se tutto andava male, ne avrebbe rovinate due.
Meditò se non consegnarla, così da evitare al Grifone di essere la causa dei suoi mali, ma allo stesso tempo poteva immaginare Harry Potter amare la sua migliore amica, e non potersi dichiarare perché c’era troppo in ballo.
Era troppo importante per lasciare che l’amore rovinasse tutto.
Ma allo stesso tempo quel ragazzo era venuto a chiedere aiuto ad uno dei suoi nemici giurati per riuscire a trovare un po’ di pace nel suo cuore.
Questo poteva capirlo.
Così buttò l’ultimo pizzico di polvere di papavero e la miscela era finalmente pronta. Non attese molto che il suo cliente arrivasse alla porta.
Harry Potter entrò con passo deciso e si sedette sulla sedia davanti a Draco.
- è pronta?-
Draco annuì solennemente, poi gli consegnò la fiala con dentro una dose della pozione.
Prese una boccetta e la riempì della nuova mistura, poi la consegnò al grifone.
- Prendine un sorso solo. I risultati dipenderanno da tanti fattori: sentimenti che prova per te, sue difese, sue insicurezze. Se la incontri e non succede nulla, prova ad aumentare la dose. Ma non superare mai sette sorsi.-
- Che succede dopo 7 sorsi?-
Draco s’inumidì le labbra al pensiero di Harry Potter braccato da orde di ragazze eccitate… e sicuramente qualche ragazzo.
- Tu non saperlo.- insistette.
Harry annuì, prese la pozione e la guardò come se potesse morderlo. Poi la stappò e bevve un sorso.
**
Gli serviva costatò nei giorni che seguirono. Quel talismano lo salvò da una sorte peggiore della morte: l’imbarazzo.
Magari il talismano gli impediva di correre da lui e fare qualcosa di cui si sarebbe pentito per il resto della vita, ma non poteva essere d’aiuto con il suo intento di disintossicarsi.
Mesi di sforzi erano sfumati nel momento in cui quella pozione era scivolata già per la sua gola. All’improvviso, Draco era tornato all’anno prima quando fissare Harry Potter era pressoché il suo passatempo.
Per fortuna, aveva escogitato tanti di quei modi per non essere palese che era sicuro di non essere scoperto.
- Credevo che avessi smesso.- soffiò Blaise con un sorrisetto divertito.
Come non detto.
- La mia è curiosità professionale.- fece spallucce – Voglio solo sapere chi è la persona che lo ha spinto a chiedermi una pozione.-
- vero?- pure Blaise si girò verso il grifone che sembrava tranquillamente a suo agio mentre mangiava – Io punto sulla Granger.-
- La Granger? Oh andiamo. E perché mai?-
- Pensaci. Non ha chiesto a lei la pozione, in più è fidanzata con il suo migliore amico, quindi se mai provasse qualcosa per lui sarebbe difficile esprimerlo, ferirebbe Weasley e potrebbe rovinare due amicizie. Punto venti galeoni su di lei.-
Draco fece scivolare lo sguardo sull’amica dei Grifone che parlava con Ron tranquillamente, salvo poi girarsi verso di Harry a intervalli regolari. Se era sotto l’effetto della pozione, lo era in modo così leggero che il golden boy non era che un pensiero che sfumava nella sua mentre parlava, distraendola.
Se Harry Potter era pazzo di lei, non aveva speranze.
Eppure non lo convinceva, Harry non sembrava particolarmente interessato a cosa lei facesse, invece se ne stava in silenzio a mangiare la sua cena come se non fosse vittima di una pozione.
Alzò gli occhi all’improvviso e si guardarono. Draco sentì il proprio cuore perdere un battito, il respiro fermarsi in gola. Si sentì, per un singolo istante, una ragazzina in preda alla sua prima cotta.
Poi sentì il medaglione attivarsi e fu come se un pesante telo protettivo gli cadesse in testa, disorientandolo.
Abbassò gli occhi sul cibo e si forzò di respirare.
- Stai bene?- chiese Blaise.
- benissimo.-
- Sei rosso in viso.-
- Sto benissimo.- insistette, prima di prendere una manciata di dolci e ficcarseli in bocca – feffiffimo.-
Stava bene.
Aveva l’amuleto.
STAVA BENE.
**
Draco riuscì a percepire sulla pelle il sovraddosaggio non appena entrò in sala grande.
Perfino con il talismano, dovette forzarsi di non raggiungerlo. Invece, scivolò a fatica verso il suo tavolo.
Harry all’improvviso era diventato l’oggetto del desiderio di molti, quelli che erano solo occhiate e sorrisi, erano diventati inquietanti persecuzioni.
Harry sembrava del tutto ignaro di essere l’uomo più guardato della scuola. Letteralmente tutti erano girati verso di lui.
Hermione e Ron erano ai suoi lati e da come lo guardavano, perfino Weasley non sembrava poi così immune al suo fascino.
Quanta ne aveva bevuta? La ragazza davvero era così reticente all’amarlo…?
Come poteva mai? Era forse pazza?
Durante le lezioni, la situazione diventava ancora più evidente. La Mc Grannit si sciolse i capelli e fece strani sorrisi verso Harry atteggiandosi in modo che con un altro corpo e con qualche ruga in meno sarebbero stati molto provocanti.
Piton se ne andò nel bel mezzo della lezione senza un vero motivo.
Tutti chiedevano aiuto per i compiti a Harry.
Quel giorno, venne a sapere che c’erano state più di una pacca al sedere durante gli allenamenti di Quidditch.
Di sera, Harry gli apparve davanti con aria funebre – La pozione non funziona.- sentenziò.
Draco trattenne d’istinto il respiro, poi sentì il medaglione attivarsi. Rassicurato da quella magia protettiva fece un nuovo sorriso – La pozione funziona benissimo. O la Mc Grannit che ti stava per fare uno spogliarello davanti a tutti ti è passata inosservata?-
Harry sbatté le palpebre preso alla sprovvista – Come?-
- … non te ne eri accorto?-
Harry fece spallucce – Sì, ma non riesco a capire ancora cosa prova questa persona.- insistette e nella voce si avvertì una nota di tristezza che fece tremolare l’incantesimo protettivo.
Perché non poteva essere lui quella persona? Pensò Draco. Lui non lo avrebbe mai fatto soffrire così…
- Potter…- mormorò – Se questa dose non ha funzionato, allora…-
Harry strinse i pugni e sbatté lentamente le palpebre prendendo un grande respiro - … se me ne dessi dell’altra?- provò – Magari il dosaggio non è abbastanza.-
- Se ne bevi anche solo un altro goccio, la gente potrebbe non avere più padronanza di sé.-
Harry alzò gli occhi su di lui e lo fissò per un lungo attimo senza metterlo a fuoco – I voglio solo…- la sua voce si spense.
Draco si ritrovò nell’assurda posizione di dover consolare la sua cotta adolescenziale dal cuore spezzato, mentre era sotto una pozione attira-cotte.
- Promettimi di non berne ancora.- tagliò corto – Hai bevuto troppa pozione, tutta insieme, il tuo corpo potrebbe non riuscire a smaltirla in tempi brevi. Potresti provocare degli Zombie in cerca del tuo amore e doverne subire le conseguenze per giorni!-
Harry fece spallucce in silenzio. Poi, aggiungendo un – Ci vediamo, Malfoy.- se ne andò va pensieroso.
**
Malfoy sapeva che Harry avrebbe bevuto la pozione fino all’ultima goccia. Per questo quel giorno decise, con una forza d’animo nuova, che non sarebbe andato a lezione.
Dopo aver millantato febbre e sintomi di ogni genere, si rinchiuse nel suo laboratorio segreto per rifare la pozione protettrice del suo amuleto, dal momento che sarebbe presto svanita e non sarebbe stata capace di proteggerlo da una pozione estrema.
Non era passata nemmeno mezza giornata quando sentì bussare alla porta con un energia che non ammetteva repliche.
Dapprima Draco fissò la porta con un espressione perplessa poi sentì l’unica voce che aveva il potere di essere contemporaneamente la più odiosa e adorata da sentire.
- Malfoy, aprì, ho fatto un casino! Devi aiutarmi!-
Il panico invase Draco si guardò la pozione protettiva ancora a nulla. Il talismano era ormai allo stremo, non avrebbe retto molto.
- Malfoy! Aiuto! Stanno arrivando!-
Draco meditò di fuggire, così come Harry stesso era in fuga. Dalla parte opposta e il più veloce possibile.
Ma del resto, il talismano funzionava ancora, seppur non fosse riuscito a finire la ricarica, c’era ancora una possibilità che il grifone non fosse in pericolo nelle sue vicinanze. Draco inghiottì a vuoto e aprì la porta ritrovandosi con il grifone che si precipitava dentro per poi chiudersi la posta alle spalle a chiave.
Draco sentì l’attrazione della pozione immediatamente. Per poco non lo sbatté sulla porta per poi divorargli le labbra.
Non era troppo sicuro che il verbo divorare fosse una metafora.
- Mio dio!- scattò sulla difensiva – Quanta ne hai bevuta?-
Mani, pugni, voci oltre la porta. Il nome di Harry iniziò ad essere ripetuto in una nenia inquietante e tetra.
- … troppa.- confermo.
- Ti avevo detto che…-
- Sì, e non ti ho dato retta. Fammi causa!- gracchiò Harry pallido mentre si buttava in uno dei divanetti della stanza.
Draco cercò di fare respiri brevi – Devi… devi andartene.- riuscì a dire.
Harry si era abbandonato allo schienale della poltrona e aveva buttato la testa all’indietro, completamente abbandonato alla disperazione.
Per via della pozione i genti più semplici sembravano la cosa più erotica che avesse mai fatto e Draco si ritrovò a seguire la linea del suo collo come una falena attratta dalla luce.
- Non finché è così forte.- disse Harry.
Proprio perché è così forte, pensò Draco disperatamente – Quanta ne hai bevuta esattamente?-
Harry prese un profondo respiro, poi alzò la testa e incrociò i suoi occhi – Tutta.- disse.
- COSA?!- la sua voce gli uscì più stridula di quanto avesse voluto – Ci vorranno giorni prima che passi! Ma ti ha dato di volta il cervello?!- la rabbia si fece strada nelle sue vene in una maniera così intensa che non credeva di riuscire a provarla- Per una che non ti degna di uno sguardo nemmeno per sbaglio? Dimmi, Potter, che diavolo ha di così speciale questa da farti perdere quei due neuroni che avevi nel cervello? Ti rendi conto che meriti di meglio?!-
Si era reso conto di urlare solo quando aveva smesso di parlare e perché la gola gli faceva male.
Seduto nel divano come un bambino sgridato, Harry lo guardava con occhi sorpresi.
Il pozionista sentiva i nervi così tesi che faceva male stare fermo. E muoversi. Ma muoversi era pericoloso, doveva appellarsi a tutte le sue forze per non diventare uno di quegli zombie che grattavano la porta e chiedevano di Harry Potter.
- Tu non capisci.- disse Harry all’improvviso – Sapevo benissimo di non avere alcuna speranza, ma avevo bisogno di saperlo con assoluta certezza. – la sua voce venne a mancare. Per un attimo i suoi occhi diventarono distanti, poi si focalizzarono su di lui e Draco si sentì di nuovo avvolto dal potere della pozione. Un sorriso nuovo, triste e tenero si fece strada sul suo viso – Ora posso farmene una ragione.-
Draco avrebbe imprecato, se gli fosse rimasto un briciolo di forza.
E poi accadde, come un calo di pressione, un onda che precipitava sulla spiaggia.
Draco si ritrovò d’un tratto, senza alcuna protezione e l’attrazione divenne inevitabile.
Come inevitabile fu realizzare che avrebbe baciato Harry e, in tutta probabilità, sperava che lo atterrasse prima di lasciargli fare altro.
Perché Draco sapeva all’improvviso che se Harry non andava via di lì, se non scappava o lo legava, gli avrebbe strappato i vestiti di dosso fino a perdere ogni briciolo di dignità.
In quel momento, Draco non era più una persona che cercava di nascondere i suoi sentimenti, ma era uno di quelli là fuori, con la sola pecca che, senza protezione, sarebbe stato in quelle condizioni sin da primo sorso.
E, tutta la boccetta, era semplicemente troppo per lui.
Qualcosa doveva essere cambiato nel suo sguardo, infatti l’altro ora lo guardava come se qualcosa non quadrasse in lui.
- Malfoy?- soffiò, sorpreso.
L’altro fece un passo, lento, calcolato, come un animale che puntava la sua preda – Ti avevo detto di andare via.-
**
Harry si dimenò, tentò di combatterlo, tentò di fermarlo. Non che Draco fosse più forte, ma era indubbiamente più motivato. Magicamente motivato.
Lo scaraventò disteso, lo sovrastò, lo baciò con l’impeto di un pugno.
L’altro tentò ancora di allontanarlo, ma con meno convinzione, come se si fosse reso conto di non avere alcuna speranza contro quella impetuosità.
Ma nulla poteva avere scampo con il rush di adrenalina e desiderio che lo avevano invaso a quel primo bacio, non si rese nemmeno conto dell’avidità degli altri.
Voleva Harry, ma non sentiva che la voglia di lui, ed era così assordante che Harry aveva paradossalmente perso importanza.
Doveva averlo. Doveva possederlo.
Doveva distruggerlo.
Si alzò e lo guardò dall’altro, la voglia di affondare i denti nelle guance arrossate dalla lotta, nella pelle tesa del collo.
La sua espressione era così confusa…
- Schiantami.- soffiò Draco, disperatamente, mentre le sue mani agivano di propria volontà per afferrargli i lembi di camicia e aprirglieli – Schiatami ora.-
- Malfoy…-
- Ti violenterò.- disse, e fu la verità.
Vide Harry afferrare la sua bacchetta mentre si avventava sulla sua giugulare, con l’impeto di un feroce animale. Serrò gli occhi aspettando lo schianto, ma tutto ciò che sentì fu il suono di qualcosa che cadeva dall’altra parte della stanza.
Alzò il capo e, seppur con poca lucidità, riuscì a vedere la bacchetta sul fondo della stanza e la mano di Harry ancora tesa nell’atto di lanciarla.
- Non puoi farlo, se è quello che voglio.-
Draco lo guardò, più confuso che mai, ma la fame ebbe il sopravvento. Lo baciò nuovamente, volenteroso solo di baciarlo ancora e ancora, averlo ancora e ancora, e dimenticò tutto il resto.
Harry aveva smesso di dimenarsi.
Harry sarebbe stato suo.
**
Nella foga, non si premunì di prepararlo. Non aveva la lucidità mentale di farlo. Quando si ritrovò immerso in lui, l’unica cosa che riuscì a pensare era che quello sarebbe stato per sempre il suo posto, che non voleva più uscire, che nessuno lì sarebbe più uscito.
Avrebbe rinchiuso Harry nel sotterraneo, avrebbero dimenticato le lezioni, di mangiare, avrebbero solo scopato senza tregua, fin quasi a morirci.
Morte per sesso, non sembrava troppo male.
E ora che era dentro di lui, che aveva provato cosa significava essere avvolto dal suo calore, era definitivamente la morte che ambiva.
Nel suo delirio, muoversi gentilmente, fu frustrante e difficile. Ogni fibra del suo essere voleva solo affondare in quell’antro stretto, voleva annullare quella resistenza che avvertiva, distruggerlo, fino a non sentire che abbandono.
Era difficile conciliare la volontà malata di distruggerlo che scaturiva dalla pozione, al desiderio disperato di farlo godere.
Harry si copriva il viso con un braccio, con l’altro stringeva il divano così forte da sbiancarsi le dita.
Gli rubò un bacio prima di sussurrare – Mi dispiace.- e poi entrare di nuovo completamente in lui con una sola spinta.
D’un tratto, Harry gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarlo, aveva gli occhi lucidi, il viso arrossato, l’aria esausta. Non era mai stato così bello.
- N-on trattenerti.- disse.
Draco serrò gli occhi, cercando di mettere a tacere la scarica di adrenalina che la pozione gli provocava – Non voglio…- ansimò – Farti del male.-
Il grifone fece un lungo e profondo respiro, nel tentativo di rilassare i muscoli. Si abbandonò di nuovo sul divano, le mani crollate in segno di resa. Il desiderio che vibrava negli occhi.
- Non tratterti.- ripeté con voce rauca e sembrò un ordine.
Se Draco Malfoy fosse stato lucido, si sarebbe chiesto perché Harry sembrasse così desideroso di essere fottuto, si sarebbe chiesto perché non provava dolore, si sarebbe chiesto perché lo incitava a spingersi senza remora in lui.
Si sarebbe fatto delle domande, la cui risposta era talmente ovvia che ad un Malfoy strafatto, mancava del tutto.
Odiò perfino la persona che Harry tanto amava per averlo ridotto così, per averlo costretto a tanto.
Mentre si spingeva in lui, arrivò a pensare con insistenza, che se fosse stato lui quella persona, lo avrebbe amato, amato disperatamente, senza esitazione, desiderato senza riguardi.
Mentre vedeva Harry inarcare la schiena e venire, seguito a ruota dal proprio piacere complice di quella visione, implorò il mondo di donarglielo.
Lui lo avrebbe amato, pensò spingendosi in lui alla ricerca di qualsiasi altro briciolo di emozione.
**
Sapeva di essere un ottimo pozionista, ma le sue doti andavano davvero oltre ogni immaginazione. Soprattutto perché ci mise ore a perdere effetto.
Dopo quella prima volta, Draco si era approfittato del corpo stanco del suo compagno di scuola senza ricorsi e senza riguardi.
Dopo le prime, impetuose volte, era riuscito ad avere abbastanza lucidità da prendersi cura anche della sua eccitazione, ma non senza far prevalere la propria.
Rischiò di impazzire, al pensiero di dover vivere anche solo un minuto lontano da lui.
Esausto crollò in terra, il mantello che lo separava dal gelo del pavimento era l’unica cosa sopravvissuta alla battaglia, il resto dei vestiti erano lontani o a brandelli.
Harry era disteso a pancia in giù, un braccio steso sul divano, uno penzolava da esso. Gli occhi assenti e il respiro affannoso.
La lucidità torno all’improvviso e solo allora riuscì a rendersi conto dell’entità delle sua azioni.
L’orrore si fece strada nel suo petto come un nuovo Sectusempra.
Esitò nel togliere una ciocca di capelli abbandonata davanti al viso dell’altro, odiò vederlo così stralunato dal non riconoscerlo, non subito. Poi Harry lo mise a fuoco nonostante gli occhiali così storti da essere piegati.
- … Mi dispiace.- soffiò Draco con il cuore in mano.
Harry chiuse gli occhi come se volesse addormentarsi, poi li riaprì – Non riesco a muovermi.- confessò.
Non sembrava arrabbiato. Sembrava invece confuso.
Draco raccolse il mantello del grifone e lo coprì, ignorando il corpo di Harry completamente ricoperto di lividi e liquidi di non troppo dubbia provenienza.
Si alzò a fatica, con le gambe che chiedevano pietà e i fianchi doloranti e si recò al bancone per prendere fazzoletti e una pozione per far recuperare a entrambi le forze.
Ne bevve un sorso e si sentì già molto meglio.
Dopo di ché, si prese cura di Harry, lo aiutò a pulirsi, poi lo aiutò a mettersi seduto, gli premette sulle labbra la pozione. Attese che un po’ di energia si facesse strada in lui, fino a che non ebbe la forza di sistemarsi gli occhiali a guardarlo.
- Beh, - soffiò – è stato inaspettato.-
Inaspettato? Lo aveva appena agredito per ore ed era tutto quello che riusciva a dire?
- …Potter.-
- Credo che tu possa chiamarmi Harry ora.-
Inghiottì a vuoto - …Harry. Mi dispiace.-
L’altro si passò una mano tra i capelli – Perché non aveva mai funzionato fino a oggi?- domandò ignorando le sue scuse.
Draco si sentì mortificato mentre mostrava il talismano – Avevo una protezione.-
Gli occhi del grifone si posarono sul medaglione magico con un espressione critica e le sopracciglia aggrottate - … ti eri protetto.- soffiò.
- Mi ero protetto.-
- E perché invece ora la pozione ha funzionato?-
Draco esitò – Non tutte le protezioni funzionano per sempre. Stavo per ripristinarlo quando sei arrivato. Il resto lo sai.-
Harry lanciò un’occhiata alla porta dove qualche ora prima c’erano stati incitazioni, graffi, perfino pugni. Tutti avrebbero voluto fargli esattamente quello che aveva fatto il pozionista, solo che non sarebbe sopravvissuto ad un tale attacco.
- Non dimostravi nulla per me.- tornò su di lui – Così ho continuato a aumentare la dose. – sviò lo sguardo – Dovevo esserne sicuro. Doveva essere certo che tu non provassi nulla per andare avanti.-
Il serpeverde strinse le mani e i denti, più arrabbiato che mai. Un po’ con Harry e tanto con sé stesso.
- Mi sono protetto perché sapevo che non avrei avuto scampo altrimenti.- confessò.
- Io ti piaccio?- domandò allora il grifone incrociando il suo sguardo. Non era una vera domanda, era una conferma che cercava. Come un contratto già stipulato in cui mancava solo la firma.
E Draco, aveva già la penne in mano – Da morire.-
Harry premette le labbra sulle sue con una nuova, tiepida, dolcezza. Fino a qualche minuto fa le aveva leccale, morse e tormentate fino a farle gonfiare, ma quella nuova delicatezza sembrò molto simile ad un primo bacio.
Il loro, vero, primo bacio.
Harry si distaccò e lo guardò – Ti dispiace se… mi stento un poco? Sono esausto.-
- Certo che no.-
Si guardò attorno, premette una mano sul materasso – Si può ingrandire? In due non ci entreremo mai.-
- … vuoi che dormo con te?- domandò Draco ancora un po’ incredulo degli eventi.
L’altro testò ancora la solidità della pelle del divano prima di ribattere – Voglio dormire con il mio ragazzo.-
Sembrò un ulteriore conferma: si erano dichiarati in qualche modo, ma non si erano confermati ancora una coppia. Non che Draco avesse davvero scelta, visto che era stato condizionato prima da una pozione magica e ora dal suo cuore.
Era assurdo non avere voce in capitolo nella sua vita ed esserne così felice.
- Il tuo ragazzo vuole dormire con te.- disse, prima di prendere la bacchetta che era rimasta per tutto il tempo nella sua tasca e eseguire l’incantesimo.
Si sistemarono sul divano divenuto grande quanto un letto, si coprirono con i mantelli trasfigurati in coperte e si guardarono stesi su un fianco, ancora incerti sulla loro relazione.
Si piacevano, stavano insieme, ma era tutto nuovo, e i lividi erano ancora freschi.
Harry chiuse gli occhi e allungò una mano per toccargli il petto. Non si lasciò abbracciare, non era ancora quel tipo di rapporto, forse non lo sarebbe mai stato.
Per certi versi, quel tocco sul petto era più intimo di quanto non avevano fatto per ore su quello stesso divano.
Si addormentarono di botto, stanchi più che mai, con la sensazione che fosse solo uno strano sogno.
Ma c’erano le dita di Harry calde e solide sul suo petto, e le proprie sul suo fianco ed erano reali. Come loro.
**
Il giorno dopo, tutta la scuola si scusò con Harry Potter. I professori, invece, lo sgridarono e dettero a lui e Draco Malfoy, che tutti credevano l’unico risultato immune alla pozione, una punizione esemplare: dovevano pulire la stalla dei Thestral per tutta la settimana, senza magia.
Entrambi erano in grado di vedere i maestosi e tenebrosi cavalli alati, e quel dolore li accumunava.
Più volte, dopo aver pulito tutto, si mettevano ad accarezzarli. Era un po’ come accarezzare la propria tristezza.
- Mi piaci.- aveva sussurrato un giorno Draco senza rendersene conto mentre spazzolava Harry spazzolava la criniera della creatura con un sorriso triste sul volto. L’altro lo guardò, prima di arrossire. Annuì e passò nuovamente la spazzola sulla criniera – Anche a me.-
Ora che la pozione non era più nel loro sistema, fare l’amore era diventato speciale, consumarsi era diventato intenso e unico.
Non erano più ciechi, ma erano in grado di percepirsi più che mai.
Ed era bellissimo così.