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Prompt: amore fraterno (sì, come no! *wink wink*)
parole: 3410
 

In vino veritas

 


Erano quasi le due quando Draco ricevette la telefonata. Si svegliò con il cuore a mille e l’ansia che pulsava nelle vene: Era hermione Granger.

Sbuffò sonoramente e domandò – Dove? –
- Al solito posto. –
- Cerca di non farlo morire intossiacato tempo che arrivo.-
Chiuse il telefono e si buttò dei vestiti addosso, aveva le palpebre così pesani che nn sapeva nemmeno più il suo nome.
Di certo, ricordava il nome della causa di ogni suo male: Harry Malfoy.
Merlino solo sapeva quando odiava che sua madre avesse sposato suo padre e si fosse ritrovato dall’oggi al domani con un fratellastro, per fi più un fratellastro famoso.
Era stato costretto a sentirsi in ombra ovunquq andassero, e a raccogliere i cocci di un fratello che non avrebbe mai voluto avere.
Un giorno lo avrebbe soffocato nel sonno, già lo sapeva, ma di certo non era quello il giorno.
Lo trovò nel solito locale, ubriaco marcio con i suoi due pessimi miglioni amici che tentavano di farlo riprndere. Hermione Granger era la più assennata tra loro, ma non era in grado da sola di fare ragionar i due ragazzi, poteva solo prendersi cura di uno e l’altro… beh l’altro toccava a lui.
Harry alzò gli occhi e soffiò – Il mio heeeore! –
“il mio eroe sto cazzo” pensò Draco con un sospiro, ma lo prede comunque sotto braccio e lo trascinò via.
Salirono le scale barcollando, Draco cercò di fare di tutto per evitare che i loro genitori si svegliassero, riuscì a portarlo in camera sua e buttarlo sul letto con poca grazia.
Poi lo guardò con un lungo sospiro.
Da quando era diventato così?
Prima di entrare ad Howatrs erano davvero fratelli, condividevano tutto, poi qualcosa era cmbiato. I genitori li avevano tenuto all’oscuro della fama del primo e Draco si era scontrato presto con la realtà che Harry era una specie di eroe e che lui sarebbe stato sempre un gradino sotto.
All’inizio, doveva ammetterlo, era stato lui a mettere un po’ le distanze, si era sentito umiliato, messo da parte, solo. Suo fratello era più importante, riceveva più attenzioni.
All’inizio era gelosia, pensava, ma col tempo aveva capito davvero cosa lo infastidisse: erano gli altri. Tutti gli altri al mondo che glielo stavano monopolizzando.
Era geloso non della sua fama… ma di lui.
Solo che a qual punto Harry si era fatto degli amici, erano in case diverse, e una distanza si era creata tra loro che era quasi impossibile colmare.
Erano fratelli, e non avevano più nulla in comune a parte il cognome.
Poi qualcosa era cambiato nel moretto, non sapeva nemmeno cosa, adal momento che erano ormai troppo distanti per parlarne.
Harry aveva iniziato a bere troppo spesso e la Granger a chiamare per portarlo a casa.
Nonostante fosse brutto raccogliere i cocci di suo fratello ubriaco, Draco non poteva nascondere la nostalgia che provava nel sorreggerlo, la voglia di continuare ad essre il uo sostegno, la voglia di…
Di toccarlo.
Harry aveva qualcosa di sbagliato, era innegabile, ma non era più sbagliato di quanto non lo fosse Draco.
Standogli lontano, era cresciuta in lui una nuova, profonda ossessione. La mancanza di Harry aveva iniziato a sentirla così pesantemente, da diventare concreta. Sentiva il bisogno di un contatto con lui, non solo a parole, non solo la presenza… ma anche fisico.
A volte, quaando lo buttava sul letto ubriaco, passava il tempo con le mani poggiate sul suo petto, o sul viso. Gli piaceva sentire il suo calore, gli piaceva sentire la consistenza della sua pelle.
Gli piaceva sentire le sue labbra screpolare sotto i polpastrelli.
Era purtroppo consaepevole che quell’ossessione aveva valicato nuovi limiti, limiti che nessun fratello avrebbe dovuto valicare.
Ma finché era solo quello… andava bene. Doveva andare bene.
Il bisogno di toccarlo, doveva limitarsi ad essere solo quello: un bisogno che non avrebbe mai dovuto essere soddisfatto più di così.
Solo che era così difficile… quando Harry era ubriaco perso, debole, fragile, indifeso.
Aveva immaginato spesso di valicare quel confine, baciarlo… dar sfogo al suo bisogno di toccarlo lasciando scivolare le mani ovunque sopra di lui, dentro i suoi vestiti…
L’ultima volta che l’aveva visto nudo avevano dieci anni. Ormai doeva avere svviluppato una folta chioma sul pude e… decisamene un più sviluppato organo.
Cavolo, pensò tornando alla realtà, doveva lasciare quella stanza prima che la sua ragione scivolasse via, permettendogli di valicare un confine che non era umanamente valicabile.
Harry mugugnò qualcosa, aprì gli occhi e lo guardò.
Per la prima volta dopo tanto, tanto tempo, si sentì guardato da lui davvero.
Per un attimo, sembrò che quello sguaro potesse vedere ciò che tnetava con tutte le sue forze di nascondere.
- Dormi. – gli disse – Buona notte. –
Harry socchiuse gli occhi, ma non li serrò, schiuse le labbra come se volesse dire qualcosa, ma non disse nulla.
Eppure si mosse, a fatica, come se non riuscisse ad essere coordinato nei momenti e, prima ancora che Draco potesse capire cosa stesse facendo, iniziò a sbottonarsi i pantaloni.
Per un secondo, il cuor di Draco perse un battito, il desiderio che cercava di reprimere fece un piccino saltello, un saltello che gli fece sinceramente male, poi realizzò che con tutta probabilità voleva solo provare a mettersi il pigiama.
Una cosa del tutto normale.
Era solo lui che era anormale a pensare certe cose.
Ma harry fece scivolare una mano nelle mutande e tutto ciò che Draco riuscì a vedere fu un mlto poco equivoco movimento che lo lasciò senza fiato.
Si stava masturbando senza distoglierelo lo sugardo da lui e draco non riusciva a distoglierlo dal fratello disteso, come se ogni fibra del suo essere fosse attratto da quella visione.
Si ricordò di respirare solo quando il suo petto inziò a fare male per mancanza di ossigeno, ma dimenticò subito come si faceva quando, insoddisfatto della costrizione, suo fratello non lasciò scivolare fuori il sesso ora duro per carezzarlo in tutta libertà. Guardando lui.
Il bisogno di toccarlo, divenne devastante.
Draco non ebbe nemmeno la concezione di star muovendosi, fu come se il suo corpo faceva una cosa mentre la mente era rimasta indietro, annebbiata. Aveva teso le mani e aveva stretto le dita attorno all’erezione e si scoprì sorpreso di sentirla bollente e così dura.
Anche se era normale che fosse così, ma toccare un erezione non sua era disorientante.
Ed era l’erezione del ragazzo che era cresicuto con lui, con cui aveva condiviso tutto, che era la sua famiglia che era…
Suo fratello.
Divenne inevitabilmente duro senza nemmeno essersi toccato, e quando iniziò a muovere la mano su quel sesso turgico, riuscì quasi a percepire ogni movimento sul proprio.
Harry sembrò un poì sorpreso, ma si rilassò, tirando via le proprie mani e rimanendo fermo a fissarlo.
Di improvviso, Draco realizzò di essere seduto accanto a Harry ubriaco, con le mani che accarezzavano una meta che non avrebbe mai creduto possibile.
L’adrenalina, l’eccitazione, l’inevitabilità divenne una seconda pelle. Sentì la salivazione aumentare, mentre il bisogno di andare oltre quelle carezze divenne inevitabile.
Si rese conto di aver abbassato il capo sol quanto sentì l’odore del sesso di Harry vicino, ma questo non lo fermò dall’assaggiarlo.
Né lo fermò da perdere il controllo.
Godette nel sentire la punta sbattere contro ogni angolo della sua bocca mentre la lingua assaporava la pelle tesa, giocava con lui.
Non osava alzare gli occhi, non osava fermarsi, osava solo continuare finché poteva.
Poi sentì una mano stringergli i capelli e il panico lo colse: era tornato lucido? Stava per spingerlo via? Stava per rovinare la sua vita?
Ma Harry spinse il suo capo giù con una forza tipica di chi voleva qualcosa, ma era troppo ubriaco per pretenderla.
Draco si sentì attraversato da un’eccitazione nuova e sentì le proprie mutande bagnarsi del suo seme.
Era venuto, solo un po’, ma quanto bastava per farlo sentire sporco, sbagliato… perverso.
Fu come un interruttore che spense ogni vocina, ogni ragione.
Rilassò la mascella e lasciò scivolare quel sesso più in fondo che poté, e dove non risucì da solo, finì Harry per lui alzando i fianchi.
Per pochi, vitali secondi, Draco si sentì la bocca scopata dasuo fratello, e quando sent il seme schizzargli nella gola, venne con un gemito soffuso.
Drizzò la schiena, bagnato, ansante e confuso e ebbe finalmente il coraggio di alzare gli occhi su suo fratello che insisteva nel non distogliere lo sguardo da lui.
Era ancora ubriaco, lo vedeva dall’opacità, ma c’era un’ombra lontana che gli dava quasi la sensazone che fosse lucido.
Ma andava bene così.
Lo avrebbe negato. Doveva. Era l’unico modo.
Quel gioco era ormai finito, ora Draco doveva solo uscire da quella stanza e tornare alla sua vita, dimenticarsi di quello che era successo e poteano tornare a essere due ragazzi cresciuti insieme, con lo stesso cognome, e che erano parte di una famiglia.
Era la cosa giusta da fare.
Perché fare alto era così sbagliato da rasentare la follia.
Harry si mosse piano piegò le dita sui lembi della sua maglietta e iniziò ad alzarla, scoprendo lentamente il suo grembo. Ogni centimetro di pelle che si faceva strada diventava un ultreiorre zona invitante per la sua bocca, come una portata gustosa di una prelibatezza nuova.
Bastò quello, per far sentire il proprio inguine essere pronto a eccitardi di nuovo. Poi bastò vedere Harry arrivare a tirarsi su la maglia poco sopra i capezzoli così da lasciarli esposti per poi tendere una mano verso di lui.
Draco non sapeva davvero le sue intenzioni, merlino, non sapeva nemmeno cosa stava davvero succedendo.
L’unica cosa che sapeva era che prendere la sua mano risultò naturale, asseoncare il movimento che lo tirava addosso a lui, sembrò ovvio, baciarlo… sembrò inevitabile.
Quello non era il suo primo bacio, ma fu come se lo fosse. Ogni molecola del suo corpo si sentì come se fosse stato baciato per la prima volta, forse perché questa volta voleva davvero baciare quella persona, perché tutta la sua vita era dedita a adorare quella persona così tanto intensamente da fare male.
Quando si staccarono, Draco guardò nei suoi occhi e ebbe la sensazione di vedere lucidità, ma a quel punto lui l’aveva persa tutta.
Ormai il suo intero corpo voleva buttarsi in quel precipizio e lasciarsi cadere, pur sapendo che alla fine di quell’oscurità c’era una morte inevitabile.
Assecondò i desideri di Harry, scivolò accanto a lui sul letto, per poi cercare di nuovo le sue labbra. Anche se era il secondo bacio, sentì di nuovo la sensazione che fosse il più importante della sua vita. Perché lo era.
Tutto di quel momento era importante e lo avrebbe agguantato, stretto e custodito per sempre. Anche se Harry non ne avrebbe avuto memoria.
Anche se invece avesse ricordato, e avrebbe fintito per odiarlo.
Si ritrovò talmente assorto nel bacio che si rese conto appena che Harry lo aveva sovrastato, schiacciandolo sul materasso, si rese anche apepna conto che aveva infilato una mano sul suo fianco e ora tentava in modo scoordinato di spoglarlo.
Decise di dargli una mano. Mentre si spogliava, un poco di senno tornò inevitabile, come se finalmente si fosse dato modo di pensare.
Ma non fu abbastanza, nulla era più abbastanza.
Questa volta, quadno cercò le sue labbra, lo fece consaepevolemtne.
Questa volta, fu una decisoone sua.
Harry boccheggiò, senza fiato. Essere ubriaco stava minando il suo controllo, baciarlo e ricordarsi di respirare era un problema comune.
Decise così di dedicarsi anche ad altro, e Draco si ritrovò a fissare il soffitto mentre il resto del suo corpo subiva i malfermi attacchi di suo fratello.
Se Draco non fosse stato cosnumato dal desiderio di farci l’amore, forse quei tocchi, quei baci e quei maldestri tentativi di preliminari non avrebbero sortito effetto. Ma era Harry, un Harry Malfoy eccitato e gli avrebbe concetto ogni cosa.
Si ritrovò sorpreso tuttavia, quando sentì le dita spingersi in lui. Non in modo negativo, ma solo… sorpreso.
Non credeva che Harry avrebbe perfino avuto la lucidità di prepararlo.
Beh, non credeva che sarebbero arrivati nemmeno così avanti, ma ormai c’erano e non si sarebbe tirato indietro per nulla al mondo.
Harry con due dita dentro di lui, una mano che lo accarezzava e la bocca che succhiava il suo capezzolo destro, era la cosa più eccitante che avesse mai vissuto. Ma voleva andare oltre.
Voleva sentirlo dentro di sé.
Chiamò il suo nome, disperatamente e sembrò sortire esattamente ciò ce voleva. Harry tornò in cima, cercò nuovamente le sue labbra e si adagiò tra le sue gambe.
Poi sentì la punta premere contro la sua apertura, e la realizzazione di qeullo che stava per cuccedere lo colpì come un pugno nella stomaco.
Se avesse permesso davvero a Harry di arrivare fino in fondo, nell’atto e dentro di lui, ogni cosa, ogni fottutissima cosa sarebbe cambiata per sempre.
Doveva impedirlo, doveva… fermarlo.
Non poteva perderlo.
Era suo fratello, non importava quando fosse pazzo di lui, non dovevano andare oltre di così.
Sì.
Lo sapeva.
Era lucido abbastanza da saperlo.
Ma non lo fermò comunque, trattenne il respiro, tentando di rilassarsi mentre lo sentiva entrare in lui.
Lo sapeva ma ormai era troppo tardi.
Quando lo sentì completamente dentro di sé, realizzò che era troppo tardi per tutto e che gli stava bene così.
Qeulla sarebbe stata la loro unica, preziosa, volta.
Dopo di che, avrebbe accettato di amare qualcuno che non poteva ricambiarlo, qualcuno con cui non poteva stae insieme.
Avrebbe smesso di respingere i suoi sentimenti semplicemente per accettarli, e accettarne l’impossibilità.
Harry si mosse in lui, e Draco fu sopraffatto dal piacere e dalla tristezza così tanto che premette il viso sul cuscino per nascondere le lacrime.
Harry nemmeno sembrò accorgersene, mentre aumentava il ritmo, sempre più lucido nell’entrargli dentro.
Per minuti, per attimi preziosi, i loro corpo sbatterono l’uno sull’altro, in preda al piacere e Draco cercò le sua labbra e il contatto con il suo corpo come un assetato nel deserto.
Il piacere, era una terza entità tra di loro.
Draco venne con un singhiozzo e il suo nome sussurrato sulla pelle.
E un ennesima lacrima che scorreva sulla guancia.

Non aveva chiuso occhio quella notte. Era semplicemente scivolaro nel suo letto quando Harry si era addormentato e dopo averlo sistemato un poco e aveva fissato il soffitto fino all’alba.
Eppure, quadno si era alato, gli era lo stesso sembrato un sogno.
L’unica cosa che gli era rimasta era il ricordo della sensazione di averlo dentro di sé.
Era decisamente cresciuto e se non fosse stato così smanioso di averlo, Draco era più che sicuro che avrebbe avuto difficoltà ad entragli dentro.
Scese per fare colazione e trovò Harry a tavolo, con del tea tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto.
Quando entrò in stanza, alzò gli occhi su di lui e sembrò non vederlo per un lungo sistante, per poi metterlo a fuoco.
Fa finta di nulla, gli suggerì la sua voce. Così, Draco sussurrò – Buogiorno – e si sdette al suo posto.
Da quando si erano allontanati non parlavano tantissmo. Presto sarebbero tornati as Hogwatrs e sarebbero diventati ancora più distanti.
Il solo pensiero gli faceva male al cuore, ma doveva ingoiare la sua disperazione e accettare che il loro rapporto non poteva cambiare.
Fecero colazione in silenzio. Harry aveva decisamente i postumi della sbornia ma doveva decisamente ricordare qualcosa eprché si uoi occhi verdi continuavano costantemente a tornare su di lui, come se non sapesse cosa era vero e cosa no.
Draco non poteva fare ltro che negare.
Negò per tutto il resto del giorno, in cui cercò di evitarlo senza sembrare troppo palese, finché non fu l’ora in cui Harry di solito usciva e lui di solito si rintanava in camera sua.
Ma quella sera Harry non uscì. Quando Draco fu in camera sua, lo sent’ bussare alla porta.
Draco aprì con una certa ritrosia.
- Che c’è? –
Harry lo guardò per un lungo momento, poi quasi lo scansò per netrare nella sua stanza. Una volta lì, si portò una mano nei capelli e soffiò – Dobbiamo parlare. –
Cazzo. Ricordava? Fino a che punto?
Calma.
Poteva essere solo… paranoico.
- Di cosa? –
Harry alzò gli occhi e per la prima volta sembrò… devastato.
- Farò la cosa giusta. – soffiò – Mi… costiturò. –
- Eh? –
- … ricordo cosa è successo.- mormorò – Cosa ti ho fatto. – si morse un labbro – Non ti chiederò di perdonarmi, voglio solo dirti che so di averti fatto del male e mi costituirò. –
Il cevello di Draco partì a mille, finché non colelgò i pezzi. Harry ricordava, ma era convinto di avr fatto quaclosa di male.
Hary pensava davvero che…
- Non mi hai fatto niente. –
- Mi ricordo. – insistette.
- Non mi hai fatto nente di male. – si corresse allora Draco.
Harry lo guardò, come se negare la verità non servisse a nulla.
- Io ti ho vio - - non riuscì a finire di dirlo perché Draco ece un salto per raggiungerlo e gli poggiò una mano sulla bocca.
Il contatto del palco contro quelle labbra gli fece ricordare il suo sapore,
Tentò dis cacciare il epsnerio.
- Ero consenziente. – disse, con una risolutezza che non creeva possibile.
Gli occhi verdi lo trafissero, Harry gli prese la mano per spostarle dalla sua vbocca – No che non lo eri. –
- lo ero. –
- Piangevi. –
Draco si sentì ora sul punto di tornare a farlo.
- Non per quello che credi. –
Harry ora non sapeva che pensare, si limitava a guardarlo, come se gli sfuggisse qualcosa.
Ma non era l’unico che non capiva cosa stava succedendo.
- Eri ubriaco, Harry. E’ successo. Non ci sono colpevoli, lasciamoci questa cosa alle spalle. – provò a fare un sorriso – Siamo fratelli, anche se non abbiamo legami di sangue. Possiamo solo… lasciare perdere. –
Questa volta gli occhi che lo fissavano era lucidi, erano consapevoli – Hai detto che eri consezente. – sembrò realizzarlo.
Cazzo.
Draco fece un passo indietro e scrollò le spalle – Ho detto che non ne dobbiamo parlare. Anzi, dobbiamo dimenticare. Esc da questa stanza Harry e impegniamoci a fingere che non sia mai successo. –
Harry restò fermò – Eri consenziente. – ripeté.
Draco strinse le labbra – Ti prego… va via. –
Harry non fece nemmeno finta di volerlo fare. Semplicemente restò lì, a pensare sulle implicazioni delle due semplice parole: eri consenziente.
Poi disse – Io ti amo. –
E null’altro aveva più importanza.
Draco alzò gli occhi e si limitò a guardarlo.
- io… ti amo. – insistette Harry – e se non provi qualcosa per me, quaslaisi cosa, andrò via da questa stanza e non ne parleremo mai più. – soffiò – Mi impegnerò ad essere un buon fratello, ingoierò i meii sentimenti e non li ripoterò più a galla. – la sua boce tremò come se fosse doloroso anche solo il pensiero – So che le possibitlià che tu privi quclsoa, quasilsiasi cosa, per me, sono molto remote. Ma se anche una picola parte di te, una piccolissima parte, la prova… - lo guardò – io ti…-
- amo. – finì per lui Draco. E quella parole ebbe un sapore stupendo sulla lingua.
Si guardarono, in attesa di capire come andare avanti, nella giornata, tra di loro.
- Quindi… - continuò Draco a disagio – Ora che si fa? –
- In che senso. –
- Non voglio continuare così Harry. – lo freddò – voglio che torniamo ad essere uniti come prima, voglio tornare ad essere tuo fratello, a essere parte della tua vita. – quelle parole non sembravono renderlo felice, così Draco rincarò – E voglio essere tuo. – disse – So che è impossibile, ma… è quello che voglio. –
Harry contò tre secondi prima di attraversare la stanza e baciarlo.
Dopo un lungo appasioannte baciao, si staccò da lui senza fiato.
- Ed è quello che avrai. –
- Ma non possiamo. –
Gli occhi verdi billarono di malizia e divertimento – No, non possiamo. Ma questo non ci fermerà. –
E non si fermarono.
Questa volta, mentre facevano l’amore sobri e consapevoli, capirono che quella relazione avea le carte in regola per essere un disatro e distruggere la loro famiglia.
Ma era anche la cosa più bella del mondo.
E che avrebbero fatto di tutto per farla funzionare.





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